Cari amici,
a causa del persistente cattivo tempo qui nel centro dell'Abruzzo, le lastre e le carte albuminate sono pazientemente in attesa del sole.
Qualche giorno fa ho fatto alcune foto alle mie figlie con i miei recenti acquisti: un SB 800 ed un SB 600. Mi è venuto quindi da pensare ai vecchi lampi di magnesio. Io me li ricordo. Quando ero piccolo, mio padre li ha usati, prima che uscissero le lampadine col filamento di magnesio all'interno. Vi mostro una foto in cui ci sono io e mio fratello ripresi con il "lampo". Mio padre raccontava che io dicevo "Papà ci ha fatto la fotografia col temporale", perché per me il lampo ed il temporale erano collegati
La macchina a soffietto ha ancora il foro sulla piastra portaottica, al quale fissava un congegno da lui costruito che provvedeva alla sincronizzazione con lo scatto. In pratica, lo scatto flessibile mandava giù la levetta che si vede alla sinistra dell'obiettivo, cosa che chiudeva un circuito che faceva saltare un fusibile che innescava l'accensione della polvere di magnesio. Quando papà passò alle più moderne lampade flash, mi regalò diverse bottigliette con la polvere di magnesio che io usai, mi pare di averlo già detto, per abbellire gli effetti dei giochi di prestigio ai quali allora mi dedicavo.
Ho ritrovato su di un libro della prima metà del secolo scorso, un capitolo dedicato alla luce lampo che ritengo interessante e che vi riporto per intero:
Lampi di magnesio Attenzione che certe sostanze sono esplosive e devono essere manipolate con cautela. Le miscele non devono essere polverizzare in mortaio ma isolatamente, ed il cloruro di potassa può esplodere anche quando si polverizza da solo.
1) magnesio in polvere p. 1
nitrato di potassa p. 1
2) magnesio in polvere p. 4
permanganato di potassa p. 3
3) magnesio in polvere p. 1
clorato di potassa p. 2
4) magnesio in polvere p. 3
clorato di potassa p. 6
solfuro di antimonio p. 1
5) magnesio in polvere p. 4
permanganato di potassa p. 5
bicromato di potassa p. 5
Le miscele suddette sono tutte per lampi.
Diamo altre formule per durata di luce più o meno lunga:
1) clorato di potassa p. 15
alluminio in polvere P. 5,5
solfuro di antimonio p. 3,5
dà una luce della durata di un quinto di secondo.
2) clorato di potassa p. 12,3
alluminio in polvere p. 5,5
3) clorato di potassa p.6,3
magnesio in polvere p. 3,7
dà un lampo di mezzo secondo circa
4) clorato di potassa p. 6
solfuro di antimonio p. 1
magnesio in polvere p. 3
dà un lampo di mezzo secondo circa
5) magnesio in polvere p. 4
polvere da caccia p. 1
dà un lampo di più di mezzo secondo
6) magnesio in polvere p. 8
bicarbonato di potassa p. 10
permanganato di potassa p. 10
dà un lampo di più di mezzo secondo
Tutte le miscele si mettono in un cartoccio di carta velina sottile. Si sospende il cartoccio con un filo e si incendia per mezo di un secondo filo attaccato all’estremità inferiore del cartoccio stesso.
Per fotografare interni, grotte ed ambienti di una certa capacità e poco illuminati, coi maggiori dettagli possibili, è ottima la seguente miscela:
polvere di magnesio p. 20
nitrato di bario p. 30
zolfo fiori p. 4
sego di bue p. 7
si fonde il sego e si aggiungono gli altri prodotti dopo averli mescolati intimamente facendoli passare attraverso le maglie di uno staccio finissimo. La miscela si cola in uno stampo di zinco. Uno stampo del diametro di cm 8 per 10 di altezza contiene circa 500 gr di questa miscela e può dare una luce della intensità di ventimila candele. Questa luce impiegata come segnalazioni è stata scorta ad una distanza di 100 chilometri.
Polveri a combustione lenta: Case tedesche hanno brevettato delle composizioni che non sono veri lampi, perché dapprima bruciano diffondendo una luce rossastra, poco attinica, che poi si fa più intensa fino a raggiungere il massimo di splendore. Questa combustione presenta innegabile il vantaggio che le persone si vanno abituando alla luce intensa e quindi nella fotografia non mostreranno occhi spaventati o semichiusi.
Ecco le formule:
1) permanganato di potassa p. 30
limatura di zinco p. 10
limatura fine di ferro p. 60
2) nitrato di potassa p. 30
limatura fina di ferro p. 30
magnesio in polvere p. 20
alluminio in polvere p. 220
3) perossido di bario p. 33,3
magnesio in polvere p. 33,3
alluminio in polvere p. 33,3
una luce di magnesio della durata di circa 5 secondi è ottenuta con la seguente miscela:
polvere di magnesio p. 5
nitrato di cerio p. 3
carbonato di stronzio p. 2
la miscela si colloca in una bustina di carta pergamena e si incendia con una miccia di carta.
