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Leopardi, Cantico del gallo silvestre
La luce e la tenebra sono archetipo e simbolo di Essere e di Nulla, di vita e di morte, di verità e di menzogna. Svegliatevi alla verità, uscite dal mondo falso: questo è il canto mattutino del gallo silvestre. Il giorno – in quanto vero – è paradigma della vita dell’uomo: all’alba (come nella giovinezza) domina la speranza che, però, diminuisce a mano a mano che passano le ore e muore alla sera. Questa è la realtà che giorno dopo giorno è svelata dalla luce del Sole. Accanto ai temi tipici del pensiero leopardiano, questa “Operetta†presenta un concetto nuovo che richiama in qualche modo il pensiero di Schopenhauer: il senso dell’Universo è dato dal movimento e dalla vita che agisce al suo interno; un Essere eternamente immobile sarebbe inutile. C’è da sottolineare la forzatura “poetica†a conclusione dello scritto: l’Essere, in quanto non generato, non può finire (“l’esistenza, che mai non è cominciata, non avrà mai fineâ€); ma perché non pensare (immaginare) che un Universo ormai senza vita (perché tutte le cose che si muovono vengono dal Nulla e prima o poi al Nulla ritornano) e inutile finalmente dilegui nel Nulla? La conclusione poetica contraddice – come osserva lo stesso Leopardi – la logica filosofica tradizionale, ma apre una prospettiva filosofica nuova, all’interno della quale è l’uomo che dà un senso all’Universo e, quindi e a maggior ragione, alla sua propria vita.



G. Leopardi, Cantico del gallo silvestre (l824)



Affermano alcuni maestri e scrittori ebrei, che tra il cielo e la terra, o vogliamo dire mezzo nell’uno e mezzo nella altra. vive un certo gallo salvatico; il quale sta in sulla terra coi piedi, e tocca colla cresta e col becco il cielo. Questo gallo gigante, oltre a varie particolarità che di lui si possono leggere negli autori predetti, ha uso di ragione; o certo, come un pappagallo, è stato ammaestrato, non so da chi, a profferir parole a guisa degli uomini: perocché si è trovato in una cartapecora antica, scritto in lettera ebraica, e in lingua tra caldea, targumica; rabbinica, cabalistica e talmudica, un cantico intitolato, Scir detarnegòl bara letzafra, cioè Cantico mattutino del gallo silvestre: il quale, non senza fatica grande, né senza interrogare piú d’un rabbino, cabalista, teologo, giurisconsulto e filosofo ebreo, sono venuto a capo d’intendere, e di ridurre in volgare come qui appresso si vede. Non ho potuto per ancora ritrarre se questo Cantico si ripeta dal gallo di tempo in tempo, ovvero tutte le mattine; o fosse cantato una volta sola e chi l’oda cantare, o chi l’abbia udito; e se la detta lingua sia proprio la lingua del gallo, o che il Cantico vi fosse recato da qualche altra. Quanto si è al volgarizzamento infrascritto; per farlo piú fedele che si potesse (del che mi sono anche sforzato in ogni altro modo), mi è paruto di usare la prosa piuttosto che il verso, se bene in cosa poetica: Lo stile interrotto, e forse qualche volta gonfio, non mi dovrà essere imputato, essendo conforme a quello del testo originale: il qual testo corrisponde in questa parte all’uso delle lingue, e massime dei poeti, d’oriente.

Su, mortali, destatevi. Il dí rinasce: torna la verità in sulla terra, e partonsene le immagini vane. Sorgete; ripigliatevi la soma della vita; riducetevi dal mondo falso nel vero.

Ciascuno in questo tempo raccoglie e ricorre coll’animo tutti i pensieri della sua vita presente; richiama alla memoria i disegni, gli studi e i negozi, si propone i diletti e gli affanni che gli sieno per intervenire nello spazio del giorno nuovo. E ciascuno in questo tempo è piú desideroso che mai, di ritrovar pure nella sua mente aspettative gioconde, e pensieri dolci. Ma pochi sono soddisfatti di questo desiderio: a tutti il risvegliarsi è danno. Il misero non è prima desto, che egli ritorna nelle mani dell’infelicità sua. Dolcissima cosa è quel sonno, a conciliare il quale concorse o letizia o speranza. L’una e l’altra insino alla vigilia del dí seguente, conservasi intera e salva; ma in questa; o manca o declina.

