Ieri ho finalmente provato a fondo il 105 2.5 usato che ho "regalato" alla mia FE. Un certo effetto vedere insieme i due "vecchietti", lei con gli spigoli consumati che mostramo l'ottone, lui "massiccio" e robusto con la sua "forchetta" d'ordinanza...E mi sono ricordato della mia prima Nikon, che per la verità non era affatto mia...
"Lei" se ne stava sotto una campana di plexiglass, come gli obiettivi: enorme e insieme misteriosa, con quel suo Photomic nero sul corpo cromato...Sì, era una F2, solo un sogno per uno studente liceale che s'era appena "sudato" - grazie a lavoretti estivi) una Fujica 701 col cinquantino, un 28 e un 135 Soligor (quelli d'una volta, prodotti da Miranda)...
La F2 era del padre di un mio amico (che ora non c'è più, se l'è portato via un assurdo incidente), illustre primario e docente universitario. L'avevamo avuta in uso per realizzare un lavoro che stavamo portando avanti con il professore di Storia dell'Arte: un censimento delle chiese romaniche della zona, con tanto di rilevamenti delle planimetrie su lucido, viste laterali e frontali, e naturalmente una copiosa documentazione fotografica. Si partiva nel pomeriggio con la mia moto (Avevo una Guzzi 125 due tempi) e si giravano le pievi di campagna, armati di metro a nastro e reflex. Pellicola Ilford HP4 (la 5 non c'era ancora) che sbiluppavamo e stampavamo, su carta Ilford baritata che non smaltavamo, nel bagno di casa mia, col mio ingranditore polacco Krokus.
La mia prima Nikon (veramente mia) è arrivata un po' d'anno dopo: una FG20 cui sono seguite altre reflex, che ho cambiato più che altro per curiosità o per avere qualcosa in più, ma senza che nessuna di esse m'abbia mai deluso: qualche molta sono rimasto a piedi, è vero, ma la colpa è stata mia: quando salendo sul bus che da Madrid mi riportava alla pensioncina di Guadarrama mi sono lasciato scivolare dalla spalla la "301", atterrata col 35-70 sul selciato, o quando ho lasciato, nel Sahara algerino, che la sabbia bloccasse otturatore e leva di carica della FG20...
Voi direte: embè? Perchè ci racconti queste cose? Fatti tuoi!
Verissimo. Ma penso che alla fine, dietro alla scelta di ciascuno di noi (d'un nikonista d'annata come Claudio o d'un "newbye" alla sua prima reflex) ci siano tante storie individuali, ricordi, emozioni. Certo, alla fine la macchina fotografica non è altro che uno strumento fatto per lasciar passare la luce verso una pellicola (o un sensore), però...
Beh, io v'ho raccontato del mio "primo amore" nikonista...e voi?
Diego