WWF AREE PROTETTE....Il lago di Tarsia è di origine artificiale, è sorto infatti a seguito della costruzione di una diga lunga 114 m sul corso del fiume Crati: l’invaso che si è creato ha una capacità di 10 milioni di metri cubi d’acqua, una profondità massima di 50 m e un perimetro di una decina di chilometri.
La presenza del lago artificiale ha però dato origine ad un ambiente naturale fluviale e lacustre che, in una regione non ricca di zone umide come la Calabria può essere oggi considerato di grande interesse, meritevole di tutela.
Le sponde del lago sono bordate da fitti canneti di cannuccia palustre e tifa che crescono nell’acqua profonda pochi centimetri con alle spalle, sulle rive che solo temporaneamente vengono sommerse dai livelli idrici nel bacino, formano boschi ripariali rigogliosi ontani, salici e pioppi, fino a creare residui di boschi planiziari.
Per gli uccelli acquatici il lago di Tarsia, nelle cui anse cresce il potamogeto, è un luogo di sosta importante e infatti gli svassi maggiori e i tuffetti, sostano numerosi in inverno, insieme a branchetti di anatre selvatiche, prime tra tutte i germani reali, i moriglioni e i codoni, insieme ad aironi cenerini e garzette.
Altre specie sono stanziali, come la folaga e la gallinella d’acqua, altre invece sostano durante le migrazioni, come l’airone rosso e l’airone bianco maggiore e la marzaiola.
La presenza più preziosa si questo tratto del Crati è comunque quella della lontra, che qui ha uno dei suoi ultimi rifugi in Calabria.
Le colline circostanti, ricoperte da una fitta macchia mediterranea con lentisco e mirto, in cui dominano i lecci, sono abitate da una fauna meno appariscente, ma interessante.