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89stefano89
buon giorno!

una domanda veloce, secondo voi é meglio alzare molto gli iso ed ottenere foto ferme e rumorose o piuttosto tenere a bada gli iso e avere foto scure per poi tentare il recuper in postproduzione? (a paritá di tempo di posa ovviamente)

grazie.gif
Maury_75
Penso (non ho la conferma tecnica ma solo in base alle mie esperienze) che sia meglio alzare gli iso e sovraesporre leggermente lo scatto, successivamente in PP scurire!

Esempio pratico: se l'esposizione corretta è f/4 - iso 1600 - 1/125 io sovraespongo a f/4 - iso 1600 - 1/100 (se le alte luci lo permettono anche 1/80) e successivamente in PP se serve sottoespongo di 0,3 o 0,7!

Saluti Maury
89stefano89
QUOTE(Maury_75 @ Dec 3 2010, 11:50 AM) *
Penso (non ho la conferma tecnica ma solo in base alle mie esperienze) che sia meglio alzare gli iso e sovraesporre leggermente lo scatto, successivamente in PP scurire!

Esempio pratico: se l'esposizione corretta è f/4 - iso 1600 - 1/125 io sovraespongo a f/4 - iso 1600 - 1/100 (se le alte luci lo permettono anche 1/80) e successivamente in PP se serve sottoespongo di 0,3 o 0,7!

Saluti Maury


domattina faró qualche tentativo! il problema é che questa tecnica in caso di fote contrasto rischia di bruciare alcune zone dello scatto!
dimapant
QUOTE(Maury_75 @ Dec 3 2010, 11:50 AM) *
Penso (non ho la conferma tecnica ma solo in base alle mie esperienze) che sia meglio alzare gli iso e sovraesporre leggermente lo scatto, successivamente in PP scurire!

Esempio pratico: se l'esposizione corretta è f/4 - iso 1600 - 1/125 io sovraespongo a f/4 - iso 1600 - 1/100 (se le alte luci lo permettono anche 1/80) e successivamente in PP se serve sottoespongo di 0,3 o 0,7!

Saluti Maury


Bisogna prima di tutto scattare solo in RAW.

Questa tecnica va molto bene per due motivi ma ha un rischio.
I due motivi sono:
- si riduce il rumore dell'immagine, dato che si migliora il rapporto segnale rumore sul sensore.
- si guadagna scala tonale,dato che la curva di trasferimento dei CMOS è praticamente lineare: nel primo diaframma prima della saturazione dei bianchi c'è il 50%, la metà di TUTTA la scala tonale della fotografia: la foto viene più ricca di colori e di sfumatura, è più "viva".

Il rischio è chiaramente di saturare i bianchi, ed allora si rovina irrimediabilmente l'immagine.

Una buona regola da seguire è fare il bracketing, in automatico o meno, scattando sempre e comunque come dice la fotocamera e poi fare un altro paio di scatti in sovraesposizione rispetto ai valori indicati dall'esposimetro, e dopo scegliere quello che è esposto meglio.

ATTENZIONE: L'istogramma di macchina NON è l'istogramma del RAW, è quello del Jpeg del controllo immagine a quello associato, e, soprattutto se uno stampa e fa fotoritocco con spazio colore ProPhoto, ed ha impostato in macchina sRGB, le differenze sono veramente eclatanti: l'istogramma di macchina ti può benissimo segnalare sfondamento dei bianchi, mentre in ProPhoto hai ancora un diaframma prima di sfondarli: fregatevene dell'istogramma di macchina e scattate in RAW in bracketing.

Saluti cordiali

89stefano89
seguiro il consiglio del braketing, ma quanti stop di esposizione aggiungo? 1/3 o piu´?
dimapant
QUOTE(89stefano89 @ Dec 3 2010, 02:11 PM) *
seguiro il consiglio del braketing, ma quanti stop di esposizione aggiungo? 1/3 o piu´?


Il bracketing va fatto a ragion veduta, come tutto nella vita.

Non puoi impostare un bracketing che vada bene per tutte le foto: ragiona prima di scattare, ragiona su cosa vuoi mettere in evidenza, quale sarà, più o meno il risultato finale ed individua il soggetto principale della tua fotografia: cosa sto fotografando? Perchè ? e su quello vai a cercare l'esposizione che vorresti, fermo restando che la fotocamera fa sempre un buon lavoro, tu lo devi solo migliorare.

