Con i suoi quasi 2000 ettari a cavallo delle province di Pistoia e Firenze il padule di Fucecchio è la più estesa palude interna italiana. Nella sua storia, ha vissuto vari ed alternati tentativi di regimazione delle acque, in funzione degli interessi del momento: mantenimento dello stato paludoso a fini strategici, trasformazione in lago per la pesca e tentativi di bonifica integrale. In tempi più recenti ha avuto triste fama per la strage nazista dell'agosto '44. L'interesse paesaggistico e naturalistico del sito è evidentemente enorme, ma purtroppo solo un'area relativamente piccola, circa 230 ettari, ha lo status di riserva naturale. In questa, tra mille intuibili difficoltà (non ultima la cronica carenza di fondi) opera il Centro di ricerca, documentazione e promozione del Padule di Fucecchio, in cerca di un difficile compromesso tra la necessità di salvaguardare rigorosamente ambiente e fauna e la possibilità di visita. Conflitti di interesse, sovrapposizioni di competenze, una certa disattenzione di molte amministrazioni hanno finora impedito la piena valorizzazione dell'area che dovrebbe essere invece considerata come un vero patrimonio naturalistico da proteggere ed ingrandire. Un'adeguata ed accorta valorizzazione la renderebbe anche molto attraente per la crescente richiesta di turismo attento e consapevole, con intuibili ricadute economiche.

L'ulivo che a gli uomini appresti la bacca ch'è cibo e ch'è luce, gremita, che alcuna ne resti pel tordo sassello; l'ulivo che ombreggi d'un glauco pallore la rupe già  truce, dov'erri la pecora, e rauco la chiami l'agnello; l'ulivo che dia le vermene pel figlio dell'uomo, che viene sul mite asinello. (G. Pascoli)