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Homo Praecarius
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PAS
Messaggio: #1
<<…e con i poteri attribuitimi dal Magnifico Rettore, le conferisco il titolo di Dottore in…>>

E’ una bella giornata di maggio quando, uscendo dall’aula magna, Silvana si alza sulle punte dei piedi per mettergli in tersa la corona di foglie d’alloro e stampargli un bacio sulla labbra. Poi i compagni di corso intonano il rituale: Dottooore…dottooore…dottooore del b….
E’ finita!
Anzi no! E’ proprio ora che si comincia. E’ proprio ora che si apre il cassetto dei sogni, dei progetti mille volte riprogettati durante le nottate sui libri o passeggiando assieme a Silvana.

Che ne dici del dottorato di ricerca? No, basta con l’Università. Mi piacerebbe, ma voglio cambiare aria.
Meglio un lavoro in azienda. Mille stimoli, mille opportunità. Poi potremmo anche stabilirci in una filiale estera, t’immagini? Sì è vero papà e mamma non la prenderebbero bene.
Potrei anche tentare la libera professione assieme a Marco, troppo rischio? Mah vedremo, di strade ve ne sono tante, ora è meglio che pensi a finire questa benedetta tesi.


Già di strade ve ne sono tante:
Molte senza uscita, molte altre inaccessibili e sempre di più quelle che, giorno dopo giorno, si chiudono, forse per sempre.
Così molti sogni tornano nel cassetto e si accetta il compromesso con se stessi. Si accetta di parcheggiare il proprio entusiasmo e la consapevolezza del proprio valore in un’occupazione temporanea, precaria, invisibile.

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

Ma l’unica che consenta di continuare a sperare di poter, un giorno, riaprire quel cassetto e di ritrovare, assieme alla visibilità del proprio futuro, anche la propria dignità di persona.
LucaMariaIbba
Messaggio: #2
Quando trovo amici contenti e realizzati nel lavoro per il quale hanno studiato, faticato e sognato ... sono contento. Felicissimo perchè mi rendo conto di quante sono le porte chiuse e le difficoltà spesso insormontabili per riuscire nei propri progetti. Proprio l'altra domenica ho trovato due ragazzi con dentro un'energia fantastica... erano anni che non li vedevo ed avevano raggiunto i propri obiettivi. In più realizzando insieme una splendida famiglia. Questa consapevolezza nell'essere riusciti ad esaudire i propri sogni gli dava una marcia in più... una serenità invidiabile. "Serenità" è questa la parola magica ...
Serenità che come scrivi Valerio spesso si porta dietro compromessi, mezze scelte e mille tentativi. Hai scritto di cose sentite e reali suffragate da una "fotografia" che vale un "libro di parole" e che ricorda di come la dignità dell'uomo ha bisogno della speranza di un domani migliore.
Valerio grazie per questo tuo life ... splendido life.
Un caro saluto.
Luca

Maclane
Iscritto
Messaggio: #3
Se dovessi dare un seguito alla frase con la quale apri il messaggio continueri con <<..Le conferisco il titolo di dottore in.. ...Disoccupato>>
La tristezza del mondo del lavoro odierno è palpabile, la percepisci costantemente, e il tuo Life di certo non mi fa tornare in mente belle cose, anzi, ma comunque è un ottimo spunto per riflettere.
Ci tengono "sotto controllo" anche con strumenti come la disoccupazione e i salari bassi, levandoci anche l'ultima luce che potrebbe farci andare avanti. Noi Italiani ci siamo sempre "inventati" e "re-inventati", ma quando vogliono levarti anche la speranza nel domani.. beh.. ti uccidono.
Io non lavoro da dipendente, ma ho una attività in proprio e neanche noi ce la passiamo bene.
photoart2000
Iscritto
Messaggio: #4
La fotografia non è solo valenza estetica, la fotografia non è solo virtuosismo cromatico e compositivo, la fotografia non è solo effetto speciale o rigore tecnico.

La FOTOGRAFIA è soprattutto capacità di raccontare il mondo in un’immagine.

