Dopo un po' di tempo passato sul forum in modalità "lettura" , condivido con voi la mia esperienza fatta durante il viaggio di nozze a Capo Verde questa estate.
Con un sacco di domande in testa e tanta curiosità, i novelli sposi preparano i bagagli e si dirigono all'aeroporto di Caselle dove attendono il volo insieme con i loro compagni di viaggio: il frate che li ha sposati e un altro frate che da poco ha preso i voti. Sembra tutto così strano per due come noi che si spostano sempre in macchina e che gli aerei sono abituati a vederli in tv.
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Dopo 7 ore di sosta a Lisbona per la coincidenza verso Capo Verde, finalmente atterriamo a Praia (la capitale), è l'una di notte e cerchiamo un taxi: il nostro frate esercita il suo portoghese e fortunatamente riusciamo a farci capire. L'indomani si prende subito un altro aereo per un'altra isola dell'arcipelago dove staremo qualche giorno, la città è quella di Mindelo. L'impatto visivo, confrontato con i panorami a cui siamo abituati sia campestri che cittadini, è molto forte, qui si abita anche tra le lamiere.
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A Capo Verde tante cose sono più "semplici" mancando tutto il complesso socio-culturale di cui noi europei ci vantiamo tanto, qui si vive per la giornata e anche il cibo segue questa filosofia: depredati da secoli di schiavitù ad opera "nostra", i capoverdiani si sono abituati a non vedere per se stessi un futuro di crescita, si accontentano di molto molto poco il tanto di arrivare a fine giornata; non ci sono congelatori e tutto il cibo deperibile viene consumato in fretta, il menù tipico è tonno alla griglia.
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Fortunatamente per le nuove generazioni che entrano a contatto con chi dall'estero ha davvero intenzione di aiutare questa popolazione, si aprono prospettive più ampie e questo ci fa ben sperare che qualcosa di buono sia davvero possibile farlo. Il ragazzo sulla sinistra si chiama Fancisco ed è un assistente sociale, tutti i giorni affronta la realtà della sua gente portando una mano a cambiare una mentalità che è dura a mollare la presa.
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I paesaggi sono per noi molto particolari, abituati a colline e boschi e moti innevati sullo sfondo, qui non pioveva da due anni.
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Troviamo il tempo per fare anche un po' di escursionismo: la salita al Monte Cara (faccia) il cui profilo ricorda appunto il volto di un uomo sdraiato.
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Per quanto un'abitazione ci sembrasse abbandonata, qualcuno ci abitava dentro e ogni volta ci siamo vergognati di tutte le volte che ci siamo lamentati della nostra situazione in Italia.
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Dare il proprio contributo a chi sta peggio di noi è anche semplicemente donare un sorriso a chi ha speso troppe lacrime.
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