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Pagine: 1, 2
_Annalisa_
Leggo spesso :

' questa foto è banale'
' il rischio di cadere nel banale'


ma cos'è la banalità ?
cosa determina che una foto sia banale e una originale ?
Esiste una regolamentazione fissa in fotografia che ci fa analizzare una foto ? Tipo 2+2 fa sempre 4 ?

A volte credo che si confonda la banalità con la semplicità di uno scatto.

Uno scatto, non puo' essere bello, curato, piacevole anche se è 'banale' ?
E se fosse solo 'semplice' ? E se nella sua 'semplicità' fosse + bello e profondo di una foto 'originale' ? hmmm.gif

E' una domanda che mi pongo da quando fotografo ... a chi va di dirmi la sua ....
Franz
Non è facile rispondere a questa domanda Anna... hai ragione sul fatto che a volte si confonda la banalità con la semplicità o con il "già visto".
Credo sia una cosa molto soggettiva in alcuni casi.

Lorenzo
Felix B.
QUOTE(_Annalisa_ @ May 24 2006, 07:46 AM)

Esiste una regolamentazione fissa in fotografia che ci fa analizzare una foto ? Tipo 2+2 fa sempre 4 ?

*



Anche se si tenta d'incanalare tutto in regole, la mia risposta e' decisa e secca NO. Solo la tua esperienza e grado culturale ti potra' aiutare nelll'analisi di giudizio di una bella foto......ma per fortuna che le belle immagini parlano un linguaggio universale e difficilmente incontrano analfabeti. wink.gif

Felice


Fabio Pianigiani
L'etimologia recita:
Banale: comune, ordinario, che non si distingue dagli altri per qualità specifiche.

Di conseguenza basta che un'immagine trasmetta una qualsiasi emozione in base ad una qualità specifica, perché questa non risulti banale.

E la qualità specifica di un'immagine può spaziare dall'orrore che può suscitare ... alla curiosità ... alla semplicità e gradevolezza.

Quindi se accettiamo l'assioma semplicità = qualità specifica otterremo che semplice non è banale.

Sempre secondo me naturalmente ...
Gattestro
Come già detto con altre parole, la banalità è negli occhi di chi guarda.
Non me ne preoccuperei più di tanto. wink.gif
_Annalisa_
quindi secondo questo ragionamento cio' che è banale è completamente 'soggettivo'. Quindi se qualcuno mi dice : questa foto è banale, chiunque esso sia, è comunque un dato puramente soggettivo ? Allora la 'banalita'' intesa come 'dato di fatto' dell'analisi complessiva di una foto non esiste ? e comunque Fabio non credi che l'intervallo tra banalità e semplicità è molto sottile ?
ludofox
Quotando pari pari le parole di Fabio, aggiungo anche che il termine 'banale' è spesso usato a sproposito.
Spesso è un modo semplice e sufficentemente criptico per dire: "...Non ho gli strumenti per commentare questa foto".
Spesso ci si nasconde dietro questo termine per dire: "...Io l'avrei fatta meglio".

In sostanza significa 'già visto'.
Bhè, ...difficile realizzare un'immagine inedita. Si è fatografato tutto.
L'importante è metterci un pizzico della nostra personalità e allora la banalità, come d'incanto, svanirà nel nulla.

Diffidate del termine 'banale'! biggrin.gif
_Nico_
QUOTE(ludofox @ May 24 2006, 09:02 AM)
In sostanza significa 'già visto'...

Esatto. Talvolta (spesso) il termine "banale" indica che chi lo pronuncia ha già visto parecchie cose analoghe, e dunque ritiene ripetitivo ciò che sta vedendo...

Credo però ci sia una grande differenza con la semplicità. La banalità è sinonimo di noia (per chi usa il termine), mentre la semplicità disarma, e talvolta sorprende. La semplicità è molto difficile da raggiungere... smile.gif
blu_nova
QUOTE(_Annalisa_ @ May 24 2006, 08:00 AM)
quindi secondo questo ragionamento cio' che è banale è completamente 'soggettivo'. Quindi se qualcuno mi dice : questa foto è banale, chiunque esso sia, è comunque un dato puramente soggettivo ? Allora la 'banalita'' intesa come 'dato di fatto' dell'analisi complessiva di una foto non esiste ? e comunque Fabio non credi che l'intervallo tra banalità e semplicità è molto sottile ?
*



bella osservazione Annalisa! Pollice.gif si sente e si legge spesso questo genere di giudizio riguardo certe immagini......
Fabio Pianigiani
QUOTE(_Annalisa_ @ May 24 2006, 09:00 AM)
...
Allora la 'banalita'' intesa come 'dato di fatto' dell'analisi complessiva di una foto non esiste ? e comunque Fabio non credi che l'intervallo tra banalità e semplicità è molto sottile ?
*


Come dice Ludovico il termine banale è una semplicizzazione di un concetto più ampio, che meriterebbe essere argomentato. Pena divenire esso stesso (il giudizio) banale.

