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alessandro pischedda
Parliamo di profilo colore fornito da laboratorio di stampa.
Vi dico cosa faccio io in modo da correggermi se sbaglio qualcosa.
Ho un file pronto per essere convertito in jpg.
Ho installato il profilo della stampante.
Il file e' ancora in prophoto;
Visualizza-imposta prova-personale..scelgo il profilo caricato.
Prova colori e visualizzo i fuori gamut.
Ottimizzo il file per riportarlo a come lo voglio.

Prima di salvare, vado in modifica-converti profilo (non assegna) scelgo quello del laboratorio e salvo stando attento a non selezionare il converti in srgb.

Tutto corretto?

Le mie domande:
1. Relativamente alle ottimizzazioni dopo la prova colore, c'è qualcosa da evitare assolutamente (processi distruttivi o altro) o faccio con spensieratezza?
2. Non conviene visualizzare direttamente dal momento in cui passo in ps il profilo della stampante? Perché si fa alla fine?

Vi voglio bene.
Vi prego risposte potabili, non scatenatevi in virtuosismi!:)


buzz
Non capisco perchè questi passaggi.
Tu fai la foto, produci un file stampabile.
Il profilo della stampante, sarà cura del laboratorio ottimizzarlo, non tua.
Il tuo dovere è quello di avere un monitor calibrato in maniera da poter ritoccare il file con i colori "reali" e poi convertirlo in un profilo accettato dal laboratorio.
Al resto pensa il lab.
alessandro pischedda
Ammetto di non sentirmi ancora ferratissimo
ma diciamo per avere un risultato simile tra monitor e stampa..insomma la preview.
Ah non avevo scritto che il monitor e' calibrato.
alessandro pischedda
ok, ho trovato piu' di una risposta andandomi a rileggere il blog di boscarol.
Mi ero dimenticato, o meglio non me ne ero mai accorto, dell'esistenza della parte colore in photoshop.
L'unica cosa che non mi e' rimasta chiara e' sella simulazione del punto di nero nell'intento colorimetrico relativo.
Dice che se non e' selezionato simula un nero, diciamo, assoluto.
Invece se e' selezionato non simula il nero.
In effetti in una prova devo dire che il nero veniva riprodotto a monitor in un grigetto scuro diminuendo il contrasto generale.
Devo quindi capire che in stampa poi verra' comunque riprodotto nero e quella la devo prendere puramente come una simulazione e basta?
buzz
non complicarti la vita.
Parti intanto dal presupposto che essendo monitor e carta due sistemi diversi di generazione colore i risultati saranno simili ma mai uguali.
Inoltre come ti ho già detto, lascia che sia compito del laboratorio utilizzare il profilo adatto per la loro stampa.
Se al lab ci fossero persone con più competenza (e forse con più tempo a disposizione) convertirebbero anche lo spazio colore con cui hai generato i files, portandolo al loro spazio di lavoro, che solitamente per la stragrande maggioranza dei lab è Srgb. (sono davvero pochi quelli che lavorano in adobeRGB)

io curo tutta la post produzione e mi limito a convertire il profilo dei files in Srgb prima di mandarlo in stampa.
Poi con che metodo, macchine, profili o altro il lab lavori, non mi riguarda. L'importante è che l'immagine abbia i colori fedeli all'originale (nei limiti della tolleranza e del consentito dai mezzi)
La cosa che ho fatto solo la prima volta è stata quella di essere presente all'apertura dei files per vedere se mai il loro monitor li visualizzasse in maniera diversa.
Dato che il mio è profilato e il loro anche, i files erano identici, e la stampa pure.
Unica differenza che ogni tanto noto è la densità, ovvero la luminosità della foto. Loro preservano sempre e comunque l'jncarnato (come se in tutte le foto solo vedere il viso fosse importante) mentre io regolo le foto per come mi piacciono.
Massimo.Novi
QUOTE(alessandro pischedda @ Nov 16 2011, 11:10 AM) *
....Dice che se non e' selezionato simula un nero, diciamo, assoluto.
Invece se e' selezionato non simula il nero.
In effetti in una prova devo dire che il nero veniva riprodotto a monitor in un grigetto scuro diminuendo il contrasto generale.
....


