QUOTE(GiorgioBS @ May 15 2006, 07:14 PM)
certamente affascinanti, molto anche, decisamente da invidiare la tua preparazione elettronica dello scatto, ma resto dell'idea, senza per questo voler sminuire il tuo lavoro, che preferisco scattare io le foto, con la macchina in mano portandomi appresso tutte le difficoltà e gli insuccessi del caso (non che tu non ne abbia sia chiaro)...
solo una diversa visione (e ci mancherebbe fossimo tutti omologati anche qui...) della fotografia naturalistica...
un applauso comunque...
QUOTE(cesa89 @ May 15 2006, 08:51 PM)
le foto sono molto belle, però non saprei se scattando in questo modo proverei qualcosa, come quando scatto normalmente...sarebbe da provare...
ciao
simone cesana
Vediamo tutti i giorni nella sezione only birds belle immagini ma sono quasi tutte immagini abbastanza semplici, molto belle ma non difficili da realizzare.
Non e' assolutamente mia intenzione sminuirle in nessun modo ( questo voglio sia proprio chiaro ) ma la loro realizzazione una volta a conoscenza di un po' di tecnica non e' tanto difficile sopratutto se fatte in oasi. Ci sono moltissime foto fatte negli stessi posti e sugli stessi posatoi, posti e posatoi che conosciamo in molti, da quei capanni soprattutto con i supertele o con una DSLR con 300 e Tc si fatto bellissimi ritratti.
( tanto per capirci, quasi tutti abbiamo fotografato la sgarza a Torrile, si sa che li la troviamo nel periodo giusto ma fuori oasi quanti l'hanno fatta ? )
Moltissimi fotografi naturalisti hanno iniziato cosi', andando in posti dove lo scatto era "quasi sicuro" perche' si era "quasi sicuri" di trovare l'animale, il quasi e' obbligatorio perche' la certezza non c'e' mai.
l passi successivi sono normalmente la ricerca degli animali in posti assolutamente selvatici e gli scatti particolari. Tutti ogni tanto si torna a scattare nelle oasi ma intrapresa "l'altra strada" le soddisfazioni, quelle personali, sono molto diverse, si torna nele oasi in momenti di astinenza.
Gli scatti particolari sono quelli fatti ad animali difficili da trovare oppure foto "diverse" ad animali comuni.
Si finisce quindi per cercare di documentare la vita animale nei suoi vari aspetti, rituali di corteggiamento, accoppiamenti, difesa del territorio, cura della prole ecc.
In qualche occasione queste riprese si possono fare con i tele dai nostri capanni, preventivamente costruiti, in altri ci si deve ingegnare per vari motivi uno dei quali e' limitare al massimo il disturbo. Anche in funzione della specie, del grado di diffidenza e/o delle dimensioni dei soggetti si scatta da remoto e se l'animale e' in movimento si usa la tecnica del multiflash.
Si parte con l'adattare il filo comando costruendo delle prolunghe e si scatta da remoto senza fototrappole, stando con lo sguardo fissi su dove e' puntata l'ottica.
Si deve calcolare tutto in anticipo con tutta l'attrezzatura regolata in manuale compresi i vari flashs. Si puo' poi sostituire il filo con il radiocomando mentre la costruzione delle fototrappole richiede quelle elevate conoscenze possedute da Alcedo.
Questo lungo preambolo per dire che chi fa queste foto, di foto fatte con l'occhio dietro al mirino ne ha gia' fatte moltissime e comunque ne continua a fare. Quetso e' il passo seguente, quando oltre alle altre foto si cercano immagini particolari che si possono eseguire solo cosi', con tanta tecnica e inventiva.
Come scritto sopra ci sono tanti passi intermedi, non si passa direttamente dalla foto fatta dal capanno fisso in oasi alla foto con sensori infarossi al rapace notturno, c'e' tanta strada da fare ( io ne ho ancora molta, alle foto con le trappole automatiche non ci sono ancora ).
E se queste cose si fanno con le diapositive non c'e' marigne d'errore, il fotografo deve essere precisissimo, considerando anche il fatto che l'animale non e' una modella a pagamento e che i fattori di disturbo sono infiniti ( oltre al fatto che esclusi tre o quattro fotografi gli altri in Italia sono tutti semplici appasssionati quindi con pochissimo tempo )
Chi fa questi scatti sente sensazioni particolari, le prime volte con il comando remoto in mano si e' pieni di dubbi poi aumentano le certezze, l'abilita', acquisita con tante prove, di utlizzare tali dispositivi, fa si che e' comunque il fotografo ad aver scattato perche' e' lui che ha predisposto il tutto, e' lui che ha "programmato" quando il sistema si attivera'.
Il fotografo si sente molto ma molto dietro al mirino
naturalmente faccio i miei complimenti ad Alcedo per le foto !!!
ciao
nicola