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andreat182
Salve a tutti!
Mi è capitato, il mese scorso, che il padre di una mia amica mi chiedesse (conoscendo la mia passione) di fare alcuni scatti per la sua azienda (pizze artigianali surgelate). Scatti che serviranno per i depliant dell'azienda, il sito internet, e le confezioni dei prodotti. Io, tutto contento per il primo "lavoro" affidatomi, mi sono dato da fare, ed ho effettuato, come da richiesta, diversi scatti dei prodotti (che dopo il servizio venivano accuratamente... assaggiati! laugh.gif ), della lavorazione di questi, e del paesaggio della zona (per il sito internet).
Il padre della mia amica dopo aver visto le foto si è rivelato molto contento, e mi ha chiesto di "fargli un conto".. e qui arriva il problema. naturalmente non sono un professionista, questo lavoro sicuramente mi ha regalato un pò di esperienza e divertimento... non ho la più pallida idea di quanto chiedergli.
Quindi vorrei sapere, a grandi linee, su cosa si basa la paga di un fotografo (anche se non riesco a definirmi tale vedendo i lavori di altri utenti del forum!), se sul tempo impiegato, sugli scatti totali effettuati o su quelli consegnati..
Vi ringrazio anticipatamente!

D4nilo
beh...io alla domanda "quanto ti devo?" ho sempre risposto ..."nulla"

ho sempre fatto questi lavoretti per amici e parenti.....non me la sono sentita di chiedere una ricompensa anche se credo sia piu' che giusto essere ripagato del lavoro fatto!

al max ci ho sempre guadagnato qualche pizza o cenetta al ristorante ma nulla di piu'.
non saprei dirti....

ma c'è molto da valutare:
1. tempo impiegato
2. Tipo di attrezzatura impiegata
3. numero di scatti
4. Eventuale postproduzione o elaborazioni fotografiche
5. Spese carburante ...(con i tempi che corrono....)

sono sicuro che qualcuno piu' esperto sapra' risponderti a dovere...
saluti
buzz
dea zero, dato che è il padre della tua ragazza, fino a 3000 euro al giorno.
vedi un po' tu....
catulusfelix
QUOTE(andreat182 @ Jul 23 2008, 02:13 PM) *
Salve a tutti!
Mi è capitato, il mese scorso, che il padre di una mia amica mi chiedesse (conoscendo la mia passione) di fare alcuni scatti per la sua azienda (pizze artigianali surgelate). Scatti che serviranno per i depliant dell'azienda, il sito internet, e le confezioni dei prodotti. Io, tutto contento per il primo "lavoro" affidatomi, mi sono dato da fare, ed ho effettuato, come da richiesta, diversi scatti dei prodotti (che dopo il servizio venivano accuratamente... assaggiati! laugh.gif ), della lavorazione di questi, e del paesaggio della zona (per il sito internet).
Il padre della mia amica dopo aver visto le foto si è rivelato molto contento, e mi ha chiesto di "fargli un conto".. e qui arriva il problema. naturalmente non sono un professionista, questo lavoro sicuramente mi ha regalato un pò di esperienza e divertimento... non ho la più pallida idea di quanto chiedergli.
Quindi vorrei sapere, a grandi linee, su cosa si basa la paga di un fotografo (anche se non riesco a definirmi tale vedendo i lavori di altri utenti del forum!), se sul tempo impiegato, sugli scatti totali effettuati o su quelli consegnati..
Vi ringrazio anticipatamente!


A mio parere, professionista o meno, si deve comunque accettare un compenso.
Per quanto divertente e sebbene in un contesto "amichevole" o "familiare"si tratta pur sempre di lavoro. Per fare una bella figura ed avere un compenso adeguato perlomeno alla situazione di cui sopra, potresti fare un calcolo a forfait. Tieni presente che la creazione di dépliant promozionali per un'azienda di quel genere costituisce un alto potenziale, come ritorno economico, e che le immagini, se di buona qualità, svolgeranno un ruolo fondamentale. Potresti far presente che si tratta di un lavoro che genericamente ha dei costi molto elevati (ed è la verità) ma che, in via eccezionale e dato il rapporto amichevole che intercorre fra di voi, chiederai un compenso "diverso" da quello che chiederebbe un professionista. Fare una stima puntuale e poi eseguire un calcolo a forfait non è facile e puoi farlo solo tu, dato che conosci l'entità del lavoro, il tempo impiegato, la qualità del prodotto finito. Puoi fare riferimento al tariffario di TAU Visual, reperibile on-line, e regolarti di conseguenza.

