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Fabrizio31
Vi chiedo un consiglio sulla compatibilità del filtro polarizzatore con il 18-200VR
- E' consigliabile l'abbinamento ?
- Lavora bene su tutte le focali ed eventualmente qual'è il limite di focale ?
- Quali sono i migliori sul mercato ?
- Altro che dovrei sapere ?

grazie.gif Pollice.gif
Mirto Luigi
QUOTE(Fabrizio31 @ Mar 9 2007, 12:05 PM) *

Vi chiedo un consiglio sulla compatibilità del filtro polarizzatore con il 18-200VR
- E' consigliabile l'abbinamento ?
- Lavora bene su tutte le focali ed eventualmente qual'è il limite di focale ?
- Quali sono i migliori sul mercato ?
- Altro che dovrei sapere ?

grazie.gif Pollice.gif


I polarizzatori sono dei filtri pertanto lavorano bene con tutte le ottiche se usati con parsimonia. Naturalmente quelli circolari.
Io uso prevalentemente i B&W e qualche Hoya dipende dal tuo buget.


Per sapere qualche altra cosa sul filtro polarizzatore
(prendendo spunti quà e là......)

Quando fotografo a colori il paesaggio, io non faccio mai a meno del filtro polarizzatore. Per capire come funziona, consideriamo la natura ondulatoria della luce.

Un raggio di luce bianca che viaggia libero nello spazio vibra disordinatamente in tutte le direzioni. Quando però questo raggio colpisce una superficie riflettente non metallica (acqua, ghiaccio, ma anche semplicemente un muro, una roccia, una persiana verde) ne viene per così dire "schiacciato": il raggio riflesso vibrerà secondo un solo piano, parallelo alla superficie stessa. Si dice che in questo caso il raggio è stato polarizzato.

A sua volta il filtro polarizzatore ha la capacità di polarizzare la luce, cioè di far vibrare secondo un solo piano la luce bianca che lo attraversa. Questo perché le molecole che costituiscono la sostanza polarizzante (solfato di iodochinina o herapathite, dal suo scopritore sir John Herapath) sono orientate in modo da formare una specie di griglia (immaginate una griglia metallica composta di sbarre parallele), che lascia passare solo la luce che vibra secondo il senso di orientamento delle molecole stesse.

Se a questo punto poniamo un filtro polarizzatore lungo il cammino di un raggio riflesso polarizzato, abbiamo due possibilità estreme:

* Le molecole del filtro (le sbarre della griglia) sono orientate secondo lo stesso senso di vibrazione del raggio luminoso: il raggio passerà senza problemi;
* Le molecole del filtro sono orientate perpendicolarmente al senso di vibrazione del raggio luminoso: il raggio verrà bloccato.

Questo spiega perché il polarizzatore, se convenientemente orientato, elimina i riflessi dall'acqua e dalle superfici riflettenti in genere. Non solo: eliminando parte della luce riflessa da tutte le superfici (non solo quelle lucide), il polarizzatore rende più saturi i colori.

Un altro effetto interessante è un parziale, e talvolta marcato, scurimento del cielo. Il fenomeno è dovuto al vapore acqueo sospeso nell'atmosfera terrestre. Le minuscole goccioline polarizzano la luce solare (polarizzazione per diffusione). Questa luce polarizzata può essere bloccata dal filtro polarizzatore, che in questo modo rende il cielo azzurro più saturo e gradevole a vedersi. Il massimo effetto si ottiene quando il sole si trova a 90 gradi rispetto all'asse di ripresa (in pratica, quando il fotografo ha il sole di fianco). In assenza di sole il filtro polarizzatore è inefficace e conviene toglierlo.

E' vero che il polarizzatore circolare è migliore e più efficace del polarizzatore lineare? Assolutamente no. Il suo maggior costo è giustificato dalla sua costruzione particolare e non da una migliore qualità; il suo uso è reso necessario da certi sistemi autofocus che possono entrare in crisi in presenza di luce polarizzata.

I filtri di protezione

Si tratta di filtri destinati a bloccare la radiazione ultravioletta presente a certe quote (in montagna, ad esempio) e in certe ore della giornata: in pratica le ore in cui più facilmente ci si abbronza. La pellicola è sensibile all'ultravioletto, per noi invisibile, e può reagire con uno sgradevole effetto-foschia e con uno spostamento verso l'azzurro dell'equilibrio cromatico generale dell'immagine.
Il filtro UV è trasparente, mentre il filtro skylight (fornito in diverse gradazioni) appare leggermente ambrato. Il suo scopo è quello di "scaldare" i colori, eliminando le dominanti azzurrine.
Non commento la deprecabile abitudine di usare questi filtri come protezione della lente frontale, lasciandoli perennemente montati davanti all'obiettivo. I filtri si usano quando servono, ogni altro utilizzo è improprio.

