QUOTE(vajra77 @ May 10 2011, 07:59 PM)
non credo ci sia tarapioca al mondo che possa eliminare questo scempio:
Ingrandimento full detail : 90.7 KBil problema è non averlo a priori, piuttosto che cercare di recuperarlo, mi dispiace perchè sono un grande fan delle pellicole Fuji. Per per carità, sulla stampe (analogiche) non si vede nulla, ma nell'era del digitale un'ottimizzazione delle pellicole anche in termini di resa nell'acquisizione digitale è purtroppo imprescindibile.
Saluti,
Francesco
Per gli standard del PP e anche in proiezione diretta, i difetti indicati hanno intensità ZERO a ogni livello di qualità accessibile. Forse qualcuno non sa che cosa vediamo in un file raw con i suoi tanti pixel rotti prima della "rimappatura", con la sua MTF ridicola e i colori a casaccio.
E' ovvio che un sensore più risolvente ha anche più microdifetti, ma questi si eliminano in PP, automaticamente o a mano. Un filmscanner come il Minolta 5400 II o il Reflecta RPS 7200 vi fa vedere le micropolveri PM 10 in quantità. Come le eliminate "a priori"?
Nel caso della dia in esame, esiste l'ICE che, contrariamente a quanto affermato da chi parla senza vedere mai le 100 lp/mm, non sfoca il resto per costruzione (copre solo i buchi) e, nelle ultime versioni raffinate (Vuescan soprattutto) riempie chirugicamente e automaticamente i "difettucci". Non serve altro filtraggio. Pensavo si parlasse di graffi seri sull'emulsione, macchie di calcare, grana della TMax 3200 ISO....
Inoltre, quando l'ICE non può essere applicato (hot pixel, straks digitali, film B/N all'alogenuro, ecc....), esistono plug-in PS come l'AkVis Retoucher che sfruttano l'intrinseca ridondanza di bordi e tessiture per riparare toppe di 150 pixel di diametro a 7200 dpi in maniera obiettivamente invisibile. Li uso anche per i difetti più grossi.
Inoltre il fotoritocco è componente "base" della tecnica fotografica da un secolo.
Quanto alle stampe digitali, provate a fare una perizia investigativa da una stampa analogica da 10 x 15 cm o da una digitale di pari formato della Durst Lambda o di un'ink-jet 720 dpi: nel primo caso recuperate dati a frequenza elevatissima (>40 lp/mm su carta Cibachrome/Ilfochrome, circa 200 lp/mm su film), nel secondo vi fermate a 5-8 lp/mm E BASTA. Chi è migliore?
Volente o nolente, anche se curo gli originali (analogici e digitali) alla grande, devo ammettere che la differenza vera alla fine la fa il PP, unito a grossi formati di stampa. Il purismo non ha senso di fronte ai fatti fisici.
A presto
Elio