Ciao
Ludovico Fossà
Se non sei un professionista, non dev'esserci transazione di denaro a eccezione del rimborso delle eventuali spese vive sostenute.
Oppure presenti una regolare nota su cui paghi l'altrettanto regolare Ritenuta d'Acconto del 20%.

Altrimenti si tratta di lavoro nero...

wink.gif
gambit
QUOTE(Ludovico Fossà @ Jul 23 2008, 02:39 PM) *
Se non sei un professionista, non dev'esserci transazione di denaro a eccezione del rimborso delle eventuali spese vive sostenute.
Oppure presenti una regolare nota su cui paghi l'altrettanto regolare Ritenuta d'Acconto del 20%.

Altrimenti si tratta di lavoro nero...

wink.gif



avevo scritto di una franchigia x il lavoro occasionale pero' preferisco documentarmi meglio
Ludovico Fossà
Può darsi che vi sia una franchigia... Mi informerò meglio anch'io.
Tuttavia, rimane il fatto che i non-professionisti (seppur bravissimi, ma non parlo della qualità del servizio), possono proporsi a compensi così bassi che un professionista non potrebbe permettersi perché possono non essere oberati dai costi di gestione di uno studio, le tasse, l'INPS, e via dicendo...
E questo è un problema oggettivo. Riscontrabile, ad esempio, tra i matrimonialisti.
Ma anche nello still life, ogni tanto, si può assistere a storture di quel genere.

Scusate l'eccesso di Off Topic... ora mi taccio. smile.gif
andreat182
QUOTE(Ludovico Fossà @ Jul 23 2008, 03:39 PM) *
Se non sei un professionista, non dev'esserci transazione di denaro a eccezione del rimborso delle eventuali spese vive sostenute.
Oppure presenti una regolare nota su cui paghi l'altrettanto regolare Ritenuta d'Acconto del 20%.

Altrimenti si tratta di lavoro nero...

wink.gif



intendevo rimborso spese naturalmente wink.gif (onorato di ricevere risposta dal grande Ludovico Fossà)

Intanto vi ringrazio per la segnalazione del tariffario Tau visual, lo sto consultando. vediamo se riesco a ricavarne qualcosa

p.s... non è la mia ragazza smile.gif
gambit
QUOTE(Ludovico Fossà @ Jul 23 2008, 03:05 PM) *
Può darsi che vi sia una franchigia... Mi informerò meglio anch'io.
Tuttavia, rimane il fatto che i non-professionisti (seppur bravissimi, ma non parlo della qualità del servizio), possono proporsi a compensi così bassi che un professionista non potrebbe permettersi perché possono non essere oberati dai costi di gestione di uno studio, le tasse, l'INPS, e via dicendo...
E questo è un problema oggettivo. Riscontrabile, ad esempio, tra i matrimonialisti.
Ma anche nello still life, ogni tanto, si può assistere a storture di quel genere.

Scusate l'eccesso di Off Topic... ora mi taccio. smile.gif


su un articolo vecchiotto leggo
"Sono altresì soggette a contribuzione previdenziale anche le collaborazioni "minime" di durata inferiore a trenta giorni e per un compenso non superiore a 5mila euro, in riferimento al medesimo committente, sempre che sia configurabile un rapporto di collaborazione coordinata e non ci si trovi in presenza di un rapporto di lavoro autonomo".

Il tuo discorso nn fa una grinza però è sempre la solita questione “morale” sul dichiarare o meno...
buzz
Non esiste franchigia per la prestazione occasionale.
Esistono i contratti di collaborazione continuativa che pagano il 20% di ritenuta sul 75% di imponibile.
Per il resto si paga la ritenuta per intero e in fase di dichiarazione dei redditi fa cumulo con altre eventuali entrate.
catulusfelix
QUOTE(Ludovico Fossà @ Jul 23 2008, 03:39 PM) *
Se non sei un professionista, non dev'esserci transazione di denaro a eccezione del rimborso delle eventuali spese vive sostenute.
Oppure presenti una regolare nota su cui paghi l'altrettanto regolare Ritenuta d'Acconto del 20%.

Altrimenti si tratta di lavoro nero...

wink.gif


Certo, è così.
Ma in casi come questo preferirei dire che, se non sei un professionista, non dovrebbe esserci transazione di denaro...