I filtri di conversione e correzione colore

Se si riscalda un corpo metallico nero aggiungendo una quantità sempre crescente di energia termica, si otterrà una emissione di radiazione elettromagnetica, dapprima nella banda dell'infrarosso termico, poi nella zona dell'infrarosso attinico, fino a raggiungere la banda spettrale della luce visibile. Il corpo metallico riscaldato diventerà dapprima rosso, poi arancione e giallo. Quando tutte le lunghezze d'onda proprie della luce visibile saranno state emesse, il corpo riscaldato apparirà completamente bianco (calor bianco).
Da quanto detto fin qui, appare chiaro che ad ogni scarto di temperatura corrisponde una proporzionale variazione nel colore del corpo riscaldato. Misurando queste variazioni con un termocolorimetro, si può determinare la temperatura di colore, o temperatura cromatica di una qualsiasi fonte di radiazioni elettromagnetiche visibili.
Questa temperatura di colore si misura in gradi Kelvin (°K), o più semplicemente Kelvin (K).


Le emulsioni fotografiche sono tarate per una temperatura di colore di 5600K (luce diurna normale, flash), oppure per 3200K (luce al tungsteno, lampade fotografiche al quarzo-iodio). Pressoché introvabili ormai le pellicole tarate a 3400K e destinate all'uso con lampade Photoflood.

Che cosa succede se si utilizza una fonte di luce caratterizzata da una temperatura di colore diversa da quella per cui la pellicola è tarata? Semplicemente che l'immagine sarà affetta da vistose e spesso sgradevoli dominanti cromatiche. Se la fonte luminosa ha una temperatura di colore maggiore di quella per cui è tarata la pellicola, l'equilibrio cromatico dell'immagine risulterà spostato verso l'azzurro; al contrario, se la fonte luminosa ha una temperatura di colore inferiore a quella per cui è tarata la pellicola, l'equilibrio cromatico dell'immagine risulterà spostato verso il rosso.
Quanto detto vale soprattutto per le pellicole invertibili: nelle pellicole negative le dominanti cromatiche possono essere corrette in fase di stampa, anche se per lavori di qualità professionale esistono pellicole negative tarate per luce artificiale.
Come rimediare alle dominanti cromatiche? Con i filtri di conversione e correzione colore.

La differenza tra filtri di conversione e filtri di correzione è semplice. I filtri di conversione "convertono" la sensibilità cromatica della pellicola da un tipo di taratura all'altro. I filtri della serie blu (tipo Wratten 80A) consentono di usare in luce artificiale (3200K) pellicola tarate per luce diurna, compensando le dominanti gialle e rosse; i filtri della serie arancio (tipo Wratten 80B) permettono di usare pellicole per luce artificiale in luce diurna (5600K), compensando le dominanti azzurrine che ne deriverebbero.

I filtri di correzione colore (CC) sono la "famiglia" più grande, nella quale anche i filtri di conversione possono essere fatti rientrare. Essi servono a compensare le dominanti cromatiche indotte da una temperatura diversa da quella per cui la pellicola è stata tarata. Il loro uso è tutt'altro che semplice, dato che per ottenere una compensazione ottimale il fotografo dovrebbe andarsene in giro con un termocolorimetro (strumento piuttosto costoso) e - quel che è peggio - con l'intera serie di filtri Wratten.
Essendo questo improponibile (tranne per chi debba svolgere lavori di estrema precisione, come fotografia di quadri, affreschi o manoscritti miniati), si finisce per andare "a occhio" ed usare un paio di filtri standard buoni per tutte le occasioni. Le eventuali dominanti residue non sono una tragedia ed anzi vengono accettate volentieri da chi osserva l'immagine. Di solito ci si aspetta che la luce di un camino non appaia proprio perfettamente bianca, o che una fotografia scattata in riva a un lago gelato presenti quei toni azzurrini che suggeriscono l'idea del freddo.

I filtri digradanti

I filtri digradanti, o gradual, sono per metà trasparenti e per metà colorati. Il passaggio dalla zona trasparente alla zona colorata non è netto, ma graduale e sfumato.
La loro funzione è duplice.
Prima di tutto essi inducono una forte dominante cromatica in corrispondenza della zona dell'inquadratura che coincide con la parte colorata. I cieli viola, tabacco o malva che andavano di moda negli anni Ottanta, soprattutto in ambito pubblicitario, erano ottenuti in questo modo. Oggi questi effettacci appaiono ingenui e gratuiti, ma c'è ancora qualcuno che mostra di apprezzarli.

