QUOTE(Franco_ @ Jan 2 2011, 10:54 AM)
Da quando ho iniziato ad usare fotocamere digitali (Dicembre 2004) avrò scattato non più di 35.000 foto, di queste ne conservo circa 7.000, di cui un solo migliaio le definirei decenti... il numero di quelle stampate non arriva a 200.
Sarà perchè sono nato con il BN e ho usato a lungo le dia, in periodi in cui i soldi non erano tanti e ogni fotogramma andava "sparato" con oculatezza
. Ricordo come un avvenimento l'aver portato in una vancanza 12 rullini di dia e di averne fatti "ben 7" ai laghi di Plitvice...
Come ti capisco Franco. La pellicola in fondo segna per tutta la vita.
Mi ricordo l'unica volta in vita mia che ho 'sparato' diverse centinaia di dia, quando sono stato per un mese in Norvegia. La bellezza di 18 rullini da 36 pose, tutti scatti studiati, calcolati, qualcuno anche azzardato, qualcuno in sequenza per non perdere l'attimo fuggente. Non esisteva la messa a fuoco automatica e la mia pellicola era un'Agfachrome 50 ASA. Conservo ancora oltre 300 bellissimi scatti di quell'avventura che prima o poi dovrò decidermi a scansionare. Statisticamente un buon 50% delle foto scattate le ho conservate.
Succedesse oggi con la digitale e dimenticando per un momento le esperienze da 'pellicolaro' (impossibile), potrei portare a casa anche 6000 scatti, ma credo però che non ne conserverei molti di più di allora. Dieci scatti su un medesimo soggetto servono solo a buttarne via nove.
Due modi diversi di vedere la fotografia la pellicola e il digitale.
Benvenuto sia il digitale che ti permette scatti che la pellicola si sognava, ma credo però che a parte degli scatti in più per ottimizzare alcune esposizioni, la filosofia di chi scatta debba rimanere la medesima: avere la foto in testa prima ancora di aver inquadrato la scena.
Carlo
QUOTE(Luigi_FZA @ Jan 2 2011, 01:10 PM)
dillo a me : "all'epoca" la mia max aspirazione era la M2 di casa Olympus; cosa che poi accantonai per mancanza di "materia prima" e quella che c'era decisi di destinarla ad altri usi. Le Nikon e le Canon non facevano per la mia tasca. E comunque la K-1000 faceva bene il suo lavoro, semplice (aveva, anzi ha visto che me la conservo ancora, solo l'ago dell'esposimetro) sufficientemente robusta e poi, a differenza di oggi, la consideravo uno strumento, alla stregua della matita di Enrico (a proposito vorrei saperla tenerla in mano na matita come fai te!); quello che mi e' rimasto e' che prima, dello scatto, ci penso.
Lo dici a chi è partito con una vecchia Kodak Retina senza esposimetro, già di mio padre quando era ragazzo. Che esperienza fantastica.
Quando mi venne regalata la prima reflex Yashica, che conservo ancora, è stato come andare sulla luna a piedi... aveva anche l'esposimetro ad ago. Miracolo!
Carlo