Ad essere veramente pignoli nessuno dovrebbe lavorare senza un vero inquadramento fiscale o, in occasioni del genere, senza un regolare contratto di prestazione occasionale d'opera. Tuttavia farei notare che spesso sono proprio i committenti a richiedere che certi lavori siano (sotto)pagati in nero. Non chiudiamoci gli occhi davanti alla realtà. Le leggi devono essere rispettate, le tasse pagate, ma qui in Italia sembra che ad essere fuori regola siano solo i fotografi che lavorano senza partita IVA. Forse però non tutti sanno che dietro questi fotografi c'è una pletora di studi e soggetti vari che fa eseguire servizi pagando in nero senza alcun tipo di contratto e, si badi, senza alcuna garanzia in caso d'infortunio. E spesso le cose stanno nei termini "o così o niente". A me personalmente capita sia di fare lavori con REGOLARE contratto di prestazione d'opera e REGOLARE ritenuta d'acconto, ma solo se mi viene proposto spontaneamente. Quando sono stato io a chiedere di fare le cose in regola mi è stato risposto che si poteva fare... ma poi non se n'è fatto niente.
Ripeto: quando si intende affidare ad un qualsiasi soggetto un incarico lavorativo, dovrebbe essere il committente stesso a proporre l'affidamento nei termini previsti dalla legge.
Ludovico Fossà
QUOTE(catulusfelix @ Jul 23 2008, 04:32 PM) *
Certo, è così.
Ma in casi come questo preferirei dire che, se non sei un professionista, non dovrebbe esserci transazione di denaro...

Ad essere veramente pignoli nessuno dovrebbe lavorare senza un vero inquadramento fiscale o, in occasioni del genere, senza un regolare contratto di prestazione occasionale d'opera. Tuttavia farei notare che spesso sono proprio i committenti a richiedere che certi lavori siano (sotto)pagati in nero. Non chiudiamoci gli occhi davanti alla realtà. Le leggi devono essere rispettate, le tasse pagate, ma qui in Italia sembra che ad essere fuori regola siano solo i fotografi che lavorano senza partita IVA. Forse però non tutti sanno che dietro questi fotografi c'è una pletora di studi e soggetti vari che fa eseguire servizi pagando in nero senza alcun tipo di contratto e, si badi, senza alcuna garanzia in caso d'infortunio. E spesso le cose stanno nei termini "o così o niente". A me personalmente capita sia di fare lavori con REGOLARE contratto di prestazione d'opera e REGOLARE ritenuta d'acconto, ma solo se mi viene proposto spontaneamente. Quando sono stato io a chiedere di fare le cose in regola mi è stato risposto che si poteva fare... ma poi non se n'è fatto niente.
Ripeto: quando si intende affidare ad un qualsiasi soggetto un incarico lavorativo, dovrebbe essere il committente stesso a proporre l'affidamento nei termini previsti dalla legge.

Hai, purtroppo, ragione da vendere...
Il fatto che il lavoro nero sia dilagante in questo Paese non lo rende, tuttavia, accettabile.
E' una questione di cultura della legalità.
catulusfelix
QUOTE(Ludovico Fossà @ Jul 23 2008, 04:39 PM) *
Hai, purtroppo, ragione da vendere...
Il fatto che il lavoro nero sia dilagante in questo Paese non lo rende, tuttavia, accettabile.


No Ludovico, ed infatti non intendevo dire che è accettabile.
Non lo dico né lo penso, ed infatti ogniqualvolta è possibile cerco sempre di lavorare nell'ambito di regolari contratti.

Ciao smile.gif
Ludovico Fossà
QUOTE(catulusfelix @ Jul 23 2008, 04:44 PM) *
...non intendevo dire che è accettabile.

Quel pensiero non mi è passato nemmeno per l'anticamera del cervello!
E mi scuso con te del piccolo fraintendimento... smile.gif
andreat182
Non credevo che questa discussione avrebbe avuto tanto interesse!

Avete senza dubbio ragione per quel che riguarda il lavoro in nero, però, anche se sembra una contraddizione, credo che in questi casi sia impossibile mettersi effettivamente in regola dal punto di vista fiscale, per uno che, come me, è studente, e riesce a trovarsi un lavoretto di questo genere.