Attenzione: non usare questi filtri per colorare il cielo quando nella parte bassa dell'inquadratura c'è dell'acqua: simulare un cielo incendiato dalla luce del tramonto non è sufficiente se poi quello stesso cielo non viene riflesso! Un laghetto perfettamente azzurro sovrastato da un cielo rosso suona falso come il mago Otelma! Seconda precauzione: non usare i filtri digradanti se la linea dell'orizzonte non è diritta. In presenza di montagne o edifici di diversa altezza si rischia di colorare anche le cime o i tetti più alti.

La seconda funzione di questi filtri, la più "seria" e professionale, è quella di compensare lo scarto di esposizione esistente tra due zone dell'inquadratura. In presenza di forte scarto tonale tra cielo e paesaggio terrestre, si rischierebbe di avere un cielo troppo chiaro (se si espone per il paesaggio), o al contrario un paesaggio illeggibile (se si espone per il cielo). Un filtro digradante grigio medio, con la zona grigia posta in corrispondenza del cielo, bilancerà il contrasto tonale senza indurre dominanti cromatiche. In presenza di cieli azzurri e liberi da nubi (che se presenti verrebbero colorate) si può - con giudizio! - sostituire al grigio neutro un digradante azzurro.

I filtri per il ritratto

I filtri diffusori (detti anche "flou" o "morbidi") possono essere usati sia nel colore che nel bianco e nero, come è ovvio, ma li trattiamo qui perché molti dilettanti preferiscono effettuare ritratti a colori.
Su di essi non c'è molto da dire, se non che accentuano le alte luci e creano un effetto di diffusione particolarmente adatto a creare un'atmosfera romantica e sognante. Di solito vengono venduti in serie di tre, con effetti più o meno marcati di diffusione.

I filtri neutral density

Utili sia nel bianco e nero che nel colore, i filtri a densità neutra, venduti in diverse gradazioni, decrementano l'esposizione di un valore corrispondente al loro fattore-filtro. Ad esempio, un filtro ND4 decrementa l'esposizione di due stop.
Le loro funzioni sono molteplici. Ci limitiamo ad elencarne qualcuna.

* Uso di pellicole molto sensibili in luce diurna;
* Uso di obiettivi catadiottrici (quindi non diaframmabili) in presenza di forte luminosità ambientale o con pellicole di elevata sensibilità;
* In fotografia di architettura, per consentire tempi di posa sufficientemente lunghi da eliminare auto in movimento e passanti;
* Necessità di utilizzare diaframmi aperti (ad esempio, per effettuare una messa a fuoco selettiva) in presenza di forte luminosità ambientale.

Considerazioni finali

Tutti i filtri finora citati, ad eccezione di quelli "morbidi" per il ritratto, assorbono luce. Per la descrizione del fattore-filtro rimandiamo all'articolo, precedentemente pubblicato, sui filtri per il bianco e nero.
Analogamente vale tutto quello che avevamo detto riguardo alle precauzioni d'impiego. Quando il filtro non aggiunge nulla alla fotografia, il filtro non va usato, punto e basta. Ci si ricordi che si tratta sempre e in ogni caso di una coppia di superfici aria-vetro applicate a un obiettivo progettato per lavorare da solo.
Salute Gigiclick texano.gif
Fabrizio31
Solo questo ?!?! huh.gif
Scherzo ovviamente, grazie per la completezza
Dino Giannasi
QUOTE(Fabrizio31 @ Mar 9 2007, 12:05 PM) *

Vi chiedo un consiglio sulla compatibilità del filtro polarizzatore con il 18-200VR
- E' consigliabile l'abbinamento ?
- Lavora bene su tutte le focali ed eventualmente qual'è il limite di focale ?
- Quali sono i migliori sul mercato ?
- Altro che dovrei sapere ?

grazie.gif Pollice.gif

Scusa se vado controcorrente, ma io mi concentrerei sull'ultima domanda.
Secondo me dovresti sapere perchè lo vuoi, visto che non ne conosci bene l'uso e le funzioni. Non vorrei essere frainteso, ma in genere io uso una cosa che conosco e che so che mi serve. Certo si impara ad usarla bene con il tempo e l'esperienza, ma partire così da zero mi sembra un po' avventato. Questo perchè se usato impropriamente qualsiasi filtro (che è sempre un vetro davanti all'obiettivo) rischia di peggiorare la foto, di aumentare le possibilià di riflessi o vignettatura, ecc. ecc.

