Risultato della ricerca: urbanistica
IvoMarkes
Dal Ponte di Trepponti_Comacchio_-----Il complesso architettonico dei Trepponti, conosciuto anche come Ponte Pallotta, è il più noto ponte di Comacchio nonché il suo monumento più rappresentativo. Esso è ubicato lungo l'antico canale navigabile Pallotta che conduceva al mare Adriatico ed era la porta fortificata della città. Fu costruito nel 1638 per volere del cardinale legato Giovanni Battista Maria Pallotta e l'incarico fu affidato all'architetto ravennate Luca Danese, impegnato negli stessi anni in una più generale opera di riqualificazione urbanistica di Comacchio, che per decenni era stata abbandonata dagli estensi alle incursioni veneziane. Venne innalzato dal cappuccino Giovanni Pietro da Lugano e si compone di cinque ampie scalinate in laterizio che culminano in un rialzo in pietra d'Istria. Al di sotto del suo unico arco termina il canale navigabile Pallotta che si distribuisce all'interno del centro storico sino a formare quattro diversi canali detti Salara, Sant'Agostino, Borgo e San Pietro. Nel corso dei secoli il manufatto subì diversi interventi di modifica del suo assetto, soprattutto di valore estetico, testimoniati dall'aggiunta delle due torrette di guardia in cima alle due scalinate posteriori e dei sei pilastrini posti alla sommità delle tre scalinate anteriori. Nei pressi dei Trepponti si trova anche un altro ponte di Luca Danese, definito Ponte degli Sbirri in virtù della sua vicinanza alle antiche carceri cittadine.
vito.s
Cornello dei Tasso, in Valle Brembana, uno dei borghi più belli d'Italia, è una delle località bergamasche dove meglio si è conservata la struttura urbanistica ed architettonica medioevale
IvoMarkes
Il complesso architettonico dei Trepponti, conosciuto anche come Ponte Pallotta, è il più noto ponte di Comacchio nonché il suo monumento più rappresentativo. Esso è ubicato lungo l'antico canale navigabile Pallotta che conduceva al mare Adriatico ed era la porta fortificata della città. Fu costruito nel 1638 per volere del cardinale legato Giovanni Battista Maria Pallotta e l'incarico fu affidato all'architetto ravennate Luca Danese, impegnato negli stessi anni in una più generale opera di riqualificazione urbanistica di Comacchio, che per decenni era stata abbandonata dagli estensi alle incursioni veneziane. Venne innalzato dal cappuccino Giovanni Pietro da Lugano e si compone di cinque ampie scalinate in laterizio che culminano in un rialzo in pietra d'Istria. Al di sotto del suo unico arco termina il canale navigabile Pallotta che si distribuisce all'interno del centro storico sino a formare quattro diversi canali detti Salara, Sant'Agostino, Borgo e San Pietro. Nel corso dei secoli il manufatto subì diversi interventi di modifica del suo assetto, soprattutto di valore estetico, testimoniati dall'aggiunta delle due torrette di guardia in cima alle due scalinate posteriori e dei sei pilastrini posti alla sommità delle tre scalinate anteriori. Nei pressi dei Trepponti si trova anche un altro ponte di Luca Danese, definito Ponte degli Sbirri in virtù della sua vicinanza alle antiche carceri cittadine.