Sarebbe come far emettere fattura ad un ragazzino che va a tagliare l'erba ai vicini per comprarsi il motorino! smile.gif

Quinbdi facciamo così, parliamo di rimborso spese!
buzz
Infatti, non credo che occorra accanirsi per un lavoretto ricompensato dal futuro suocero.
SOno ben altri i redditi che non vengono denunciatoi e che concorrono al deficit dell'erario.
Felicione
Se non deve esserci "passaggio di (vil) danaro" con una donazione si taglierebbe la testa al toro?
Mi spiego, potrebbe essere ricompensato con un'ottica oppure con un flash? In fondo si tratta di un regalo da parte del suocero!

o.t. Il buon andreat182 ha tenuto a sottolineare che non si tratta della sua ragazza, ma noi facciamo finta che lo sia! wink.gif
rickyjungle
secondo me senza andare a scomodare contratti, ritenute d'acconto, iva, inps, infortuni, agenzie cacchi e mazzi.... semplicemente gli hanno chiesto delle foto, lui per gentilezza e passione le ha fatte, giusto per imparare e avere a che fare con un committente (in questo caso genitore di amica) ora ha detto che mentre era li dopo che fotografava la pizza la faceva sparire nel suo stomaco, cancellando le prove... io credo che se è la prima prestazione" che presta, che se non gliene capitano altre da qui a chissà quando, che se, che se, che se.... potrebbe anche essere ricompensato con 100 eurozzi (o quel che è, in base alla mole di lavoro) che non credo il fisco italiano lo perseguiterà stile Vale rossi... cioè sto ragazzo mica si può sentire "evasore" perché ha fatto 4 foto... e il pizzaiolo manco si può sentire sfruttatore...

sono contro il lavoro nero e tutto il resto che condivido, però c'è sempre un limite sia da una parte che dall'altra... è più grave se vogliamo che qualcuno dichiari di prendere soldi in nero sistematicamente... facendo il fotografo di professione.... (è una citazione spero non si offenda nessuno e nessuno si senta tirato in causa)...

definisci il numero di scatti fatti e quelli effettivamente utilizzati, poi vedi cos'è stato realizzato (depliant, quartino, sestino, un opuscolo da 24/64/128 pagine) chiedi, se sei in confidenza, quanto è stato pagato la realizzazione del prodotto stampato e li ti fai due calcoli di quanto potresti chiedergli...

se ha fatto un quartino (4 pagine in totale, solitamente un foglio piegato in 2) per 500/1000 copie, stampa 4 colori, potrebbe aver speso non più di 500 euro (ma proprio esagerando)... per cui fatti un pò di calcoli e calcola la percentuale della tua richiesta in base al totale... e poi aggiusta in su o in giù se ti sembra poco o tanto... ma non superare 1/5 o 1/4 del totale...

se non hai problemi di soldi puoi farti comprare attrezzatura, tanto lui la scarica dalla ditta, anche se fa pizze può comprare attrezzature atte alla promozione del suo lavoro e tu ci guadagni un'ottica o altro e lui è a posto... se no fatti sganciare qualche banconota...
andreafoschi
QUOTE(Ludovico Fossà @ Jul 23 2008, 03:39 PM) *

Ludo!
anche tu in questa valle???
andrea
ezio ferrero
visto che la discussione si fa interessante riporto quanto avevo gia' scritto in un altro 3d
forse i moderatori dovrebbero mettere questo tipo di notizie in evidenza anche se non sono di fotografia ma possono comunque essere interessanti

un po' lunghetto ma vale la pena leggerlo:

Alcuni riferimenti normativi ed interpretativi:

Legge 30/03, art. 4, c. 1, lett. c) (Legge delega)
D.Lgs. 276/03, art. 61, c. 2
Artt. e ss. 2222 Codice Civile
D.L. 269/03, Art. 44, c. 2
D.P.R. 917/86
Circolare INPS n. 9/2004
Circolare INPS n. 27/2004
Circolare INPS n. 103/2004
Messaggio INPS n. 29629/2004


CARATTERI COMUNI:

Le collaborazioni occasionali devono essere caratterizzate dalla loro essenza sporadica, episodica, non professionale, minima e non organizzata.
Sporadiche ed episodiche: questo limite si riflette principalmente sul soggetto collaboratore. Egli non potrà compiere un numero troppo elevato di collaborazioni aventi il medesimo oggetto (es. 20 collaborazioni in un anno sempre per la realizzazione di siti internet) altrimenti potrà essere contestato che egli lo faccia con abitualità e dunque soggetto altro regime fiscale, contributivo ecc. (ad esempio impresa individuale). Allo stesso modo non potrà svolgere troppe collaborazioni in un anno con il medesimo soggetto altrimenti potrebbe essere contestata allo stesso modo la continuità od, ad esempio, il lavoro dipendente.
Non professionali: i soggetti iscritti in albi professionali non potranno svolgere collaborazioni occasionali aventi ad oggetto l’attività protetta dall’albo. Essi dovranno inquadrare tale attività come prestazione d’opera intellettuale (intendo la libera professione) od impresa, a secondo dei casi.
Minime: non potranno essere percepiti compensi eccessivamente elevati onde evitare la contestazione di altro tipo di attività. Non è possibile individuare un “tetto” massimo. Faccio un esempio che ha poco a che vedere con il web, ma farà capire: la persona fisica che costruisce una sola palazzina e ne vende gli appartamenti trascenderà nell’attività d’impresa (si veda Diritto Commerciale, Vol. 1, di G.F.Campobasso, ed. UTET). Giudico tale principio applicabile anche alle collaborazioni occasionali.
Non organizzate: la mancanza di una organizzazione, se non minima, “sostiene” l’esercizio senza professionalità ed abitualità della prestazione. Chi investirebbe 20.000 euro in attrezzature specifiche per una sola prestazione senza magari neppure trarne un beneficio almeno equivalente? L’avere attrezzature, locali, marchi registrati ecc. “dedicate” alla resa di prestazioni occasionali presumo potrà essere indicativo di una attività resa quantomeno con abitualità e, dunque soggetta ad inquadramento giuridico differente da quelli qui trattati.



A) LE PRESTAZIONI MERAMENTE OCCASIONALI (Art. 2222 e ss. Codice civile)

Si tratta della prosecuzione delle “collaborazioni occasionali” di una volta. Il committente incarica il collaboratore di svolgere una determinata prestazione senza alcun vincolo di subordinazione ed orario. Il collaboratore renderà la propria opera in completa autonomia per quanto concerne il tempo ed il modo della prestazione.
Si tratta di collaborazioni dove è assente il coordinamento con l’attività del committente (il collaboratore non si inserisce in una fase del ciclo produttivo, ad esempio). Manca altresì l’inserimento funzionale nell’organizzazione aziendale (il collaboratore non dirige nessuno e magari non ha nemmeno uno spazio fisico a lui dedicato in azienda).

Opportuna, ma non obbligatoria, la redazione di quella che si potrebbe chiamare una “lettera d’incarico” (in realtà un mini contratto). Essa servirà a definire le controparti, l’oggetto della prestazione, il compenso lordo, le modalità di esecuzione dell’incarico, il profilo giuridico ecc. Servirà, infatti, a dare il “nomen iuris” alla collaborazione, cioè ad sottolineare che si tratta di collaborazione meramente occasionale ed ad escludere altre forme di lavoro. Ad esempio reputerei opportuni almeno questi riferimenti:
- “prestazione meramente occasionale ai sensi dell’art. 2222 e ss. del codice civile, senza vincolo di subordinazione ed orario”
- “Il compenso lordo è stabilito in euro _________________ e sarà corrisposto ______________ al netto della ritenuta d’acconto del 20% e degli eventuali oneri previdenziali a carico del collaboratore”
- “è escluso che la prestazione di cui in oggetto sia resa quale collaborazione coordinata e continuativa c.d. “a progetto” e nemmeno quale prestazione occasionale coordinata di cui all’art. 61, c. 2, D. Lgs. 276/03. E’ altresì escluso qualsiasi rapporto di lavoro dipendente”;
- “il collaboratore dichiara di non essere soggetto al contributo previdenziale di cui alla Legge 335/95 non avendo superato la soglia prevista dal D.L. 269/03, art. 44, c. 2, e si impegna a comunicare tempestivamente al committente il superamento di detta soglia, onde adempiere agli obblighi contributivi.”
- “il collaboratore dichiara di non essere titolare di partita Iva e di non essere iscritto ad alcun albo professionale”
- “La prestazione meramente occasionale di cui in oggetto rientra nelle previsioni dell’art. 67, lett. L) del D.P.R. 917/86 (redditi diversi) ed è esclusa dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi dell’art. 5 del D.P.R. 633/72 (carenza del presupposto soggettivo)”.
Il contratto sarà datato e sottoscritto dalle parti.

Il collaboratore rilascerà una ricevuta al committente all’atto della erogazione del compenso. Reputo opportuno fare un efficace riferimento alla lettera d’incarico, possibilmente ripetendo i vari punti riguardanti l’inquadramento legale. La ricevuta, firmata dal solo collaboratore, riporterà una marca da bollo da 1,81 euro (attualmente) se il compenso lordo sarà superiore a 77,46 euro. Il collaboratore ne manterrà copia.


