New York, Belgrado, Cuba… visi, gesti, strade, luoghi…
un universo fotografico che inchioda lo spettatore con
un impietoso bianco e nero. Tristi? Forse sì. Angoscianti?
Probabilmente. Una denuncia? Meglio una testimonianza.
Belle? Decisamente, queste fotografie sono belle ma
sono anche molto dure. Boogie, questo il nome del
fotografo che ha dato vita ad una raccolta di scatti
che si aggiorna quotidianamente… ogni giorno una
palpebra – e un obiettivo - si apre e si chiude di fronte
ad un frammento di realtà. Osservando le foto degli
skinheads di Belgrado, dei giovani neri carichi di armi
e rabbia, dei fumatori di crack, dei visi di bambini e di
vecchi… sembra di scorgerlo, lui Boogie, in giro con
una macchina al collo, avido di situazioni, di vita, avido
degli istanti che sfuggono e che vorrebbe tanto poter
inchiodare lì, in quell’immagine che è già irrimediabilmente
altro. Un punto di vista, un mondo - il nostro - che forse
ha bisogno, chiede, di essere guardato e Boogie raccoglie
la sfida ogni giorno.
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