QUOTE(fotoland @ Jul 1 2006, 10:17 AM)
Infatti, questo tipo di messa a fuoco, distrae nella visione dell'immagine. In questo caso se il soggetto, si girava, con lo sguardo perfettamente parallelo al punto di ripresa, la lettura della foto, si concentrava sugli occhi.
Antonio ti saluto, saluto anche Roberto.
Ciao
Mi sono reso conto che, detta così, sembra assurda, se non si aggiungono due considerazioni.
Se tagliassimo il volto con il piano di messa a fuoco ci renderemmo conto che le zone di messa a fuoco distinte sono quasi inevitabili appena il piano si allontana dal punto del soggetto più vicino alla fotocamera.
Queste, oltre tutto, diventano sempre più distanti tra loro man mano che il punto di messa a fuoco retrocede, da cui il fuoco a macchia di leopardo è molto più evidente se a fuoco viene messo l'occhio lontano.
Ma se il problema è endemico e non si può evitare, si dovrebbe potrebbe provare a minimizzarne gli effetti.
Gli effetti sono massimi quando le superfici a fuoco formano un angolo di incidenza piccolo col piano di messa a fuoco. Diventano minimi quando la superficie a fuoco è perpendicolare.
In questo caso, la zona della barba, ha un angolo di incidenza medio direi, ma sufficiente ad esporre una visibile zona contigua di fuoco.
Secondo aspetto, forse anche più importante.
Cosa c'è nelle zone a fuoco?
Sfortunatissimo Robyt, ti sei beccato dei veri e propri rivelatori di messa a fuoco, peli scuri su volto chiaro.
Il buon taras, la prossima volta, è pregato di sbarbarsi a dovere.
Un liscio volto femminile, probabilmente, non avrebbe dato un effetto evidente.
Aricciao.
Antonio
PS
Mamma mia, mi sa che non oserò mai azzardare un ritratto col 50ino