massimomassarenti
Matera la Città dei Sassi Patrimonio Mondiale UNESCO Matera è una città tra le più antiche del mondo il cui territorio custodisce testimonianze di insediamenti umani a partire dal paleolitico e senza interruzioni fino ai nostri giorni. Rappresenta una pagina straordinaria scritta dall’uomo attraverso i millenni di questa lunghissima storia. Matera è la città dei Sassi, il nucleo urbano originario, sviluppatosi a partire dalle grotte naturali scavate nella roccia e successivamente modellate in strutture sempre più complesse all’interno di due grandi anfiteatri naturali che sono il Sasso Caveoso e il Sasso Barisano. Nel 1993 l’UNESCO dichiara i Sassi di Matera Patrimonio Mondiale dell’Umanità I Sassi di Matera sono il 6° sito in Italia in ordine cronologico, il primo nel meridione. In occasione di questa iscrizione, per la prima volta l’UNESCO utilizza nei criteri e nelle motivazioni il concetto di Paesaggio Culturale, che in seguito verrà utilizzato per motivare l’iscrizione di altri siti nel mondo. Il 17 Ottobre 2014 Matera è stata designata Capitale Europea della Cultura per il 2019 Matera è al centro di un incredibile paesaggio rupestre che conserva un grande patrimonio di cultura e tradizioni, ed è sede di eventi espositivi di grande prestigio nazionale ed internazionale. Matera è una città dalla storia affascinante e complessa: città di confine, di contrasti, di competizione e fusione tra paesaggi, civiltà, culture, diverse. Dalla civiltà rupestre a quelle di matrice bizantina ed orientale, all’avvento dei Normanni, il sistematico tentativo di riduzione della città rupestre alle regole della cultura della città europea: dal romanico, al rinascimento, al barocco, gli ultimi otto secoli di costruzione e rifinitura della città hanno tentato di plasmare, vincere le naturali resistenze del preesistente habitat rupestre, determinando architetture e sistemazioni urbane di particolare qualità ed originalità. Oggi, nuovamente nel segno della cultura urbanistica europea, gli aspetti della sfida della riqualificazione, del recupero sostenibile, della riconquista dell’identità perduta sono le attività che hanno riportato alla ribalta questa città unica diventata a ragione patrimonio mondiale dell’umanità. Sulla scorta di questa particolare vicenda storica, Matera offre oggi ai suoi visitatori l’affascinante sensazione di scoprire, sul filo originale della propria cultura, delle proprie emozioni, le tracce, a volte apparentemente umili, a volte colte, di quella competizione che ha a lungo caratterizzato la città. L’architettura irripetibile dei Sassi di Matera racconta la capacità dell’uomo di adattarsi perfettamente all’ambiente e al contesto naturale, utilizzando con maestria semplici caratteristiche come la temperatura costante degli ambienti scavati, la calcarenite stessa del banco roccioso per la costruzione delle abitazioni fuori terra e l’utilizzo dei pendii per il controllo delle acque e dei fenomeni meteorici. La struttura architettonica è costituita da due sistemi, quello immediamente visibile realizzato con le stratificazioni successive di abitazioni, corti, ballotoi, palazzi, chiese, strade orti e giardini, e quello interno e invisibile a prima vista costituito da cisterne, neviere, grotte cunicoli e sistemi di controllo delle acque, sistemi essenziali per la vita e la ricchezza della comunità. Originariamente i Sassi di Matera erano un ambiente rupestre molto simile a quello dove si trova il Parco di fronte sull’altro lato del canyon scavato dalla Gravina di Matera. Il versante dei Sassi, quello occidentale è caratterizzato in basso da pareti ripide che si affacciano sul torrente. In alto il versante presenta una serie di terrazzamenti, colline e pianori più adatti all’insediamento umano, luoghi che nel corso dei millenni sono stati trasformati da villaggi rupestri in una vera e propria città. I primi insediamenti umani nel territorio di Matera risalgono al paleolitico e si svilupparono utilizzando le grotte naturali che in