Spesso infatti è banale l'approccio che abbiamo nel guardare (*) un'immagine.
E questo approccio varia secondo il nostro stato d'animo ... la disposizione nel momento.
Quindi il confine tra banale e semplice è soggettivo, in costante movimento ed è indefinibile con parametri certi.
Un po' come stabilire l'esatto confine tra il mare e la terra osservando l'onda che si allunga e si ritrae sulla riva ... (A. Baricco "Oceano Mare").

(*) e qui potermmo discutere anche sulla differenza tra il guardare ed il vedere ...
Fabio Pianigiani
La sposto in "Temi" ... wink.gif
marcelus
-banale è una foto del "solito" tramonto
-banale è la foto del "solito" bimbo con gli occhiali da sole

ma banale x chi?

no certo x chi ha realizzato quello scatto, cercando di fermare delle emozioni sue.
il banale è negli occhi di chi guarda, e di conseguenza è molto personale, per cui cio che per me è banale x un altro non lo sarà.

se banale è sinonimo di già visto e quindi di inflazionato, potrei dire che per me lo s-l di ludofox è banale Fulmine.gif , sempre uguale, o anche i ritratti di sergio pivetta potrebbero essere banali ....sempre gli stessi. Fulmine.gif

sono convinto che se facessi delle simili affermazioni, tutto il forum, e non solo, sottoscriverebbe la petizione x introdurre la pena capitale nei miei confronti.

quindi si può sicuramente affremare che il banale in fotografia non esiste, essendo un parametro molto personale, e quindi non definibile in parametri.

se ciò non fosse vero, invito a definire i parametri oggettivi di una foto banale.

chiedo umilmente perdono ai signori ludofox e pivetta, per averli indegnamente scomodati. guru.gif
IgorDR
Ho vissuto per un po' di anni a Pisa e ho chiarissimo cosa sia una foto banale: basta che ti fai un giro a Piazza dei Miracoli e troverai costantemente moltitudini di turisti che fanno tutti la stessa foto: quella dove sembra che di profilo reggano con la mano la torre pendente. biggrin.gif
marcelus
ti assicuro che se andassi a pisa la farei pure io....ma con il 12-24 biggrin.gif

e per me non sarebbe niente di banale, ma il felicissimo ricordo di un momento della mia vita.

sapessi quante foto "banali" mi sono portato dietro dalla norvegia.....eppure quando le riguardo dopo un pò di tempo l'unica impressione che non suscitano in me è proprio il banale
Fabio Pianigiani
QUOTE(IgorDR @ May 24 2006, 10:03 AM)
Ho vissuto per un po' di anni a Pisa e ho chiarissimo cosa sia una foto banale: basta che ti fai un giro a Piazza dei Miracoli e troverai costantemente moltitudini di turisti che fanno tutti la stessa foto: quella dove sembra che di profilo reggano con la mano la torre pendente. biggrin.gif
*



Per loro è un momento unico ... irripetibile per i più.
Una testimonianza ... insignificante per noi ... fortemente evocativa nel tempo ed emotiva per loro.
Ci mettono pure attenzione nel realizzarla (ero a Pisa in Normale martedì scorso e ho fatto un giretto) ... perizia nel posizionare il soggetto in modo coerente all'effetto che vogliono raggiungere.
Guardandoli arrancare sotto gli zaini ... ho pensato proprio a questo argomento.
IgorDR
Va beh lo confesso, la prima volta che sono andato a Pisa... ebbene sì l'ho fatta anche io... però possiamo pure discutere sulla sua banalità , ma non sicuramente sull'originalità. Fotocamera.gif
Fabio Pianigiani
E qui possiamo dire che ci sia del vero:

Originale: che è interamente nuovo, che non ripete cose o esperienze già proprie di altri.

Nel caso della Torre di Pisa , e non solo, questa situazione non si verifica.

