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Problemi Calibratura Monitor: Neri Troppi Neri.
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gabrieledanesi
Messaggio: #26
La norma ISO 3664:2009, che rappresenta lo standard per le arti grafiche e la fotografia, afferma che la calibrazione del monitor deve essere fatta con bianco D65 e luminanza del bianco NON inferiore a 75 cd/mq, specificando inoltre che tale valore dovrebbe essere almeno uguale o superiore a 100 cd/mq.
C'è un'adeguata libertà nei riguardi nel punto di nero e quindi del contrasto globale. Si fa più riferimento al rapporto di contrasto nelle norme ISO riguardanti l'utilizzo del monitor come dispositivo per le soft-proof relative alle arti grafiche. In tal caso, la norma ISO 12646 specifica che il bianco dev'essere D50, la luminanza del bianco uguale o superiore a 120 cd/mq, la luminanza del punto di nero deve essere inferiore all' 1% della luminanza del punto di bianco e che la luminanza del punto di nero deve essere, al massimo, il doppio della luminanza a monitor spento.

Di conseguenza, pur aderendo alle specifiche ISO, troverai sempre chi preferisce un'impostazione rispetto ad un'altra.

Le impostazioni che ti ho consigliato sono una mia personale scelta, e derivato semplicemente da svariate prove e test che ho effettuato negli anni comparando la resa di stampa su diverse carte (correttamente linearizzate e profilate) con la sensazione visiva che si ha guardando il monitor. Lavorando con rapporti di contrasto nell'intorno del 250:1 (o per lo meno non troppo superiori a 300:1) noto personalmente una migliore corrispondenza con la resa visiva in stampa (fatto che mi aiuta soprattutto in fase di regolazione fine dell'immagine durante lo sviluppo RAW).
Massimo.Novi
Messaggio: #27
La LUT interna è utile per superare l'ulteriore passo di conversione tra scheda video e monitor ma è sempre meglio eseguire la calibrazione che definisce il range di calibrazione agendo direttamente sui comandi del monitor che sono comunque i più vicini al convertitore RGB > Led.

mai visti monitor LCD anche di alta qualità con luminanze così basse. Gli Eizo o i NEC migliori viaggiano di solito sui 140cd/m2. Non è corretto fare assomigliare un monitor ad una stampa e abbassare il contrasto. regolate il punto di bianco e di nero per avere bianchi puliti e neri definiti. Di più non potete fare. Inoltre l'occhio è un pessimo giudice.

Un Nero sotto 0.2 è buono ma ripeto dipende MOLTO dal pannello.

NON cercate di far corrispondere un monitor ad una stampa. La resa del monitor è "da monitor" mentre la stampa dipende dal supporto e dalla tecnologia di stampa. Anche osservando le stampe sotto luce controllata D50 si hanno differenze.

Per quanto riguarda le norme ISO, considerate che oltre ad essere molto generiche, sono da considerare una linea guida per molti versi ed inoltre anche l'ambiente di lavoro influenza molto, Inoltre oggi un softproof a video non è considerato affidabile e i tavoli retroilluminati di cui parlavo sopra sono gli unici ausili davvero corretti per la valutazione colore.

Massimo


giuliocirillo
Messaggio: #28
QUOTE(gabrieledanesi @ Jan 28 2016, 03:08 PM) *
La norma ISO 3664:2009, che rappresenta lo standard per le arti grafiche e la fotografia, afferma che la calibrazione del monitor deve essere fatta con bianco D65 e luminanza del bianco NON inferiore a 75 cd/mq, specificando inoltre che tale valore dovrebbe essere almeno uguale o superiore a 100 cd/mq.
C'è un'adeguata libertà nei riguardi nel punto di nero e quindi del contrasto globale. Si fa più riferimento al rapporto di contrasto nelle norme ISO riguardanti l'utilizzo del monitor come dispositivo per le soft-proof relative alle arti grafiche. In tal caso, la norma ISO 12646 specifica che il bianco dev'essere D50, la luminanza del bianco uguale o superiore a 120 cd/mq, la luminanza del punto di nero deve essere inferiore all' 1% della luminanza del punto di bianco e che la luminanza del punto di nero deve essere, al massimo, il doppio della luminanza a monitor spento.

Di conseguenza, pur aderendo alle specifiche ISO, troverai sempre chi preferisce un'impostazione rispetto ad un'altra.