gran numero definiscono il paesaggio rupestre di Matera. Nel corso del tempo alle grotte naturali si sono aggiunte quelle scavate dall’uomo che ha trovato nella friabile roccia tufacea una eccezzionale possibilità di insediamento al riparo dagli agenti naturali. I complessi rupestri hanno costituito la prima forma del nucleo urbano con ambienti ancora oggi presenti inglobati dentro edifici e fabbricati costruiti fuori terra dal medioevo in poi. Dopo aver attraversato le fasi della preistoria: il paleolitico, il neolitico e le diverse età dei metalli la storia di Matera verrà fortemente caratterizzata dall’avvento del Cristianesimo. L’impronta cristiana diviene culturalmente dominante in breve tempo. Durante tutto il medioevo il paesaggio rupestre fu sistematicamente trasformato con la costruzione di imponenti luoghi di culto. Durante il medioevo furono costruiti edifici imponenti tra i quali la maestosa Cattedrale di Matera, la chiesa di San Giovanni Battista, la Chiesa di S. Domenico, la Chiesa di Santa Maria della Valle Verde sulla via Appia. Da questo momento in poi prende forma una vero e proprio nucleo urbano concentrato inizialmente intorno alla Cattedrale che si trova in cima alla collina della Civita (Civitas, città) che divide in due i Sassi: il Sasso Barisano rivolto ad est e il Sasso Caveoso rivolto a sud. I Sassi di Matera sorgono su uno dei versanti di un canyon scavato nel tempo dal torrente Gravina. Sull’altro versante si estende il Parco Archeologico Storico Naturale delle Chiese Rupestri del Materano anche conosciuto come Parco della Murgia Materana, il cui paesaggio rappresenta il contesto originario dei luoghi, sviluppatosi nel tempo con gli insediamenti urbani soltanto sul versante dei Sassi. Il Parco custodisce gli insediamenti più antichi del territorio. Tra questi la Grotta dei Pipistrelli i cui ritrovamenti paleolitici sono conservati presso il Museo Nazionale Domenico Ridola a Matera, i villaggi neolitici di Murgecchia, Murgia Timone e Trasanello a nord e i villaggi rupestri della Selva, il villaggio Saraceno a Sud. Oggi i Sassi di Matera offrono al visitatore un grande paesaggio culturale, motivo per il quale l’UNESCO li ha inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale.Dal punto di vista architettonico presentano una serie incredibile di elementi che si sono stratificati nel tempo, dai complessi rupestri scavati dall’uomo, alle chiese rupestri, aree di sepoltura, che si alternano continuamente con fabbricati di tutte le diverse ere: medioevo, rinascimento, barocco fino all’epoca moderna. Il visitatore troverà in continuità grotte, ipogei, palazzotti, chiese, vicinati, scalinate, ballatoi, giardini e orti tutti incastonati l’uno nell’altro a formare un luogo unico e magico. Passeggiando lungo l’asse principale che collega i due rioni Sassi via Bruno Buozzi, via Madonna delle Virtù e via D’Addozio è possibile attraversare questo paesaggio e ammirare nello stesso tempo quello del versante opposto del Parco della Murgia Materana. E’ possibile salire e scendere dai numerosissimi vicoli che si alternano tra gli edifici e trovarsi in angoli sempre diversi e sorprendenti.
IvoMarkes
Comacchio è, sotto l'aspetto paesaggistico e storico, uno dei centri maggiori del delta del Po. Ha origine circa duemila anni fa, durante la propria storia fu assoggettata al potere dell'Esarcato di Ravenna prima, del Ducato di Ferrara in seguito, per poi tornare a far parte dei territori dello Stato Pontificio. L'etimologia del nome è incerta (greco-latino cumaculum= "piccola onda"; "raggruppamento di dossi" in etrusco). La fondazione viene attribuita agli Etruschi, che erano già stanziati nel Delta del Po. Vicino a Comacchio si trovava infatti la città etrusca di Spina. Sorta sull'unione di tredici piccole isole (cordoni dunosi litoranei) formatisi dall'intersecarsi della foce del Po di Primaro col mare, ha dovuto orientare il proprio sviluppo, sia sul piano dell'urbanistica sia su quello dell'economia, sull'elemento acqua. fonte wikipedia.
