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enrico
Cari amici,
quest'anno voglio farvi gli auguri in maniera un po' speciale. Vi riporto un episodio storico, straordinario, realmente accaduto.
I miracoli li possono fare anche gli uomini, quando risvegliano il buono che c'è in ciascuno di noi, i sentimenti puri che ci vengono dai tempi lontani dell'infanzia.
Forse molti di voi avranno sentito parlare della Tregua di Natale e forse altri no:

La notte di Natale 1914, nelle trincee del fronte occidentale (Francia e Belgio) ci fu una tregua. Si trattò di una eccezionale circostanza dettata dalla spontaneità di un sentimento di fratellanza universale, più forte persino del rombo dei cannoni. Non la ordinarono i comandi supremi che, di contro, fecero di tutto per condannarla ed accertarsi che mai più si ripetesse in futuro.

Vi riporto la testimonianza di un soldato inglese che era lì. Leggetela, ne vale la pena!:



"Janet, sorella cara, sono le due del mattino e la maggior parte degli uomini dormono nelle loro buche, ma io non posso addormentarmi se prima non ti scrivo dei meravigliosi avvenimenti della vigilia di Natale. In verità, ciò che è avvenuto è quasi una fiaba, e se non l'avessi visto coi miei occhi non ci crederei. Prova a immaginare: mentre tu e la famiglia cantavate gli inni davanti al focolare a Londra, io ho fatto lo stesso con i soldati nemici qui nei campi di battaglia di Francia! Le prime battaglie hanno fatto tanti morti, che entrambe le parti si sono trincerate, in attesa dei rincalzi. Sicché per lo più siamo rimasti nelle trincee ad aspettare.

Ma che attesa tremenda! Ci aspettiamo ogni momento che un obice d'artiglieria ci cada addosso, ammazzando e mutilando uomini. E di giorno non osiamo alzare la testa fuori dalla terra, per paura del cecchino. E poi la pioggia: cade quasi ogni giorno. Naturalmente si raccoglie proprio nelle trincee, da cui dobbiamo aggottarla con pentole e padelle.

E con la pioggia è venuto il fango, profondo un piede e più. S'appiccica e sporca tutto, e ci risucchia gli scarponi. Una recluta ha avuto i piedi bloccati nel fango, e poi anche le mani quando ha cercato di liberarsi...

Con tutto questo, non potevamo fare a meno di provare curiosità per i soldati tedeschi di fronte noi. Dopo tutto affrontano gli stessi nostri pericoli, e anche loro sciaguattano nello stesso fango. E la loro trincea è solo cinquanta metri davanti a noi.Tra noi c'è la terra di nessuno, orlata da entrambe le parti di filo spinato, ma sono così vicini che ne sentiamo le voci. Ovviamente li odiamo quando uccidono i nostri compagni.

Ma altre volte scherziamo su di loro e sentiamo di avere qualcosa in comune. E ora risulta che loro hanno gli stessi sentimenti. Ieri mattina, la vigilia, abbiamo avuto la nostra prima gelata. Benché infreddoliti l'abbiamo salutata con gioia, perché almeno ha indurito il fango. Durante la giornata ci sono stati scambi di fucileria.

Ma quando la sera è scesa sulla vigilia, la sparatoria ha smesso interamente. Il nostro primo silenzio totale da mesi! Speravamo che promettesse una festa tranquilla, ma non ci contavamo. Soldati che fraternizzano fuori dalle trincee.

Di colpo un camerata mi scuote e mi grida: Vieni a vedere! Vieni a vedere cosa fanno i tedeschi! Ho preso il fucile, sono andato alla trincea e, con cautela, ho alzato la testa sopra i sacchetti di sabbia. Non ho mai creduto di poter vedere una cosa più strana e più commovente. Grappoli di piccole luci brillavano lungo tutta la linea tedesca, a destra e a sinistra, a perdita d'occhio. Che cos'è?, ho chiesto al compagno, e John ha risposto: 'alberi di Natale!'.

Era vero. I tedeschi avevano disposto degli alberi di Natale di fronte alla loro trincea, illuminati con candele e lumini. E poi abbiamo sentito le loro voci che si levavano in una canzone: ' stille nacht, heilige nacht…'. Il canto in Inghilterra non lo conosciamo, ma John lo conosce e l'ha tradotto: 'notte silente, notte santa'.

Non ho mai sentito un canto più bello e più significativo in quella notte chiara e silenziosa. Quando il canto è finito, gli uomini nella nostra trincea hanno applaudito. Sì, soldati inglesi che applaudivano i tedeschi! Poi uno di noi ha cominciato a cantare, e ci siamo tutti uniti a lui: 'the first nowell (1) the angel did say…'. Per la verità non eravamo bravi a cantare come i tedeschi, con le loro belle armonie. Ma hanno risposto con applausi entusiasti, e poi ne hanno attaccato un'altra: 'o tannenbaum, o tannenbaum…'. A cui noi abbiamo risposto: 'o come all ye faithful…'. E questa volta si sono uniti al nostro coro, cantando la stessa canzone, ma in latino: 'adeste fideles…'.

