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shutterman
buona domenica amici smile.gif .. proprio da alcuni giorni stavo pensando al fatto che da quando esiste Facebook (2008), e in generale i social network, è iniziata anche la crisi. Anche se la crisi è stata originata dagli scandali in borsa dei derivati farlocchi, io credo che ci sia una linea sottile tra la crisi economica e il diffondersi dei social network. Neanche a farlo a posta mi sono imbatutto in questo articolo, che parla precisamente di crisi dell' editoria, anche se io credo sia un discorso valido per tutti gli altri settori. Se avete il tempo e il piacere dategli una letta : http://www.glistatigenerali.com/internet-t...ri-su-facebook/
riccardobucchino.com
Con le statistiche si può dimostrare qualsiasi cosa... anche se non è assolutamente vera, basta scegliere i dati giusti.

Clicca per vedere gli allegati


Tornando seri, io credo che i social e il web che ha avuto ormai larga espansione sono parte integrante di questa società e o ci si adatta o si resta al palo.
La crisi è comunque molto relativa, faccio un esempio a casaccio che conosco, nel 2007 hanno aperto il primo negozio Eataly, oggi ce ne sono in 3 continenti e c'è anche lo store online in due continenti e naviga in buone acque, ma ditemi, non c'è stata la crisi proprio dopo il 2007 e fino ad oggi? e allora perché ha avuto successo? sarà un caso o sarà che Farinetti ha avuto una buona idea (e il capitale per realizzarla)? Se nessun cittadino avesse saputo nulla della crisi non avrebbe cambiato alcun comportamento e la crisi sarebbe rimasta in ambito finanziario e non nell'economia reale.
shutterman
per quanto riguarda ciò che hai scritto mi trovo abbastanza d' accordo, nel senso che non è che per via della crisi ora va tutto a scatafascio e non può succedere nulla di buono. Ma ti chiedo hai letto l' articolo nel link? Perché il discorso è un po' diverso...
riccardobucchino.com
QUOTE(shutterman @ Jan 10 2016, 11:14 PM) *
per quanto riguarda ciò che hai scritto mi trovo abbastanza d' accordo, nel senso che non è che per via della crisi ora va tutto a scatafascio e non può succedere nulla di buono. Ma ti chiedo hai letto l' articolo nel link? Perché il discorso è un po' diverso...


SI l'ho letto ma ho preferito generalizzare perché il social network non è solo per l'editoria, è per tutto ma non si tratta solo di social anche di web in genere, il potere detesta il web perché il web è libero e il potere vive di non-libertà. Il problema è di tipo culturale, nessuno si è posto il problema di capire il web e i social ma tutti ci si sono o fiondati e l'hanno idolatrato oppure al contrario l'hanno demonizzato, insomma tutto fuorchè cercare di analizzare la cosa, e qui arriviamo alla crisi, tu credi che qualcuno si sia posto il dubbio "ma cosa diavolo è la finanza?", no assolutamente no, però tutti han cercato di guadagnarci con stratagemmi. La crisi, qualsiasi crisi è data dalla scarsità di senso critico e di idee originali, dal lasciarsi trascinare dalla corrente, che poi si stia parlando di social o di governi non cambia nulla, il risultato sarà sempre un tracollo.

Cito due mie frasi che hanno relazione diretta con l'argomento, tanto ormai sono famoso per auto-citarmi:

Ciò che oggi ti salva tra qualche anno diventerà la tua droga. Ringrazia, ma poi scappa prima che sia troppo tardi. (R. Bucchino)