IvoMarkes
Sabbioneta : Deriva da “sabbia”, cioè dai depositi alluvionali dei fiumi Po e Oglio. Vespasiano Gonzaga Colonna sulla sabbia asciutta, frutto della bonifica benedettina dell’X I secolo, fece crescere la sua città nuova.Oggi Sabbioneta conserva pressoché intatta la struttura urbanistica, abbracciata da mura stellate e raffinati edifici rinascimentali ed ha tra i maggiori punti di interesse le porte di accesso Imperiale e della Vittoria, la Galleria degli Antichi in piazza d’Armi, il Teatro Olimpico progettato da Vincenzo Scamozzi e decorato con affreschi di Paolo Veronese, la chiesa di Santa Maria Assunta, il Palazzo Ducale e il Palazzo Giardino.
robertinik
Il rione Junno è il quartiere più antico del paese di Monte Sant\'Angelo. Il centro, sviluppatosi nel VI secolo intorno al famoso santuario di San Michele Arcangelo, tuttora meta di pellegrini, conserva una struttura urbanistica tipicamente medievale. Il suo tessuto edilizio è costituito in prevalenza da abitazioni unifamiliari ubicate a diversi livelli e allineate lungo strade ripide e tortuose.
IvoMarkes
Comacchio: ponte di Trepponti__Il complesso architettonico dei Trepponti, conosciuto anche come Ponte Pallotta, è il più noto ponte di Comacchio nonché il suo monumento più rappresentativo. Esso è ubicato lungo l'antico canale navigabile Pallotta che conduceva al mare Adriatico ed era la porta fortificata della città. Fu costruito nel 1638 per volere del cardinale legato Giovanni Battista Maria Pallotta e l'incarico fu affidato all'architetto ravennate Luca Danese, impegnato negli stessi anni in una più generale opera di riqualificazione urbanistica di Comacchio, che per decenni era stata abbandonata dagli estensi alle incursioni veneziane. Venne innalzato dal cappuccino Giovanni Pietro da Lugano e si compone di cinque ampie scalinate in laterizio che culminano in un rialzo in pietra d'Istria. Al di sotto del suo unico arco termina il canale navigabile Pallotta che si distribuisce all'interno del centro storico sino a formare quattro diversi canali detti Salara, Sant'Agostino, Borgo e San Pietro. Nel corso dei secoli il manufatto subì diversi interventi di modifica del suo assetto, soprattutto di valore estetico, testimoniati dall'aggiunta delle due torrette di guardia in cima alle due scalinate posteriori e dei sei pilastrini posti alla sommità delle tre scalinate anteriori. Nei pressi dei Trepponti si trova anche un altro ponte di Luca Danese, definito Ponte degli Sbirri in virtù della sua vicinanza alle antiche carceri cittadine.
DUODISCUS
Letteralmente "sottoporticato" è uno degli elementi più caratteristici dell'urbanistica della città di Venezia. Si tratta infatti di un passaggio di collegamento tra calle o altre strade, ricavato direttamente nel corpo di un edificio, eliminandone una porzione in altezza pari a tutto il piano terreno. Molto spesso costituisce l'unico accesso ad una corte o a un campiello
Blazblue
Scattata all\'ora \"Blu\" lungo il canale della Darsena.