Le impostazioni che ti ho consigliato sono una mia personale scelta, e derivato semplicemente da svariate prove e test che ho effettuato negli anni comparando la resa di stampa su diverse carte (correttamente linearizzate e profilate) con la sensazione visiva che si ha guardando il monitor. Lavorando con rapporti di contrasto nell'intorno del 250:1 (o per lo meno non troppo superiori a 300:1) noto personalmente una migliore corrispondenza con la resa visiva in stampa (fatto che mi aiuta soprattutto in fase di regolazione fine dell'immagine durante lo sviluppo RAW).


Grazie Gabriele.......si è chiaro.....voglio fare ache io qualche prova di stampa con la epson....purtroppo non ho il profilatore per quest'ultima....ma comunque usando carte ed inchiostri originali, ottengo risultati piùche accettabili.

QUOTE(manovi @ Jan 28 2016, 05:50 PM) *
La LUT interna è utile per superare l'ulteriore passo di conversione tra scheda video e monitor ma è sempre meglio eseguire la calibrazione che definisce il range di calibrazione agendo direttamente sui comandi del monitor che sono comunque i più vicini al convertitore RGB > Led.

mai visti monitor LCD anche di alta qualità con luminanze così basse. Gli Eizo o i NEC migliori viaggiano di solito sui 140cd/m2. Non è corretto fare assomigliare un monitor ad una stampa e abbassare il contrasto. regolate il punto di bianco e di nero per avere bianchi puliti e neri definiti. Di più non potete fare. Inoltre l'occhio è un pessimo giudice.

Un Nero sotto 0.2 è buono ma ripeto dipende MOLTO dal pannello.

NON cercate di far corrispondere un monitor ad una stampa. La resa del monitor è "da monitor" mentre la stampa dipende dal supporto e dalla tecnologia di stampa. Anche osservando le stampe sotto luce controllata D50 si hanno differenze.

Per quanto riguarda le norme ISO, considerate che oltre ad essere molto generiche, sono da considerare una linea guida per molti versi ed inoltre anche l'ambiente di lavoro influenza molto, Inoltre oggi un softproof a video non è considerato affidabile e i tavoli retroilluminati di cui parlavo sopra sono gli unici ausili davvero corretti per la valutazione colore.

Massimo


Grazie Massimo......per quel che dici sulla luminanza......anche io ho più volte letto che per gli LCD bisogna averla tra 120 cd/m2 ed i 140 cd/m2......ma sul monitor in mio possesso (eizo CS240) nel software colornavigator6 ci sono già caricati alcuni profili....con vari nomi, Fotografo, Printing, Web design...etc....bene il profilo fotografo è settato a 100 cd/m2, quello Printing addirittura a 80 cd/m2....
Io provai con 100 cd/m2 (lavoro anche in un ambiente costantemente poco illuminato) e mi trovai bene mediamente con tutti i laboratori di stampa per quanto riguarda la luminosità della foto.
Sul fatto di non pretendere la corrispondenza perfetta tra stampa e monitor sono d'accordissimo.....sono due cose diverse.....tra l'altro avere il monitor calibrato non significa corrispondenza in stampa....ma è solo un passo.....

ciao
gabrieledanesi
Messaggio: #29
QUOTE(manovi @ Jan 28 2016, 05:50 PM) *
NON cercate di far corrispondere un monitor ad una stampa. La resa del monitor è "da monitor" mentre la stampa dipende dal supporto e dalla tecnologia di stampa. Anche osservando le stampe sotto luce controllata D50 si hanno differenze.

Forse non mi sono ben spiegato. Ormai anche i sassi (spero) sanno che non si può fare una comparazione monitor/stampa perchè ci sono profonde differenze tra le due cose. Ho semplicemente detto che usando contrasti simili a quelli caratteristici delle stampe su determinate carte si può ottenere una resa ad occhio più coerente con la resa in stampa. Ciò significa semplicemente che se guardo un'immagine su monitor, a schermo intero, con contrasto elevato e poi osservo la stampa noto forti differenze, mentre nel caso di minor contrasto noto meno differenze (sempre riferite al contrasto globale dell'immagine, ovviamente). E ciò non significa fare in modo a tutti i costi di corrispondere monitor e stampa. Operare in tal modo mi permette semplicemente di lavorare sull'immagine digitale con un controllo che ritengo decisamente superiore. Del resto puoi dire quello che ti pare, ma sono pur sempre gli occhi (e non uno sonda) che fanno uno sviluppo RAW e decidono come intervenire su un'immagine.