La tecnologia fa balzi da gigante ma saltare verso un burrone, per quanto sia lungo il salto, porta comunque inesorabilmente a cadere nel vuoto! (R. Bucchino)
giampal
Il web ed i social, grandi idee, come detto idolatrate o demonizzate, ma forse mai studiate a fondo e, purtroppo, scambiate unicamente come canale di trasferimento di idee o denaro, senza magari rendersi conto che oltre ad esporre le identità di chi le usa -indiscriminatamente di chi vuole farsi conoscere da tutti gli altri, "semplici" visitatori- attraverso questo mezzo sono poi passate spesso le proposte di chi gli affari li "sa fare" davvero.
Ecco così affacciarsi anche quella finanza esclusivamente speculativa, senza alcuna base patrimoniale/produttiva che generi vera ricchezza, che é riuscita persino ad inventarsi il finanziamento dei debiti, trattandoli per assets, pur di vendere carta straccia a tutte quelle persone, ignare del buco nero in cui avrebbero cacciato i loro soldi. Parallelamente un sistema bancario che finanziando iniziative con scarsa capacità reddituale, registra insolvenze mal tollerate.
In questo panorama -era di forte trasformazione- da una parte tante aziende non hanno saputo innovare (o voluto, per miopia gestionale) e dall'altra economie emergenti che cominciano a presentare conti salati per aver a suo tempo impostato attività ispirate unicamente al guadagno senza curarsi dell'uomo e dell'ambiente.
Giampaolo
togusa
I social network esistevano da molto prima di facebook e da molto prima del 2008.
Vedasi i vari, defunti o quasi, myspace et simili o ancora le molto più vecchie community BBS degli anni '90.
Quello che è cambiato non sono gli strumenti, intesi come "scopo soddisfatto", ma la capillarità, facilità di fruizione e di utilizzo degli stessi.
Ed è appunto l'immediatezza e rapidità di recupero delle informazioni, date dalla connessione ad internet, e non "i social" in quanto tali, ad aver determinato la morte dell'editoria tradizionale, soprattutto cartacea.

La stampa su carta, in qualsiasi forma, è destinata a scomparire.
Chi si ostina a mantenerla in vita sappia che il paziente è già morto, sono solo le macchine a tenerne in vita il corpo ormai incoscente.
nikosimone
QUOTE(togusa @ Jan 13 2016, 12:06 PM) *
Ed è appunto l'immediatezza e rapidità di recupero delle informazioni, date dalla connessione ad internet, e non "i social" in quanto tali, ad aver determinato la morte dell'editoria tradizionale, soprattutto cartacea.


io ho una mia idea in proposito: l'abbattimento dei costi di produzione ha distrutto la figura dell'editore.

la metto giù in modo molto brutale e veloce, il discorso sarebbe più ampio e complesso, però poi ci annoiamo.

quando i costi di produzione erano alti, qualsiasi editore (di film, musica, libri, giornali...) doveva essere abbastanza sicuro della qualità del prodotto che avrebbe immesso sul mercato altrimenti avrebbe preso una sonora legnata e sarebbe fallito.

l'asticella era alta, un acquirente poteva scegliere anche solo sulla base della fiducia e della linea editoriale di questa o quella casa di produzione.

adesso invece, con i costi di produzione bassissimi si è deciso di "lasciar fare al mercato", qualsiasi schifezza viene prodotta e lanciata sul mercato: se funziona bene, altrimenti pazienza visto che il break even point è enormemente più basso di prima.

e su questa stessa linea si appiattiscono anche tutti i vari talent show di canto, ballo, e tutto il resto.

togusa
QUOTE(togusa @ Jan 13 2016, 12:06 PM) *
La stampa su carta, in qualsiasi forma, è destinata a scomparire.



Mi auto-quoto per fare una precisazione.
Mi riferivo principalmente alla stampa su carta di tutto quello che rappresenta informazione "transitoria".... esempio pratico: i giornali di cronaca, le riviste di vario genere (ad esempio di motori, o di fotografia).
Questo tipo di stampa, ormai, può solo riportare cose che sono obsolete nel momento stesso in cui vengono riportate su supporto cartaceo... figuriamoci quando verranno "consumate" dall'utente finale.

È ovvio che ad esempio un libro d'arte con riproduzioni di qualità di opere pittoriche, o di fotografie importanti, ha ancora la sua (limitata) ragione di esistere... ma per ora è tutto legato esclusivamente alla qualità di una foto stampata come si deve. Niente che qualche anno di sviluppo tecnologico non saprà compensare e superare.
pes084k1
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 10 2016, 09:55 PM) *
Con le statistiche si può dimostrare qualsiasi cosa... anche se non è assolutamente vera, basta scegliere i dati giusti.