Se il sonno dei mortali fosse perpetuo, ed una cosa medesima colla vita, se sotto l’astro diurno, languendo per la terra in profondissima quiete tutti i viventi, non apparisse opera alcuna; non muggito di buoi per li prati, né strepito di fiere per le foreste, né canto di uccelli per l’aria, né sussurro d’api o di farfalle scorresse per la campagna; non voce, non moto alcuno, se non delle acque, del vento e delle tempeste, sorgesse in alcuna banda; certo l’universo sarebbe inutile; ma forse che vi si troverebbe o copia minore di felicità, o piú di miseria che oggi non vi si trova? Io dimando a te, o sole, autore del giorno e preside della vigilia; nello spazio dei secoli da te distinti e consumati fin qui sorgendo e cadendo, vedesti tu alcuna volta un solo infra i viventi essere beato? Delle opere innumerabili dei mortali da te vedute finora, pensi tu che pur una ottenesse l’intento suo, che fu la soddisfazione, o durevole o transitoria, di quella creatura che la produsse? Anzi vedi tu li presente o vedesti la felicità dentro ai confini del mondo? in qual campo soggiorna, in qual bosco, in qual montagna in qual valle, in qual paese abitato o deserto, in qual pianeta dei tanti che le tue fiamme illustrano e scaldano? Forse i nasconde al tuo cospetto, e siede nell’imo delle spelonche, o nel profondo della terra o del mare? Qual cosa animata ne partecipa; qual pianta o che altro che tu vivifichi; qual creatura provveduta o sfornita di virtú vegetative o animali? E tu medesimo, tu che quasi un gigante instancabile, velocemente, dí e notte, senza sonno né requie, corri lo smisurato cammino che ti è prescritto; sei tu beato o infelice?

Mortali, destatevi. Non siete ancora liberi dalla vita. Verrà tempo, che niuna forza di fuori, niuno intrinseco movimento, vi riscoterà dalla quiete del sonno; ma in quella sempre e insaziabilmente riposerete. Per ora non vi è concessa la morte: solo di tratto in tratto vi è consentita per qualche spazio di tempo una somiglianza di quella. Perocché la vita non si potrebbe conservare se ella non fosse interrotta frequentemente. Troppo lungo difetto di questo sonno breve e caduco, è male per se mortifero, e cagione di sonno eterno. Tal cosa è la vita, che a portarla, fa di bisogno ad ora ad ora, deponendola, ripigliare un poco di lena, e ristorarsi con un gusto e quasi una particella di morte.

Pare che l’essere delle cose abbia per suo proprio ed unico obbietto il morire. Non potendo morire quel che non era, perciò dal nulla scaturirono le cose che sono. Certo l’ultima causa dell’essere non è la felicità, perocché niuna cosa è felice. Vero è che le creature animate si propongono questo fine in ciascuna opera loro, ma da niuna l’ottengono: e in tutta la loro vita, ingegnandosi, adoperandosi e penando sempre, non patiscono veramente per altro; e non si affaticano, se non per giungere a questo solo intento della natura, che è la morte.

A ogni modo, il primo tempo del giorno suol essere ai viventi il piú comportabile. Pochi in sullo svegliarsi ritrovano nella loro mente pensieri dilettosi e lieti, ma quasi tutti se ne producono e formano di presente: perocché gli animi in quell’ora, eziandio senza materia alcuna speciale e determinata; inclinano sopra tutto alla giocondità, o sono disposti piú che negli altri tempi alla pazienza dei mali. Onde se alcuno, quando fu sopraggiunto dal sonno, trovavasi occupato dalla disperazione; destandosi, accetta novamente nell’animo la speranza, quantunque ella in niun modo se gli convenga. Molti infortuni e travagli propri, molte cause di timore e di affanno, paiono in quel tempo minori assai, che non parvero la sera innanzi. Spesso ancora, le angosce del dí passato sono volte in dispregio, e quasi per poco in riso come effetto di errori, e d’immaginazioni vane. La sera è comparabile alla vecchiaia; per lo contrario, il principio del mattino somiglia alla giovanezza: questo per lo piú racconsolato e confidente; la sera trista, scoraggiata e inchinevole a sperar male. Ma come la gioventú della vita intera, cosí quella che i mortali provano in ciascun giorno, è brevissima e fuggitiva; e prestamente anche il dí si riduce per loro in età provetta.