Questo ne è un esempio Valerio.
Chapeau
guru.gif guru.gif guru.gif
bergat@tiscali.it
Messaggio: #5
Bella foto molto eloquente che rende l'idea del.... conferimento della laurea in niente.

Si dico in niente.

La laurea serve al limite per entrare nel mondo del lavoro, come una certificazione di qualità, ma se vediamo le statistiche tra i disoccupati con laurea, gli occupati con un lavoro non inerente il titolo e quelli che lavorano secondo la scelta degli studi universitari, possiamo dire che:
  • L'attività di ingegnere viene svolta solo dall0 0,4% dei laureati in ingegneria
  • L'attività di medico viene svolta solo dal 4% dei laureati in medicina.
  • L'attività di avvocato viene svolta dal 3% dei laureati in legge.....

e gli altri? Gi altri, quelli che hanno collocazioni non confacenti, demotivanti e assurde?
  • il 40% fa lavori precari di importunatore telefonico
  • il 30% fa il piazzista per aziende più o meno note
  • il resto si arrangia in lavori più o meno vari, nel campo dei servizi ....
e poi ?

Poi arriva un certo giorno che pur essendoti abbassato a fare un lavoro non confacente alla tua professionalità, sottopagato e demotivato, ... ti buttano fuori e se sei oltre i 40 anni, ti ritrovi a dover chiedere l'elemosina per strada, per sfamare i tuoi figli.
Utente cancellato
DEREGISTRATO
Messaggio: #6
QUOTE
Si accetta di parcheggiare il proprio entusiasmo e la consapevolezza del proprio valore in un’occupazione temporanea, precaria, invisibile.

Viva Biagi. Un mondo in uno scatto. Pochissimi ci riescono.
blow up
Messaggio: #7
Valerio, il tuo life esprime un dolore profondo. Che ci tocca tutti da vicino: chi non ha un figlio, un fratello o una moglie imbrigliati nella rete del lavoro che manca?
Il tuo homo praecarius, apparentemente surreale, ce lo fa capire in un colpo d'occhio. Come sa farlo un’immagine riuscita. Il vecchio adagio ’un’immagine vale più di 100 parole’ trova nella tua foto una felice applicazione.
Felice si fa per dire. Perché quell’uomo senza testa e senza dignità può essere nostro figlio.
E chiama in causa la nostra responsabilità di padri che non abbiamo saputo costruire per i nostri figli un futuro diverso . Quindi il loro dolore è anche il nostro.
Paolo
gigi_55
Messaggio: #8
QUOTE(photoart2000 @ Mar 21 2009, 10:36 AM) *
La fotografia non è solo valenza estetica, la fotografia non è solo virtuosismo cromatico e compositivo, la fotografia non è solo effetto speciale o rigore tecnico.

La FOTOGRAFIA è soprattutto capacità di raccontare il mondo in un’immagine.

Questo ne è un esempio Valerio.
Chapeau
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Non è nel mio DNA rispondere così, ma devo farlo !!!!!

Bravo (i) - autore e commentatore


By
Negativodigitale
Messaggio: #9
Io magari non faccio testo, Valerio, ma le foglie d'alloro della mia laurea in giurisprudenza volarono via in un attimo ed essa si trasformò giorno dopo giorno in una corona di spine.
Avevo nessuna simpatia e scarsissima propensione verso le professioni tipiche di quel settore, avevo un figlio piccolo ed un sacco di complicazioni in arrivo.
In anni di ... mazzo, ho costruito una professionalità completamente diversa e che mi appaga pienamente ed ho scacciato via lontano quasi tutti gli spettri. Certo, nel mezzo ci sono passate tante cose, notti insonni e giornate di panico, direttori di filiale ottimi e pessimi, vacanze non fatte e domeniche di primavera al chiuso di uno studio, porte in faccia e larghi sorrisi ed altro ancora ... compresi altri due figli. Ma ne è valsa la pena, e quando, qua in paese, qualche anziano mi dice "ma te icchè tu saresti, avvocato?" mi scappa da ridere, e gli rispondo, bonariamente, "no, no, lavoro con il compIuter".