Clicca per vedere gli allegati
Tornando seri, io credo che i social e il web che ha avuto ormai larga espansione sono parte integrante di questa società e o ci si adatta o si resta al palo.
La crisi è comunque molto relativa, faccio un esempio a casaccio che conosco, nel 2007 hanno aperto il primo negozio Eataly, oggi ce ne sono in 3 continenti e c'è anche lo store online in due continenti e naviga in buone acque, ma ditemi, non c'è stata la crisi proprio dopo il 2007 e fino ad oggi? e allora perché ha avuto successo? sarà un caso o sarà che Farinetti ha avuto una buona idea (e il capitale per realizzarla)? Se nessun cittadino avesse saputo nulla della crisi non avrebbe cambiato alcun comportamento e la crisi sarebbe rimasta in ambito finanziario e non nell'economia reale.


Simpatici i grafici, ma una "correlazione" non è una "legge" o modello, cosa dimenticata dagli economisti, per esempio. Nel primo grafico, la nozione sottostante è che il numero di incidenti è proporzionale alla circolazione e quindi al consumo-importazione di carburanti, nel secondo che esiste un disagio comune che si sfoga (con una certa propensione di scelta) distruttivamente nel suicidio o costruttivamente (?!) nel prendersi un animale domestico. Stiamo misurando features correlate, magari del breve con "elasticità", ma ovviamente non soggette a generalizzazione, anche se utili per la "predizione" a breve termine.
La crisi è stata causata dalla rottura degli ingranaggi tra il mondo finanziario (guasto) e quello produttivo (che non si è visto arrivare fondi, ma tante tasse), ce ne saremmo accorti comunque. Certo, se tutto fosse avvenuto in camera caritatis, gli effetti di amplificazione da panico sarebbero stati ridotti. In genere Cassandre e mugugnatori sono altamente pericolosi con i forum. Un tempo, i disfattisti venivano fucilati, i depressi emarginati, oggi parlano, parlano... e goccia dopo goccia creano paure pericolose negli altri.
In passato nessuno dubitava che su azioni e obbligazioni di potesse (e qualche volta si dovesse) perdere, ci hanno fatto film famosi o divertenti, tanti si sono suididati, ma oggi tanti stanno così impauriti e attaccati al soldo che qualsiasi refolo d'aria li terrorizza e nessuno vuole investire in un'industriola o altro.

A presto telefono.gif

Presto
riccardobucchino.com
QUOTE(togusa @ Jan 13 2016, 12:45 PM) *
È ovvio che ad esempio un libro d'arte con riproduzioni di qualità di opere pittoriche, o di fotografie importanti, ha ancora la sua (limitata) ragione di esistere... ma per ora è tutto legato esclusivamente alla qualità di una foto stampata come si deve. Niente che qualche anno di sviluppo tecnologico non saprà compensare e superare.


Secondo me non esisterà MAI una tecnologia che possa sostituire dei bei libri, l'ultimo che ho preso (o meglio l'ultimo che mi è arrivato poi ne ho preso un altro e deve ancora arrivare) è CCCP un meraviglioso libro fotografico sulle architetture brutaliste dell'ex unione sovietica, un libro sicuramente molto di nicchia ma che non avrei MAI comprato in versione digitale, ma neanche per sogno. Adesso ne ho ordinato uno sulla fotografia di Kubrick, l'avrei mai comprato digitale? No, ma scherziamo?
Ogni tanto compro casabella (ricordo che nonostante il nome sembri poco autorevole è una delle riviste di architettura più autorevoli in assoluto) anche se ormai sempre più raramente (perché non ho tempo e se è per sfogliare senza leggere non lo compro neanche), e nonostante mi pare proprio che ci sia anche la versione digitale lo prendo cartaceo del resto che cosa me ne faccio di una rivista digitale? dov'è la carta da sfogliare? dov'è il mio momento di pausa per leggere casabella svaccato sul divano, lontano da diavolerie elettroniche e senza nessuno che rompe i c..ni?

