Molti di noi hanno / avranno archiviate decine, centinaia, migliaia di foto. Spesso quindi ci capita di rivedere delle foto fatte in passato, e ne ricaviamo una sensazione diversa da quella avuta in origine. Ogni foto che uno di noi scatta o conserva è anche un tipo di autoritratto, un tipo di "specchio con memoria" che riflette quei momenti che sono state così speciali da essere fissate per sempre nel tempo. Il vero significato di una foto qualsiasi si trova meno nei suoi aspetti visivi che nell’evocazione che i dettagli suscitano nella mente (e nel cuore) di ogni osservatore. Mentre si guarda una foto, una persona in realtà crea spontaneamente il significato che ritiene provenire dalla foto stessa, e questo significato può essere diverso da quello che il fotografo intendeva trasmettere. Perciò, il significato (e il linguaggio emotivo) di una foto dipende piuttosto da chi l’osserva, perché la percezione individuale e l’esperienza di vita di ognuno incorniciano e definiscono quello che si "vede" come reale. Quindi, le reazioni verso una fotografia che una persona considera speciale possono in realtà rivelare molto su se stessa, se vengono fatte le domande adeguate. Ma, proprio perché le foto personali registrano per sempre momenti importanti del quotidiano possono servire per accedere, esplorare e comunicare sentimenti e ricordi.
Altre immagini, altre foto però sono nella nostra vita, intorno a noi. A volte ripetute con una frequenza altissima, al punto tale che tutte insieme diventano una sola immagine.
Anzi un punto solo, alienando un pò il significato della stessa. Oppure semplicemente ci diventano noiose, antipatiche, insopportabili.
Un pò come alcuni brani di musica classica di importanti compositori che oggi, fra pubblicità, suonerie telefoniche e d’ attesa, ci ritroviamo a sentire dei suoni, non riconoscendoli più, non riuscendone più ad apprezzare l’ originale valore. Capita anche a Voi? Ne avete esempi? O più semplicemente, non condividete ciò che ho scritto?
Grazie, saluti.