Il profilo previdenziale delle prestazioni meramente occasionali è regolato dall’art. 44, c. 2 del D.L. 269/03, che stabilisce l’obbligo di versamento contributivo quando, nel corso dell’anno solare (da 1/1 a 31/12), il collaboratore superi la soglia di euro 5.000,00 di reddito dalle prestazioni meramente occasionali. Tale soglia deve essere considerata una vera e propria soglia di esenzione (in pratica se nell’anno il reddito sarà di 6.000 euro i contributi verranno versati su 1.000 euro). Attenzione la soglia non è da misurarsi sul compenso stabilito nel contratto, ma sul reddito che si andrà a dichiarare ed è riferita al cumulo di tutti i redditi da prestazioni meramente occasionali.
Il collaboratore è obbligato ad effettuare immediatamente ed in proprio l’iscrizione alla c.d. “gestione separata INPS” (L. 335/95) al superamento della soglia di reddito predetta.
Il collaboratore avrà l’obbligo di comunicare tempestivamente al committente l’avvenuto sorpasso di detta soglia, ma non dovrà comunicargli il suo reddito (si comunica che scatta l’obbligo e non che si hanno, sin a quella data, 5.001 euro di reddito).
Il committente avrà l’obbligo di versare i contributi dovuti (circa il 18%, ma si vedano per precisione le tabelle sul sito dell’INPS) trattenendone 1/3 al collaboratore, in quanto posti dalla Legge a carico di quest’ultimo.

Il profilo fiscale (imposte sui redditi) di dette prestazioni è disciplinato dall’art. 67, lett. L) del D.P.R. 917/86 che definisce i redditi di collaborazione meramente occasionale quali “redditi diversi”.
Tali redditi dovranno essere indicati nella dichiarazione dei redditi annuale del collaboratore e concorreranno alla formazione del reddito complessivo al netto delle spese sostenute ed afferenti le prestazioni occasionali fornite. In pratica è concesso al collaboratore di detrarre le spese sostenute, ed opportunamente documentate, sostenute per rendere la prestazione. Non sono a conoscenza che nessuna fonte ufficiale abbia mai precisato di che tipo di spese si tratti e, per questo motivo, nella normalità dei casi i consulenti tributari sono restii ad indicare tali spese a riduzione dei compensi nella dichiarazione dei redditi.
I compensi stabiliti nella lettera di incarico saranno percepiti dal collaboratore al netto della ritenuta d’acconto del 20% (attualmente). In pratica il committente tratterrà e verserà all’Erario, per conto del collaboratore, una parte delle tasse che il collaboratore andrà a determinare a saldo nella propria dichiarazione dei redditi.
Entro il 15 marzo dell’anno successivo a quello in cui si è percepito il compenso il committente dovrà rilasciare una certificazione riassuntiva degli importi che ha erogato, delle ritenute e degli eventuali contributi versati. Il collaboratore utilizzerà tale certificazione per la compilazione della dichiarazione dei redditi.

LE PRESTAZIONI OCCASIONALI COORDINATE (Art. 61, c. 2, D.Lgs 276/03)

Reputo non si tratti di una evoluzione delle collaborazioni meramente occasionali, ma, semmai, un particolare tipo di “collaborazioni coordinate e continuative a progetto”, vengono infatti anche definite “mini co.co.co.”.
Sarà infatti presente la coordinazione con il committente e l’inserimento funzionale nell’organizzazione aziendale.
Potrei ipotizzare ad esempio la seguente fattispecie: il committente è un’azienda industriale, al suo interno ha un dipendente destinato alla gestione dei sistemi informatici ed incaricato dello sviluppo del sito web aziendale. Il collaboratore viene incaricato di affiancare il dipendente del committente al fine di realizzare l’implementazione, nel sito in via di sviluppo, delle componenti create in flash. Al collaboratore vengono assegnati ufficio, computer e la possibilità di avvalersi della segretaria.

La differenza rispetto alle collaborazioni coordinate e continuative è individuabile nell’assenza dell’obbligo ad un contratto scritto, quindi non è presente un progetto, ma la prestazione occasionale dovrà avere il limite di 5.000,00 euro di compenso lordo e di 30 giorni.
Tali limiti sono indipendenti e riferiti a ciascun committente, nell'anno solare (basta superarne uno e si ricade automaticamente nel contratto di collaborazione coordinata e continuativa a progetto con i suoi pesanti obblighi).