QUOTE(pes084k1 @ Jan 13 2016, 01:29 PM) *
Simpatici i grafici, ma una "correlazione" non è una "legge" o modello, cosa dimenticata dagli economisti, per esempio. Nel primo grafico, la nozione sottostante è che il numero di incidenti è proporzionale alla circolazione e quindi al consumo-importazione di carburanti, nel secondo che esiste un disagio comune che si sfoga (con una certa propensione di scelta) distruttivamente nel suicidio o costruttivamente (?!) nel prendersi un animale domestico. Stiamo misurando features correlate, magari del breve con "elasticità", ma ovviamente non soggette a generalizzazione, anche se utili per la "predizione" a breve termine.
La crisi è stata causata dalla rottura degli ingranaggi tra il mondo finanziario (guasto) e quello produttivo (che non si è visto arrivare fondi, ma tante tasse), ce ne saremmo accorti comunque. Certo, se tutto fosse avvenuto in camera caritatis, gli effetti di amplificazione da panico sarebbero stati ridotti. In genere Cassandre e mugugnatori sono altamente pericolosi con i forum. Un tempo, i disfattisti venivano fucilati, i depressi emarginati, oggi parlano, parlano... e goccia dopo goccia creano paure pericolose negli altri.
In passato nessuno dubitava che su azioni e obbligazioni di potesse (e qualche volta si dovesse) perdere, ci hanno fatto film famosi o divertenti, tanti si sono suididati, ma oggi tanti stanno così impauriti e attaccati al soldo che qualsiasi refolo d'aria li terrorizza e nessuno vuole investire in un'industriola o altro.

A presto telefono.gif

Presto


Questa volta sono d'accordo con te, ma devi ammettere che quei grafici fanno ridere, sopratto quello degli animali e i suicidi, letto nel modo sbagliato è davvero spassoso.
giampal
In passato nessuno dubitava che su azioni e obbligazioni di potesse (e qualche volta si dovesse) perdere, ci hanno fatto film famosi o divertenti, tanti si sono suididati, ma oggi tanti stanno così impauriti e attaccati al soldo che qualsiasi refolo d'aria li terrorizza e nessuno vuole investire in un'industriola o altro.

A presto telefono.gif

Presto
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I rischi di borsa di un tempo veramente erano limitati in massima parte all'azionario (e riferiti a fondi di magazzino di qualche "affarista", escludendo ovviamente l'andamento del mercato nelle sua fasi di bello e brutto tempo), potendo operare per di più solo sulle borse nazionali (o addirittura locali), abbastanza gestibili visto che le relative notizie erano più a portata di mano. Il comparto obbligazionario al 99% era immune da rischi, pur comprendendo le obbligazioni convertibili che cominciavano ad affacciarsi sul mercato, non per niente tecnicamente veniva chiamato "reddito fisso". Certamente anche allora esistevano le fregature, come ci sono sempre state anche al di fuori della borsa. Oggi, nella globalizzazione del mercato -compreso quello del denaro- in presenza di un'operatività tecnicamente a tanti sconosciuta (per norme d'accesso, tipo di contratti, tempistiche e modalità esecutive), alla quale si sono affiancate novità ideate dalla cosiddetta finanza creativa, sarebbe logico non entrare in borsa con la massima disinvoltura come invece spesso avviene, ed ecco poi un web costellato dalle voci dei tanti rimasti scottati.
Giampaolo
togusa
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 14 2016, 01:16 AM) *
Secondo me non esisterà MAI una tecnologia che possa sostituire dei bei libri



Questa affermazione suona più o meno come quella che recitava "640kb di memoria sono più che sufficienti per chiunque", oppure una qualsiasi di queste altre affermazioni più o meno famose: http://nuovoeutile.it/il-senno-di-poi-e-la-sicumera/
buzz
QUOTE(nikosimone @ Jan 13 2016, 12:34 PM) *
io ho una mia idea in proposito: l'abbattimento dei costi di produzione ha distrutto la figura dell'editore.