Il fior degli anni, se bene è il meglio della vita, è cosa pur misera. Non per tanto, anche questo povero bene manca in sí piccolo tempo, che quando il vivente a piú segni si avvede della declinazione del proprio essere, appena ne ha sperimentato la perfezione, né potuto sentire e conoscere pienamente le sue proprie forze, che già scemano. In qualunque genere di creature mortali, la massima parte del vivere è un appassire. Tanto in ogni opera sua la natura è intenta e indirizzata alla morte: poiché non per altra cagione la vecchiezza prevale sí manifestamente, e di sí gran lunga, nella vita e nel mondo. Ogni parte dell’universo si affretta infaticabilmente alla morte, con sollecitudine e celerità mirabile. Solo l’universo medesimo apparisce immune dallo scadere e languire: perocché se nell’autunno e nel verno si dimostra quasi infermo e vecchio, nondimeno sempre alla stagione nuova ringiovanisce. Ma siccome i mortali, se bene in sul primo tempo di ciascun giorno racquistano alcuna parte di giovanezza, pure invecchiano tutto dí, e finalmente si estinguono; cosí l’universo, benché nel principio degli anni ringiovanisca, nondimeno continuamente invecchia. Tempo verrà, che esso universo, e la natura medesima, sarà spenta. E nel modo che di grandissimi regni ed imperi umani, e loro maravigliosi moti, che furono famosissimi in altre età, non resta oggi segno né fama alcuna: parimente del mondo intero, e delle infinite vicende e calamità delle cose create, non rimarrà pure un vestigio, ma un silenzio nudo e una quiete altissima, empieranno lo spazio immenso. Cosí questo arcano mirabile e spaventoso dell’esistenza universale, innanzi di essere dichiarato né inteso, si dileguerà e perderassi [Questa è conclusione poetica, non filosofica. Parlando filosoficamente, l’esistenza, che mai non è cominciata, non avrà mai fine].
alcarbo
"Tante volte il tocco delle campane è bene sentirli tutti. In genere c'è il din don dan nelle campane, no? Sentire magari il solito rintocco din din din va a finire che non si sente il don dan, quindi c'è un'altra musica. Io ho voluto chiarire alcuni concetti", chiaro no?! (Trapattoni)
alcarbo
è assurdo che il lavoro sia tassato più delle rendite
Epifani ? No ! Montezemolo
alcarbo
Ci sono tante cose tra cielo e terra che solo i poeti si sono sognate e hanno cantato.
Friedrich Nietzsche


A confessore, medico e avvocato non tener il ver celato

Acqua cheta rompe i ponti.
Acqua passata non macina più.
davidebaroni
"La fotografia è quella cosa che consente anche ad un idiota di ottenere qualcosa per cui prima ci voleva del genio."
Nadar, pseudonimo di Gaspard-Felix Tournachon
alcarbo
Per chi sta in alto discorrere di mangiare è cosa bassa. Si capisce: hanno già mangiato.
-- Bertolt Brecht
davidebaroni
"If you wind up with a boring, miserable life because you listened to your mom, your dad, your teacher, your priest or some guy on TV telling you how to do your shit, then YOU DESERVE IT" (Frank Zappa)

"Se finisci col fare una vita noiosa e miserabile perché hai ascoltato tua madre, tuo padre, il tuo insegnante, il tuo prete o qualche tizio in TV che ti dicevano come fare le tue cag.ate, allora TE LO MERITI" (Frank Zappa)
alcarbo
E tutto insieme, tutte le voci,
tutte le mete, tutti i desideri,
tutti i dolori, tutta la gioia, tutto il bene e il male,
tutto insieme era il mondo.
Tutto insieme era il fiume del divenire,
era la musica della vita.

~ Hermann Hesse - Siddharta ~


alcarbo
Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare,
finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa.

Albert Einstein

alcarbo
Non fare il bene è un modo di fare il male
davidebaroni
“La fotografia è quel mezzo che consente anche a un idiota di ottenere dei risultati per i quali occorreva del genio” (Nadar)

“la fotografia è anche quel mezzo che costringe un genio ad ottenere dei risultati per i quali sarebbe sufficiente un idiota” (Ando Gilardi)
alcarbo
Meglio essere giovani e sani che vecchi e malati
primoran
I soldi non danno la felicità, ma aiutano... (?)


