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18.00 Punteggio più alto 31 Luglio 2013
10.51
Image Impact
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Dati EXIF
Dispositivo COOLPIX S5100
Data 19/07/2011 09:41:53
Lunghezza focale 5 mm
Diaframma f 2.7
Tempo di posa 1/250 sec
Sensibilità ISO 100
Image Info
Categoria Foto a tema libero


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silvano tenan 3 anni fa
Quando le parole diventano poco chiare, mi concentrerò sulle fotografie.
Quando le immagini diventano inadeguate, mi accontenterò del silenzio.
- Ansel Adams -

silvano tenan 5 anni fa
Le figure si stagliano come sopra un palcoscenico con il loro carico di sentimenti che le unisce in un intreccio, indissolubile...
il bianco e nero esalta l'emblematicità della scena, la trasforma in simbolo e la rende molto aggraziata: è un'immagine per nulla statica, ma sospesa ed eterna, eppure viva.
Complimenti Max!

silvano tenan 6 anni fa
QUOTE (GraziArt @ 23 Ottobre 2018 16:29)
Io invece mi sono piacevolmente persa tra i tuoi scritti :-) li posso salvare?
Grazie...
bellissima la foto!

ciao Grazia, pensavo che alcune mie riflessioni su alcune immagini del club fossero al sicuro nascondendole nello scatto meno visitato, ma sono felice che ti siano piaciute e puoi tranquillamente salvarle,
Non volevo che fossero disperse e allora le ho raccolte tutte in una unica foto, ciao Silvano

GraziArt 6 anni fa
Io invece mi sono piacevolmente persa tra i tuoi scritti :-) li posso salvare?
Grazie...
bellissima la foto!

silvano tenan 6 anni fa
Mi sono piacevolmente perso tra i tuoi campi e riposato tra i faggi,
complimenti per l'intensita' dei tuoi scatti, e per l'ottimo connubio tra tecnica e poesia.
Cari saluti Silvano
(Un vecchio commento di Enrico che ho estrapolato tra le tue foto, e che condivido)

silvano tenan 6 anni fa
QUOTE (francesco948 @ 13 Agosto 2018 22:58)
Preludio...Verso il futuro...Dietro l'angolo???...Cogliete ogni speranza, voi ch'entrate...
Bell'equilibrio e soggetto soggettivo.
La foto del mistero, ma di infinite possibilità.
Bel pensiero. Complimenti Silvano, un saluto, Francesco

grazie Francesco

francesco948 6 anni fa
Preludio...Verso il futuro...Dietro l'angolo???...Cogliete ogni speranza, voi ch'entrate...
Bell'equilibrio e soggetto soggettivo.
La foto del mistero, ma di infinite possibilità.
Bel pensiero. Complimenti Silvano, un saluto, Francesco

silvano tenan 6 anni fa
1. BELLO O NON BELLO: QUESTO È IL PROBLEMA

Sulla bellezza si sono interrogati filosofi, letterati, musicisti, pittori, persino matematici.
È un concetto che abbraccia discipline umanistiche e scientifiche, adulti e bambini, semplicemente per un motivo: la bellezza è quotidiana emozione.
Tutti i giorni siamo circondati da stimoli visivi che reputiamo gradevoli, sensazionali o di poca importanza.
I greci hanno provato a creare la bellezza ideale e nonostante alcuni riconoscano la perfezione delle loro sculture, non gli lascia nulla se non una gradevole visione. Per altri invece l’armoniosità di quelle proporzioni diventa il sublime e li emoziona tantissimo.
Ma tu cosa reputi bellezza? Perché è qui il cuore della questione. Ti sei mai chiesto, prima ancora di trasmetterla in uno scatto, cosa significa per te?
La bellezza non deve essere condivisa da chiunque e non per questo sarà meno bella, a patto che sia tu a reputarla tale. Se sei disposto a difendere uno scatto perché per te è giusto, hai trovato lo spirito vincente.
Se la fotografia è un modo per comunicare, nel momento in cui hai scelto di comunicare qualcosa, questo sarà evidente. Che possa piacere o meno, questo è tutto un altro discorso.
Tu non fotografi per ricevere consensi, ma per dare un messaggio.
Allo stesso modo di come avviene in un dialogo, questo può essere condiviso o meno, ma ci deve essere, altrimenti diventano parole vuote e quindi, scatti vuoti.
Esempio: una giornata di pioggia, il cielo è particolarmente ricco di colori che sembrano essere la tavolozza di un pittore: plumbei e nitidi, forti e deboli, accesi e spenti, ogni nuvola ha un suo percorso e qualcosa da dire. Eppure a te emoziona il riflesso di un ombrello giallo in una pozzanghera scura. Cosa decidi di scattare?
Entrambe sono immagini che evocano un evento atmosferico, ma quello che fa la differenza è il tuo modo di sentire. Quando senti profondamente qualcosa, inevitabilmente finirai per riuscire a trasmetterlo.
Al contrario, difficilmente farai cogliere qualcosa che possa andare oltre ad una semplice immagine, che potrà anche essere reputata gradevole, ma non per questo rimarrà addosso il ricordo di essa.
Ricorda: è quando riuscirai a far impigliare uno scatto addosso a qualcuno che avrai scattato una bella foto.
Sei sulla strada giusta, cordialmente porgo un saluto a tutti Silvano

silvano tenan 6 anni fa
Qualcuno potrebbe obbiettare che è sempre così,ogni volta che qualcuno fotografa parla del suo mondo interiore,ma non sempre è così.Molti fotografi hanno come obbiettivo quello di ritrarre la "realtà" davanti ai loro occhi,cercano l'oggettività di ciò che vedono,non ritagliano le immagini e le postproducono il meno possibile per essere in linea col loro "riportare la realtà".Altri fanno fotografia documentaristica per lasciare ai posteri ricordi di luoghi e abitudini.
La fotografia esoterica nasce da un'intento interiore,quello di utilizzare la fotografia come mezzo di conoscenza di se stessi attraverso una rappresentazione fotografica della realtà.
Molte volte,dopo aver scattato delle immagini,c'ho trovato dentro elementi che non avevo visto,significati che non avevo compreso,armonie che non mi ero accorto di aver colto.
La fotografia è uno specchio di quello che vediamo di noi,ma attraverso un mezzo come la fotocamera,che per sua natura opera attraverso parametri oggettivi,noi vediamo oggettivato il nostro soggettivo.

silvano tenan 6 anni fa
In questa prospettiva, si può tentare il recupero del pensiero esoterico, vero fiume carsico che ha attraversato la storia dell'Occidente. Si può tentare di risalire all'«altro-pensiero», all'altra «via» che Parmenide non percorse, alla mistica, alla mitologia comparata, ecc. Si può cercare di «spremere» tutto quello che non è ancora stato «spremuto», di pensare l'im-pensato e l'im-pensabile, di dire l'in-dicibile. Cercare di concepire una sorta di «un-philosophie», «filosofia-altra», così denominata non perché rifiuta la svolta ermeneutica o si arroga il diritto di elaborare nuove metateorie, ma perché cerca di recuperare il rimosso, il perturbante, l'Ombra: tutto ciò che è rimasto fuori, relegato ai margini dal dispotismo della metafisica «ufficiale».