Prova a dare un'occhiata negli Experience, c'è un interessante articolo che parla proprio dei filtri.

saluti, Dino
Fabrizio31
Ciao Dino,
la tua è una considerazione giusta ma i polarizzatori li conosco abbastanza bene nella teoria, considerando i vari libri letti; il mio voleva essere più un riscontro pratico con qualcuno che l'aveva abbinato al 18-200VR. Le foto che dovrei fare sarebbero quelle di paesaggi.
Gigiclick è stato molto gentile e mi ha dato una rinfrescata a ciò che già conoscevo ma do sempre importanza alle esperienze "sul campo" dei vari utilizzatori.

Vi ringrazio tutti
maurizioricceri
il pola circolare slim della nikon va a meraviglia ... Pollice.gif
Fabrizio31
Tra la miriade di modelli e marche disponibili cosa mi consigliate per l'acquisto ?
begnik
Io uso sulla mia D80 con 18-200 il seguente filtro:

HOYA Filtro polarizzatore circolare 72mm HMC Multi-Coated

tieni presente che la mia esperienza fotografica non è enorme, comunque trovo che lavori bene. tongue.gif

[attachmentid=74572]

ciao
@ssembl@tore
QUOTE(Fabrizio31 @ Mar 9 2007, 12:05 PM) *

- Altro che dovrei sapere ?

Thread in rilievo qui

Saluti
Francesco
Stidy
Ciao, lo uso proprio con il 18-200.
E' un B+W, costa una fucilata ma è ottimo.
Mi pare che a 18 non vignetti neppure tanto pur non essendo slim.
Matt.3
Una domanda forse banale ma la pongo lo stesso..

Per pulire un filtro, nel mio caso di protezione, va bene un panno in microfibra o mi consigliete dell'altro??
Dino Giannasi
QUOTE(Matt.3 @ Mar 12 2007, 02:00 PM) *

Una domanda forse banale ma la pongo lo stesso..

Per pulire un filtro, nel mio caso di protezione, va bene un panno in microfibra o mi consigliete dell'altro??

Vanno bene quelli per pulire le lenti. Ci sono un paio di discussioni specifiche sull'argomento, con tanto di prodotti e loro uso. Cerca con la parola "pulizia lenti", uno ricordo che è di NonnoGG che consigliava un panno monofibra della 3M (che si prende al supermercato, costa pochi euro ed è favoloso).

saluti, Dino
Matt.3
QUOTE(Dino Giannasi @ Mar 12 2007, 03:16 PM) *

Vanno bene quelli per pulire le lenti. Ci sono un paio di discussioni specifiche sull'argomento, con tanto di prodotti e loro uso. Cerca con la parola "pulizia lenti", uno ricordo che è di NonnoGG che consigliava un panno monofibra della 3M (che si prende al supermercato, costa pochi euro ed è favoloso).

saluti, Dino



Grazie Mille, ora provo a cercare Pollice.gif
Fabrizio31
Da quello che mi avete fatto capire, la situazione dovrebbe essere la seguente.

Pola Nikon è il top
segue a ruota B+W
poi Hoya
altri....

Ho visto che i B+W ci sono Multi Resistant (slim e non slim), Kaesemann (slim), Kaesemann Extra (wide). Chi mi può consigliare a riguardo ? E' meglio risparmiare qualche tempo e puntare al Nikon ?

grazie.gif
decarolisalfredo
Il Nikon è decisamente buono, ma paghi pure il nome. I B+W sono probabilmente i migliori, buoni come i Nikon a volte di più, mi sembra siano tedeschi, ne avevano uno tropicalizzato per la sabbia del deserto, tutta roba per professionisti.
Anche la Hoya non scerza mica con i suoi slim.

Te lo hanno già detto, ma voglio ripeterlo: sulle macchine attuali il polarizzatore deve essere circolare.

ciao Alfredo
FineShoot
Ho letto (quasi) tutto attentamente e mi sorge un dubbio. Non ho mai usato filtri, eccetto un UV montato fisso (anche qui, correnti di pensiero sul tenerlo o no per protezione) su un sigma 70-300. Sto partendo per la settimana bianca e mi hanno consigliato un polarizzatore. Ripeto, non ho esperienza di filtri e ce n'e' per una tesi di laurea: ma considerando quel poco che ho letto ho pensato che potesse essere idoneo per i paesaggi, i contrasti, il cielo e i riflessi forti della luce sulla neve. Ho preso un hoya cir-polarizing e mi è costato una cifra (50 euro! E costata 60!). Non l'ho ancora provato (parto domani) e come al solito mi sono ridotto all'ultimo... Spero di aver fatto la cosa giusta, intendo per una situazione tipo settimana bianca/paesaggistica.
Infine, conviene o no lasciarlo montato a protezione? O sapebbe meglio per questo un filtro neutro come quello che ho per il sigma? Grazie.
PS. il polarizzato è un 72 per il 18.200 vr.
begnik
QUOTE(stemar65 @ Mar 17 2007, 08:41 PM) *

... Infine, conviene o no lasciarlo montato a protezione? O sapebbe meglio per questo un filtro neutro come quello che ho per il sigma? Grazie.
PS. il polarizzato è un 72 per il 18.200 vr.