E' diverso piangere in Rolls Royce o piangere in tram. (Duchessa di Kent?)

Primo.
Angelo52
E' meglio bacio di diva che morso di lupo arrabbiato...
(figlio di Manuel - da trasmissione radiofonica Alto gradimento)



alcarbo
« S'ils n'ont plus de pain, qu'ils mangent de la brioche »
« Se non hanno pane, che mangino brioche! » dry.gif

Maria Antonietta, regina di Francia, che così dicendo "fece scoppiare" (si fa per dire) la rivoluzione francese nel 1789 per ribellione del popolo affamato mad.gif

Mi ricorda qualcosa hmmm.gif
alcarbo
In un'epoca di pazzia, credersene immuni è una forma di pazzia.
Saul Bellow
vvtyise@tin.it
QUOTE(alcarbo @ Nov 3 2010, 06:39 AM) *
Meglio essere giovani e sani che vecchi e malati


... e riuscire a domire dalle 22:00 alle 08:00!!
alcarbo
messicano.gif
primoran
Un grosso industriale, molto ricco, ad un amico che lo avvertiva che la sua bella amante lo tradiva con un giovane universitario rispose:
"Meglio una torta in due che una m...a da soli!"

Primo.
alcarbo
La leggenda narra che la piuma di una giovane aquila
cadde accanto ad una donna ed ella contemplandola
imparò il segreto del volo
alcarbo
La bellezza delle cose (foto) esiste nella mente di chi le osserva.

Hume (by alcarbo)
alcarbo
Se tu hai una mela, e io ho una mela, e ce le scambiamo,
allora tu ed io abbiamo sempre una mela per uno.
Ma se tu hai un'idea, ed io ho un'idea, e ce le scambiamo,
allora abbiamo entrambi due idee.

George Bernard Shaw

alcarbo
Sventurato lo statista che, di fronte al suo declino, minaccia di fare come Sansone mad.gif
alcarbo
La presunzione di sapere è il grado più alto dell'ignoranza; se poi sono condite con arroganza e maleducazione, sono veramente il massimo unsure.gif
vvtyise@tin.it
ormai è sera! Per noi del mattino è quasi ora...
alcarbo
Per chi sta in alto discorrere di mangiare è cosa bassa. Si capisce: hanno già mangiato.
-- Bertolt Brecht
alcarbo
Meglio dormire 12 ore che star sveglio tutta notte
alcarbo
Il mattino indubbiamente ha l'oro in bocca e
il sonno è tempo rubato alla vita.
Però occhio a non esagerare.

alcarbo
Propongo, come autore, di cambiare il titolo di questo 3d.
"Varie ed eventuali"
Approvato, come unico frequentatore messicano.gif
alcarbo
QUOTE(alcarbo @ Nov 17 2010, 06:24 AM) *
Approvato, come unico frequentatore messicano.gif


A parte Davide, che spero e credo sarà d'accordo.
(cmq ho la maggioranza assoluta)

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

QUOTE(alcarbo @ Nov 17 2010, 05:44 AM) *
Meglio dormire 12 ore che star sveglio tutta notte


Meglio dormire anche solo 4-5 ore che star sveglio tutta la notte. (realese 2.0)
alcarbo
Manifesto programmatico di VARIE ED EVENTUALI

Varie ed eventuali
Cosa si cela dietro questa misteriosa frase?
Chi e quando può decidere di inserire un argomento tra le varie ed eventuali?
E come si può sapere prima di quali e quante varie ed eventuali vorrà trattare chi dirige la discussione ?

Questo quesito si pone, oggi più che mai attuale e assillante, unsure.gif perché a volte chi dirige la discussione comincia a parlare delle varie ed eventuali che sono dei veri e propri argomenti a sorpresa. IPB Immagine

Ma se poi chiedi di parlare di un argomento x lo stesso risponde che non è all'ordine del giorno e neanche nelle varie ed eventuali. hmmm.gif
Questo spesso, ma non sempre.
E la questione della validità di tali discussioni non si pone proprio rolleyes.gif
alcarbo
Galateo in ufficio: le regole da non dimenticare

Stop ai “cafoni” in ufficio, a casa, nei luoghi pubblici. Si torna, e ne siamo ben contenti, ad un pò di sana gentilezza e buona educazione.