Quindi dovendo "etichettare" per forza un'immagine del genere possiamo dire che non è concettualmente originale.
miz
QUOTE(kurtz @ May 24 2006, 10:30 AM)
E qui possiamo dire che ci sia del vero:

Originale: che è interamente nuovo, che non ripete cose o esperienze già proprie di altri.

Nel caso della Torre di Pisa , e non solo, questa situazione non si verifica.

Quindi dovendo "etichettare" per forza un'immagine del genere possiamo dire che non è concettualmente originale.
*



Fabio, è abbastanza soggettivo anche il concetto di originale secondo me.
Può non essere originale la scena, o meglio gli elementi che entrano in quella scena (la Torre e il turista che la regge, per rimanere nel teme Pisa), ma anche una foto della Torre di Pisa può essere originale, nonostante ripeta cose o esperienze già proprie di altri.
Ricordo una delle mie prime lezioni alla Facoltà di Architettura (si parla del neolitico... biggrin.gif ); il professore ci diceva una cosa oramai scontata: non esiste più il progetto assolutamente originale, esiste la capacità di leggere, studiare ed imitare i Maestri. Se la mia interpretazione di un evento esprime emozioni diverse dal solito, se vuole raccontare qualcosa di nuovo, se comunque ha la forza di emozionare me o gli altri, io lo considero non banale e anche originale, nonostante sia costruito con mezzi noti e acquisiti nell'esperienza della maggioranza degli esseri umani.
francesco.p
QUOTE(IgorDR @ May 24 2006, 10:03 AM)
Ho vissuto per un po' di anni a Pisa e ho chiarissimo cosa sia una foto banale: basta che ti fai un giro a Piazza dei Miracoli e troverai costantemente moltitudini di turisti che fanno tutti la stessa foto: quella dove sembra che di profilo reggano con la mano la torre pendente. biggrin.gif
*



La celeberrima foto della torre sorretta dal turista a rigore rientrerebbe nella definizione di "luogo comune" (cfr. Progresso Fotografico Serie oro n°2) come anche la solita foto di piazza San Marco a Venezia o del Duomo di Milano.

Comunque credo che vada distinto il banale dal luogo comune, dato che un luogo comune potrebbe non essere necessariamente banale (purtroppo non ho esempi per suffragare questa tesi... unsure.gif )
PAS
QUOTE(_Annalisa_ @ May 24 2006, 09:00 AM)
quindi secondo questo ragionamento cio' che è banale è completamente 'soggettivo'?
.....
*



Dire che la sensazione di banalità è puramente soggettiva mi sembra un po’ limitativo.
Le sensazioni che scaturiscono dalla visione di un’immagine, come tutto ciò che sollecita la sfera emotiva, è frutto di meccanismi un po’ più complessi in cui concorrono sia fattori soggettivi che oggettivi relativi ad un certo contesto culturale.

Semplificando:

-chi ha fatto la foto, non è riuscito ad inserire elementi di novità rispetto ai riferimenti del contesto culturale in cui opera e si propone.

-chi osserva la foto non ha, per vari motivi, il background necessario per coglierne gli elementi di originalità

Probabilmente queste due componenti sono entrambe presenti, in varia misura, a determinare la sensazione di “banale”

Lucabeer
QUOTE(IgorDR @ May 24 2006, 10:03 AM)
Ho vissuto per un po' di anni a Pisa e ho chiarissimo cosa sia una foto banale: basta che ti fai un giro a Piazza dei Miracoli e troverai costantemente moltitudini di turisti che fanno tutti la stessa foto: quella dove sembra che di profilo reggano con la mano la torre pendente. biggrin.gif
*



Ottimo, allora quando ci andrò (devo andare a trovare un'amica) so già che NON farò uno scatto così banale... ne avevo in mente uno decisamente più malizioso! wink.gif
_Annalisa_
grazie dell'adesione a questa mia domanda .... a volte mi innervosivo a vedere foto 'semplici e spontanee' che nella loro semplicità aprivano porte maestose .... essere definite 'banali' . Anche cio' che all'apparenza sembra banale ( un monumento iper fotografato come la torre di Pisa ) puo' essere raffigurato con un emozione personale ... praticamente definire banale una foto puo' essere definire banale un sentimento ? Esiste la banalità in un sentimento ? Io credo di no. Ogni sentimento è importante. E secondo voi, il termine banale è 'offensivo' ? O puo' essere interpretato come 'non originale' e basta ? e cioè non 'unico' ?
ludofox
Attenzione però.
Qui si entra in un campo troppo soggettivo.
Vi sono due aspetti nelle immagini: Una valenza pubblica ed una privata.