Il punto di nero è solitamente definito nel profilo di stampa (nei profili in generale). Utilizzarlo significa allineare quel punto di nero come fosse quello del monitor. Anche per questo è errato giocare con il controllo Livelli per allineare il triangolino nero. Ma tanti tutorial su Internet lo dicono e allora...tutti a giocare con il triangolino!

Torniamo a noi.

Visto che in stampa si usano gli inchiostri e la carta (parlo in generico), il nero della carta è parecchio diverso da quello a "luci spente" del monitor.

Usa il punto di nero del profilo. Lascialo selezionato in conversione e in anteprima e non effettuare correzioni in tal senso.

Ho sempre ripetuto che è estremamente difficile compensare una stampa a video se non si ha una conoscenza "di tipo Biblico" (e non inteso nel senso del tempo...) con la macchina da stampa.

Puoi solo cercare di usare l'intento migliore e inviare un file sRGB o (previo accordi) in un altro spazio standard più ampio come AdobeRGB.

Photoshop è un prodotto usabile ANCHE per la prestampa che però il fotografo NON SA FARE.

Massimo
alessandro pischedda
Grazie, e' quello che pensavo. E' proprio leggendo le tue parole che mi e' venuto il titolo del topic.
Si, vedo la softproof, ma poi vado giù a sistemare o faccio peggio?
I fuori gamma li sistemo..ma non e' che rovino altro?
Quindi in conclusione che fare?
Softproof a grandi linee per la tonalità, saturazione ecc non guardando ad es il nero puro (parliamo di stampa non effettuata da me in casa)..cioè anteprima ma non pignola non controllando appunto l'output finale?
Massimo.Novi
QUOTE(alessandro pischedda @ Nov 16 2011, 06:49 PM) *
...Quindi in conclusione che fare?
....


La stampa tenderà a limitare la gamma riproducibile di partenza oppure al massimo sarà uguale.

Quindi il massimo intervento possibile è semplicemente desaturare tu stesso o cambiare tonalità a certe tinte. Cosa che potrebbe portarti a posterizzazioni incontrollate che su monitor non noti ma in stampa si. Io manco ci proverei fossi in te. Verificherei i risultati reali con carte e tipi di stampante differenti. Per i Lab manda un sRGB convertito in Percettivo e se fa pena, cambia Lab. Se non sanno stampare manco quello sulle Fuji o Durst...

E spesso se richiedi la modalità "nativa" con conversione nei loro profili e viene male, manco te la ristampano.

Quindi se vedi una FORTE perdita di gamut in softproof, usa l'intento Percettivo per verificare il gamut finale sul profilo di stampa che consegni (sRGB oppure, se proprio non resisti, quello della stampante ma ti ho avvertito).

La stampa tende comunque ad appiattire i fuori gamut e dipende anche dalla carta e dal tipo di stampa.

Faresti meglio a cercare la stampa migliore come macchina, Lab e carta invece di rincorrerla con Photoshop. Anche chi fa prestampa ha problemi con profilature e macchine e si concorda il lavoro su provini accettando e verificando eventuali perdite di tono.

Massimo
Alessandro Avenali
Ale è una questione un po' delicata.
Io non convertirei assolutamente verso lo spazio colore di una carta. E' un'operazione distruttiva. Ti hanno chiesto loro un'operazione del genere?
Il profilo carta ti serve soltanto per stampare e per fare la softproof. Softproof che ha senso utilizzare come base per eventuali regolazioni, a mio avviso, soltanto se conosci bene la risposta della stampante. E che ha senso usare, inoltre, *soltanto se* conosci l'intento di rendering usato dal laboratorio! Altrimenti non sai a cosa vai incontro.
A correggere i fuori gamma dovrebbe pensarci l'intento di rendering più opportuno per la combinazione foto/carta.
Un buono stampatore sa scegliere se per le caratteristiche della tua foto è meglio valorizzare la coerenza tonale di tutta l'immagine e il mantenimento di tutti i dettagli visibili (tipico dell'intento percettivo) a scapito, ad esempio, di colori più saturi laddove in-gamut (intenti colorimetrico relativo e assoluto).
Io non di rado uso un intento assoluto e mi correggo manualmente alcune zone tonali per tirar fuori dettagli dai fuori gamut. Ma solo quando voglio vedere esattamente un determinato risultato, e solo perché conosco la risposta della mia stampante e di quella precisa carta.
Non mi azzarderei a consegnare a un laboratorio un file su cui ho fatto prestampa. Preferisco che eventualmente siano loro (con la loro abilità, perché non è un procedimento stupido) a valorizzare al meglio la foto che ho consegnato loro. Parimenti, non mi rivolgerei mai a un laboratorio che si limiti a pigiare il tasto "stampa", se non per ottenere un campione della qualità media dei fotolab che girano e confrontarlo con quello che vuol dire davvero stampare bene.
Per qualsiasi chiarimento, chiedi pure. smile.gif
alessandro pischedda
provo a dare una conclusione bovina:)

