Risultato della ricerca: anagnina
silvia gi
.. Foto in collaborazione. Scatto mio, colori del mio ragazzo, Alessio.
stefanovecchi84
Di fronte alla chiesa di Sant’Andrea, si erge maestosa l’intrigante Casa Barnekow. Nel 1856 la sua foggia colpì lo studioso tedesco Ferdinand Gregorovius che, sedutosi su un banco di pietra nelle vicinanze, ne fece un disegno, riproducendone le fattezze. L’edificio, in un documento del 1280,era di proprietà di un certo Stefano Thomasi de Cinzio. Dai documenti successivi sono noti diversi proprietari: la casa è citata come Loggia Battistelli, Casa Gigli nell’Ottocento, e Tomasi successivamente. Appartenne anche al noto artista anagnino Tommaso Gismondi che ne fece un’area espositiva delle sue opere e ne curò un parziale restauro. Il nome le deriva dal barone Albert von Barnekow, un pittore svedese che vi si stabilì a metà dell’Ottocento dopo aver sposato una sua modella di origine anagnina. Convertitosi al Cattolicesimo, volle celebrare questo passaggio alla nuova religione con una serie di affreschi ed iscrizioni posti sulla facciata. Le epigrafi, scritte in varie lingue e sollecitate da un forte fervore religioso, sono di difficile interpretazione, spesso anche enigmatiche. La casa colpisce per le sue fattezze che richiamano le logge (profferli) del viterbese. Si tratta di una costruzione a più piani, con una scala esterna incorniciata da due ampie arcate a tutto sesto con una colonna centrale e dei pilastrini laterali. A pian terreno, nel sottoscala, la porta a sesto ribassato è un’apertura moderna. Sopra le arcate si sviluppa una decorazione ad archetti sostenuti da piccole mensole.
silvia gi
.. Foto in collaborazione. Scatto mio, colori del mio ragazzo, Alessio.
stefanovecchi84
Di fronte alla chiesa di Sant’Andrea, si erge maestosa l’intrigante Casa Barnekow. Nel 1856 la sua foggia colpì lo studioso tedesco Ferdinand Gregorovius che, sedutosi su un banco di pietra nelle vicinanze, ne fece un disegno, riproducendone le fattezze. L’edificio, in un documento del 1280,era di proprietà di un certo Stefano Thomasi de Cinzio. Dai documenti successivi sono noti diversi proprietari: la casa è citata come Loggia Battistelli, Casa Gigli nell’Ottocento, e Tomasi successivamente. Appartenne anche al noto artista anagnino Tommaso Gismondi che ne fece un’area espositiva delle sue opere e ne curò un parziale restauro. Il nome le deriva dal barone Albert von Barnekow, un pittore svedese che vi si stabilì a metà dell’Ottocento dopo aver sposato una sua modella di origine anagnina. Convertitosi al Cattolicesimo, volle celebrare questo passaggio alla nuova religione con una serie di affreschi ed iscrizioni posti sulla facciata. Le epigrafi, scritte in varie lingue e sollecitate da un forte fervore religioso, sono di difficile interpretazione, spesso anche enigmatiche. La casa colpisce per le sue fattezze che richiamano le logge (profferli) del viterbese. Si tratta di una costruzione a più piani, con una scala esterna incorniciata da due ampie arcate a tutto sesto con una colonna centrale e dei pilastrini laterali. A pian terreno, nel sottoscala, la porta a sesto ribassato è un’apertura moderna. Sopra le arcate si sviluppa una decorazione ad archetti sostenuti da piccole mensole.