Se faccio un paesaggio con luce alle spalle, la mattina presto, a volte sovraespongo di 0,3 - 0,7 stop.

Lo stesso paesaggio con la nebbia, se voglio tirare fuori i particolari dalla nebbia, lo sovrespongo anche 2 stop (due!).

Quanto dipende poi anche dal fotoritocco che fai e dalla fotocamera che usi.
Paesaggi fatti con la tecnica di Dragan e scattati con fotocamera rumorosa, vanno sovreesposti un po' di più che con D 700 e stampati normalmente.

Fai delle prove, è divertente e impari a conoscere la tua attrezzatura, come si comporta, cosa diavolo fa, e questo è fondamentale, non si scatta mai a casaccio.

Saluti cordiali
89stefano89
hai ragione! il mio problema é che spesse volte non ho il tempo di stare li a provare e non ho l´esperienza per decidere al volo! quindi cerco sempre degli standard!
daltro canto ieri "mi sono buttato" ed hos ovresposto le foto, nonostante fossi sulla neve di un 0,3 e un 0,7 (fotografavo dei caprioli che scappavano, tempo... 0) e devo dire che ha avuto il suo perché, la neve non si é bruciata per un pelo e con questo scherzetto sono riuscito a recuperare colori e dettalgi dei caprioli (che distavano u n60ina di metri) senza sovresporre avrei ottenuto delle sagome nere! grazie!!
Maury_75
QUOTE(89stefano89 @ Dec 6 2010, 09:18 AM) *
hai ragione! il mio problema é che spesse volte non ho il tempo di stare li a provare e non ho l´esperienza per decidere al volo! quindi cerco sempre degli standard!
daltro canto ieri "mi sono buttato" ed hos ovresposto le foto, nonostante fossi sulla neve di un 0,3 e un 0,7 (fotografavo dei caprioli che scappavano, tempo... 0) e devo dire che ha avuto il suo perché, la neve non si é bruciata per un pelo e con questo scherzetto sono riuscito a recuperare colori e dettalgi dei caprioli (che distavano u n60ina di metri) senza sovresporre avrei ottenuto delle sagome nere! grazie!!

Ottimo direi, le prove iniziano a dare i loro frutti!
Più ne fai e più, come dice giustamente dimapant, conoscerai la tua attrezzatura ed i suoi limiti!
Sono convinto che escano foto migliori da una D50 usata al limite piuttosto che da una D300 usata a casaccio!
89stefano89
QUOTE(Maury_75 @ Dec 6 2010, 09:29 AM) *
Ottimo direi, le prove iniziano a dare i loro frutti!
Più ne fai e più, come dice giustamente dimapant, conoscerai la tua attrezzatura ed i suoi limiti!
Sono convinto che escano foto migliori da una D50 usata al limite piuttosto che da una D300 usata a casaccio!


uello é sicuro biggrin.gif infatti per ora non ho pubblicato alcuna foto, voglio prima ottenere dei risultati in linea con l´atrezzatura!
sapevo che ci voleva tempo e pratica e sto facendo il possibile messicano.gif
dimapant
QUOTE(89stefano89 @ Dec 6 2010, 09:18 AM) *
hai ragione! il mio problema é che spesse volte non ho il tempo di stare li a provare e non ho l´esperienza per decidere al volo! quindi cerco sempre degli standard!
daltro canto ieri "mi sono buttato" ed hos ovresposto le foto, nonostante fossi sulla neve di un 0,3 e un 0,7 (fotografavo dei caprioli che scappavano, tempo... 0) e devo dire che ha avuto il suo perché, la neve non si é bruciata per un pelo e con questo scherzetto sono riuscito a recuperare colori e dettalgi dei caprioli (che distavano u n60ina di metri) senza sovresporre avrei ottenuto delle sagome nere! grazie!!

L'esposimetro è regolato per rendere bene i grigi (il grigio topo al 18% di riflessione se non sbaglio) e su soggetto molto chiaro e uniforme, tipo neve, ti sottoespone e ti fa la neve grigia, appunto grigio topo al 18%, mentre la neve è bianca, non grigia; analogamente su soggetto molto scuro, uniformemente quasi nero, ti sovraespone e te lo fa anche questo grigio topo al 18%, mentre è praticamente nero.