Inglesi e tedeschi che s'intonano in coro attraverso la terra di nessuno! Non potevo pensare niente di più stupefacente, ma quello che è avvenuto dopo lo è stato di più. 'Inglesi, uscite fuori!', li abbiamo sentiti gridare, 'voi non spara, noi non spara!'.

Nella trincea ci siamo guardati non sapendo che fare. Poi uno ha gridato per scherzo: 'venite fuori voi!'. Con nostro stupore, abbiamo visto due figure levarsi dalla trincea di fronte, scavalcare il filo spinato e avanzare allo scoperto. Uno di loro ha detto: 'Manda ufficiale per parlamentare'. Ho visto uno dei nostri con il fucile puntato, e senza dubbio anche altri l'hanno fatto - ma il capitano ha gridato 'non sparate!'. Poi s'è arrampicato fuori dalla trincea ed è andato incontro ai tedeschi a mezza strada. Li abbiamo sentiti parlare e pochi minuti dopo il capitano è tornato, con un sigaro tedesco in bocca! Nel frattempo gruppi di due o tre uomini uscivano dalle trincee e venivano verso di noi.

Alcuni di noi sono usciti anch'essi e in pochi minuti eravamo nella terra di nessuno, stringendo le mani a uomini che avevamo cercato di ammazzate poche ore prima. Abbiamo acceso un gran falò, e noi tutti attorno, inglesi in kaki e tedeschi in grigio. Devo dire che i tedeschi erano vestiti meglio, con le divise pulite per la festa. Solo un paio di noi parlano il tedesco, ma molti tedeschi sapevano l'inglese. Ad uno di loro ho chiesto come mai. 'Molti di noi hanno lavorato in Inghilterra', ha risposto. 'Prima di questo sono stato cameriere all'Hotel Cecil." "Forse ho servito alla tua tavola!' 'Forse!', ho risposto ridendo. Mi ha raccontato che aveva la ragazza a Londra e che la guerra ha interrotto il loro progetto di matrimonio. E io gli ho detto: 'non ti preoccupare, prima di Pasqua vi avremo battuti e tu puoi tornare a sposarla'. Si è messo a ridere, poi mi ha chiesto se potevo mandare una cartolina alla ragazza, ed io ho promesso. Un altro tedesco è stato portabagagli alla Victoria Station.

Mi ha fatto vedere le foto della sua famiglia che sta a Monaco. Anche quelli che non riuscivano a parlare si scambiavano doni, i loro sigari con le nostre sigarette, noi il tè e loro il caffè, noi la carne in scatola e loro le salsicce. Ci siamo scambiati mostrine e bottoni, e uno dei nostri se n'è uscito con il tremendo elmetto col chiodo! Anch'io ho cambiato un coltello pieghevole con un cinturame di cuoio, un bel ricordo che ti mostrerò quando torno a casa. Ci hanno dato per certo che la Francia è alle corde e la Russia quasi disfatta.

Noi gli abbiamo ribattuto che non era vero, e loro. 'Va bene, voi credete ai vostri giornali e noi ai nostri'. E' chiaro che gli raccontano delle #########, ma dopo averli incontrati anch'io mi chiedo fino a che punto i nostri giornali dicano la verità. Questi non sono i 'barbari selvaggi' di cui abbiamo tanto letto. Sono uomini con case e famiglie, paure e speranze e, sì, amor di patria. Insomma sono uomini come noi. Come hanno potuto indurci a credere altrimenti? Siccome si faceva tardi abbiamo cantato insieme qualche altra canzone attorno al falò, e abbiamo finito per intonare insieme - non ti dico una bugia - 'Auld Lang Syne'. Poi ci siamo separati con la promessa di rincontraci l'indomani, e magari organizzare una partita di calcio.

E insomma, sorella mia, c'è mai stata una vigilia di Natale come questa nella storia? Per i combattimenti qui, naturalmente, significa poco purtroppo. Questi soldati sono simpatici, ma eseguono gli ordini e noi facciamo lo stesso. A parte che siamo qui per fermare il loro esercito e rimandarlo a casa, e non verremo meno a questo compito. Eppure non si può fare a meno di immaginare cosa accadrebbe se lo spirito che si è rivelato qui fosse colto dalle nazioni del mondo. Ovviamente, conflitti devono sempre sorgere. Ma che succederebbe se i nostri governanti si scambiassero auguri invece di ultimatum? Canzoni invece di insulti? Doni al posto di rappresaglie? Non finirebbero tutte le guerre?