Il polarizzatore svolge una funzione "attiva", nel senso che modifica vistosamente il risultato dello scatto: per questo motivo escludo che possa essere usato come protezione per "tutte" le occasioni.
Tuttavia, nel tuo caso (vacanza in montagna), penso che l'uso del polarizzatore sia opportuno e quindi in questo caso potrai anche tenerlo sempre montato (svolgendo quindi anche la funzione protettiva per la lente frontale del 18-200); attenzione soltanto a ricordarti di toglierlo in altre occasioni (tipo foto in interni ecc).
Probabilmente leggerai questo post solo al ritorno, comunque buone sciate. cool.gif
FineShoot
QUOTE(begnik @ Mar 18 2007, 09:21 AM) *

Il polarizzatore svolge una funzione "attiva", nel senso che modifica vistosamente il risultato dello scatto: per questo motivo escludo che possa essere usato come protezione per "tutte" le occasioni.
Tuttavia, nel tuo caso (vacanza in montagna), penso che l'uso del polarizzatore sia opportuno e quindi in questo caso potrai anche tenerlo sempre montato (svolgendo quindi anche la funzione protettiva per la lente frontale del 18-200); attenzione soltanto a ricordarti di toglierlo in altre occasioni (tipo foto in interni ecc).
Probabilmente leggerai questo post solo al ritorno, comunque buone sciate. cool.gif


Sono attrezzato per leggere anche da fuoto! Grazie per l'attenzione. Ciao.
Fabrizio31
Aspetto Vs consigli su B+W

grazie.gif
Fabrizio31
SOS Help, quale B+W? hmmm.gif

Riprendendo quanto già scritto nei post precedenti Ho visto che i B+W ci sono Multi Resistant (slim e non slim), Kaesemann (slim), Kaesemann Extra (wide). Chi mi può consigliare a riguardo ?

Grazie Pollice.gif
alex_z
QUOTE(Fabrizio31 @ Mar 19 2007, 03:42 PM) *

SOS Help, quale B+W? hmmm.gif

Riprendendo quanto già scritto nei post precedenti Ho visto che i B+W ci sono Multi Resistant (slim e non slim), Kaesemann (slim), Kaesemann Extra (wide). Chi mi può consigliare a riguardo ?

Grazie Pollice.gif


Ciao Fabrizio
io ho il B+W MRC F-pro non slim e sul 18-200 non ho avuto alcun problema, lo slim sarebbe meglio ma è un pò più difficoltoso da ruotare con il paraluce montato.

Ciao
Alessandro
ea00220
QUOTE(gigiclik @ Mar 9 2007, 12:24 PM) *

..............
Un raggio di luce bianca che viaggia libero nello spazio vibra disordinatamente in tutte le direzioni. Quando però questo raggio colpisce una superficie riflettente non metallica (acqua, ghiaccio, ma anche semplicemente un muro, una roccia, una persiana verde) ne viene per così dire "schiacciato": il raggio riflesso vibrerà secondo un solo piano, parallelo alla superficie stessa. Si dice che in questo caso il raggio è stato polarizzato.
................

Salute Gigiclick texano.gif


Scusa, ma non era più semplice allegare solo il link ? blink.gif
Oppure, se proprio sei un patito del copia/incolla, non sarebbe stato corretto indicare anche la fonte ? cool.gif

Saluti

Pietro
mc0676
Cari ragazzi, ho proprio tra le mani un tamron circolare nel 18-200mm.

Chi mi spiega come funziona l'orientamento, perché io ho letto 800 discussioni, ma non c'ho capito una mazza ! :-(
Zebra3
QUOTE(mc0676 @ May 22 2007, 08:46 AM) *
Cari ragazzi, ho proprio tra le mani un tamron circolare nel 18-200mm.

Chi mi spiega come funziona l'orientamento, perché io ho letto 800 discussioni, ma non c'ho capito una mazza ! :-(



Aò, rispondente e non fatemi arrabbiare il comante grazie.gif
Massimo.Novi
QUOTE(Fabrizio31 @ Mar 19 2007, 04:42 PM) *
SOS Help, quale B+W? hmmm.gif

Riprendendo quanto già scritto nei post precedenti Ho visto che i B+W ci sono Multi Resistant (slim e non slim), Kaesemann (slim), Kaesemann Extra (wide). Chi mi può consigliare a riguardo ?

Grazie Pollice.gif


Ciao

L'MRC è quello standard (se si può dire così di un B+W). La differenza è che "slim" è più fine e dovrebbe dare meno problemi su focali tipo 12-14. Ma non accetta bene i tappi e se ricordo bene non è filettato.