Nonostante non vi sia obbligo, come visto prima, reputo necessaria la redazione di un contratto che disciplini (al pari di quello visto in precedenza) gli aspetti fondamentali del rapporto.
Ad esempio potranno essere previste le seguenti clausole:
- “prestazione occasionale coordinata ai sensi dell’art. Art. 61, c. 2, D.Lgs 276/03, senza vincolo di subordinazione ed orario”
- “Il compenso lordo è stabilito in euro _________________ e sarà corrisposto ______________ al netto delle ritenute di legge e degli oneri previdenziali a carico del collaboratore”
- “è escluso che la prestazione di cui in oggetto sia resa quale collaborazione coordinata e continuativa c.d. “a progetto” e nemmeno quale prestazione meramente occasionale di cui all’art. 2222 e ss. del Codice Civile. E’ altresì escluso qualsiasi rapporto di lavoro dipendente”;
- “il collaboratore dichiara di non essere titolare di partita Iva e di non essere iscritto ad alcun albo professionale”
- “La prestazione occasionale coordinata di cui in oggetto rientra nei redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente come disciplinati dall’art.50 del D.P.R. 917/86 ed è esclusa dal campo di applicazione dell’IVA ai sensi dell’art. 5 del D.P.R. 633/72 (carenza del presupposto soggettivo)”.
Il contratto sarà datato e sottoscritto dalle parti.

Non sarà necessaria una ricevuta, poiché il collaboratore riceverà una vera e propria busta paga.

Il profilo previdenziale delle prestazioni occasionali coordinate è regolato dalla L. 335/95, che stabilisce l’obbligo di versamento contributivo senza limiti minimi di reddito (non esiste più il limite di 5.000,00 euro).
Il collaboratore è obbligato all’iscrizione alla c.d. “gestione separata INPS” (L. 335/95). Normalmente tale adempimento è curato dal committente.
Il committente avrà l’obbligo di versare i contributi dovuti (circa il 18%, ma si vedano per precisione le tabelle sul sito dell’INPS) trattenendone 1/3 al collaboratore, in quanto posti dalla Legge a carico di quest’ultimo.

A differenza dei redditi da prestazioni meramente occasionali i redditi da collaborazioni occasionali coordinate saranno disciplinati quali redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente e, in virtù di questa assimilazione, il collaboratore riceverà una vera e propria busta paga. Il compenso verrà dunque ricevuto al netto delle ritenute proprie del collaboratore (non è detto che corrispondano al 20%) ed egli potrà far valere le proprie deduzioni.
Il collaboratore l’anno successivo riceverà dal committente il c.d. modello CUD, riassuntivo del trattamento fiscale cui è stato assoggettato il compenso percepito. Tale modello potrebbe essere sufficiente alla giustificazione dei propri redditi davanti all’Erario (quando non si abbiano altri diversi redditi che obblighino alla dichiarazione dei redditi annuale).

Riassumendo:
COLLABORAZIONI OCCASIONALI:

Meramente (minime): reddito fino a 5 mila euro/anno => Redditi diversi ART. 67, comma 1, lett.I, D.P.R. 917/86 => Contribuzione INPS Non dovuta D. L. 269/03
Meramente (maxi): reddito superiore a 5 mila euro/anno => Redditi diversi ART. 67, comma 1, lett.I, D.P.R. 917/86 => Contribuzione INPS Dovuta solo per la parte che eccede i 5 mila euro D. L. 269/03


Coordinate (minime): Di durata fino a 30 giorni/anno e/o per compensi non eccedenti i 5 mila euro/anno (per singolo committente) => Redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente art. 50, comma 1, lettera c-bis, D.P.R. 917/86 => Contribuzione INPS Dovuta L. 335/95
Coordinate (maxi): (divengono collaborazioni coordinate e continuative a progetto) Di durata superiore a 30 giorni/anno e/o per compensi superiori a 5 mila euro/anno (per singolo committente) => Redditi assimilati a quelli di lavoro dipendente art. 50, comma 1, lettera c-bis, D.P.R. 917/86 => Contribuzione INPS Dovuta L. 335/95
andreat182
Quindi, nel mio caso di tratterebbe di prestazione meramente occasionale, e, se ho ben capito, per essere totalmente in regola dovrei versare il 20%..

Comunque l'idea della "donazione" non è niente male...
rickyjungle
QUOTE(andreat182 @ Jul 25 2008, 02:27 PM) *
Quindi, nel mio caso di tratterebbe di prestazione meramente occasionale, e, se ho ben capito, per essere totalmente in regola dovrei versare il 20%..