Da cui se ne trae che: la neve, se ce n'è molta va sovraesposta (incredibile!) rispetto a quello che dice l'esposimetro per avere il suo colore naturale, mentre il nero, o lo scuro molto uniforme, va sottoesposto sempre per avere il colore naturale.

OK, ma.... quanto sovraesposto o sottoesposto? E' qui che viene fuori l'esperienza e la conoscenza dell'attrezzatura: col bracketing però, fatto con intelligenza, l'esposizione buona la trovi sempre.

Saluti cordiali
89stefano89
QUOTE(dimapant @ Dec 6 2010, 07:28 PM) *
L'esposimetro è regolato per rendere bene i grigi (il grigio topo al 18% di riflessione se non sbaglio) e su soggetto molto chiaro e uniforme, tipo neve, ti sottoespone e ti fa la neve grigia, appunto grigio topo al 18%, mentre la neve è bianca, non grigia; analogamente su soggetto molto scuro, uniformemente quasi nero, ti sovraespone e te lo fa anche questo grigio topo al 18%, mentre è praticamente nero.

Da cui se ne trae che: la neve, se ce n'è molta va sovraesposta (incredibile!) rispetto a quello che dice l'esposimetro per avere il suo colore naturale, mentre il nero, o lo scuro molto uniforme, va sottoesposto sempre per avere il colore naturale.

OK, ma.... quanto sovraesposto o sottoesposto? E' qui che viene fuori l'esperienza e la conoscenza dell'attrezzatura: col bracketing però, fatto con intelligenza, l'esposizione buona la trovi sempre.

Saluti cordiali


ti ringrazio! io disolito sottoesponevo la neve per paura di bruciarla!!
questo discorso pero´ cambia se uso spot immagino!!
un altra cosa, prendo per esempio ancora domenica scorsa, neve e caprioli, piccolissimi (60m circa col 300mm) in un primo momento ho pensato di usare spot, ma poi mi osn reso conto che nel punto af non riuscivo nemmeno a far star dentro il capriolo per quandto era picccolo e si muoveva! allora ho usato la ponderata centrale, ho fatto bene o a questo punto era meglio matrix?
dimapant
QUOTE(89stefano89 @ Dec 7 2010, 07:57 AM) *
ti ringrazio! io disolito sottoesponevo la neve per paura di bruciarla!!
questo discorso pero´ cambia se uso spot immagino!!
un altra cosa, prendo per esempio ancora domenica scorsa, neve e caprioli, piccolissimi (60m circa col 300mm) in un primo momento ho pensato di usare spot, ma poi mi osn reso conto che nel punto af non riuscivo nemmeno a far star dentro il capriolo per quandto era picccolo e si muoveva! allora ho usato la ponderata centrale, ho fatto bene o a questo punto era meglio matrix?


Lo spot si usa soo per soggetti fermi, altrimenti diventa un incubo, ed anche su soggetti fermi va saputo usare.

La ponderata centrale va molto bene se il capriolo ti sta dentro l'area centrale, allora dai l'esposizione giusta.

Matrix vede tutto quello che si vede nel mirino, cerca nella sua memoria di trovare un'immagine simile campione e ti espone su un valor medio, derivato dalla sua immagine campione, che molto spesso va bene, ma il suo campione a volte non è quello che vuoi tu, e ci sono differenze visibili di esposizione, tra quello che volevi tu e Matrix, ed è per questo che il bracketing aiuta.

C'è poi una considerazione tecnica da fare sul fatto di esporre abbondantemente.: c'è una fondamentale differenza tra l'occhio umano, la pellicola ed il digitale per quanto concerne la funzione di trasferimento dell'energia luminosa, ossia la capacità di registrare segnale.

L'occhio umano ha caratteristica NON LINEARE: se raddoppio la luce ambiente, l'occhio non la vede come doppia, ma come poco più della precedente, non ha la sensazione che la luce sia raddoppiata, se la quadruplico, ancora non ha la sensazione che sia quadruplicata e così via: l'occhio ha una risposta alla luce che entra NON lineare.