Il Kaesemann è un MRC sigillato per evitare intrusione di umidità tra le due superfici interne. Ha anche una leggerissima maggiore neutralità ma già il B+W MRC standard è più neutro di un Hoya.

La versione extra-wide è per evitare vignettature su grandangoli spinti. In pratica è un anello adattatore con filtro più ampio. Ma è costoso.

Come qualità di polarizzazione sono tra loro identici.

Personalmente uso un B+W MRC 77mm con un anello adattatore. Evito vignettature, è facile da ruotare non essendo slim e "tiene" i tappi protettivi in modo ottimo. Ed è filettato.

Ma se non ne fai un uso spinto prendi un Hoya (o Kenko) Digital Pro1. Il Nikon è comunque fatto da Hoya.

Saluti
morgan
Sul 18-200 utilizzo anch'io un Hoya circolare 72mm HMC Multi-Coated, ha un ottimo rapporto qualità/prezzo, sulle ottiche che montano i filtri da 77mm i Nikon Slim.

D200 - 18-200Vr - Polarizzatore Hoya

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

2s_nikon
Salve, qualcuno sa dirmi la reale differenza tra questi due filtri polarizzati della HOYA ?


POLARIZZATORE CIRCOLARE HMC 72

POL CIRCULAR PRO 1 DIGITAL 72


Sempre da montare sul 18-200
Grazie.
fedcas
QUOTE(2s_nikon @ Sep 2 2008, 04:59 PM) *
Salve, qualcuno sa dirmi la reale differenza tra questi due filtri polarizzati della HOYA ?
POLARIZZATORE CIRCOLARE HMC 72

POL CIRCULAR PRO 1 DIGITAL 72
Sempre da montare sul 18-200
Grazie.


vorrei capirlo anche io, mi è arrivato da pochi giorni il pro1digital da 67mm, l'ho preso senza sapere bene di cosa si trattasse perchè tanto la differenza di prezzo con l'hmc era minima, ed essendoci la dicitura pro1 ho supposto che fosse meglio dell'hmc. E' anche verò però che i pro1 costano circa il doppio degli hmc, boh...

comunque avendocelo tra le mani le peculiarità del pro1d rispetto all'altro 52mm hmc che ho sono:
- profilo sottile
- finitura opaca del metallo (tipo interno dei paraluce per capirci) per ridurre al minimo le riflessioni

a livello ottico non riesco a capire, c'è la dicitura DMC (digital multi coating), sicuramente è diverso dall'hmc perchè mentre quest'ultimo ha dei riflessi violacei, il pro1d ce li ha verdastri... spero solo sia diverso in meglio ohmy.gif
fedcas
sto cercando un po' con google... a quanto pare il problema è che la hoya ha rilasciato le specifiche di tutte le tipologie di filtro tranne per i pro1 dmc. Certo è che non hanno nulla a che vedere con i pro1, quelli paragonabili ai pro1 dovrebbero essere i shmc (che dovrebbero essere proprio lo stesso vetro con gli stessi 5 rivestimenti per lato, ma i pro1 hanno in più un rivestimento per facilitarne la pulizia) i pro1d invece sono paragonabili agli hmc.

Ok sono paragonabili, ma è meglio hmc o pro1d? Come costruzione i pro1d e ci siamo. A livello ottico ho trovato questo dove sembrerebbe leggermente meglio il pro1d, quantomeno a livello di antiriflessi:


Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

http://www.fredmiranda.com/forum/topic/680035




qui invece nella tabella i pro1d sembrerebbero essere leggermente peggio degli hmc :S c'è da dire però che quei dati sono in contraddizione con le "evidenze sperimentali" delle foto qui sopra, ed essendo dati non ufficiali mi fideri più delle foto che di questi...
http://www.zen20934.zen.co.uk/photography/.../FilterData.htm

ah in quest'ultimo link leggete anche in fondo la nota [7] che riporto qui:
QUOTE
[7] Evidence from emails and telephone calls from Hoya is begining to accumulate to show that SHMC Pro1 or SMC Pro 1 is not the same coating used on the more recent Pro 1 Digital filters which Hoya makes no published claims for.

There are a number of statements emerging that are not entirely self consistant:

Forum posting of an Hoya Email [A] "The Pro 1 SMC filters were thin filters (designed to avoid vignetting on wide angle lenses) with an average light transmission of 99.7%, and front filter threads (so you could use a standard lens cap). The multi-coatings on the Pro 1 Digital filters have been redesigned to perform better with the sensors on todays DSLR cameras, are thin filters to avoid vignetting, and still have the front filter threads, so you cna use a standardlens cap. They give you an average light transmission of approximately 98%."