la metto giù in modo molto brutale e veloce, il discorso sarebbe più ampio e complesso, però poi ci annoiamo.

quando i costi di produzione erano alti, qualsiasi editore (di film, musica, libri, giornali...) doveva essere abbastanza sicuro della qualità del prodotto che avrebbe immesso sul mercato altrimenti avrebbe preso una sonora legnata e sarebbe fallito.

l'asticella era alta, un acquirente poteva scegliere anche solo sulla base della fiducia e della linea editoriale di questa o quella casa di produzione.

adesso invece, con i costi di produzione bassissimi si è deciso di "lasciar fare al mercato", qualsiasi schifezza viene prodotta e lanciata sul mercato: se funziona bene, altrimenti pazienza visto che il break even point è enormemente più basso di prima.

e su questa stessa linea si appiattiscono anche tutti i vari talent show di canto, ballo, e tutto il resto.


Sono d'accordo con te in tutto, ma redo che per qualcosa ci sia di più:
Con l'abbattimento dei costi CHIUNQUE può improvvisarsi qualcosa, per cui il prodotto finito perde spesso in qualità.
Ma questo prescinde dalla crisi. Diciamo che in periodi come questo, la crisi incoraggia più persone a trovare metodi di guadagno alternativi, ma questo, da solo, non è tutto.
La crisi è molto più complessa di quello che sembra.
Come ha detto qualcuno, non tutti i settori sono in crisi. La melefonia per fare un esempio... la gente rinuncia a mangiare, a vestirsi ma compra l'ultimo modello.
Diciamo che 40 anni fa non esistevano dei capitoli di spesa non indifferente nel paniere della famiglia comune.
Per esempio: abbonamento sky, 3 abbonamenti telefonino, abbonamento internet, spesa per rinnovare l'elettrodomestico più costoso, ovvero il PC.
Per quanto le conquiste sindacali ti aumentino lo stipendio, tra stato sempre più avido di denaro, e "vizi" nuovi si deve per forza rinunciare a qualcosa di cui si usufruiva prima.
allora sky mette in crisi l'industria del cinema, il cell quella dello svago, la gente rinuncia al turismo, al ristorante (ma mica tanto!) insomma, senza fare statistiche, cifre o esempi che sono sotto gli occhi di tutti, ci siamo impoveriti tutti pur mantenendo lo stesso reddito o averlo addirittura incrementato.
a questo aggiungiamo le crisi serie dei settori, la gente che perde il lavoro, i pensionati sempre più tardivi, gli esodati, gli investimenti pilotati a perdere in borsa, e non in ultimo per importanza, il fatto che non siamo più padroni del denaro, e il risultato è questo.
buzz
Poi per restare in tema, la crisi dell'editoria aumenta quando diminuisce il consumo di carta stampata.
io stesso ero un consumatore consumato di riviste di ogni genere.
Ogni mese compravo 3 o 4 riviste solo di fotografia, ma da quando poi ho notato che le notizie erano dappertutto uguali, si parlava solo dell'ultimo modello recensito da questo o quello... si, va bene che le novità sono uguali per tutti, però ci sono anche gli articoli originali!
E allora, visto e considerato che le news le leggi su internet con una settimana minimo di anticipo, le recensioni te le fanno in tutte le salse, e gli articoli didattici li trovi con estrema facilità, allora perché spendere quei 30-40 euro al mese?

quindi in conclusione dovremmo convenire che la crisi dell'editoria non segue i social network, bensì l'evoluzione e diffusione del media alternativo.
riccardobucchino.com
QUOTE(togusa @ Jan 14 2016, 11:47 AM) *
Questa affermazione suona più o meno come quella che recitava "640kb di memoria sono più che sufficienti per chiunque", oppure una qualsiasi di queste altre affermazioni più o meno famose: http://nuovoeutile.it/il-senno-di-poi-e-la-sicumera/


