QUOTE(Maicolaro @ Jan 7 2011, 01:03 PM)
A me roba da pazzi sembra quello che scrivi tu.
Un solo dato... le autorità politiche (e non gli scienziati) di 182 paesi al mondo hanno sottoscritto il protocollo di Kioto a partire dall'ormai lontano 1997. L'oggetto del protocollo riguarda la riduzione dell'emissione di gas serra al fine di limitare il riscaldamento globale, il costo in termini economici per tali paesi è ingente, nonostante questo la quasi totalità del globo vi ha aderito.
Che nel 2011 ci sia qualcuno che ancora non sia in grado di prendere atto di qualcosa che è vero e reale e viene vissuto sulla pelle di miliardi di persone ogni giorno è per me incredibile...
Un saluto
m.
Appunto: autorità politiche,
condizionate da ipotesi e osservazioni scientifiche che non hanno un reale e incontrovertibile riscontro oggettivo, al massimo meramente speculativo e basato su poche e spesso discutibili misurazioni effettuate in poco meno di un secolo e mezzo (che in età terrestre equivale a poche ore di vita), in maniera non strutturata, secondo metodologie, conoscenze e tecnologie di volta in volta completamente differenti sia nei risultati che nell'affidabilità, se non quando artigianali o improvvisate da pionieri-avventurieri che di scientifico avevano solo il coraggio.
Insomma,
la metereologia è la più giovane e la meno esatta di tutte le scienze scientifiche e sociali.Per molti esperti del settore aeronautico è già un azzardo scommettere sul tempo che farà tra 3 giorni, figuriamoci essere assolutamente certi che tra 10, 50 o 100 anni ci sarà una nuova glaciazione che spazzerà via l'uomo dalla faccia della terra.
Il protocollo di Kyoto lo ritengo un provvedimento importante non già per le
cause presunte del riscaldamento globale, quanto per l'impegno a ridurre qualche migliaio di porcherie cancerogene (quelle sicure e facilmente documentabili senza scomodare apocalissi o previsioni a lungo termine) presenti nell'aria e vomitate da ciminiere, appartamenti, automobili e impianti industriali.
Tutta robaccia sulla cui tossicità e cancerogenicità per l'uomo e l'ambiente non vi è più dubbio alcuno da decenni, come si evince dall'aumento di morbilità e mortalità nei maggiori centri urbani e metropolitani di tutto il mondo per malattie dell'apparato cardio-respiratorio e tumorali annesse e connesse.
Basta lasciare appeso un lenzuolo fuori dalla finestra di casa 24 ore per ritrovarlo colorato di catrame e intriso di piombo, idrocarburi, polveri sottili e qualche centinaia di altre molecole la cui cancerogenicità è ormai nota e arcinota da oltre 50 anni, che ci respiriamo a pieni polmoni ogni santissimo istante della nostra vita cittadina.
L'inquinamento industriale e domestico di aria, acqua e terra è un fenomeno facilmente rilevabile e misurabile in laboratorio, così come note sono la maggior parte delle fonti di inquinamento moderne,
sulla variabilità del clima terrestre nell'arco dei secoli si sa poco e nulla e quel poco che possono evincere da analisi di documenti e fossili e osservazioni sul campo appartiene più al campo delle speculazioni che alle teorie dimostrate.Neanche un secolo fa tutti i fisici del mondo erano assolutamente convinti che l'atomo fosse indivisibile poi hanno scoperto le particelle sub-atomiche, la natura ondulatoria della materia e tutta una serie di fenomeni fisici che li hanno costretti ad abbandonare secoli di fisica classica in nome della meccanica quantistica che a tutt'oggi non smette di stupire e sovvertire molti dei saperi universalmenti accettati dall'intera comunità di fisici.
Di reale e misurabile in maniera empirica c'è solo un "temporaneo" riscaldamento del clima, sulle cause e sulle fluttuazioni da qui a 1-5-10 o 100 anni sono aperte soltanto le scommesse.
Non esiste un modello matematico in grado di garantirci le previsioni meteo di 3 giorni, figuriamoci da qui a qualche anno.
Di fenomeni come quelli degli squali a Sharm o di animali dal comportamente eccezionalmente anomalo è piena la storia dell'etologia e della biologia.
Nel 1916 le cronache americane furono sconvolte da un'ondata di attacchi mortali sulle spiaggie della costa occidentale degli Stati Uniti, nel tratto compreso tra la Florida e il New Jersey, creando un'ondata di panico e una conseguente caccia allo squalo non meno isteriche e massicce rispetto a quelle tratteggiate nell'omonimo romanzo di Peter Benchley, lo stesso che oltre 10 anni dopo ha partecipato ad uno studio sullo squalo bianco finanziato dal National Geographic per dimostrare al mondo quanto la sua creatura letteraria fosse in realtà assai diversa da come appariva nel libro e nel film di Spielberg.
La comunità scientifica e la conseguente nutrita mole di articoli e studi pubblicati quotidianamente è piena di studi, osservazioni e ricerche i cui risultati temporanei e necessariamente parziali a volte "sembrano" confermare a volte dis-confermare ogni sorta di teoria o di ipotesi, per non parlare di tutti gli studi viziati da errori di forma e o di metodo.
Gli esperti di Atlanta hanno preso una sonora cantonata anche con l'epidemia di suina, quando nei primi mesi del 2009 rilasciarono bollettini catastrofici sugli sviluppi della pandemia mortale.
La storia ha dimostrato come tanti esperti mondiali di malattie infettive abbiano abbondantemente sovrastimato la portata, la gravità e l'evoluzione dell'infezione.
La natura è viva, è bizzarra, è violenta, è in continua evoluzione, segue fasi e cicli che non si adattano a nessuno schema matematico o teorico fin qui concepito.Va benissimo combattere l'inquinamento
anche con il patto di Kyoto, (io sono uno di quelli che non usa manco il detersivo per piatti se non strettamente necessario e doso al millimetro i tanti veleni casalinghi per l'igiene delle superfici che uso con assoluta parsimonia; non appartengo alla categoria di quelli che "si vive una volta sola e allora chissenefrega!" per intenderci) che forse non ammazzerà il pianeta ma di sicuro massacra colture, animali, esseri umani e sistemi immunitari,
ma da qui a prevedere con largo anticipo chissà quali scenari apocalittici come si vedono al cinema, secondo me e secondo anche una buona parte della stessa comunità scientifica ce ne corre.
Poi per carità, spero di
non sbagliarmi!