Summary of Telephone call with customer support Warehouse Express [B]

"1. SHMC Pro 1 Filters are 99.7% transmission with 3 (sic) coatings [Comment: Hoya's own documentation specifies 5 layer Multicoated + 1 Layer easy-clean), straight SHMC is meant to be 5 layers] These are now discontinued but the straight SHMC are still available.

2. Pro 1 Digital filter are 98% transmission with 3 coatings, this is the same as the standard HMC 3 layer
Tony_@
QUOTE(Fabrizio31 @ Mar 9 2007, 01:05 PM) *
Vi chiedo un consiglio sulla compatibilità del filtro polarizzatore con il 18-200VR ......
Lavora bene su tutte le focali ed eventualmente qual'è il limite di focale ?.....

Per l'eventuale vignettatura puoi leggere anche questa discussione: http://www.nikonclub.it/forum/index.php?sh...p;#entry1245174

Ciao,
Tony.
alex274
Credo che questa discussione sia quella giusta per porre questa domanda:

La polarizzazione della luce, quella per cui orientando il filtro polarizzatore si riducono o si eliminano i riflessi sull'acqua, è una polarizzazione lineare.

http://en.wikipedia.org/wiki/Polarized_light

La polarizzazione circolare è cosa ben diversa, almeno così sembra a me:

http://en.wikipedia.org/wiki/Circular_polarization

Mi viene questo dubbio: non è che i filtri che vengono chiamati "circular polarized filters" non sono altro che filtri polarizzanti LINEARI che possono essere ruotati? Che c'entra la polarizzazione circolare della luche con i riflessi sull'acqua?

Allego anche questi interessanti link sull'utilizzo da parte dei Vichinghi di un cristallo che permetteva loro di orientarsi osservando la polarizzazione del cielo:

http://www.polarization.com/viking/viking.html
http://www.polarization.com/sky/sky.html
fedcas
QUOTE(alex@it.mensa.org @ Sep 21 2008, 01:47 PM) *
Credo che questa discussione sia quella giusta per porre questa domanda:

La polarizzazione della luce, quella per cui orientando il filtro polarizzatore si riducono o si eliminano i riflessi sull'acqua, è una polarizzazione lineare.

http://en.wikipedia.org/wiki/Polarized_light

La polarizzazione circolare è cosa ben diversa, almeno così sembra a me:

http://en.wikipedia.org/wiki/Circular_polarization

Mi viene questo dubbio: non è che i filtri che vengono chiamati "circular polarized filters" non sono altro che filtri polarizzanti LINEARI che possono essere ruotati? Che c'entra la polarizzazione circolare della luche con i riflessi sull'acqua?

Allego anche questi interessanti link sull'utilizzo da parte dei Vichinghi di un cristallo che permetteva loro di orientarsi osservando la polarizzazione del cielo:

http://www.polarization.com/viking/viking.html
http://www.polarization.com/sky/sky.html


forse per approfondire questi aspetti teorici sarebbe bene aprire un thread apposito, comunque polarizzazione lineare a circolare non sono due cose poi così diverse wink.gif sono due varianti della stessa cosa ovvero della polarizzazione ellittica come si può vedere su wikipedia, esattamente come un cerchio è un'ellisse particolare e un segmento è un ellisse degenere. Si potrebbe dire che un'onda con pol. lineare è un'onda con pol ellittica degenere, degenere perchè le due componenti sono in fase tra loro (oppure una delle due è semplicemente nulla), si vede bene da queste immagini:

IPB Immagine

La lineare ha le due componenti in fase (o una di ampiezza nulla), la circolare sfasate di 1/4 di lunghezza d'onda e di pari ampiezza, l'ellittica con sfasamento qualsiasi di ampiezze qualsiasi


detto questo, premettendo che di ottica e di onde ci capisco fino a un certo punto, anche a io mi ero domandato come funzionasse un pol circolare e perchè si comportasse in modo strano (provate a combinare un pol circolare con un lineare, ad esempio provate a metterlo davanti a un monitor/display lcd e a ruotarlo, ora giratelo dall'altra faccia e fate lo stesso, da un lato si oscura normalmente come dovrebbe fare un pol lineare, dall'altro no).

La risposta breve è:
un pol circolare non è altro che un polarizzatore lineare attacato a un altro elemento ottico di cui ora non ricordo il nome. Quindi il pol circolare funziona esattamente come un pol. lineare (facendo la sua azione da filtro che interessa a noi scurendo il cielo ecc) solo che alla fine la luce polarizzata linearmente si trova a passare per questo elemento che la trasforma in polarizzata circolarmente che non da problemi con lo splitter (lo specchio semitrasparente) che porta la luce ai sensori AF e esposimetro.