La foto ricordo della torre di Pisa può avere una forte valenza privata. Le emozioni del momento, il bel ricordo di un week-end, la compagnia, i profumi, i suoni tornano a galla osservando una foto. Ma non possono dare nessun contributo ad un osservatore che non abbia vissuto il particolare momento dello scatto.

Occorre sempre tener presente questo aspetto.
Occorre sforzarsi di giudicare la propria foto, come se non fossimo l'autore.

Sennò, si rischia di torturare gli amici, al ritorno dalle vacanze, con la proiezione di una serie di tramonti tutti uguali biggrin.gif
_Annalisa_
quindi riassumendo nel 'giudizio' di 1 foto bisogna sempre togliere il sentimento o l'emozione che ce l'hanno fatta scattare ? e quindi togliere alla foto la parte + grande, e cioè l'emozione di chi l'ha scattata ? quindi è + importante la 'valenza' pubblica ( che gli altri danno senza sapere con che spirito l'autore ha scattato la foto ) che quella stessa del fotografo ?
photoflavio
QUOTE(ludofox @ May 24 2006, 12:53 PM)
Attenzione però.
Qui si entra in un campo troppo soggettivo.
Vi sono due aspetti nelle immagini: Una valenza pubblica ed una privata.
*

Leggendo tutta la discussione stavo maturando una mia idea e, proprio nell'ultimo intervento di Ludovico trovo sintetizzati in poche parole i miei stessi pensieri.

In funzione della chiave di lettura dell'immagine, pubblica o privata, chi ha scattato dovrebbe saper analizzare criticamente lo scatto prima di proporlo.
Se lo scatto della torre di Pisa è per me unico ed irripetibile, emozionalmente pieno di significati e ricordi personali, ma se riconosco già da me che si tratta di uno scatto per gli altri "banale" o "poco originale", lo conservo nell'album personale dei ricordi... (evitando il probabile giudizio di "banalità" dello scatto).
Se lo scatto della torre è stato da me interpretato in un modo nuovo, se sono riuscito ad introdurre un elemento interessante o di novità, potrò proporlo serenamente senza aver paura di vederlo giudicato come "banale".

Proprio come per il discorso delle foto da far vedere agli amici al ritorno delle ferie wink.gif


PAS
QUOTE(ludofox @ May 24 2006, 12:53 PM)
Attenzione però.
Qui si entra in un campo troppo soggettivo.
Vi sono due aspetti nelle immagini: Una valenza pubblica ed una privata.
.....
*



Certo in chi non ha condiviso con l’autore il momento dello scatto, l’immagine non può evocare quel particolare contesto emotivo. In genere però, per associazione, la stessa immagine può richiamare nostri ricordi e sensazioni che con essa hanno affinità.
Questo meccanismo fa sfumare la separazione che fai tra la “valenza pubblica e privata” che non penso sia così netta e che impedisce di eliminare completamente dal giudizio la componente soggettiva.
A meno di non riuscire a valutare l’immagine in modo rigorosamente tecnico secondo canoni e regole più o meno consolidate. Ritengo però che limitandosi a questo tipo di valutazione si trascuri gran parte di ciò che può darci la fotografia.
smile.gif
wal
QUOTE(ludofox @ May 24 2006, 08:02 AM)
.

In sostanza significa 'già visto'.
Bhè, ...difficile realizzare un'immagine inedita. Si è fatografato tutto.
L'importante è metterci un pizzico della nostra personalità e allora la banalità, come d'incanto, svanirà nel nulla.

Diffidate del termine 'banale'! biggrin.gif
*



Sono solo di accordo in parte, non penso per niente che si a fotografato tutto,
penso che si può ampliare il termino Personalità per Identità,
e che in quel punto la banalità non a nessuna possibilità.
perche chi puo dire o valutare quelo che idedentico a me? con absoluta certezza

QUI si possono aprire una serie di domande quasi infinite
walter
_Annalisa_
Io credo che la parte + bella nell'interpretazione di una foto sia quello che l'autore ha vissuto e passato a noi tramite lo scatto. Si ci sono scatti che facciamo e che sono evocativi unicamente per chi scatta, ma non credo che per questo debbano venire scartati 'al giudizio pubblico'. C'è chi potrebbe andare oltre la pura e semplice estetica della foto e percepire quello che l'autore ha provato nello scattarla. Non credete ?
Fabio Pianigiani
QUOTE(ludofox @ May 24 2006, 12:53 PM)
...
La foto ricordo della torre di Pisa può avere una forte valenza privata.
...
*


Quindi possiamo abolire il termine improprio "banale" per usare il più appropiato "poco originale" ... hmmm.gif
Partendo dal presupposto che una certa onestà intellettuale, mi faccia riconoscere un mio scatto non originale appunto, ma sicuramente significativo almeno per me.