Nastri di magnesio: si sciolgono gr. 1,5 di clorato di potassa in 30 cmc di alcool e si aggiunge alla soluzione 150 gr di collodio al quale saranno stati prima mescolati gr 60 di magnesio in polvere. Si agita bene la miscela in un barattolo a bocca larga in modo che tutto sia bene amalgamato. Si prepara una striscia di vetro, che deve essere ben tersa e soffregata con polvere di talco, ed al centro si versa poca della mistura e si muove la lastra in modo che copra, uniformemente, tutta la superficie, inclinandola a destra e a sinistra, avanti e all’indietro, e collocandola quando tutta coperta, sopra una superficie piana lasciandola asciugare. Questa operazione deve essere eseguita lontano da fiamme perché i vapori della miscela sono infiammabilissimi. Quando la soluzione sul vetro sarà quasi essiccata, con un temperino bene afflato, e con una vecchia lametta di rasoio, si toglie lo strato tutto all’intorno su una distanza di qualche millimetro dal bordo. Si tira la pellicola leggermente che senza difficoltà si staccherà dal vetro, se questo, ripetiamo, è stato previamente bene pulito per togliergli ogni macchia, specie di untume e leggermente talcato. La pellicola si taglia a strisce, che si conservano fra fogli di carta sottile. Pel l’uso si prende un pezzo di questa striscia, lo si fissa ad un supporto e con un fiammifero le si dà fuoco all’estremità in basso. Dopo una o due prove si potrà sapere quanto nastro è necessario per una illuminazione di una certa durata.
Carta al magnesio: invece del nastro si può impiegare della carta che fornisce una luce simile a quella del lampo o del nastro. Si prende della carta asciugante, la si immerge per qualche minuto in una soluzione concentrata di nitrato di potassa. Si sospende il foglio lasciandolo asciugare, quando asciutto lo si spolvera con della polvere di magnesio. Il foglio si incendia fornendo una luce viva di magnesio.
Lampi per fotografie su lastre ortocromatiche: carbonato di litio p. 1
carbonato di calcio p. 1
magnesio in polvere p. 20
Lampi per fotografie su lastre pancromatiche: buoni risultati si ottengono col filtro giallo impiegando la seguente miscela:
magnesio p. 30
nitrato di ammonio p. 1,7
ossalato di stronzio p. 3,5
ossalato di soda p. 3,5
Candele di magnesio: invece del lampo di magnesio occorre talvolta avere una luce che abbia una certa durata. La miscela seguente è adatta allo scopo avendo la composizione della luce del bengala, bianchissima. Le polveri devono essere polverizzate separatamente e quindi intimamente mescolate. Si farà una specie di candela con della carta resistente e la si riempirà con:
nitro gr 60
zolfo gr 20
solfuro d’antimonio gr 10
Nota: se il lampo di magnesio deve servire per fotografare una persona od un gruppo è necessario che nel locale la lampada elettrica rimanga accesa. Se il lampo illumina il soggetto di fronte, questo assumerà un aspetto marmoreo con occhi da spiritato, perderà la naturalezza dell’espressione e sarà ottimo di interporre fra sorgente luminosa e soggetto un diffusore traslucido, per esempio un pezzo di tela da disegno.
Disponendo di corrente elettrica si può costruire una lampada a magnesio facendo funzionare l’interruttore dell’apparecchio fotografico con la pera, e provocando un corto circuito. Iol filo fusibile della valvola fondendo accende la miscela di magnesio ottenendo il lampo.
Fumo dei lampi di magnesio. Per impedire che il fumo del magnesio si spanda per l’abitazione basta collocare sopra il luogo dove si produce il lampo, uno straccio di lana bagnato che assorbirà la maggior parte del fumo. Si può collocare il nastro, la carta o l’involtino contenente magnesio entro una specie di sacco che sarà aperto dalla parte che il magnesio deve illuminare. Questo sacco deve avere grandezza sufficiente per permettere alla luce di spandersi uniformemente. Si può impiegare un vecchio pezzo di tela che sarà reso incombustibile immergendolo per mezz’ora in un bagno caldo a 50°C composto di:
fosfato d’antimonio p. 5
sale comune p. 2
acqua p. 90
eseguito il lampo si porta il sacco all’aperto per vuotarlo del fumo. Se la tela dovesse essere lavata, bisogna rinnovare il bagno per ridargli l’incombustibilità.
Enrico