Questo lo slogan lanciato da Derek Blasberg, scrittore che ha recentemente pubblicato il libro “Classy“, un vero e proprio manuale di Bon Ton, ricco di consigli per allontanare tutti coloro che hanno comportamenti inadeguati, volgari, a volte addirittura disgustosi, che ognuno di noi, purtroppo, è costretto a sopportare nella vita quotidiana.

In molti penseranno che si tratta del solito libro da bacchettoni e snob, dedicato ad una ristretta cerchia di persone che reputano fondamentale il Bon Ton e le buone maniere in ufficio, nei luoghi pubblici ed a casa. In realtà, il libro di Blasberg si è rivelato un vero e proprio bestseller, tanto da guadagnare il primo posto in classifica nella lista del New York Time.

Una “nuova primavera” dunque per il galateo? A quanto pare sì: i tradizionali comportamenti e le etichette borghesi sembrano tornare in voga, e non solo nell’alta società, ma anche fra le “persone normali“, che sperano di poter vivere, in modo più sereno e felice, le lunghe giornate di lavoro passate in ufficio, senza il terrore di subire gli attacchi dei soliti maleducati.

Ma quali sono le regole essenziali da rispettare e da far rispettare sul posto di lavoro? All’apparenza molte possono sembrare scontate, ma in realtà, a giudicare dai comportamenti che spesso possiamo notare negli uffici, non è esattamente così.

Dunque, val la pena, dare una “rinfrescatina”, per quanti tali comportamenti li ignorano o non li conoscono affatto.

Piccolo manuale per tenere alla larga i soliti maleducati
Conoscere e rispettare regole e consuetudini della civile e buona convivenza, soprattutto nelle aziende più tradizionali, può diventare anche la carta vincente per essere rispettati ed accettati e, magari, riuscire a far emergere il proprio valore professionale.

Vediamo, dunque, i consigli “di base”, per vivere meglio nel proprio ambiente lavorativo, evitare gaffe e tenersi alla larga dai colleghi decisamente “out”, poco garbati e sensibili nei nostri riguardi:

- Quando si fanno le presentazioni, partire sempre dalla persona più importante nell’organigramma dell’azienda, presentandole la seconda persona. Se nell’ufficio entra una persona sconosciuta o comunque con la quale non abbiamo rapporti quotidiani, alzarsi sempre dalla sedia, stingerle la mano facendola accomodare.

- Anche se non ci sono divieti specifici, chiedere sempre il permesso a tutti i presenti prima di accendere una sigaretta. Il comportamento ideale sarebbe comunque quello di uscire dalla stanza.

- Evitare in generale comportamenti arroganti, saccenti, volgari ed irritanti in qualsiasi situazione; se ci sono problemi particolari con una persona, chiarire sempre in privato evitando di alzare la voce in modo da far ascoltare ai colleghi le proprie discussioni; accettare le critiche serenamente dimostrando buona volontà.

- Scegliere di avviare un’amicizia extralavorativa con un collega valutando bene la persona; evitare di flirtare in ufficio con i colleghi.

- Offrire il proprio aiuto senza particolari problemi, ringraziare quando qualcuno ci aiuta a risolvere un problema lavorativo.

- Evitare riposini in ufficio, lunghissime chiacchierate extralavorative, conversazioni interminabili al cellulare per motivi privati, allontanamenti ingiustificati.

- Bussare sempre prima di entrare in una stanza, anche se la porta è aperta e chiedere il permesso di entrare attendendo evetualmente per qualche secondo una risposta.

- Non congedarsi mai per primi durante un colloquio privato con un proprio superiore.


Una lista semplice ed immediata, magari da stampare e far trovare, con indifferenza, sul tavolo del vostro collega.

http://www.yourself.it/galateo-in-ufficio-...on-dimenticare/


MONSIGNOR GIOVANNI DELLA CASA

"GALATEO OVvERO DE’ COSTUMI"

http://www.filosofico.net/monsdellacasagalateocost.htm


alcarbo
Norme per i dirigenti che non amano la vita.

