Risultato della ricerca: artigiani
en.giuliani
Trabocco Punta Cavalluccio appartiene alla famiglia Verì la piu antica fra i Trabocanti. Le origini risalgono alle migrazioni di questi uomini da paesi d\'oltralpe e in particolare si rintracciano i Verì provenienti dai valichi francesi. Essi si insediarono in prossimità di San Vito per poi spostarsi lungo la costa. Abili artigiani del legno iniziarono ad usare gli alberi costieri di querce e lecci per costruire semplici passerelle per cercare di arpionare il pesce dall\'alto. Impavidi costruttori seppero portare presto la struttura del trabocco alla perfezione studiando le basse maree, le lune, il mare e la sua vita.
ambro2000
SCATTATA IN ALTA MONTAGNA SUL CONFINE CON LA FRANCIA IN UNA DELLE VALLI OCCITANE, LA LOCALITà PRECISA è CASTELMAGNO ZONA DI PRODUZIONE DELL'OMONIMO FORMAGGIO FORSE UNO DEI PIU' RINOMATI TRA I TANTI DEI NOSTRI FORMAGGI CREATI DA MAESTRI CASARI CON LATTE FRESCO E NON CON POLVERI DI LATTE ... UN SOSTEGNO E UN OMAGGIO A QUESTI ARTIGIANI DEL GUSTO E DEL VERO MADE IN ITALY... MIGLIOR VISTA IN SALVA ORIGINALE
remo calicchia
Artigiani del passato!
IvoMarkes
Si trova ai confini del comune di Sant'Anna d'Alfaedo (VR) situato al di sotto della contrada Crestena e della frazione Giare.E' ad una altitudine di 602 m s.l.m. sul percorso del sentiero europeo numero 5. Il ponte è all'incrocio degli impluvi delle vallette di Crestena e Fenile, la continuazione dell'impluvio porta in Valpantena. Il ponte è frutto dell'evoluzione naturale di una grotta. L'ipotesi più plausibile la propone Giuseppe Corrà . In principio vi era un covolo, una caverna carsica. La struttura della caverna era rappresentata da una sorta di architrave costituita dall'attuale ponte con al di sotto calcari più erodibili. Il corso prevalentemente torrentizio delle acque passava sopra il ponte formando una cascata. Molto lentamente si crearono degli inghiottitoi che portarono il corso delle acque all'interno della grotta e che scavarono la parte più debole risparmiando l'arco del ponte, costituito da lastriformi calcari del Rosso ammonitico. Attualmente il torrente scorre al di sotto, tra grandi massi di crollo, alimentato anche dalla sorgente della Grotta dell'Acqua. Il ponte, per la sua struttura insolita, ha sempre attratto gli artisti. Probabilmente il più famoso fu Andrea Mantegna che lo riprodusse a Mantova nel Palazzo Ducale all'interno degli affreschi della Camera degli Sposi. La vulgata popolare riporta che Dante Alighieri, esiliato a Verona e ospite di Cangrande della Scala, vi si ispirò per le Malebolge. Il gigantesco castagno (albero di castagne) presente nelle immediate vicinanze viene tuttora detto il Castagno di Dante. Ai lati della base del ponte vi sono alcune grotte abitate in periodo preistorico. Gli studi e gli scavi iniziarono nel 1932 e furono condotti, tra gli altri, da Achille Forti, Ramiro Fabiani e Raffaello Battaglia. Successivamente l'area fu studiata dal Museo Civico di Storia Naturale di Verona e attualmente dall'Istituto di Geologia dell'Università  di Ferrara. Molti dei ritrovamenti, costituiti da reperti che testimoniano la presenza di una industria litica basata sulla lavorazione delle selci, abbondantemente presenti nelle rocce affioranti nell'area, sono esibiti nel Museo Paleontologico e Preistorico di Sant'Anna d'Alfaedo (VR) che raccoglie reperti che vanno dal Ponte di Veja ai bacini del comune di Fumane. Le stime della presenza umana partono dal Paleolitico superiore e risalgono a 100.000 anni fa, la permanenza dovrebbe essere durata fino alla fine del secondo millennio a.C., periodo di probabile decadenza degli estrattori di selci a causa della diffusione dei metalli in quantità  sufficiente per la realizzazione dei manufatti che prima venivano fatti in selce. Gli abitanti vicino al ponte dovevano essere abili artigiani nel lavoro della selce costruendo frecce, aghi e punte. Come per altre comunità  della zona si sono trovati loro manufatti in molte parti dell'Europa, dal nord della Francia fino in Polonia.
Rob75
Quando si parla del tipico cottage irlandese, la mente corre subito a quei piccoli edifici col tetto di paglia, intonacati a calce, con una porta diretta a nord ed una sud (l\'arguzia popolare vuole che questa usanza fosse dovuta alla necessità di evitare che nuora e suocera usassero la stessa porta... molto più probabilmente, però, questo accorgimento veniva adottato per ventilare l\'ambiente) ed il fumo di torba che se ne esce in pigre volute dal camino, diffondendo intorno il tipico aroma... un quadretto di calore ed intimità, sicuramente l\'indubbio concetto di \"casa\" che ogni emigrante irlandese si portava nel cuore. Attualmente, queste abitazioni tradizionali sono quasi del tutto appannaggio dei turisti che li affittano per indimenticabili vacanze \"all irish\", o adibite a locali quali ristoranti e pub, mentre gli autoctoni le hanno ormai sostituite con costruzioni più moderne e di facile manutenzione (tetto in tegole canadesi, serramenti in pvc, pareti in blocchetti di cemento ecc.). Bisogna a tale proposito osservare che in Irlanda, come in molti altri paesi europei, gli artigiani (thatchers) che sanno costruire e riparare un tetto di paglia sono ormai rari e molto costosi; da non sottovalutare anche i costi assicurativi, notevolmente elevati data la facile combustibilità dei tetti in paglia. Per tutti questi motivi al giorno d\'oggi il cottage tradizionale, da umilissima, povera dimora delle popolazioni rurali di una volta, si è trasformato in uno \"status symbol\" degli irlandesi benestanti.
