Mah, Alfredo, non lo so se io o qualcun altro "ha ragione", questo ce lo dirà solo il tempo.
Ne parlavo ieri sera con il mio insegnante di chitarra. E anche lui, come me, sostiene che il "gusto personale" è una cosa che non dovrebbe avere voce in capitolo nella valutazione di qualcosa... Il che mi ha ricordato quello che si diceva nel sito fotografico su cui tanti anni fa scrivevo: "Che bella, questa foto che non mi piace". Vedi, se seguissimo sempre e solo il nostro gusto personale, non ci evolveremmo mai, ci "fossilizzeremmo" nel ristretto ambiente del "nostro gusto personale", e non esploreremmo più "il resto dell'Universo" se non, più o meno consciamente, per vedere se "assomiglia a quello che mi piace". Ma la domanda dovrebbe essere "Cosa sta cercando di esprimere questo autore?"... Che cosa apporta, LUI, che magari noi fino a questo momento non avevamo nemmeno considerato? E magari, spesso, per "capire" questo occorre STUDIARE, mettere appunto da parte il proprio gusto personale e ricercare le conoscenze che ci permettono di comprendere la "lingua" del musicista che stiamo ascoltando... Mozart non parlava lo stesso "dialetto" di Shumann, o di Bach, o di Strawinskij, o di Dvorjak, o di Bartok, o di Berio, o di Mimaroglu... E Gilmour non parla lo stesso "dialetto" di Mehteny, o di Vai, o di Satriani, o di Govan, o di Mancuso. Tempo fa, discutendo con un altro tizio, l'ho sentito dire che Paco de Lucia non trasmetteva emozioni... Joe Pass invece sì. Ma la questione era che lui non conosceva la LINGUA in cui de Lucia esprimeva le emozioni, non ne conosceva il "codice", forse non conosceva nemmeno QUELLE EMOZIONI, mentre "risuonava" con il "codice" di Pass
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Per "capire" Mozart mi ci sono voluti 30 anni. Poi, un giorno, qualcosa ha fatto "clic!" e improvvisamente Mozart mi si è aperto davanti come un ricchissimo "panorama" di cui, finalmente, comprendevo (e quindi potevo VEDERE) l'architettura. E da allora ho amato Mozart. Ok, non quanto Bach, ma quasi
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PER ME, Mancuso, come Govan, ha una ricchezza melodica e musicale che è diventata molto molto rara. Le cose che fa possono piacere o meno, ma non sono (quasi) mai "fini a se stesse", ogni nota è funzionale a un discorso, a un RACCONTO. A una intenzione.
E questa è una cosa da grandi...