La pellicola è simile all'occhio, ha caratteristica anche lei NON lineare, la curva famosa di risposta delle pellicole è non lineare e maggiore è la sensibilità della pellicola, maggiore è la non linearità, aumenta la capacità di registrare più luce, la latitudine di esposizione, ed è per questa non linearità che le pellicole si sottoesponevano, si tiravano, e più sensibili erano, più erano non lineari e più permettevano ti essere "tirate", una TRIX 400 ISO sopportava bene esposizioni a 1600 ISO, 2 diaframmi, e ti faceva ancora buone foto, mentre una Pan F, da 5o ISO, non la potevi "tirare" di 2 diaframmi, non la potevi "tirare" a 200 ISO dato che non ce la faceva e dava immagini prive di scala tonale, non buone.

Il sensore digitale, al contrario , ha risposta LINEARE: se raddoppia la luce che gli va addosso, lui raddoppia il segnale in uscita: questa sua linearità fa sì che l'esposizione da dare al sensore digitale DEVE essere molto diversa da quella percepita dall'occhio e da quella che si dava alla pellicola.

Per questa linearità della risposta del sensore alla luce, nel primo diaframma al di sotto della saturazione delle luci c'è META' della scala tonale, metà dei colori e dei grigi di tutta l'immagine, in un solo diagramma, e se li perdi, smondani la fotografia.

In digitale, a meno di effetti specifici ricercati, MAI sottoesporre, cercare di esporre abbondante senza saturare le alte luci.

Altra cosa di estremamente diverso dalla pellicola.

L'ottica proietta l'immagine ed in pellicola il cono di luce impattava sul piano focale, dove trovava la pellicola e trovala lo strato antialo della pellicola, opaco fatto apposta per quello, e lostrato antialone, appunto, NON disperdeva l'immagine sui cristalli dell'alogenura d'argento, si onservavano i dettagli e l'immagine era molto dettagliata, non si perdeva molto la definizione dell'immagine, definizione che gli veniva dall'ottica.

Sul digitale è tutto diverso: il cono di luce proiettato dall'ottica sbatte sul filto passa basso, che è lucido quasi a specchio e riflette indietro parte della luce dell'immagine, creando possibili riflessi parassiti (da qui la necessità di migòlior trattamento antiriflesso sulle ottiche per il digitale, tino nanocristalli etc,) ed abbassando una prima volta l'acutanza dell'immagine che esce dall'ottica, poi sotto c'è il filtro di Bayer, con le sue lentine, che abbassa ancora di più l'acutanza.
Queste riduzioni di acutanza vanno recuperate e lo si fa con il Capture Sharpening, il recupero dell'acutanza di scatto, pena immagini morbide e prive di dettaglio fino.

Consuntivando, in digitale:

- Mai sottoesporre, anzi esporre abbondantemente
- applicare SEMPRE il capture sharpening ( di solito con doppio passaggio, maschera di contrasto con fusione in normale o luminosità e filtro accentua passaggio con fusione in sovrapponi)

Poi otoritocco normale

Saluti cordiali
89stefano89
QUOTE(dimapant @ Dec 7 2010, 08:42 AM) *
Lo spot si usa soo per soggetti fermi, altrimenti diventa un incubo, ed anche su soggetti fermi va saputo usare.
...
- Mai sottoesporre, anzi esporre abbondantemente
- applicare SEMPRE il capture sharpening ( di solito con doppio passaggio, maschera di contrasto con fusione in normale o luminosità e filtro accentua passaggio con fusione in sovrapponi)

Poi otoritocco normale

Saluti cordiali


cavolo... questo me lo devo rileggere bene con calma a casa!
due cose veloci invece, a titolo informativo cosa si intende "tirare la pellicola" l´ho sentito molte vole ma nella pratica non so proprio cosa voglia dire
ho installato giusto ieri capture ma non trovo la maschera di contrasto!? solo il comando nitidezza...
dimapant
QUOTE(89stefano89 @ Dec 7 2010, 09:00 AM) *
cavolo... questo me lo devo rileggere bene con calma a casa!
due cose veloci invece, a titolo informativo cosa si intende "tirare la pellicola" l´ho sentito molte vole ma nella pratica non so proprio cosa voglia dire
ho installato giusto ieri capture ma non trovo la maschera di contrasto!? solo il comando nitidezza...


"tirare" la pellicola significa esporre una pellicola che ha una certa sensibilità nominale (la Ilford Pan F ha 50 ASA o ISO che dir si voglia, la Kodak TRIX ha 400 ASA, la Ilford FP4 ha 125 ISO etc) per un valore di ISO più alto, ossia impostare una sottoesposizione costante nell'esposimetro della fotocamera e dunque sottoesporre di un valore costante.