1 - se stampo in proprio e ho conoscenza totale di tutte le mie periferiche posso cercare il risultato perfetto (se esistesse).

2 - visto che non ho stampante mia tanto vale cercare un lab che stampa in una maniera che mi garba piuttosto che cercare di trovare la similitudine perfetta con il monitor, in poche parole cercare il meno peggio e mettersi l'anima in pace (contando che non ho neanche un monitor di alta fascia).

Vi ringrazio, le letture e i vostri consigli sono stati comunque utili per cultura personale. Un salutone e grazie:)!!
Alessandro Avenali
QUOTE(alessandro pischedda @ Nov 16 2011, 08:57 PM) *
provo a dare una conclusione bovina:)

1 - se stampo in proprio e ho conoscenza totale di tutte le mie periferiche posso cercare il risultato perfetto (se esistesse).

2 - visto che non ho stampante mia tanto vale cercare un lab che stampa in una maniera che mi garba piuttosto che cercare di trovare la similitudine perfetta con il monitor, in poche parole cercare il meno peggio e mettersi l'anima in pace (contando che non ho neanche un monitor di alta fascia).

Vi ringrazio, le letture e i vostri consigli sono stati comunque utili per cultura personale. Un salutone e grazie:)!!

Ci sono schermi di fascia bassa, Samsung ad esempio o alcuni LED, che hanno molte difficoltà a essere calibrati.
Altri i cui risultati sono buoni. Se hai uno schermo di fascia bassa ma ben calibrato, dovresti aspettarti delle stampe fedeli.
Massimo.Novi
QUOTE(Alessandro Avenali @ Nov 16 2011, 09:05 PM) *
....Se hai uno schermo di fascia bassa ma ben calibrato, dovresti aspettarti delle stampe fedeli.


Perchè si continua a pensare (et scribere) che la calibrazione abbia un qualche riferimento con la stampa?

Lo dico solo per evitare che molti continuino a buttare soldi e carta cercando di "clonare" il monitor (o viceversa).

La calibrazione è e rimane solo una regolazione nota e pseudo-ottimale del monitor a se stante. Non ha alcuna parentela con la stampa. Un monitor di fascia bassa calibrato rimane un monitor di fascia bassa con impostazioni note. Ma "ignote" alla stampante.

Il monitor non è nemmeno di per se un buon valutatore.

Ha un gamut inferiore (anche quelli buoni) a quello del sensore della fotocamera.

Ma allo stesso tempo ha un gamut superiore (quelli buoni) alla stampante ed alla tipica carta.

Pensa te che bella precisione di workflow si ottiene "a vista".

Ma penso che la maggior parte di coloro che si avvicinano alla fotografia digitale cerchi ancora la fantomatica "corrispondenza"...

Ma un tavolo o visore per stampe lo avete mai visto? Certo è meno "ganzo" di un obiettivo 18-400 IS EX AK PG UL ecc. ma fa capire un mucchio di cose. Alla prossima mostra di apparecchi e attrezzature fotografiche cercate qualche stand (quello x-rite ad es.) che li usa e perdeteci una decina di minuti.

Massimo
buzz
Non è che la calibrazione abbia un riferimento assoluto con la stampa, ma se hai un monitor calibrato, sei a posto con la tua coscienza, e il resto deve farlo il lab che deve avere , oltre al monitor calibrato, anche la stampante allineata.
Se la trafila è rispettata si suppone che si abbia il meglio, se la trafila ha un qualsiasi oggetto non allineato (o peggio più di uno) ogni sforzo sarà vano.

(per chi se lo ricoda, mi sento un po' Catalano di "Quelli della Notte")
Massimo.Novi
QUOTE(buzz @ Nov 17 2011, 12:11 PM) *
... ...se la trafila è rispettata si suppone che si abbia il meglio, se la trafila ha un qualsiasi oggetto non allineato (o peggio più di uno) ogni sforzo sarà vano.