Invece no, se una cosa è bella resta bella nel tempo. Un libro, un buon libro di carta lo possiedi ed è li, nella libreria, funziona quando vai in montagna e non hai la corrente, funziona anche se cambiano il sistema operativo del tuo telefono o del computer perché non vi è alcuna correlazione tra le due cose. Ho letto una vignetta giusto ieri che parlava del videogame fallout 4 "l'istituto è il luogo dove si trovano le più avanzate tecnologie del mondo ma le serrature hanno ancora la chiave" e se sul subito sembra in effetti un assurdo che in un futuro lontano nella struttura più avanzata ci siano ancora le serrature eppure una logica c'è, la serratura meccanica funziona anche se non c'è la corrente. Ci sono alcune cose che non si possono rimpiazzare, si possono affiancare ad altre ma non sostituire in toto, i libri sono tra queste, certo che se parliamo di romanzi li puoi leggere anche su un tablet ma un bel libro è bello anche per il formato, la grafica, la stampa, la carta, la rilegatura, se l'autore mi fa un bellissimo libro quadrato 40x40 e io lo guardo su un tablet 16:9 da 10" tutto lo studio sulla dimensione dei caratteri, delle stampe, sull'impaginazione che deve dare un certo "colpo d'occhio" etc che fine fa? Fanno anche giornali online, che sono uguali al cartaceo ma digitali, quelli non hanno senso di esistere perché è un impaginazione inadatta alla lettura su un dispositivo elettronico ed è basata su esigenze di stampa che in una cosa non stampata non hanno un perché.

nikosimone
e-book e libro cartaceo, per me, non sono alternativi ma complementari.

se sono a casa mia preferisco leggere da un libro cartaceo.
per un viaggio lungo preferisco portarmi il kindle, per uno breve un libro cartaceo.

ad esempio, quando avevo un po' di tempo in più ero un avido consumatore di romanzi, poteva capitare che quando andavo in vacanza dai parenti in due settimane, a Natale, potevo leggere 5 o 6 libri; nelle 3 settimane di Agosto potevano essere anche 8 o 9.
se volevo portarmeli da Milano avevo bisogno di uno zaino (pesante) di soli libri; se volevo comprarli direttamente in loco dovevo scendere a moltissimi compromessi (vista la differente offerta delle librerie) e comunque dovevo riportarmeli su.
con il Kindle ho risolto.

se devo andare fuori per due giorni per lavoro preferisco il libro cartaceo perchè posso portarne anche uno solo e non ho problemi di "esaurimento di batteria" se voglio leggere in aereo o in taxi.


nikosimone
QUOTE(buzz @ Jan 14 2016, 12:09 PM) *
Sono d'accordo con te in tutto, ma redo che per qualcosa ci sia di più:


certo, parlavo solo dell'editoria.

il problema secondario che, a mio avviso, gli editori hanno sottovalutato è che quando l'editore faceva il suo mestiere (e cioé decideva questa cosa si produce, questa no) io potevo comprare anche sulla fiducia.
adesso invece penso che si compri meno di prima ANCHE perchè dopo aver preso parecchie fregature subentra l'atteggiamento "sarà sempre la solita schifezza", e magari anche prodotti che meriterebbero subiscono l'effetto negativo.

tutto questo viene aggravato dalla crescente ignoranza di base.

più uno è ignorante, più necessita di essere istruito e guidato nella scelta.
togusa
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 14 2016, 06:02 PM) *
Invece no, se una cosa è bella resta bella nel tempo. Un libro, un buon libro di carta lo possiedi ed è li, nella libreria, funziona quando vai in montagna e non hai la corrente, funziona anche se cambiano il sistema operativo del tuo telefono o del computer perché non vi è alcuna correlazione tra le due cose.[...]




Guarda che stai sbagliando di nuovo.
Stai ragionando di tecnologie future, ancora lontane dal venire, usando come metro di giudizio la tecnologia esistente... e la mentalità esistente.

