L'approvvigionamento idrico ,dei comuni della fascia bassomolisana ,sia per uso civile che quello agricolo per l'irrigazione,nonchè la fornitura per il nucleo industriale è garantita dalle acque prelevate da un immenso invaso
costruito nei primi anni '80 ,in una zona che si estende tra i comuni di Larino,Casacalenda e Guardialfiera.,sbarrando con una colossale diga
l'alveolo delle acque del fiume Biferno che è l’unico fiume che scorre interamente nel territorio molisano.nascendo alle falde del massiccio del Matese e dopo aver attraversato interamente la regione snodandosi per un centinaio di chilometri tra vallate e pianure ricevendo le acque di altri piccoli affluenti,arriva nei pressi di Termoli dove con una foce a forma di delta va ad immettersi nel mare Adriatico.
Con il suo lungo attraversamento divide in due la regione per cui fin dai tempi più remoti si è reso necessaria la costruzione di numerosi ponti che con l’erosione del tempo sono andati distrutti e che tutt’oggi ve ne sono rimastie tracce, ormai sommerse dalle acqua della diga, di strutture risalenti ai periodi romani,carolingi e normanni.
Un imponente bacino ricco di fauna ittica tre cui trote,lucci e carpe ,meta giornaliera di appassionati di pesca a cui fà da cornice una rigogliosa flora di sempreverdi in cui prosperano pini,abeti ,salici,pioppi e macchia mediterranea luogo di nidificazione di svariati esemplari di volatili anche acquatici tra i quali aironi e germani reali.
Purtroppo i mutamenti climatici,quali un inverno anomalo,privo di abbondanti nevicate e la quasi assenza di precipitazioni nel periodo estivo,sono stati due ingredienti che unitamente allo smoderato e irresponsabile uso della riserva idrica, hanno contribuito in maniera determinante ad un continuo e progressivo abbassamento del livello idrico del bacino portandoci in una fase di quasi completa siccità.
Sui piloni ,visibili e significativi sono i segni del livello lasciati precedentemente dalle acque.
fino a trasformare l'immenso invaso in una interminabile distesa di arido e grigio fango
laddove fino a non molto tempo fa c’erano milioni di litri di acqua e dove oggi ,sopravvivono solo sterili arbusti
e secchi tronchi di alberi .
Il letto del fiume Biferno si è ridotto ad un esiguo rigagnolo di acqua
circondato da arido fango screpolatosi sotto il calore solare ove si incontra sporadicamente qualche traccia di acqua sorgiva.