Comunque l'idea della "donazione" non è niente male...


fai tu, io ti dico negli ultimi 4 anni ho fatto due lavori extra lavoro (sono assunto con un contratto serio, non cocococ e affini) faccio sti lavori, il totale tra questi due lavori fatti per clienti diversi a distanza di 3/4 anni, il primo nel 2005 e l'altro fine 2007 inizio 2008, è stao di 1500+1000, cifre astronomiche a quanto pare... bene chiaramente ho fatto ritenuta d'acconto e via dicendo tutto in regola registrato... dei 1500€ del 2005 ne ho restituiti 900 sul 730 per aumento del reddito, e ora mi toccherà un'altra mazzata per i 1000 che ho dichiarato... alla fine ti viene voglia di fare il nero... però tant'è... se fai una cosa sporadica non muore nessuno se ti da 100 euro in mano... anche perché se tu fai la cosa in regola la deve fare pure lui, quindi dovete essere in due a volerlo...
ezio ferrero
QUOTE(rickyjungle @ Jul 25 2008, 02:36 PM) *
... dei 1500€ del 2005 ne ho restituiti 900 sul 730 per aumento del reddito, e ora mi toccherà un'altra mazzata per i 1000 che ho dichiarato...


non tornano i conti
anche tenuto conto che tu possa essere nello scaglione massimo dell'irpef se 1500€ sono quelli da te incassati il tuo "datore" ha gia versato il 20% quindi a te rimane la differenza calcolata in base al tuo reddito; lo scaglione massimo è del 43% decurtato del 20% gia' versato, come hai fatto a versare 900€?

per andrea funziona piu' o meno cosi; tu fai il lavoro occasionale, pattuisci la cifra con il tuo committente e alla fine tu gli rilasci parcella con CF sulla quale calcoli il 20% che lui versera (ritenuta di acconto)
facendo un esempio se tu per quel lavoro stimi il compenso in 600€ la ritenuta sara' di 120€ che lui versera' e quindi tu ipoteticamente metterai in tasca 480€.
li metterai in tasca ipoteticamente perchè poi ci devi pagare le tasse che saranno calcolate sul tuo reddito piu' questi 480€
(tutto questo fatto in maniera molto semplicistica)

ciao ezio
rickyjungle
QUOTE(ef67 @ Jul 25 2008, 03:11 PM) *
non tornano i conti
anche tenuto conto che tu possa essere nello scaglione massimo dell'irpef se 1500€ sono quelli da te incassati il tuo "datore" ha gia versato il 20% quindi a te rimane la differenza calcolata in base al tuo reddito; lo scaglione massimo è del 43% decurtato del 20% gia' versato, come hai fatto a versare 900€?

per andrea funziona piu' o meno cosi; tu fai il lavoro occasionale, pattuisci la cifra con il tuo committente e alla fine tu gli rilasci parcella con CF sulla quale calcoli il 20% che lui versera (ritenuta di acconto)
facendo un esempio se tu per quel lavoro stimi il compenso in 600€ la ritenuta sara' di 120€ che lui versera' e quindi tu ipoteticamente metterai in tasca 480€.
li metterai in tasca ipoteticamente perchè poi ci devi pagare le tasse che saranno calcolate sul tuo reddito piu' questi 480€
(tutto questo fatto in maniera molto semplicistica)

ciao ezio


purtroppo ora non ho i fogli sottomano.... se non erano 900 tondi tondi si avvicinavano, però ad oggi ho il dubbio che mi abbiano fatto casino quelli che mi hanno compilato il 730 perché non avevano idea di che cosa fosse la ritenuta d'acconto.... vi ho male informato io perché i 1500 euro erano netti, lordi erano 1800 circa più o meno quasi... secondo me non hanno tenuto conto che il tizio aveva già pagato il suo 20%... comunque detto questo io non spingo per il nero anzi.... tant'è che ora aspetto la seconda mazzata dei 1000 euro... però era per alleggerire un pò sta discussione... cioè se io vado dal mio amico che allena i ragazzini di atletica a fare le foto durante la gara e mi dice quant'è gli dico giusto una sciocchezza per il "disturbo" non mi metto di sicuro a fare carte su carte per un compenso.... chiaro se mi dice seguimi alle gare a fare sempre le foto ci mettiamo d'accordo sul compenso di un lavoro più enorme...
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