Al di là della mia esperienza personale, che vale per quel che vale, non ho mai pensato e non lo penso nemmeno ora, che la laurea potesse dare, di per se, un bonus immediatamente spendibile sul mercato del lavoro, anzi ho sempre sostenuto che essa fosse al massimo, un punto di partenza, vista anche la scarsa propensione delle Università italiane a rendere i neolaureati Combat Ready per il mercato del lavoro.
Conosco personalmente agronomi che potano viti tutto il giorno, praticanti avvocati in grisaglia che si sbattono negli uffici sinistri (di nome e di fatto) delle assicurazioni, laureati in lettere che lavorano nelle reception degli hotel, e la cosa non mi scandalizza affatto, a patto che questi Dottori sappiano uscirne presto, perchè quello che conta davvero non è l'istantanea di uno status ma il suo divenire.
E questo è il punto. Se il quesito di fondo è la precarietà, se mi chiedi se essa sia sempre di più una costante ti rispondo di si. Purtroppo si. Occorre però intendersi sul significato di precarietà. Io, ormai, la interpreto come capacità di mettersi in gioco giorno dopo giorno e di non dare niente per scontato, nemmeno un lavoro (apparentemente) fisso. So bene che ci sono delle aberrazioni, che si contrabbanda spesso lavoro finto per lavoro vero, ma è bene mettersi in testa che nessuno, nemmeno i mitici bancari, sono più al sicuro. E leggendo i curricula che mi arrivano quasi quotidianamente, si vede subito chi, almeno sulla carta, ha capito come sta andando il mondo del lavoro e chi no.
Mio padre è andato in pensione (con tanto di orologio con dedica incisa ...) dopo quarantacinque anni ininterotti di lavoro nella stessa azienda privata. Adesso non sarebbe più possibile, e forse non è nemmeno un male. Ci sono, oggi, mille e mille possibilità di autopromuoversi, di informarsi, di autoalimentarsi e soprattutto di coltivare un positivo I CARE professionale spendibile, quello si immediatamente, sul mercato del lavoro e dell'impresa.

La tua foto, Valerio, è perfetta per il messaggio che sottende, disperante.
Personalmente non lo condivido e dico questo pur essendo, io, un Pessimista Strutturale smile.gif .

Paolo

Messaggio modificato da Negativodigitale il Mar 23 2009, 12:49 AM
nuvolarossa
Messaggio: #10
Valerio, ho gia avuto modo di vedere "altrove" questo tuo scatto...
Un mondo intero racchiuso in una frazione di secondo!
Gli "invisibili" che si vedono, che trovano seppure nel nulla una loro dignità!
Non dico tutto quello che penso, e che tu conoscendomi sai benissimo, perchè altrimenti questo post verrebbe censurato....

...Ti faccio i miei complimenti!!! grazie.gif
PAS
Messaggio: #11
Vi ringrazio per il passaggio ed i graditi commenti.

QUOTE(Negativodigitale @ Mar 23 2009, 12:45 AM) *

E questo è il punto. Se il quesito di fondo è la precarietà, se mi chiedi se essa sia sempre di più una costante ti rispondo di si. Purtroppo si. Occorre però intendersi sul significato di precarietà. Io, ormai, la interpreto come capacità di mettersi in gioco giorno dopo giorno e di non dare niente per scontato, nemmeno un lavoro (apparentemente) fisso. So bene che ci sono delle aberrazioni, che si contrabbanda spesso lavoro finto per lavoro vero, ma è bene mettersi in testa che nessuno, nemmeno i mitici bancari, sono più al sicuro. E leggendo i curricula che mi arrivano quasi quotidianamente, si vede subito chi, almeno sulla carta, ha capito come sta andando il mondo del lavoro e chi no.
Mio padre è andato in pensione (con tanto di orologio con dedica incisa ...) dopo quarantacinque anni ininterotti di lavoro nella stessa azienda privata. Adesso non sarebbe più possibile, e forse non è nemmeno un male. Ci sono, oggi, mille e mille possibilità di autopromuoversi, di informarsi, di autoalimentarsi e soprattutto di coltivare un positivo I CARE professionale spendibile, quello si immediatamente, sul mercato del lavoro e dell'impresa.

