Scusate il ritardo della mia risposta, ma sono tornato a Roma da poco, dopo un'escursione fotografica sui monti del "profondo Sud".
Riguardo alla staratura degli esposimetri, credo che si tratti di un problema mal posto.
Gli esposimetri delle fotocamere sono degli esposimetri a luce riflessa e ogni costruttore tara i propri esposimetri usando i propri campioni di riferimento.
Non esiste un riferimento standard, nè uno che si possa ritenere migliore di un altro. I costruttori sono stati sempre molto reticenti nel fornire informazioni tecniche in proposito.
Molti hanno fatto dei test utilizzando come riferimento il classico cartoncino grigio Kodak, magari trascurando per prima cosa di fare dei test sulla precisione del tempo di posa e sulla precisione dei diaframmi. Errori di un terzo di stop, e anche più, sono molto comuni anche "nelle migliori famiglie concorrenti".
E poi abitualmente non dobbiamo fotografare dei cartoncini grigi, nè ci mettiamo a cercare con lo spot delle superfici che abbiano lo stesso coefficiente di riflessione.
Ogni soggetto è composto da tante piccole superfici che riflettono la luce in modo differente, il vero problema è quello di cercare la giusta esposizione compatibile con la latitudine di posa della pellicola.
Da quanto mi risulta anche la Kodak si è resa conto che la riflessione media delle scene fotografate non è del 18%, ma si avvicina più al 12-13%.
Parliamo comunque di valori medi su soggetti tipici. Solo la conoscenza della propria macchina e l'esperienza ti possono dare i risultati voluti con la misurazione spot, altrimenti puoi provare ad affidarti al sistema matrix: è stato fatto apposta.
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Claudio, ricordati che se vuoi saturare i colori devi sottoesporre e non sovraesporre, ma con le Kodak devi stare attento agli slittamenti cromatici.
Nessuna contraddizione riguardo al matrix.
Per esperienza o analizzando il software del matrix a cinque settori (niente di strano... è una semplice tabella), ci accorgiamo che nelle scene ad alto contrasto il sistema espone per le ombre.
E' noto che le pellicole per diapositive hanno una latitudine di posa (molto ristretta) che si estende più verso la sottoesposizione che verso la sovraesposizione, l'opposto delle pellicole negative a colori.
Così, mentre per le dia misuriamo l'esposizione sui toni medio alti, per i negativi la misuriamo su quelli medio bassi, come fa il matrix originario.