QUOTE(manovi @ May 11 2011, 10:52 AM)
Non fornisce maggiore dinamica. .......
Dato per "consolidato" che tale limite di esposizione della saturazione del sensore non è valutabile "on camera" ma solo in teoria analizzando il RAW.............
Non c'entra il monitor. .......
Il convertitore software e la relativa esposizione (o altri controlli) benchè operino in fase lineare, sono solo dei guadagni costranti (gain) applicati ai valori già convertiti dal sensore al RAW e questo passaggio è già di per se una semplice modifica via software invece di un "recupero" che possa simulare un effettivo riabbassamento dell'esposizione.
Il problema è sempre lo stesso. Gli esposimetri digitali sono molto diversi sia come metrica che come algoritmi di analisi dagli esposimetri delle fotocamere a pellicola e devono gestire un tipo di "centro scena" che non è analogo a quello delle pellicole ed alla loro curva caratteristica.
..........................Per fare analisi comparative dovreste usare scene al limite della dinamica acquisibile dal sensore e per farlo servono software, banchi ottici e tipi di illuminazione che sono fuori dalla portata del fotoamatore con Photoshop/ACR/NX2.
Massimo
Intanto grazie dell’intervento e delle precisazioni su certi settori, c’è sempre da imparare dal buon manovi, ma mi sento in dovere di fare anche io delle precisazioni, a maggior chiarezza su certi aspetti inerenti l’esporre a destra.
Quanto sotto è noioso se a uno non interessa esporre a destra, è una bella giornata e si può impiegare il tempo altrove.
Io non ho detto che esporre a destra fornisce maggiore dinamica, la dinamica la dà il sensore, le sue caratteristiche ed il sensore è lo stesso comunque tu esponi: ho detto che esponendo a destra, in certe foto, puoi catturare maggior dinamica (che esponendo normalmente) proprio perché ti sposti a destra, e se ti sposti a destra, verso le alte luci ( quelle oltretutto che hanno maggiore informazione) ed in considerazione del fatto che i moderni sensori di dinamica ne hanno da vendere (12 diaframmi o più a 200 ISO) se la sposti verso destra sicuramente quei diaframmi di dinamica disponibili con quel particolare sensore li usi tutti, con quei 12 diaframmi copri anche le ombre scure, mentre se esponi centrale e ti tieni distante dal limite di saturazione dei bianchi, o addirittura sottoesponi, la sposti, verso sinistra, sicuramente di dinamica ne perdi un po’, dato che perdi qualcosa sulle alte luci, che potevi registrare e non registri, mentre vai in zone sempre più buie con quei 12 diaframmi ed andando verso il buio perdi colore col rumore che imperversa (come giustamente dici tu ci sono slittamenti cromatici, io aggiungo sul verde-marrone) e riduci anche il rapporto segnale rumore, hai dunque maggior rumore nelle ombre.
Quante fotografia, in pratica, nell’uso quotidiano hanno più di 12 diaframmi di dinamica? Quello che vedo io in foto fatte sul campo, non certamente tutte, nemmeno tantissime, la hanno, molte ne hanno meno, ed in quel caso dunque potresti benissimo esporre lasciando giustamente fare alla macchina, tanto il sensore te le copre, ma, ripeto, se ti sposti a destra con l’istogramma, sfrutti meglio tutto quello che la luce ci mette a disposizione per essere sfruttato, sei sicuro di catturare tutta la dinamica e sicuro di ridurre o evitare slittamenti cromatici nelle ombre ed abbassi il rumore nelle ombre.
Se invece quella particolare foto di dinamica ne ha tanta, al limite o più del sensore, e delle foto in tali condizioni ci sono in percentuale non certo trascurabile, per quanto sopra, spostare a destra l’esposizione con i moderni sensori ad alta dinamica, te la fa sfruttare tutta, ed agli effetti pratici, in molte situazioni, l’allarghi rispetto ad una esposizione “nominale” o sottoesposizione, che taglierebbe a sinistra la dinamica, riduci slittamenti cromatici nelle ombre ed abbassi il rumore nelle ombre.
Io non ci vedo controindicazioni teoriche mai ed infatti la uso quando possibile: la controindicazione c’è, ed è grave, è pratica, è di non sfondare le alte luci e riportare l’immagine in carreggiata, correggerla da quella che non è una sovreasposizione, è un esporre molto abbondantemente, e qui ci vuole esperienza e sapere cosa si fa, e qui casca il famoso ciuco per moltissimi.
Vediamo.
1) Non sfondare i bianchi
Ho detto che bisogna esporre al limite della saturazione dei bianchi con l’istogramma visto nello, ossia rispetto allo spazio colore usato in fotoritocco, non ho detto rispetto all’istogramma di macchina.
E non ho citato l’istogramma di macchina molto volutamente, dato che giustamente l’istogramma di macchina è quello del Jpeg di quell’immagine ed oltretutto di quel particolare controllo immagine settato in macchina, si tratta dunque di PREVEDERE in scatto un istogramma di un file immagine a 16 bits (tipicamente un TIFF) nello spazio colore del fotoritocco, nel mio caso ProPhoto, dall’istogramma di un Jpeg, a 8 bit, che nel migliore dei casi opera in Adobe RGB, se questo è settato in macchina.
Per cercare di vedere subito, dalla fotocamera se hai sfondato i bianchi, per mia e di altri esperienza, l’istogramma di macchina che più si avvicina all’istogramma NON del RAW, quello non lo vedi mai, ma del file immagine nello spazio colore usato in fotoritocco, quello che vedi a casa, è quello con settaggi di macchina di spazio colore Adobe RGB e controllo immagine neutro con contrasto al minimo, tutto al minimo, proprio per avvicinarsi di più al RAW che prima della conversione dovrebbe (tu lo sai meglio di me, correggimi se sbaglio) avere curva di contrasto lineare.