Il tuo caro fratello Tom.


Buona luce (questa volta non mi riferisco alla luce fotografica...)
Enrico
CVCPhoto
Grazie Enrico, l'ho letta tutta d'un fiato, una storia bellissima e anche commovente. Le guerre purtroppo non finiscono e non finiranno mai, per sporchi giochi di interessi e di potere, ma questa storia fa capire che in ogni uomo c'è del sentimento e che questo in certe situazioni riesce a prevalere su tutto.

Ciao, Carlo
enrico
Ciao Carlo,
anni fa ho visto un film in bianco e nero, non ricordo il titolo, relativo alla Prima Guerra Mondiale.
Durante un assalto, a causa dell'intervenire di bombardamenti da parte del nemico, un soldato si rifugia in una buca dove vede il ca davere di un ""nemico" da lui ucciso. E' costretto per lunghissimi minuti a convivere con il morto. Dal portafoglio di questi, sono cadute le foto della moglie e dei figli. Si accorge così che il nemico è un uomo come lui, come lui trascinato nella tragica avventura della guerra, con una famiglia che non lo rivedrà più. La scena è commovente e vera. Mi ha colpito perchè non è come la maggior parte dei film dove i soldati sono descritti come eroi che combattono contro il nemico cattivo e crudele...
Bisognerebbe riflettere di più su tante verità.
Enrico
marcgast92
stupendo
HonorMan
Un augurio davvero speciale, che ricambio. Una gran bella vicenda
primoran
Caro Enrico, non finisci mai di stupirmi. Dopo aver imparato da te a fotografare rolleyes.gif , adesso questa bellissima Storia (sì, con la maiuscola).
Ti ringrazio e faccio a te e famiglia i miei migliori auguri di buona luce e buone feste. grazie.gif

Primo.
brata
Sì, però sarebbe sempre bene citare la fonte, soprattutto se si riporta anche una parte
dell'introduzione.


http://www.lagrandeguerra.net/gglatreguadinatale.html
enrico
Certo Brata, ho riportato una storia vera, non ho mica detto di essere io l'autore e non mi pare di essermi macchiato di plagio. La fonte vera è il soldato che ha scritto la lettera. E pensa un po' che l'ho trovata su di una rivista di mia moglie che insegna nella scuola media e che la fa leggere ai ragazzi in pubblico per il Natale. Mi ha toccato ed ho voluto condividerla.
Questo rimprovero te lo potevi risparmiare. Gli auguri erano anche per te.
Quello che rende la cosa fantastica, è che è successa veramente. Pensa se solo uno dei soldati, presi dal nervosismo, avesse premuto il grilletto. Il miracolo è che nessuno lo ha fatto.
Enrico
brata
QUOTE(enrico @ Dec 17 2010, 09:05 PM) *
Certo Brata, ho riportato una storia vera, non ho mica detto di essere io l'autore e non mi pare di essermi macchiato di plagio.
Questo rimprovero te lo potevi risparmiare. Gli auguri erano anche per te.
Quello che rende la cosa fantastica, è che è successa veramente. Pensa se solo uno dei soldati, presi dal nervosismo, avesse premuto il grilletto. Il miracolo è che nessuno lo ha fatto.
Enrico


Ma intendiamoci, hai fatto bene, però, appunto, citare in questo caso mi pare preferibile. Per scherzarci un po' noto che nello staff del sito che riporta le lettera c'è un canonista....
Max Lucotti
Una bella storia Enrico, io avevo letto una storia simile (cito a memoria poichè non ricordo più su che libro) sempre durante la prima guerra mondiale tra soldati Italiani ed austroungarici, la tregua di Natale con scambio di sigarette e altri generi tra i combattenti stremati dalla guerra di trincea.
Poi, l'anno successivo, gli alti ufficiali vietarono qualsiasi contatto con il nemico.....

Buon Natale anche a te, caro Enrico.

Francesco Martini
QUOTE(enrico @ Dec 17 2010, 12:34 PM) *
Ciao Carlo,
anni fa ho visto un film in bianco e nero, non ricordo il titolo, relativo alla Prima Guerra Mondiale.
Durante un assalto, a causa dell'intervenire di bombardamenti da parte del nemico, un soldato si rifugia in una buca dove vede il ca davere di un ""nemico" da lui ucciso. E' costretto per lunghissimi minuti a convivere con il morto. Dal portafoglio di questi, sono cadute le foto della moglie e dei figli. Si accorge così che il nemico è un uomo come lui, come lui trascinato nella tragica avventura della guerra, con una famiglia che non lo rivedrà più. La scena è commovente e vera. Mi ha colpito perchè non è come la maggior parte dei film dove i soldati sono descritti come eroi che combattono contro il nemico cattivo e crudele...
Bisognerebbe riflettere di più su tante verità.
Enrico

Il film era..
"Niente di nuovo sul fronte occidentale"
tratto dall'omonimo libro di Erich Maria Remarque...
rolleyes.gif
Grazie della bella storia, Enrico
Francesco Martini
Luigi_FZA
QUOTE(enrico @ Dec 17 2010, 09:05 PM) *
.............. Il miracolo è che nessuno lo ha fatto.