costanzipaolo
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Doveva essere la \"Città dello sport\", si è rivelata essere l\'ennesimo spreco italiano. Il complesso sportivo fu progettato per ospitare i Campionati mondiali di nuoto del 2009, e ora che siamo nel 2015 è ancora fermo lì, incompleto. Inizialmente il costo dei lavori – che ebbero inizio nel 2005 quindi ben dieci anni fa – si aggirava intorno ai 120 milioni di euro e non prevedeva quella struttura metallica a forma di vela che poi ha dato il nome all’intero polo sportivo. Ed è proprio con l’inserimento di questo nuovo progetto dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava che i costi iniziano a lievitare. Nel frattempo la mano passa alla Protezione Civile che affida l’esecuzione dei lavori alla società “Vianini Lavori Spa” del Gruppo Caltagirone. Dai pochi – si fa per dire – 120 milioni si passa a oltre 200 per poi arrivare fino a superare i 600 milioni di euro: troppi, dunque i lavori si fermano dal momento che ne mancano all’appello circa 400 e che nessuno vuole più sborsare un euro. La Protezione Civile si sfila dalla cordata e rimane solo il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Delle due Vele solo una è finita, della seconda ci sono solo i grossi pilastri di sostegno per la sovrastante struttura metallica a rete. Se da un lato c’è la proposta del siciliano Giovanni Caudo, assessore all’Urbanistica di Roma, di convertire il tutto in un enorme orto botanico da 130 ettari, in pratica il più grande giardino coperto del mondo, dall’altro c’è il Codacons che senza tanti fronzoli afferma: «Buttate giù quel mostro. Danneggia il paesaggio e la collettività». Ancora più in là un’altra idea: trasferirvi la Facoltà di Scienze Naturali dell’Università di Tor Vergata. E dopo questa, caliamo il sipario.
costanzipaolo
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Doveva essere la \"Città dello sport\", si è rivelata essere l\'ennesimo spreco italiano. Il complesso sportivo fu progettato per ospitare i Campionati mondiali di nuoto del 2009, e ora che siamo nel 2015 è ancora fermo lì, incompleto. Inizialmente il costo dei lavori – che ebbero inizio nel 2005 quindi ben dieci anni fa – si aggirava intorno ai 120 milioni di euro e non prevedeva quella struttura metallica a forma di vela che poi ha dato il nome all’intero polo sportivo. Ed è proprio con l’inserimento di questo nuovo progetto dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava che i costi iniziano a lievitare. Nel frattempo la mano passa alla Protezione Civile che affida l’esecuzione dei lavori alla società “Vianini Lavori Spa” del Gruppo Caltagirone. Dai pochi – si fa per dire – 120 milioni si passa a oltre 200 per poi arrivare fino a superare i 600 milioni di euro: troppi, dunque i lavori si fermano dal momento che ne mancano all’appello circa 400 e che nessuno vuole più sborsare un euro. La Protezione Civile si sfila dalla cordata e rimane solo il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Delle due Vele solo una è finita, della seconda ci sono solo i grossi pilastri di sostegno per la sovrastante struttura metallica a rete. Se da un lato c’è la proposta del siciliano Giovanni Caudo, assessore all’Urbanistica di Roma, di convertire il tutto in un enorme orto botanico da 130 ettari, in pratica il più grande giardino coperto del mondo, dall’altro c’è il Codacons che senza tanti fronzoli afferma: «Buttate giù quel mostro. Danneggia il paesaggio e la collettività». Ancora più in là un’altra idea: trasferirvi la Facoltà di Scienze Naturali dell’Università di Tor Vergata. E dopo questa, caliamo il sipario.
GLP
scalo FFSS Greco. Vagoni solitari. Nikkormat FT3 50mm f1,8 D Fomapan 100.gli scali ferroviari di Milano sono oggetto di riqualificazione urbanistica. lo scalo di Greco era al servizio delle grandi fabbriche milanesi: Pirelli cavi e pneumatici, Breda, Falk per il trasporto di materie prime e di merci finite. Infine , non ultima era funzione fondamentale il trasporto di milioni di lavoratori che a quelle fabbriche davano corpo e anima e, a volte, anche la vita.