E la differenza può essere notevole, anche un diaframma, la macchina ti dice che è bruciato il bianco mentre non lo è in fotoritocco, ma la realtà vera la vedi comunque DOPO lo scatto, a casa, in conversione del RAW, e se l’hai cappellata in scatto, butti via la tua preziosa fotografia (e questo succede a molti quando ci provano, si smontano subito).
2) Abbassamento della luminosità dell’immagine scattata a destra ed importanza del settaggio della luminosità del monitor.
Se anche non l’hai cappellata, su una immagine normale, hai un RAW con istogramma associato in spazio colore di fotoritocco che sfiora la bruciatura dei bianchi anche con immagine a dinamica bassa o normale, sulla quale non c’era la necessità di esporre a destra per problemi di rumore o altro ma tu hai fatta così, per avere il massimo dal RAW, RAW che adesso apri in ACR o altro convertitore.
Hai sovraesposto rispetto alla macchina ed adesso quel RAW sovaesposto esaminato in ACR o altro convertitore è, e spesso visibilmente, molto, troppo chiaro, niente di bruciato ma troppo chiaro per l’immagine che tu vuoi.
Bene, quell’immagine troppo chiara va scurita: di quanto la scurisci quell’immagine?
Il monitor, con il suo settaggio corretto di luminosità, c’entra eccome, se lo hai settato male ti viene la foto chiara o scura, sbagli a riportarla al valore, che, presumibilmente, avrebbe esposto la fotocamera senza la correzione, più scura di quell’immagine chiara.
3) Recupero della sottoesposizione.
L’unica maniera che abbiamo per fare quel recupero, noi fotoamatori, è di fare la ripresa con i comandi del convertitore, non abbiamo altra via, per riportare l’immagine ai valori ottimali di luminosità, contrasto saturazione ed a volte cromatismo, alterati dall’esposizione abbondante, riportarli a quei valori che presumibilmente avrebbe registrato la macchina fotografica se avessi esposto come dice lei, ma catturando un po’ meno di segnale utile e più rumore.
4) Quale va meglio come immagine? Quale delle due è meglio, quella esposta come la macchina o a destra? Nessuno va a fare e nessuno può fare prove comparate per vedere quale immagine è migliore, non abbiamo giustamente l’attrezzatura: noi sui visori termici, che, su molte caratteristiche hanno la stessa problematica, per ottimizzare l’immagine usiamo banchi e corpi neri di riferimento, calibrati a precisioni molto robuste, del costo di milioni (non è uno scherzo!), di euro, dunque lungi da un fotoamatore fare prove comparative.
Al solito, tutte le teorie sono belle ed affascinanti, splendide sulla carta e sulle slides delle presentazioni, ma alla fine contano i risultati nella pratica, e qui, in questo mondo, contano in stampa.
A me ha dato dei risultati che io ritengo visibilmente migliori, e con me altri anche molto esperti, alcuni a livello nazionale, ma al prezzo di farmi fare del lavoro addizionale e diverso, oltretutto per niente facile né per niente trascurabile, in conversione ed anche a volte, per ripresa, in fotoritocco, dato che devo riparametrare correttamente luminosità, contrasto e saturazione, a volte anche il cromatismo.
E’ questo lavoro addizionale che ha mandato in crisi i molti che avevano cominciato ad esporre a destra, non ce la fanno a riportare l’immagine completamente nel seminato, e l’hanno abbandonata, ma personalmente ritengo che abbia una sua visibile valenza ed ancora oggi, dato che c’è da dare una risposta ad una ulteriore domanda che l’utente che ha sollevato la questione non si è posta (non se la poteva porre!).
5) Il PIU’ IMPORTANTE: vale la pena coi sensori odierni?
La domanda ulteriore che non si è posta e che nessuno non si pone mai, ma io sì, avendo avuto una Canon 450 un tempo, a dinamica bassa e rumore alto, ed adesso la D7000 e la D 700, a grande alta è rumore basso, è la seguente: il gioco vale ancora la candela ?
In altri termini, con i sensori di oggi vale ancora applicare tale correzione? Quanto?
Ho fatto tante foto in A3 con quella Canon, foto che hanno suscitato (perdonatemi) stupore ed incredulità in moltissimi che le hanno viste, tanta era la pulizia ed il cromatismo pieno, e la Canon 450 D, fotocamera molto diffusa, era parecchio rumorosa: non si vede la differenza con foto fatte oggi con la D 700, anche in situazioni difficili, me certo non sempre, e quelle foto le facevo grazie a quella tecnica, per molti versi complessa.
Oggi la D 700, ma anche la D 7000 ti danno un segnale che ha nulla o ben poco rumore e tanti colori anche nelle ombre, cose da fantascienza, se comparata all’ottima ai suoi tempi Canon 450 D, D 700 e D 7000 che sputano fuori A3 ottimi di suo, senza troppo lavoro.
Personalmente, l’esposizione a destra la applico ancora, secondo me un po’ di miglioria c’è ancora e so fare bene la rimessa in careggiata dell’immagine, senza sforzo, ma la sua valenza la ritengo molto ridotta rispetto ad un tempo che vedeva sensori a molte più basse prestazioni: se uno non si muove veramente bene in conversione e fotoritocco, non vale più farla.
Altro sintomo reale del progresso molto veloce dell’elettronica, che rende più facile la vita anche a noi fotografi.
Saluti cordiali