Messaggio modificato da gabrieledanesi il Jan 28 2016, 06:47 PM
Massimo.Novi
Messaggio: #30
Avete mai osservato una foto in un booth viewer a luce D50?

I monitor di alta qualità hanno pannelli ed elettronica che consentono una resa elevata su una gamma di luminanza più elevata, ma questo non significa che si debba ridurre il monitor ad una specie di visore stampe. Comunque se proprio volete usare il monitor come softproof diretto verso la stampa le ISO 12646 consigliano valori nell'ordine di 120 cd/m2 e anche oltre. Però si lavora in D50, quasi al buio e non è quello che volete nel ritocco fotografico.

D'altra parte le ISO 3664 definisce D65 e più di 100 cd/m2 ma è estremamente critico ottenere tale luminanza eccetto che su monitor di alta fascia. Ed inoltre la luminanza come punto di bianco non è così importante come sembra in quanto dipende molto dalla luce ambiente. Per questo si usano i monitor su valori più elevati, anche oltre i 140 cd/m2. E in questo caso non avete il problema di simulate le stampe in quanto gli strumenti di proofing sono ben distinti.

Infine, per quanto riguarda la riduzione di contrasto per simulare la stampa, considerate che monitor e carta non hanno la medesima linearità di gamma e quindi non è affatto detto (mai) che i 300 differenti livelli del monitor siano quelli della carta, trattandosi di due sistemi di riproduzione intrinsecamente molto ma molto diversi.

Massimo
gabrieledanesi
Messaggio: #31
QUOTE(manovi @ Jan 28 2016, 11:00 PM) *
Avete mai osservato una foto in un booth viewer a luce D50?

I monitor di alta qualità hanno pannelli ed elettronica che consentono una resa elevata su una gamma di luminanza più elevata, ma questo non significa che si debba ridurre il monitor ad una specie di visore stampe. Comunque se proprio volete usare il monitor come softproof diretto verso la stampa le ISO 12646 consigliano valori nell'ordine di 120 cd/m2 e anche oltre. Però si lavora in D50, quasi al buio e non è quello che volete nel ritocco fotografico.

D'altra parte le ISO 3664 definisce D65 e più di 100 cd/m2 ma è estremamente critico ottenere tale luminanza eccetto che su monitor di alta fascia. Ed inoltre la luminanza come punto di bianco non è così importante come sembra in quanto dipende molto dalla luce ambiente. Per questo si usano i monitor su valori più elevati, anche oltre i 140 cd/m2. E in questo caso non avete il problema di simulate le stampe in quanto gli strumenti di proofing sono ben distinti.

Infine, per quanto riguarda la riduzione di contrasto per simulare la stampa, considerate che monitor e carta non hanno la medesima linearità di gamma e quindi non è affatto detto (mai) che i 300 differenti livelli del monitor siano quelli della carta, trattandosi di due sistemi di riproduzione intrinsecamente molto ma molto diversi.

Massimo

Massimo, sei libero di operare come meglio credi. In questi argomenti ci saranno sempre pareri discordanti ma l'importante è rientrare nei corretti parametri di lavoro e nelle specifiche standard internazionali. Del resto se una norma ISO parla di luminanze accettate sopra i 75 cd/mq, e ottimali se uguali o maggiori a 100 cd/mq ci sarà un motivo, no ? Personalmente, ad esempio, non noto alcun problema calibrando il mio monitor a 100-120 cd/mq, seppur il suo valore consigliato sarebbe 160 cd/mq. Ottengo ugualmente calibrazione, linearizzazione e profilo di ottima qualità e con deltaE bassissimi. Scelgo tali valori di luminanza per le questioni già esposte precedentemente, ed ho i miei validi motivi per farlo.