Risposta lunga:
Conviene andare a ritroso, partiamo dall'ultimo passaggio (l'altro elemento ottico). Quel che avevo capito su questo elemento è che un cristallo anisotropo (ovvero che ha proprietà fisiche diverse a seconda delle direzioni che si prendono in esame), dovrebbe essere uno di quei materiali che hanno due indici di rifrazione per due direzioni ortogonali, questi qua http://it.wikipedia.org/wiki/Birifrangenza. Quindi se è birifrangente ha due indici di rifrazione quindi due velocità di propagazione d'onda, questo significa che se entrano due onde in fase ortogonali tra loro, una delle due uscirà sfasata. Dimensionando opportunamente lo spessore di questo cristallo si può ottenere uno sfasamento arbitrario tra le due componenti, nel caso del pol circolare è di 1/4 (come si diceva sopra, esattamente lo sfasamento che devono avere le due componenti per ottenere un'onda polarizzata circolarmente). L'altra cosa che serve per ottenere la polarizzazione circolare oltre alle componenti sfasate di 1/4 è che entrambe le componenti devono avere stessa ampiezza (al solito, vedere le 3 figure sopra).

Quindi per ottenere questa polarizzazione circolare bisogna che in entrata all'elemento ritardante arrivino due componenti in fase (a sfasarle di 1/4 ci pensa appunto questo elemento) e di pari ampiezza (l'ampiezza non viene modificata).
Come si ottengono queste cose dalla luce polarizzata linearmente? Basta posizionare i due elementi ottici (il pola e il ritardante) in modo che l'asse di polarizzazione del pola sia a 45° rispetto ai due assi del cristallo birifrangente. Così facendo l'onda polarizzata linearmente si scompone (vedi primo dei 3 disegni sopra) in due componenti di uguale ampiezza visto che entrambi gli assi sono a 45°. E chiaramente le due componenti sono in fase perchè l'onda è polarizzata linearmente. Quindi è ciò che serve per il cristallo wink.gif

mmh spero si capisca tongue.gif


A questo punto siamo in grado di capire alcune cose, tipo come dicevo sopra provate a giocare con vari pola, circolari e lineari, oppure provate a guardare uno specchio attraverso un pola circolare prima da una faccia e poi dall'altra wink.gif
alex274
Grazie. Sono felice di non essere l'unico che ha avuto questo dubbio. smile.gif

Sono però triste perché, data la complessità della faccenda, nessuno sembra rendersi conto della difficoltà di comprendere appieno la cosa. blink.gif

Chissà se tutti quelli che scrivono sulle riviste l'hanno capito? hmmm.gif

fedcas
QUOTE(alex@it.mensa.org @ Sep 22 2008, 09:10 PM) *
Grazie. Sono felice di non essere l'unico che ha avuto questo dubbio. smile.gif


dai al limite siamo almeno in due ad essere pazzi tongue.gif

QUOTE
Sono però triste perché, data la complessità della faccenda, nessuno sembra rendersi conto della difficoltà di comprendere appieno la cosa. blink.gif

Chissà se tutti quelli che scrivono sulle riviste l'hanno capito? hmmm.gif


Cosa intendi dire?
alex274
Intendo dire che non sono certo che tutti quelli che scrivono sulle riviste abbiano la minima idea della differenza tra polarizzazione lineare e circolare. unsure.gif
fedcas
ah ok... beh io penso che pur essendo la fotografia fondata sulla tecnica, la maggior parte dei perchè e dei retroscena non sia necessario conoscerli. Magari sapere qualcosa in più aiuta, ma solo qualche volta e in situazioni un po' "fuori specifica"e... non so, faccio l'esempio dell'autofocus: uno potrebbe benissimo vivere sapendo semplicemente che il punto centrale è più preciso e via... certo sapere che i sensori sono lineari e che alcuni sono a croce aiuta ad evitare le classiche situazioni in cui non si riesce a mettere a fuoco uno spigolo con un sensore lineare parallelo ad esso... ma a parte questo conoscere nei dettagli come funziona un sistema autofocus a rilevamento di fase non mi pare determini dei vantaggi pratici, ciò non toglie che ovviamente come in tutte le cose è sempre piacevole approfondire se si è appassionati o semplicemente curiosi.

tornando al discorso polarizzatore, credo che tutto ciò che va oltre a "il pola circolare si comporta come uno lineare con la differenza che non interferisce col funzionamento dell'esposimetro delle reflex" sia superfluo da un punto di vista prettamente fotografico

Alla fine usiamo quotidinianamente oggetti pieni di tecnologia senza magari averne neanche una vaga idea del funzionamento...
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