Ad esempio... volendo spingere la fantasia a livelli astratti, io mi immagino un futuro in cui un libro, non sarà altro che un oggetto monolitico, senza alimentazione (perché autoalimentato dalla luce ambientale), contenente una memoria olografica da decine di petabyte di dati, immagazzinati nella struttura cristallina di un cubo di silicio, inerte alle sollecitazioni esterne e alle radiazioni e che consente di visualizzare queste informazioni sulla superficie esterna, formata da una sostanza (tipo e-ink) con una risoluzione limitata solo dalla dimensione molecolare dello strato di atomi superficiale (quindi praticamente infinita) e con tutte le sfumature di colore consentite dallo spettro visibile per semplice luce ambientale riflessa (esattamente come la carta e le foto stampate).
Un solo "libro" potrebbe contenere tutte le opere di letteratura mai scritte, perché ogni "libro" sarebbe una replica di tutte le biblioteche del mondo, aperte ed accessibili sempre, gratis.

È una folle utopia... oggi, certo.
Più o meno come il volo intercontinentale era una folle utopia, 150 anni fa.
Quindi cosa posso dire.... troviamoci tutti qui tra 150 anni (ma anche molti meno secondo me) e vediamo a che punto saremo.
riccardobucchino.com
QUOTE(togusa @ Jan 14 2016, 06:47 PM) *
Guarda che stai sbagliando di nuovo.
Stai ragionando di tecnologie future, ancora lontane dal venire, usando come metro di giudizio la tecnologia esistente... e la mentalità esistente.

Ad esempio... volendo spingere la fantasia a livelli astratti, io mi immagino un futuro in cui un libro, non sarà altro che un oggetto monolitico, senza alimentazione (perché autoalimentato dalla luce ambientale), contenente una memoria olografica da decine di petabyte di dati, immagazzinati nella struttura cristallina di un cubo di silicio, inerte alle sollecitazioni esterne e alle radiazioni e che consente di visualizzare queste informazioni sulla superficie esterna, formata da una sostanza (tipo e-ink) con una risoluzione limitata solo dalla dimensione molecolare dello strato di atomi superficiale (quindi praticamente infinita) e con tutte le sfumature di colore consentite dallo spettro visibile per semplice luce ambientale riflessa (esattamente come la carta e le foto stampate).
Un solo "libro" potrebbe contenere tutte le opere di letteratura mai scritte, perché ogni "libro" sarebbe una replica di tutte le biblioteche del mondo, aperte ed accessibili sempre, gratis.

È una folle utopia... oggi, certo.
Più o meno come il volo intercontinentale era una folle utopia, 150 anni fa.
Quindi cosa posso dire.... troviamoci tutti qui tra 150 anni (ma anche molti meno secondo me) e vediamo a che punto saremo.


Ma quanto è grande? come un romanzo e quindi è inadatto per vedere libri di fotografia o come uno di fotografia ed è inadatto per leggere un romanzo?
E' come dire "in futuro tutte le auto voleranno" ma noi già oggi sappiamo che la ruota è estremamente efficiente e che il veicolo più efficiente in assoluto non è l'auto, non è l'aereo, non è la nave, è la bicicletta e che dalla sua invenzione ad oggi nessun altro veicolo ha raggiunto lo stesso livello di efficienza, il rapporto spostamento/energia utilizzata è eccezionale. Con questo cosa voglio dire, voglio dire che quando le auto leviteranno da terra e voleranno a 150 km/s ci sarà ancora spazio per la bicicletta perché è efficiente, economica e divertente, l'uomo avrà ancora bisogno della soddisfazione che da muovere un veicolo con la sola forza dei suoi muscoli come del resto c'è chi nonostante esista la bicicletta corre ancora a piedi, chi scala la montagna nonostante ci sia la funivia, chi compra le foto con il denaro nonostante tanti le regalino in cambio di "visibilità".
togusa
QUOTE(riccardobucchino.com @ Jan 15 2016, 12:27 PM) *
Ma quanto è grande? come un romanzo e quindi è inadatto per vedere libri di fotografia o come uno di fotografia ed è inadatto per leggere un romanzo?