Fra l'altro dici che contrasto di monitor e stampe non sono paragonabili. Certamente... sono parametri valutati in maniera molto differente, ma alla fine dei conti non c'è tutta questa differenza (e sarebbe grave se davvero ci fosse). Basta fare dei test con spettrofotometro su vari tipi di carte per ottenere stime sul rapporto di contrasto ottenibile. Su carte fotografiche lucide, semi-lucide ed a finitura baritata solitamente ottengo sempre rapporti di contrasto che variano da circa 180:1 fino ad un massimo di circa 260:1. Su carte opache ottengo rapporti di contrasto che variano tra circa 80:1 fino a circa 140:1. E fra l'altro, a puro scopo di esercizietto, ciò è verificabile anche tramite lettura esposimetrica con fotocamera su un'area inchiostrata di nero e sul bianco carta. Su carte opache si ottiene un salto di circa 5 stop, fino a non più di 6 stop. Nel caso di carte lucide si varia da circa 6 stop fino a quasi 8 stop (anche se è più difficile fare una lettura corretta a causa della riflessione sulla superficie). Analogamente se faccio una lettura, sempre con la fotocamera, sullo schermo di un monitor calibrato a 250:1, ottengo un salto tra nero e bianco di circa 8 stop. Non mi pare, quindi, che ci sia tutta questa differenza tra le due cose.

Messaggio modificato da gabrieledanesi il Jan 29 2016, 04:34 PM
Massimo.Novi
Messaggio: #32
Sicuramente sono stato infelice nello spiegarmi.

Il rapporto di contrasto è una cosa, il fatto che i livelli siano i medesimi come valore e distribuzione un'altra.

Ovvero, partendo da gamma differenti, le curve di gamma della carta e del monitor sono solitamente differenti anche perchè uno è lineare (più o meno) e l'altro no. Per questo si applicano le curve di correzione ai monitor in calibrazione (solitamente si usa un gamma 2.0 che è quello sRGB ma in realtà non è preciso per la percezione umana).

Quindi se una carta mostra 300 livelli, il monitor che ne mostrasse 300 non sarebbe uguale in quanto essi si troverebbero in posizioni differenti. Del resto nemmeno gli spazi colore delle carte non sono mai comparabili con quelli dei monitor e quindi la disposizione spaziale delle tonalità non è comparabile, in quanto l'ampiezza stessa dell'intervallo ne influenza la distribuzione.

Per capirci, immaginate di tracciare due punti su un palloncino. Se sgonfio la distanza lineare tra loro è X, ma appena si gonfia la distanza (lineare) aumenta. Quindi il numero di livelli non ci dice dove si trovano, ma solo quanti sono rappresentabili.

Per carità, è possibile cercare una riduzione del contrasto per renderlo pseudo-cartaceo, ma il risultato non ha alcun riscontro tecnico direttamente comparabile e fornisce solo similitudine di visione approssimata (molto).

Massimo
Massimo.Novi
Messaggio: #33
Dimenticavo...

Del fatto che buoni monitor operino bene anche a livelli di Luminanza non elevati abbiamo già parlato. Ma solitamente i livelli ottimali di lavoro del punto di bianco del pannello sono abbastanza elevati.

Infine, il deltaE della profilazione dice solo che il profilo è veritiero rispetto al monitor, ma non ci dice quanto il monitor sia perfetto. Quindi avere un deltaE basso ci dice solo che la sonda ha lavorato bene sul monitor, cosa che è utile al software per compensare i valori RGB ma che non è un valore assoluto di qualità della resa colore in se.

Massimo
gabrieledanesi
Messaggio: #34
QUOTE(manovi @ Jan 29 2016, 06:25 PM) *
Ovvero, partendo da gamma differenti, le curve di gamma della carta e del monitor sono solitamente differenti anche perchè uno è lineare (più o meno) e l'altro no. Per questo si applicano le curve di correzione ai monitor in calibrazione (solitamente si usa un gamma 2.0 che è quello sRGB ma in realtà non è preciso per la percezione umana).

Quindi se una carta mostra 300 livelli, il monitor che ne mostrasse 300 non sarebbe uguale in quanto essi si troverebbero in posizioni differenti. Del resto nemmeno gli spazi colore delle carte non sono mai comparabili con quelli dei monitor e quindi la disposizione spaziale delle tonalità non è comparabile, in quanto l'ampiezza stessa dell'intervallo ne influenza la distribuzione.

Su questo siamo d'accordo... infatti io mi riferivo a tutt'altra questione.

QUOTE(manovi @ Jan 29 2016, 06:25 PM) *
Per carità, è possibile cercare una riduzione del contrasto per renderlo pseudo-cartaceo, ma il risultato non ha alcun riscontro tecnico direttamente comparabile e fornisce solo similitudine di visione approssimata (molto).

Massimo

Beh, quella visione che tu definisci (molto) approssimata, per me risulta molto importante ai fini di ritocco sull'immagine.

Ad ogni modo quel che c'era da dire è già stato detto.
 
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