Tecnica dell’obiettivo invertito
Come è intuitivo già dal suo nome, tale tecnica consiste semplicemente nello smontare l’obiettivo della vostra reflex ed invertirlo. Per tenere l’ottica in questo modo esistono due soluzioni: si comprano appositi anelli di inversione (ne potete trovare diversi a poco prezzo su Amazon) oppure mentre si scatta si tiene l’obiettivo dinanzi al sensore Macrofotografiamanualmente (come faccio ad esempio io). Scegliete ciò che ritenete più opportuno, un anello di inversione costa poche decine di euro, ma vi consiglio di sperimentare senza anche solo per capire le potenzialità di tale tecnica. Tuttavia eseguendo tali operazioni, quello che ottenete è l’obiettivo alla sua massima apertura. Ciò è un grosso limite in quanto vi permette soltanto di poter intervenire sui tempi di esposizione. Non il massimo della comodità visto che la macrofotografia esige diaframmi chiusi e quindi una notevole profondità di campo: alla massima apertura quello che avrete a fuoco è probabilmente soltanto la capocchia di uno spillo.Per ovviare a questo problema vi è un passo semplice quanto essenziale da effettuare: tenendo l’obiettivo montato normalmente, impostate i parametri di apertura ed esposizione facendo riferimento al vostro esposimetro, eseguita la misurazione premete il pulsante della Profondità di campo. Così facendo le lamelle dell’obiettivo si chiuderanno a seconda del valore ƒ impostato. A questo punto, tenendo sempre premuto il pulsante, sganciate l’ottica. Quello che vi ritroverete fra le mani è la vostra ottica smontata, con le lamelle del diaframma “congelate” all’apertura che avete impostato sulla vostra reflex. A questo punto invertitela e ponetela davanti allo specchio della macchina fotografica Quello che vi chiedo, usando questa tecnica, cioè smontando l'ottica tenendo premuto il pulsante profondita di campo, non si fanno danni?