Come da richiesta di Mauro entriamo un po' in queste yurte.....sono ampie, alte...ci sto in piedi pure io ma soprattutto calde ed accoglienti come il fiero popolo nomade kirghiso, erede diretto delle orde di Gengis Khan, costretto ad abbandonare il nomadismo dagli Zar di Russia ma che conserva ancora oggi vive le proprie tradizioni, tra cui proprio vivere in yurta.
Una yurta viene smontata in 3 ore da un kirghiso ed in 3 giorni da qualsiasi altra persona, è fatta senza chiodi ne collanti ma da una struttura di legno circolare a soffietto tenuta insieme da stringhe di budello di cavallo.
A questa struttura si fissano ad incastro pali di legno che convergono verso il "tunduk": l'apertura centrale che serve a far entrare la luce ed uscire il fumo e che campeggia inoltre al centro della bandiera kirghisa:
L'esterno (che avete già visto ) è foderato da pelli mentre l'interno è tappezzato da tappeti dai colori sgargianti e spesso campeggiano pelli di animali cacciati. Più una yurta è ornata di pelli e tappeti più il proprietario è importante, questo è un retaggio dell'impero nomade mongolo durante il quale era uso addobbare con pelli giunte da ogni angolo dell'impero le yurte dei Khan che vivevano in vere e proprie città nomadi, spostabili a piacimento a dorso di cavallo o di cammello.
Le prime due foto sono state scattate dentro delle yurte in esposizione in luogo turistico, perfette ma poco vissute.....in questa invece abbiamo dormito due notti circondati da lupi, linci, stambecchi e volpi appesi
Mentre le prossime sono state scattate nella nostra yurta numero 5 in cui abbiamo vissuto durante il soggiorno al lago di Song-Kol (di cui avete già visto un sacco di foto ).....
..il tunduk mezzo chiuso e mezzo aperto
...l'interno con i tappeti e......il mio zaino fotografico
Ciao a tutti!!!
Daniele