QUOTE(_Annalisa_ @ May 24 2006, 01:29 PM)
quindi riassumendo nel 'giudizio' di 1 foto bisogna sempre togliere il sentimento o l'emozione che ce l'hanno fatta scattare ? e quindi togliere alla foto la parte + grande, e cioè l'emozione di chi l'ha scattata ? quindi è + importante la 'valenza' pubblica ( che gli altri danno senza sapere con che spirito l'autore ha scattato la foto ) che quella stessa del fotografo ?
*


Onestamente anche se ci provo, nel giudicare una mia foto non mi è possibile scinderla dal lato emotivo che mi ha indotto a scattarla.
Da qui la discrepanza tra la valenza privata e quella pubblica.
Mai successo che, presentando alcune vostre foto, quella che è piaciuta di più agli altri, non fosse la vostra preferita?
_Annalisa_
QUOTE(kurtz @ May 24 2006, 01:40 PM)
Onestamente anche se ci provo, nel giudicare una mia foto non mi è possibile scinderla dal lato emotivo che mi ha indotto a scattarla.
Da qui la discrepanza tra la valenza privata e quella pubblica.
Mai successo che, presentando alcune vostre foto, quella che è piaciuta di più agli altri, non fosse la vostra preferita?
*



Infatti ... volevo dire una cosa simile ... e poi mi chiedo : se anche fossimo capaci di scindere sarebbe giusto farlo ? Al di là di tutto, non è anche l'emozione che si richiede a un fotografo ?
photoflavio
QUOTE(_Annalisa_ @ May 24 2006, 01:36 PM)
Io credo che la parte + bella nell'interpretazione di una foto sia quello che l'autore ha vissuto e passato a noi tramite lo scatto. Si ci sono scatti che facciamo e che sono evocativi unicamente per chi scatta, ma non credo che per questo debbano venire scartati 'al giudizio pubblico'. C'è chi potrebbe andare oltre la pura e semplice estetica della foto e percepire quello che l'autore ha provato nello scattarla. Non credete ?
*


Potresti aver ragione, ma non in senso assoluto... dipende dal caso.
Tornando all'esempio della torre, ci saranno - come dicevo - immagini che sapranno trasmettere qualcosa di nuovo... o comunque trasmettere qualcosa. Ed immagini talmente uguali, talmente ovvie, talmente "già viste" e talmente "scattate con poca convinzione" tanto per avere un ricordo, che in tutta onestà l'autore stesso dovrebbe o potrebbe evitare di sottoporre alla pubblica attenzione cool.gif
_Annalisa_
Beh in 'sentimento' il non nuovo non esiste.

Quanti raffigurano l'amore ? eppure non è un sentimento 'nuovo' ... il tutto sta in come riusciamo a trasferirlo no ? Non al fatto che sia un sentimento 'comune'.
ludofox
Nell'eccesso di sintesi si rischia, proprio malgrado, di schematizzare troppo.

Non volevo dire che il giudizio tecnico deve prevalere su quello emotivo.
Solo ho voluto sottolineare che anche le emozioni ed i sentimenti comunicati da un'immagine hanno valenza pubblica oppure strettamente privata.

Poi, su labile confine, ovviamente sono d'accordo.
_Nico_
Ludovico sta ponendo dei paletti quanto mai opportuni alla discussione... Pollice.gif

Non solo bisogna distinguere la valenza privata dell'immagine dalla pubblica, ma credo sia opportuno ricordare che i sentimenti, in sé, non bastano a far foto, quadri, articoli, romanzi, e così via. A Degas che gli diceva di voler scrivere poesie perché aveva dei sentimenti, Verlaine rispondeva: "Maestro, le poesie non si fanno coi sentimenti, ma con le parole"...