sax54
Nominata come villaggio di pescatori nel 769 fu alleata nell\'epoca dei Comuni a Milano, venne distrutta dai comaschi nel 1126. Accolse gli esuli dall\'Isola Comacina, che subì simili sorte nel 1169: venne devastata, il suo castello e le sue chiese distrutte. Il quartiere dove si rifugiarono venne chiamato Insula nova, nome che poi venne esteso all\'intero borgo, che in poco tempo divenne uno dei più ricchi del lago. Ancora oggi ogni anno si celebra l\'esodo dei comacini e l\'accoglienza dei varennesi, il sabato e la domenica della settimana in cui cade il 24 giugno, festa di San Giovanni. Il lago viene illuminato a giorno con migliaia di lumaghitt, lumini galleggianti abbandonati sulle acque, come a ricordare le anime derelitte che navigarono da una sponda all\'altra, scappando dalle proprie case in fiamme. I famosi artigiani chiamati Maestri Comacini sono i discendenti di questa gente. Per quanto faccia parte dell\'arcidiocesi di Milano, Varenna è di rito romano anziché ambrosiano.
Massimo_2015
Quante opere saranno state create con questi arnesi, mani sapienti capaci di lavorare il legno, il ferro, artigiani di un tempo, uomini solo dediti a costruire...
Paolo Tomberli
"Noi" eravamo contenti del nostro quartiere. Il “noi” è l’inizio, una comune appartenenza. Tra identità e differenza. Marisa mi aveva preso a braccetto. Andavamo, tacendo, alta la testa, per le strade del quartiere popolato brulicante di operai e artigiani.
ma56
Uno dei 3 ultimi cantieri per gondole, attivo fin dal XVII secolo, visibile dall\'altra sponda del canale; lo squero fabbrica, ripara, pulisce e calafata le gondole davanti a chalet in legno, identici a quelli del Cadore, regione d\'origine degli artigiani
Walterobia
Una bolgia di fiori, di gente e di colori. Lasciare le vie frequentate dal turismo e avventurarsi tra le strette via \"riservate\" di Varanasi , è un\'esperienza unica, dove un\'umanità scordata di artigiani e intoccabili, si accalca e lavora per risolvere la quotidianità
filgalli
Betlemme è una città che muore. Il muro che Israele costruisce dal 2002 ha portato solo paura, divisione, odio e povertà. Sfortunatamente i turisti limitano la loro visita alla sola area della natività non prendendo minimamente in considerazione la possibilità di farsi un giro nel centro storico ricco di colori, aromi e di persone cordialissime. In realtà non c’è alcun pericolo reale: le persone sono gentili, hanno voglia di dialogare, ti vengono incontro sorridendo. Mia moglie ed io avevamo deciso di fare un giro per dare un’occhiata. Non lontano dalla fermata del bus ci siamo imbattuti in una serie di laboratori dove gli artigiani locali lavorano il legno d’olivo per farne ricordini per i turisti. Ci hanno subito invitato ad entrare. Gentili e cordiali come sempre, mi hanno permesso di fare alcune foto mentre lavoravano al traforo.
mariphone
Storico artigiano di Palermo
lucamazzali24
Uno degli ultimi artigiani di strada rimasti tra le vie del centro di Roma
filgalli
Betlemme è una città che muore. Il muro che Israele costruisce dal 2002 ha portato solo paura, divisione, odio e povertà. Sfortunatamente i turisti limitano la loro visita alla sola area della natività non prendendo minimamente in considerazione la possibilità di farsi un giro nel centro storico ricco di colori, aromi e di persone cordialissime. In realtà non c’è alcun pericolo reale: le persone sono gentili, hanno voglia di dialogare, ti vengono incontro sorridendo. Mia moglie ed io avevamo deciso di fare un giro per dare un’occhiata. Non lontano dalla fermata del bus ci siamo imbattuti in una serie di laboratori dove gli artigiani locali lavorano il legno d’olivo per farne ricordini per i turisti. Ci hanno subito invitato ad entrare. Gentili e cordiali come sempre, mi hanno permesso di fare alcune foto mentre lavoravano al traforo.
Dario Peracchi
Il suq è suddiviso in zone ben definite, ognuna delle quali raggruppa la stessa tipologia di negozi ed artigiani che espongono gli stessi prodotti tutti uno fianco all'altro: ci sono tintori, cestai, falegnami, conciatori, maestri ferrai, macellai, venditori di spezie e tantissimi altri prodotti tipici. Qui ci troviamo nella zona dei maestri ferrai, e il fumo che si genera durante le operazioni di saldatura diventa spettacolare per le fotografie, grazie anche alle aperture delle tettoie superiori che lasciano passare i raggi del sole.
paolofurlanphoto
La custode di una chiesa lignea di Ieud, Maramures. Per 5 lei (l'equivalente di 1 euro) è possibile visitare questi bellissimi luoghi di culto caratterizzati dalle colorate decorazioni e pitture realizzate nel passato e nel presente da artigiani locali. Alcune di queste chiese, per il loro rilevante valore storico/culturale hanno ricevuto il riconoscimento di patrimonio Unesco. Sono in tutto otto, e sono sparse tra i vari villaggi di questa rurale e ospitale regione del nord della Romania. ©PaoloFurlan2023
davide.dorazio
gli ultimi artigiani
ugo_z
Produzione di carta decorata con fiori veri