Il problema è che ciascuna periferica fà storia a se ed un monitor calibrato può avere lacune di visualizzazione su ombre e colori anche rilevanti. Imporre un punto di bianco e allineare il gamma sulla LUT non garantisce un'accurata riproduzione di tutta l'immagine.

E la tecnologia di stampa influisce sulla resa.

Morale della favola: valutare i limiti dei propri strumenti e imparare a valutare ciò che può o non può essere riprodotto su di essi. E' meno divertente che scattare foto e giocare con Photoshop, ma è necessario.

Massimo
Alessandro Avenali
Massimo ma tu ti diverti a sputare fango sui consigli altrui oppure hai un cervello per discernere che un monitor ben calibrato ti farà vedere qualcosa di più simile alla stampa finale rispetto allo stesso monitor non calibrato?
No perché dal tuo intervento i dubbi vengono...
alessandro pischedda
se posso dire la mia innanzitutto un monitor calibrato e' maggiormente godibile come visione.
Quindi mi sento di poter dire che e' sempre meglio calibrare piuttosto che no, stampa o non stampa..
buzz
Alessandro, se leggi bene, non ha detto il contrario, ma ha precisato diversi punti che, se ignorati, portano a risultati poco gratificanti, e non ti fanno trovare il "colpevole" .
Massimo.Novi
QUOTE(Alessandro Avenali @ Nov 17 2011, 12:34 PM) *
...un monitor ben calibrato ti farà vedere qualcosa di più simile alla stampa finale rispetto allo stesso monitor non calibrato?


La parola "simile" è estremamente relativa.

La stampa dipende esclusivamente dalla stampante. Posso calibrare il monitor a D50 con gamma 1.8 ed è perfettamente calibrato, ma NON ho corrispondenza ad una stampa dell'immagine eseguita su una Frontier o una Durst o una Epson.

Il punto di bianco NON allinea o regola l'intera scala cromatica del monitor, nè la sua capacità di riproduzione dinamica. E nemmeno regolare il gamma lo fa. Tanto è vero che ad esempio si tende a calibrare recentemente il gamma in L* che non c'entra NULLA con i gamma delle stampe ma aumenta la capacità di visione sul monitor.

Le regolazioni ISO di prestampa e proofing sono cambiate nel corso del tempo e sono relative comunque alla tecnologia del monitor. Senza riferimento diretto alla stampa.

Quando avrete chiaro esattamente COS'E' la calibrazione e su COSA influisce, ne possiamo ridiscutere ulteriori elementi di interesse comune.

Massimo
buzz
ovvio (come ho detto anche io) che è meglio un monitor calibrato di uno non calibrato, ma alcune lacune presenti nei monitor commerciali, sono difficilmente correggibili da una sonda.
buzz
QUOTE(manovi @ Nov 17 2011, 12:46 PM) *
La parola "simile" è estremamente relativa.

La stampa dipende esclusivamente dalla stampante. Posso calibrare il monitor a D50 con gamma 1.8 ed è perfettamente calibrato, ma NON ho corrispondenza ad una stampa dell'immagine eseguita su una Frontier o una Durst o una Epson.

Il punto di bianco NON allinea o regola l'intera scala cromatica del monitor, nè la sua capacità di riproduzione dinamica. E nemmeno regolare il gamma lo fa. Tanto è vero che ad esempio si tende a calibrare recentemente il gamma in L* che non c'entra NULLA con i gamma delle stampe ma aumenta la capacità di visione sul monitor.

Le regolazioni ISO di prestampa e proofing sono cambiate nel corso del tempo e sono relative comunque alla tecnologia del monitor. Senza riferimento diretto alla stampa.

Quando avrete chiaro esattamente COS'E' la calibrazione e su COSA influisce, ne possiamo ridiscutere ulteriori elementi di interesse comune.