Il punto, in altri termini, non è provare dei sentimenti (o delle sensazioni), o avere idee, fenomeno che fortunatamente accade a parecchi uomini... smile.gif
Il punto è saperli comunicare. E forse questa è la differenza decisiva tra l'«artista» e l'uomo normale...
IgorDR
QUOTE(_Annalisa_ @ May 24 2006, 01:36 PM)
Io credo che la parte + bella nell'interpretazione di una foto sia quello che l'autore ha vissuto e passato a noi tramite lo scatto. Si ci sono scatti che facciamo e che sono evocativi unicamente per chi scatta, ma non credo che per questo debbano venire scartati 'al giudizio pubblico'. C'è chi potrebbe andare oltre la pura e semplice estetica della foto e percepire quello che l'autore ha provato nello scattarla. Non credete ?
*



E' esattamente così, solo che l'estetica non c'entra nulla.
Cioè ci sono sentimenti che toccano il cuore di tutti, e quelli che toccano solo il fotografo. Per trasmettere le proprie sensazioni agli altri, il primo che deve averle provate è per forza il fotografo, altrimenti la foto sa di finto.
Faccio un esempio: se faccio una foto a mio figlio appena nato, a me la foto potrebbe piacere moltissimo ma agli altri magari non gliene frega niente.
Se vado in India e fotografo un bambino che vive di stenti, magari in una baracca accanto ad una grossa insegna della Coca Cola, questa foto potrebbe toccare il cuore di tutti e magari indurre a molte riflessioni.
Sempre bambini sono, solo che la prima è una dei milioni di foto che ogni minuto i padri scattano ai propri "nuovi eredi", la seconda potrebbe avere invece una velenza globale. La prima, per me è importantissima, la conserverò per sempre, ma, al di fuori del mio ambito famigliare e di amicizie, probabilmente è banale.
PAS
Ponendo ovviamente fuori dalla discussione la “valenza privata” dell’album di famiglia, francamente non riesco a vedere questa demarcazione tra le valenze e soprattutto a dare significato al termine “valenza pubblica” della comunicazione emotiva.

Nel momento in cui si decide di premere il pulsante della fotocamera non ci si pone solo l’obiettivo di comunicare ma anche (o in alcuni casi soprattutto) di fissare una propria emozione.
E cosa c’è di più privato di un’emozione.
L’aspetto poi di riuscire a far trasparire in toto o in parte una sensazione, riguarda la sensibilità e la tecnica del fotografo.
Per trasformare una sensazione in un’emozione, occorre che chi prende visione dell’immagine abbia, nel proprio privato, terreno fertile per questo

Certo, l’immagine può avere “valenza pubblica” per tecnica fotografica, secondo canoni consolidati di valutazione ma la comunicazione emotiva ritengo sia e resti un fatto privato di chi fruisce dell’immagine.
Per fortuna non siamo ancora alla globalizzazione delle emozioni.
smile.gif
_Nico_
Valerio, non so bene cosa sia la "comunicazione emotiva", ma so che c'è da tempo la globalizzazione delle emozioni -e delle idee: proprio grazie al mondo dell'arte... Se certi artisti hanno discreta fama- che so, Michelangelo- è proprio perché riescono con le proprie opere a far vivere sentimenti e idee a persone distanti nello spazio -e nel tempo. È "globalizzazione", a tutti gli effetti... smile.gif
PAS
QUOTE(IgorDR @ May 24 2006, 02:59 PM)
.....
Faccio un esempio: se faccio una foto a mio figlio appena nato, a me la foto potrebbe piacere moltissimo ma agli altri magari non gliene frega niente.
Se vado in India e fotografo un bambino che vive di stenti, magari in una baracca accanto ad una grossa insegna della Coca Cola, questa foto potrebbe toccare il cuore di tutti e magari indurre a molte riflessioni.
Sempre bambini sono, solo che la prima è una dei milioni di foto che ogni minuto i padri scattano ai propri "nuovi eredi", la seconda potrebbe avere invece una velenza globale. La prima, per me è importantissima, la conserverò per sempre, ma, al di fuori del mio ambito famigliare e di amicizie, probabilmente è banale.
*