Gia a volte i militari sanno essere persone perbene.

Comunque bello il pensiero che hai avuto nel condividerla.

Luigi
Francesco Martini
Enrico..
la tua bella storia mi ha ricordato questa canzone di Paul Mccartney...e il bel video che ci ha fatto....


Francesco Martini
enrico
Ciao Max, Luigi, Francesco.
Un abbraccio
Enrico
miz
Una storia fantastica, e ancora più fantastica perchè racconta una gran bella verità.
Verità scomoda per "i signori della guerra" che usano i soldati, i nostri nonni, i nostri padri, alcuni di noi e forse i nostri figli, come oggetti utili al raggiungimento di obiettivi che sono lontani, lontanissimi da noi.

Grazie Enrico, grazie davvero
kintaro70
QUOTE(Luigi_FZA @ Dec 17 2010, 09:25 PM) *
Gia a volte i militari sanno essere persone perbene.

...
Luigi


Come in ogni ambiente, i sentimenti sinceri ed i buoni propositi, sono in quantità inversamente proporzionali alla posizione rivestita.
enrico
Uomini buoni e cattivi si trovano dappertutto, qualunque grado rivestano. Ho trovato persone squisite dalle quali ho imparato molto e che non avevano fatto che le elementari, e persone presuntuose con due lauree... Ma anche viceversa.
Sono un ufficiale in congedo, paracadutista, ed ho il grado di maggiore. Promozioni in seguito a richiami. Ma la mia professione è stata quella di insegnante, alle elementari prima ed alle superiori poi. Nei brevi contatti con la vita militare, ho incontrato ufficiali splendidi ed altri meno, militari semplici splendidi ed altri meno.
Se si è persone per bene, lo studio o il grado ti possono rendere migliore, se non lo si è, certo ti fanno peggiore.
Un detto dice che gli uomini sono come i libri negli scaffali della biblioteca: quelli più inutili sono quelli che stanno in alto. I libri che più mi interessano e che ogni tanto rileggo, li tengo infatti in basso, a portata di mano.
A questo proposito vi racconto una storia che mi è stata riportata come realmente accaduta. Vera o meno, insegna molto.
Mi piace intitolarla "La coppola" che da noi in Abruzzo significa copricapo, berretto.
Un bar di Massa d'Albe (è di Massa colui che me la raccontò), era frequentato da un barbone che si sedeva in un angolo e se ne stava buono. Il padrone del bar gli regalava un bicchiere di vino.
Un giorno, un gruppo di giovani che frequentava lo stesso bar, per scherzo o per davvero, si rivolse al proprietario dicendogli: "Non ci piace che quello stia lì, puzza. Mandalo via". Il proprietario si rifiutò. Allora entrò il netturbino, con il berretto (la coppola). I ragazzi si rivolsero a lui invitandolo a cacciare il barbone. "Ma che posso fare io?" rispose il netturbino. "Come se puoi, tu hai la coppola".
A quelle parole, il netturbino cambiò improvvisamente. Si sentì rivestito di autorità e, indicando il berretto: "Sa legge? (sai leggere?)", e cominciò a prendere a calci il poveraccio, ordinandogli di andare via.
Quando qualcuno si sente la coppola in testa, a volte dimentica di essere al servizio degli altri e si sente agli altri superiore.
Quanti ne ho conosciuti con la coppola...
Buona notte
Enrico
simone.dambrosio
una storia stupenda
grazie enrico
simone
fedebobo
Mi associo ai ringraziamenti ad Enrico per aver postato il bel racconto.

Vi allego una lapide presente in un luogo un po' defilato dell'Altipiano di Asiago, nella terra di nessuno tra le prime linee.
Mi pare una piccola testimonianza, ma molto significativa.

Auguri a tutti
Roberto

IPB Immagine Ingrandimento full detail : 1.5 MB
enrico
Quante belle cose e quanti bei contributi stanno venendo fuori!
Grazie a tutti
Enrico
Paolo Rabini
Enrico mi lasci senza parole, naturalmente nel senso buono: ormai ho la certezza che ogni discussione che apri, in qualunque sezione, vale la pena di essere letta.
Grazie e auguri di un Natale sereno

Paolo
enrico
Auguri anche a te Paolo.
Bello il termine "sereno". La serenità è più importante e viene prima della felicità.
Un saluto
Enrico
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