Massimo


Occorre una precisazione.
Io sconsiglio (e credo lo faccia anche tu) di fare il proof casalingo, dato che non si conoscono i parametri del lab a cui affideremo le stampe (il solo profilo della loro stampante non basta).
Ho sempre consigliato di affidarsi ad un buon file di partenza, e per averlo il più fedele possibile (mai uguale) alla realtà, o quantomeno al risultato che si vuole ottenere, è bene che sia calibrato.
Sarà compito del lab, se capace, di ottimizzare il tutto in base all'immagine ricevuta.
La mia immagine vista al mio monitor dovrà per forza di cose e di logica essere quantomeno simile a quella che vede l'omino del lab nel suo monitor, a meno che non ci sia una differenza abissale tra i due.
Partendo da questo assunto, se lui vede una immagine in un determinato modo sul suo monitor, arò calibrato la SUA trafila di stampa per ottenere la stampa simile. Se questo non avviene, sarà sua premura modificare i SUOI parametri e non i miei.
Io, dal momento che spedisco un file senza fuori gamma, e in sRGB che non ha nemmeno grosse pretese, mi sento la coscienza a posto, ed empiricamente questo mio sistema funziona da una decina di anni, e in linea di massima mi sento di consigliarlo.
Fhi ha conoscenze più ampie può cimentarsi nei prophoto, nelle conversioni con parametri critici, ma lo fa consapevolmente e a suo rischio. Ad un amatore non mi sento di complicare la vira a fronte di una variazione (in meglio) poco percettibile.
larsenio
il profilo carta che trovi in parecchi lab online li userei solamente per fare soft proofing, sono simulazioni del tono caldo/freddo della carta, applicandoli a monitor vedrai dove devi andare a compensare. smile.gif
Mandagli sRGB e amen.
dimapant
QUOTE(Alessandro Avenali @ Nov 16 2011, 09:05 PM) *
Ci................. Se hai uno schermo di fascia bassa ma ben calibrato, dovresti aspettarti delle stampe fedeli.


Errore, e grave, di concetto.

Che ci azecca la calibrazione del monitor con la stampa?

Perchè la calibrazione del monitor dovrebbe influire sui risultati di stampa?

Sono indipendenti, la calibrazione nion ci incastra nulla con la stampa, se calibri il monitor operi su quello, non sulle stampe, i settaggi del monito non ti cambiano le stampe.

Fatti un corso di fotoritocco e stampa fatto da gente seria.

Michele Volpicella
Dimapan, non credo che lui intendesse ciò che tu hai capito.
Comunque , la mia esperienza di stampatore è che il monitor calibrato e profilato sia fondamentale per preparare la foto.
Accostando la stampa al monitor si noteranno sempre delle differenze e quindi non va fatto.
Vanno invece confrontate a memoria cioè a distanza di qualche metro e di qualche secondo, concedendo all'occhio il tempo di adattarsi cromaticamente alle due situazioni (il monitor può essere calibrato su D50 e la stampa essere su una carta con a=1 e b=-8 sotto illuminante D50 per esempio!). E anche di adattarsi alla luminosità differente tra stampa e monitor.
In questo modo la corrispondenza c'è ma è "psicofisica".
La lunga pratica di stampa con la tua macchina ti insegna che cosa aspettarti nelle luci, nelle ombre, nei colori, nella saturazione, ma è un insegnamento indiretto, perchè tu "vedi" la stampa esattamente come avevi visto l'immagine a monitor. Ed è necessario l'allenamento quotidiano. Io noto che se sto via una settimana perdo un po' della calibrazione mentale della mia vista.
Stessa cosa per la luminosità del monitor, quando la cambiai da L=110 a L=103 (che uso adesso) ci misi un mese per rifarmi gli automatismi mentali.
Ma tutto questo senza il monitor calibrato è impossibile, perchè deve essere SEMPRE UGUALE e i monitor presentano tutti un certo drifting cromatico e luminoso.
larsenio
QUOTE(dimapant @ Nov 17 2011, 03:07 PM) *
..
Sono indipendenti, la calibrazione nion ci incastra nulla con la stampa, se calibri il monitor operi su quello, non sulle stampe, i settaggi del monito non ti cambiano le stampe.
..

??

Monitor calibrato, stampante profilata ed il tuo risultato è quello avendo cura di lavorare con un preciso flusso di lavoro e metodo.
Se usi fare il soft proof con i profili della carta sei sicuro che il tuo risultato sarà quello con lievi discostamenti tollerabili.
Il monitor calibrato c'entra, eccome se c'entra! ma che andiamo dicendo?? unsure.gif
Alessandro Avenali
Avete ragione, mi sono espresso male e frettolosamente.
smile.gif

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