Questa è la nostra visione occidentale dell’aspetto emotivo.
Se la foto del bambino indiano la mostri ad un suo compagno, probabilmente non vi troverà significati o emozioni particolari mentre altrettanto probabilmente troverà bella e tenera la foto di tuo figlio.
Quindi cosa intendiamo per “valenza globale”?
PAS
Certo Maurizio Pollice.gif
Ma partendo dalla vetta (Michelangelo appunto), imboccando la nostra via laterale della fotografia e visitando fotografi più o meno noti, la “globalizzazione” sfuma in una moltitudine di giudizi sempre più articolati ed a volte non perfettamente in accordo tra loro.
smile.gif
Geipeg
Non si può assolutizzare ciò che per natura è relativo, come è estremamente difficile oggettivare ciò che in realtà è soggettivo.
E in fondo anche ciò che ho appena scritto è banale, risaputo e scontato.
Eppure, tra l'assolutismo totale e il totale soggettivismo ci sono sfumature potenzialmente infinite.
Siamo lontani dal campo della matematica pura quindi non serve stabilire esattamente il quando si passa da un concetto ad un altro, con la giusta dose di flessibilità possiamo arrivare a capire da soli, seppure con limiti e confini sempre un pò diversi (perchè sempre un pò soggettivi appunto), quando qualcosa può essere verosimilmente considerata "banale" e quando no.
Il "già visto", inteso come "molto simile" o "difficilmente distinguibile da" già da solo ci aiuta a orientarci nell'oceano della soggettività emotiva.
Ma da solo non basta.
Bisogna prima chiedersi "rispetto a chi?", "in quale contesto"?
Ogni storia va contestualizzata, esattamente come ogni paese del mondo va considerato rispetto a dei confini, non importa se geografici o politici, senza i quali si cadebbre nel puro caos concettuale e comunicativo.
Quindi la prima operazione da eseguire è "distinguere l'ambito e il pubblico ai quali intendiamo rivolgerci".
Ogni foto scattata da un fotografo è inestricabilmente legata alla sua soggettività e sfera emotiva, non siamo robot che agiscono in totale (ma neanche parziale) sconnessione con le proprie emozioni.
Anche quando scattiamo per lavoro non possiamo fare a meno di interpretare il soggetto commissionato tramite il nostro peculiare modo di "sentire" l'oggetto indicatoci.
Se è dunque vero che in fondo "tutto è soggettivo" non è altrettanto vero che tutto può essere ammesso e oggettivabile.
Se la foto che scatto è puramente personale-affettiva o il semplice ma consapevole esercizio di un gioco, tutto è lecito finchè la foto rimane confinata nella sfera della visione privata.
Ben venga allora la ripetizione soggettiva di inquadrature o soluzioni fotografiche già sfruttati mille volte e in tutte le salse, (per il nostro "Io" ci sarà sempre una netta differenza tra una foto in cui "a sostenere" la torre di Pisa è un estraneo oppure una persona a noi cara se non quando noi stessi) in fondo si impara anche e soprattutto emulando il prossimo.

Se però la foto o il fotografo hanno la pretesa di rivolgersi a un pubblico giudicante, a una giuria o a un concorso con regole e finalità ben precise ed esplicitate, allora va da sè che le cose cambiano e che difficilmente la proposta di scatti fin troppo simili ad altri passati e remoti possa in qualche modo NON essere giudicata banale e perciò stesso scartata.

In altre parole si cade nel banale quando di ha la "pretesa" di proporre qualcosa di nuovo o di emozionare i sensi altrui sfruttando risultati e soluzioni già ottenuti e reiterati da molti altri prima di noi.
Quando cioè si intende spacciare per originale (non importa "quanto" originale) ciò che a tutti gli effetti non lo è più.

Nella visione privata e nella condivisione amichevole, tutto è ovviamente concesso purchè si abbia comunque ben chiara in mente la differenza tra ciò che si è già visto e già fatto milioni di volte e ciò che non lo è.

Nella proposta a un pubblico giudicante (concorso, lavoro su commissione, ricerca del successo) non basta essere consapevoli della differenza di cui sopra ma bisogna anzitutto metterla in pratica nella ricerca attiva di soluzioni sempre nuove o quanto più stimolanti possibili.

Siete d'accordo? messicano.gif


ludofox
Parlando di me ho prima affermato: "...Nell'eccesso di sintesi si rischia, proprio malgrado, di schematizzare troppo."

Certo non si può dire la stessa cosa di te!........... laugh.gif

Caro Geipeg.
Hai ben analizzato il problema.
Hai anche parlato di un pubblico giudicante, di una giuria, di un concorso... Si può andare tranquillamente oltre.
Un pubblico giudicante può essere anche l'amico o il parente se questi non ha partecipato emotivamente allo scatto.
E' sicuramente il Forum: un numero piuttosto alto di persone che osservano (e giudicano) un'immagine volontariamente pubblicata da qualcuno, proprio perché questa possa essere giudicata.
ConteMaxS
Bene, dopo aver letto tutto, ho confermato ancora una volta a me stesso che non ho mai fatto foto banali.

