In questo post vorrei proporvi una visita di Castel del Monte, quello raffigurato dietro la moneta da 1 centesimo del conio italiano tanto per intenderci. La sua costruzione risale al tredicesimo secolo per volontà di Federico II di Svevia e sorge su una collina di 540 metri s.l.m. da cui si gode un panorama sull'Alta Murgia. Esercita un particolare fascino, almeno su di me, non solo per la sua posizione dominante ma anche, e soprattutto, per i miti e leggende che gli sono attribuite che lo vedono dimora nientemeno che del Sacro Graal. Ma non è tutto, l'orientamento e la ricchezza di simbolismi denotano una profonda conoscenza delle scienze matematiche, astronomiche e architetturali da parte dei progettisti.
Mi dirigo verso il castello in un freddo sabato pomeriggio di gennaio per una gita in solitaria. Anzi non proprio, ho con me la mia fida Nikon. Il tempo non è granché, ma non importa, a me l'inverno non dispiace, e insieme al luogo che mi appresto a visitare contribuisce a dare alla gita un certo carattere di avventura storica, se mi concedete il termine. Data la posizione isolata sull'altura so già che non troverò molti altri visitatori. Il castello non tradisce in questo senso, in pratica sono l'unico fuori di testa che è andato a prendersi raffiche di vento freddo e anche un po' di pioggia su una collina della campagna pugliese.
Risalendo la collina mi trovo presto di fronte al portale del castello che al visitatore si presenta in tutta la sua imponenza.
Entro, e mi dirigo subito verso il cortile centrale, di forma ottagonale, dal quale si aprono alcune porte per l'accesso alle camere del piano terra.
Volgendo lo sguardo in alto si apre una finestra sul cielo.
Rientro e imbocco un passaggio dal quale parte una scala a chiocciola che dopo qualche gradino mi porta al piano superiore.
Qui proseguo per una visita delle camere, enormi e ormai spoglie dopo i numerosi saccheggi, ma nelle quali si respira atmosfera da medioevo.
In alcune di esse, probabilmente saloni in cui ci si intratteneva, si intuisce anche la presenza di grandi camini per riscaldare gli ambienti.
La visita prosegue, sono completamente solo, e il silenzio è rotto solo dal rumore del vento che soffia fuori e che colpisce costantemente le poche vetrate delle camere adiacenti. Per un momento mi siedo in un angolo
e mi soffermo a immaginare queste stanze con ricche tavolate addobbate per grandi banchetti e festeggiamenti del sovrano e dei suoi ufficiali con la cacciagione e il vino della zona. Oppure percorse da uomini vestiti di pesanti armature, che attraversano freneticamente le porte
impegnati a osservare la zona circostante per la sicurezza del luogo.
La visita giunge al termine e io riprendo la strada del ritorno. Il sole è tramontato ma non è ancora completamente buio, è la classica "ora blu". Faccio un rapido giro esterno del castello che mi consente di ammirare il panorama circostante, pensando che ciò che vedo in quel momento è esattamente (o quasi) quanto vedevano gli abitanti del castello ben otto secoli fa.
E dopo otto secoli Castel del Monte è sempre lì, ha resistito a intemperie, terremoti, guerre e saccheggi, testimone indiscusso della storia. Me lo lascio alle spalle, ma non prima di averlo salutato con un ultimo scatto.
Grazie per l'attenzione, spero di non avervi annoiato.
Un saluto,
Fabrizio