1 metti sempre il tuo lavoro al primo posto e la tua persona al secondo;
2 fa il possibile per andare in ufficio anche di sera dopo cena, nel pomeriggio del sabato e nei giorni festivi;
3 se non puoi restare in ufficio fino a tardi, prendi con te una borsa piena di lavoro da sbrigare a casa;
4 non cercare di distendere lo spirito durante i pasti: anzi, se puoi, fa di ogni pausa una discussione;
5 non concederti alcun svago, tutta roba che fa perdere tempo e disturba la concentrazione;
6 lo stesso dicasi per le ferie. Meglio rinunciarvi;
7 non dir mai di no ad un invito: accetta innazitutto gli inviti a conferenze, riunioni e assemblee;
8 non mollare mai un po' delle tue responsabilità e carica tutto sulle tue spalle: infatti sei un uomo indispensabile.

Se seguirai queste regole, la tua Ditta farà bene a guardarsi attorno per cercare chi dovrà occupare presto il tuo posto.
alcarbo
Per favore lasciamene una copia nella cassetta della posta davanti al mio
ufficio, di fronte a casa mia
Grazie ciao alfredo hmmm.gif hmmm.gif



Fabbisogno per intraprender liti:

cassa da banchier,
gambe da cervier,
pazienza da romito,
aver rason,
saverla espor,
trovar chi l'intenda e
chi la voglia dar,
e debitor che possa pagar


detto veneziano del 1600 Alla fine è meglio lasciar perdere, l'ho sempre detto. rolleyes.gif
alcarbo
Ogni cosa ha il suo posto.
Ogni posto ha la sua cosa.

Non posso mescolare detti e motti famosi od inediti alle varie ed eventuali.
Meglio aprire un 3d apposito. Provvedo.
davidebaroni
La pubblicità può essere descritta come la scienza di fermare l’intelligenza umana abbastanza a lungo da ricavarne denaro. Stephen Leacock
alcarbo
E' quello che guida contro-mano in autostrada che si deve adeguare, non gli altri tongue.gif
davidebaroni
Esistono 10 tipi di persone: quelle che capiscono il codice binario e quelle che non lo capiscono. smile.gif
alcarbo
Io devo essere dell'undicesimo tipo messicano.gif
alcarbo
Il federalismo solidale è come l'egoismo altruistico.
primoran
Ciao Alfredo, vengo a darti una mano, se accetti. Un mio dirigente, quando ancora ero al lavoro, ci ripeteva sempre: "La pubblica amministrazione si regge su tre pilastri giuridici:
- la deroga;
- la proroga;
- la sanatoria."
A me pare che sia ancora così, o sbaglio???

Primo.
alcarbo
In parte sì. wink.gif

Ma c'è anche chi lavora sodo, in silenzio.
Fa più rumore l'ignavia.
davidebaroni
Attento mentre parli. Con le tue parole tu crei un mondo intorno a te. (Proverbio Navajo)

Quello che hai visto ricordalo perché quello che non hai visto ritorna a volare nel vento. (Proverbio Navajo)

Ciao,
Davide
alcarbo
Morire è come nascere, vuol dire solo trasformarsi. Non bisogna avere paura della morte.

(Clara - Meryl Streep), La casa degli spiriti.

veramente Meryl Streep recita, il romanzo è di Isabel Allende
alcarbo
Non compriamo uno qualunque per fare qualunquismo (Trapattoni)
alcarbo
Noi portato moralità in politica hmmm.gif unsure.gif

Giocatori con caratteristiche diverse poi si eludono a vicenda e diventa poi anche difficile proporsi in emozione come usate dire voi. (Trapattoni)
alcarbo
QUOTE(kintaro70 @ Dec 17 2010, 10:10 PM) *
Naa bisogna avere il coraggio delle proprie scelte, non tenersi un po' qua e un po' la, la decisione è una dote che le donne apprezzano ...

Ad esempio la scorsa notte una donna ha bussato insistentemente, per più di due ore, alla mia porta ma io imperterrito, non l'ho accontentata ...
Voleva uscire. (citazione Grucho Marx)

davidebaroni
Le armi non risolvono i problemi... Ne creano solamente dei nuovi! Iron Man
edgecrusher
Le cose vengono danneggiate in proporzione al loro valore.
Leggi di Murphy
alcarbo
Meglio casto che castro unsure.gif
Pagine: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29
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