La tua foto, Valerio, è perfetta per il messaggio che sottende, disperante.
Personalmente non lo condivido e dico questo pur essendo, io, un Pessimista Strutturale smile.gif .

Paolo


Infatti Paolo l’aspetto che distingue la precarietà dal “nomadismo” professionale (o turnover) è che la prima, nella quasi totalità delle situazioni nostrane, non è una scelta ma una necessità di sopravvivenza (e non solo professionale).
In altri paesi (States in testa) tale nomadismo non solo è, da sempre, parte del tessuto produttivo e professionale, ma ne è un valore ed uno stimolo oltre che oggetto di scelta.
Un altro aspetto nostrano è la dispersione, in anni di precariato, di culture specifiche formatesi con sacrifici individuali ed il concorso di risorse collettive in università sempre meno connesse con il mondo produttivo o professionale.

miz
Messaggio: #12
QUOTE(PAS @ Mar 26 2009, 03:09 PM) *
[...]
Un altro aspetto nostrano è la dispersione, in anni di precariato, di culture specifiche formatesi con sacrifici individuali ed il concorso di risorse collettive in università sempre meno connesse con il mondo produttivo o professionale.


Hai espresso in queste ultime parole parte del mio pensiero. Il problema è proprio in quella connessione a cui fai riferimento... quando una scelta andava fatta fu fatta proprio in direzione opposta, tanto che oggi mi verrebbe da dire che il precariato, in questo nostro paese, è stato introdotto per legge. Ma qui mi fermo, per le stesse ragioni percui si è fermato Stefano.

Grazie Valerio, ogni altra parola andrebbe oltre i limiti qui ammessi
smile.gif
ciacco
Messaggio: #13
Valerio,
ho letto e mi è venuto un groppo alla gola.Mio figlio ha appena terminato gli studi per il dottorato di ricerca (con borsa di studio) e da due mesi è a Londra in cerca di lavoro poichè qui tutte le porte sono chiuse.
Ho guardato nel suo cassetto,ma i sogni non c'erano più;non so se li ha portati con sè o se li ha buttati.Grazie per il tuo life e complimenti per la foto,bella,emblematica,da gelare il cuore.
Grazie ancora.
V.
Giorgio Baruffi
Messaggio: #14
grandissimo Valerio... non aggiungo altro se non "toccante verità"...
anbri
Messaggio: #15
Si potrebbero scrivere chilometri di parole
lo scatto le sintetizza tutte!
Giacomo Sardi
Messaggio: #16
già... sempre più si sentono voci di ragazzi che abbandonano l'università perchè tanto non c'è futuro...

come non dargli ragione? Che futuro gli stiamo dando? Io spero in PROFONDI cambiamenti , nei prossimi anni, su tutti i fronti, dalla scuola, ai contratti di lavoro, per arrivare alla tassazione più giusta, alla lotta all'evasione, che potrebbe finanziare la ricerca, che è il vero futuro..... poi accendo la TV e parte la solita polemicuccia sul calcio, , giro canale e vedo due che si urlano contro e una platea contenta attorno, poi arriva una con 6 kg di xxx che sta chiusa in una casa per mesi a farsi sbirciare nella camicietta che parla di dignità e rispetto.... certo che ce la siamo proprio voluta...

a quanto pare a non essere daccordo siamo pochi e l'ixxxxxxxa ci sta pure passando, ci hanno lentamente rimbecillito... e allora arriverà l'onda che ci travolgerà , oppure l'uomo ingranerà la marcia indietro?

Credo che il tema più importante del prossimo futuro si giocherà sull'ambiente e sulla capacità di creare nuova occupazione realizzando impianti per produrre energia pulita........ ma chi li crea se i giovani studiosi e i ricercatori vengono presi a pedate nel xxx?
 
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