Mica mi atteggio troppo?

Bravi, continuate così.
_Annalisa_
Leggendo le vostre interessantissime risposte mi sorge un altra domanda : fotografiamo per noi stessi o per il giudizio degli altri ? hmmm.gif
boninsegna
Sicuramente molti hanno visto il film "l'attimo fuggente", vi ricordate il saggio che cercava di dare delle regole alla poesia? Non cerchiamo di fare lo stesso con la fotografia.
Una cosa è bella se ci piace ... semplicemente.
Ciao
_Annalisa_
QUOTE(boninsegna @ May 24 2006, 07:49 PM)
Sicuramente molti hanno visto il film "l'attimo fuggente", vi ricordate il saggio che cercava di dare delle regole alla poesia? Non cerchiamo di fare lo stesso con la fotografia.
Una cosa è bella se ci piace ... semplicemente.
Ciao
*



ma allora si fa fotografia per il pubblico applauso o perchè dentro noi stessi vogliamo fare fotografia ? Ho letto in queste pagine 'pubblica valenza' e 'privata valenza' ... non è + importante la privata e poi, in caso, viene la pubblica ? Se no a mio avviso scadiamo in voglia di essere lodati e non voglia di fare fotografia .... sto solo cercando di capire ... per questo pongo questi quesiti ...
ConteMaxS
QUOTE(_Annalisa_ @ May 24 2006, 06:45 PM)
Leggendo le vostre interessantissime risposte mi sorge un altra domanda : fotografiamo per noi stessi o per il giudizio degli altri ?  hmmm.gif
*



ASSOLUTISSIMAMENTE per me stesso e se poi qualcuno approva, gradisce, trova interessante il mio lavoro, ben venga.
E dico sul serio.
boninsegna
QUOTE(_Annalisa_ @ May 24 2006, 06:52 PM)
ma allora si fa fotografia per il pubblico applauso o perchè dentro noi stessi vogliamo fare fotografia ?
*


Dipende cosa ti da piacere
_Annalisa_
QUOTE(boninsegna @ May 24 2006, 07:53 PM)
Dipende cosa ti da piacere
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Non credo. Dipende lo scopo per il quale si fotografa. Se per se stessi o per gli altri ... a mio avviso ( non mi permetto di giudicare, ma è solo un mio parere ) chi fotografa per il pubblico applauso non ama la fotografia, ma ama solo se stesso.
ludofox
QUOTE(boninsegna @ May 24 2006, 07:49 PM)
Sicuramente molti hanno visto il film "l'attimo fuggente", vi ricordate il saggio che cercava di dare delle regole alla poesia? Non cerchiamo di fare lo stesso con la fotografia.
Una cosa è bella se ci piace ... semplicemente.
Ciao
*



No, ...troppo semplice.
Se così fosse, non ci sarebbero gli artisti Universalmente riconoscuti.
Per giudicare ed apprezzare un'opera (che sia una foto, un brano musicale, un romanzo...) occorre avere gli strumenti di analisi nel proprio bagaglio culturale.
Esiste eccome anche un "bello oggettivo".

Se n'è parlato a lungo in una discussione di qualche mese fa.
E molto si è parlato appunto di questo luogo comune.
L'esempio della mirabile scena del film "L'attimo Fuggente" non regge molto. Quella era una situazione grottesca, una caricatura.

http://www.nital.it/forum/index.php?showtopic=22483&st=0

Una lettura lunga, ma consigliabile. wink.gif
boninsegna
QUOTE(_Annalisa_ @ May 24 2006, 06:56 PM)
Non credo. Dipende lo scopo per il quale si fotografa. Se per se stessi o per gli altri ... a mio avviso ( non mi permetto di giudicare, ma è solo un mio parere ) chi fotografa per il pubblico applauso non ama la fotografia, ma ama solo se stesso.
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Credo che il motivo per il quale fai una cosa, soprattutto se fatta per divertimento, sia quello di godere di ciò che fai.
Non criticare troppo chi fa fotografia pensado al giudizio degli altri, probabilmente prova piacere a farlo, anche se è poi difficile che riuscirà a farlo bene.
Da povero mortale sono sempre stato convinto che gli artisti "bravi" sono quelli che riescono a farci vedere ciò che hanno dentro veramente e non quello che loro pensano noi vorremmo vedere (scusa il discorso contorto).
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