en.giuliani
Su un’altura a circa mille metri di quota, nella cornice del maestoso Monte Velino, si ergono le rovine di Alba Fucens, la città più antica d’Abruzzo, di cui rimangono le stupende vestigia di una storia millenaria. L’antica colonia latina, nell'attuale frazione di Massa d'Albe (AQ), fu fondata dai Romani nel 303 a.C., nel territorio degli Equi, a nord del lago Fucino, in un contesto ambientale e paesaggistico di grande fascino. Il nome latino deriva dalla posizione del suo abitato dal quale si poteva ammirare il sorgere del sole (l'alba) sul Lago del Fucino prima del suo prosciugamento avvenuto nel 1876. Abitata all’inizio da circa seimila persone, vide accrescere la sua importanza nel corso del tempo, tanto da diventare una delle colonie più prosperose dell'Impero, sempre fedele alla capitale e pronta a difenderla ed aiutarla inviando truppe numerose in caso di scontri. Alba Fucens era circondata da quasi tre chilometri di mura difensive e da quattro porte di accesso. Dopo avere partecipato alla Seconda guerra punica, inviando soldati contro Annibale, conobbe un lungo periodo di prosperità e ricchezza. La colonia, infatti, fu abbellita con numerosi edifici, tuttora in parte visibili: il foro, l’anfiteatro, la basilica, il macellum, le terme, l’acquedotto, dei templi e il santuario di Ercole, una vasta area circondata da un portico, utilizzata probabilmente anche come mercato degli ovini. La grandiosa statua di Ercole posta al suo interno e attribuita ad artisti greci, è conservata nel Museo Archeologico di Chieti. La struttura urbanistica riflette l’impianto romano dei cardi e dei decumani. Lungo la Via del Miliario sono visibili i resti di una antica domus romana e una pietra miliare, di particolare pregio, raffigurante un combattimento tra gladiatori su cui è incisa la distanza da Roma: 68 miglia. Con la decadenza dell’Impero romano anche Alba Fucens cominciò a perdere di importanza fino all’occupazione dei Bizantini nel 537, durante la guerra gotica. [dal sito https://www.abruzzoturismo.it/it/alba-fucens-massa-dalbe-aq]
simone.porrelli
L'attuale giardino fu realizzato nel 1932 da Raffaele de Vico, dopo che già agli inizi degli anni Venti del '900, con la nuova definizione urbanistica dell'Aventino, era stato previsto di destinare a parco pubblico l'area che i padri Domenicani della vicina chiesa tenevano a orto, in modo da offrire libero accesso alla vista da quel versante del colle, unendola con quella allora occupata dal Lazzaretto Comunale, corrispondente a parte dell'attuale Giardino di S. Alessio, per creare un nuovo belvedere da affiancare a quelli del Pincio e del Gianicolo. (fonte: http://www.sovraintendenzaroma.it/i_luoghi/ville_e_parchi_storici/passeggiate_parchi_e_giardini/parco_savello)
andrea polvicino
La celeberrima piazza, notevole esempio di architettura ed urbanistica barocca, è dedicata all\'omonimo santo ed è quotidiano punto d\'incontro per migliaia di fedeli cattolici provenienti da tutto il mondo. Lo spazio della piazza è formata da due parti: la prima a forma di trapezio rovescio il cui lato maggiore corrisponde alla facciata con specifiche motivazioni prospettiche e la seconda, più grande, di forma ovale con l\'obelisco Vaticano al centro. I due grandi spazi sono unificati da un imponente colonnato architravato. Nella situazione attuale, davanti alla piazza vera e propria troviamo un altro spazio che funge da vestibolo (Piazza Rusticucci, oggi piazza Pio XII) e su cui sbocca in asse, la novecentesca Via della Conciliazione (Wikipedia).
mapi2008
Roma, Garbatella, zona urbanistica del Municipio Roma VIII di Roma Capitale
cavalluccimaurizio
Sorano è un comune italiano di 3 464 abitanti della provincia di Grosseto in Toscana. Sorano è definita la Matera della Toscana, per la sua particolare caratteristica urbanistica di numerosi edifici rupestri scavati nel tufo, che ricordano i celebri Sassi di Matera.
val59
vicoli della città vecchia tra cultura pittorica e atmosfera urbanistica