Quindi l'unica critica alla mia ipotesi è... sulle dimensioni?
Se così fosse, basterebbe averne due: uno per i romanzi e uno per i libri di foto.
Oppure semplicemente, uno solo che si piega in due o in quattro, quando non mi serve la dimensione intera.
nikosimone
QUOTE(togusa @ Jan 15 2016, 01:58 PM) *
Quindi l'unica critica alla mia ipotesi è... sulle dimensioni?
Se così fosse, basterebbe averne due: uno per i romanzi e uno per i libri di foto.
Oppure semplicemente, uno solo che si piega in due o in quattro, quando non mi serve la dimensione intera.


ma perchè mai?
se dovesse essere un ologramma può anche essere semplicemente una app del telefonino, accanto all'obiettivo ci mettono pure il proiettore 3D e poi scegli tu quanto grande deve essere l'ologramma messicano.gif
togusa
QUOTE(nikosimone @ Jan 15 2016, 02:24 PM) *
ma perchè mai?
se dovesse essere un ologramma può anche essere semplicemente una app del telefonino, accanto all'obiettivo ci mettono pure il proiettore 3D e poi scegli tu quanto grande deve essere l'ologramma messicano.gif



Nessun ologramma.
Un ologramma è luce proiettata, quindi il contrasto sarebbe dipendente dalla luce ambientale.
Vedere un ologramma sotto al sole sarebbe impensabile e richiederebbe un'alimentazione maggiore.

Un oggetto materiale invece... solido... statico... avrebbe lo stesso "look & feel" di un libro, o di una foto.
Come gli e-reader, vivrebbe "di luce riflessa", in tutti i sensi, per l'alimentazione e per la visualizzazione.
Inoltre, pensado ai materiali, io lo studierei sottoforma di una lastra monolitica di ceramica super resistente, formato circa A4, sottile qualche millimetro, per dare spessore e rigidità sufficienti.



....Ma non staremo divagando un po'?
riccardobucchino.com
QUOTE(togusa @ Jan 15 2016, 01:58 PM) *
Quindi l'unica critica alla mia ipotesi è... sulle dimensioni?
Se così fosse, basterebbe averne due: uno per i romanzi e uno per i libri di foto.
Oppure semplicemente, uno solo che si piega in due o in quattro, quando non mi serve la dimensione intera.


Perché 2 e non 500 mila di altrettante dimensioni e formati differenti?
Ma non è più semplice farli di carta? Se ne venderanno sempre meno bei libri ma quelli che faranno saranno bellissimi dedicati ad un pubblico di nicchia che apprezza la carta stampata.

QUOTE(togusa @ Jan 15 2016, 03:51 PM) *
Un oggetto materiale invece... solido... statico... avrebbe lo stesso "look & feel" di un libro, o di una foto.


Perché uno dovrebbe volere una cosa che sembra un libro quando può avere un libro, è come la bistecca di soia, se voglio mangiare la bistecca la prendo di manzo, di maiale, tacchino, cervo, ratto di fogna o di quello che voglio, se voglio mangiare la soia mangio la soia non ha senso fare una bistecca di soia tanto quanto non ha senso prendere della carne e dargli la forma di un fagiolo di soia e venderla per "soia di manzo", un po' di buon senso, se voglio leggere un libro leggo un libro, se voglio leggere del testo su un monitor o e.ink leggo sul monitor/e-ink, se voglio una bistecca mangio una bistecca se voglio la soia mangio la soia.

QUOTE(togusa @ Jan 15 2016, 03:51 PM) *
....Ma non staremo divagando un po'?


No, non credo proprio, chi ti ha messo in testa questa fesseria? smile.gif
newlearn
Il titolo mi ha fatto immaginare i bambini di 10 anni che vogliono fare gli youtuber da grandi.
nikosimone
QUOTE(togusa @ Jan 15 2016, 03:51 PM) *
Nessun ologramma.
Un ologramma è luce proiettata, quindi il contrasto sarebbe dipendente dalla luce ambientale.
Vedere un ologramma sotto al sole sarebbe impensabile e richiederebbe un'alimentazione maggiore.


Beh, adesso sei tu a ragionare con la tecnologia disponibile ora e non con quella futuribile da qui a 30 anni 😉
togusa
Come vedi è facile "cascarci".
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