Se imposti l'esposimetro a 800 ISO con la TRI X, che ha sensibilità nominale di 400 ASA, sottoesponi tutte le foto di un diaframma; per rcuperare un po' la sottoesposizione, si allunga il tempo di sviluppo, aumentando un pelo il contrasto e l'acutanza, la sensazione di nitidezza, almeno con certi tipi di sviluppo chimici, e questo dava fotografie per molti aspetti anche più gradevoli di quelle esposte al valore nominale, ed era ed è prassi corrente.

In digitale NON è affatto così, sottoesponendo perdi colore ed aumenta il rumore, degradi, e molto l'immagine.

Se in Capture apri il comando nitidezza, trovi sia la maschera di contrasto che il filtro accentua passaggio.

Leggiti in Nikon Experience l'ottimo articolo di Massimo Novi, manovi, sulla Nitidezza, per avere i valori adatti ed il metodo di fusione

Saluti cordiali
Rinux.it
QUOTE(dimapant @ Dec 7 2010, 11:07 AM) *
"Se imposti l'esposimetro a 800 ISO con la TRI X, che ha sensibilità nominale di 400 ASA, sottoesponi tutte le foto di un diaframma; per rcuperare un po' la sottoesposizione, si allunga il tempo di sviluppo, aumentando un pelo il contrasto e l'acutanza, la sensazione di nitidezza, almeno con certi tipi di sviluppo chimici, e questo dava fotografie per molti aspetti anche più gradevoli di quelle esposte al valore nominale, ed era ed è prassi corrente.

Ciao "toscanaccio"!
Uno: nel prossimo messaggio, pardon lezione, sarebbe il caso che tu mettessi anche l'IBAN del tuo conto in modo che tutti noi poveri tapini ignoranti contribuissimo a rimpinguarlo per l'alto servigio divulgativo.
Due: non credo di aver ben capito il tuo concetto sopra riportato. Ma se alzo gli ASA, gli ISO - accidenti a loro! - non vado a sovraesporre?
Oppure ... oppure ... maremma infestata da' lupi! ... succede che se io raddoppio quei maledetti ASA (mi riferisco alla pellicola ovviamente) nominali, supponiamo 400, l'esposimetro per adeguarsi mi va a segnalare una coppia tempo/diaframma che paragonata a quella che avrei avuto normalmente senza modificare gli ASA, mi risulta inferiore di 1EV? Dunque la sottoesposizione della posa o delle pose. Come dire esemplificando: supponendo che nel riprendere una scena con i 400ASA normali della nostra brava pellicola l'esposimetro mi dia come lettura f/8 @ 1/250. Se vado a barare alzando in macchina gli ASA portandoli a 800, l'esposimetro, se dovessi decidere per esempio di tenere costante l'apertura, mi segnerebbe un tempo di 1/500. E' così?
Se così non fosse ... metto subito in vendita la mia D300s e mi compro un bel cavallo, anzi un somaro che mi assomigli! E mi alleno alla corsa degli asini. cerotto.gif
Ciao,
Rino.
89stefano89
biggrin.gif mi sto perdendo
dimapant
QUOTE(rinux1956 @ Dec 7 2010, 07:37 PM) *
Ciao "toscanaccio"!
Uno: nel prossimo messaggio, pardon lezione, sarebbe il caso che tu mettessi anche l'IBAN del tuo conto in modo che tutti noi poveri tapini ignoranti contribuissimo a rimpinguarlo per l'alto servigio divulgativo.
Due: non credo di aver ben capito il tuo concetto sopra riportato. Ma se alzo gli ASA, gli ISO - accidenti a loro! - non vado a sovraesporre?
Oppure ... oppure ... maremma infestata da' lupi! ... succede che se io raddoppio quei maledetti ASA (mi riferisco alla pellicola ovviamente) nominali, supponiamo 400, l'esposimetro per adeguarsi mi va a segnalare una coppia tempo/diaframma che paragonata a quella che avrei avuto normalmente senza modificare gli ASA, mi risulta inferiore di 1EV? Dunque la sottoesposizione della posa o delle pose. Come dire esemplificando: supponendo che nel riprendere una scena con i 400ASA normali della nostra brava pellicola l'esposimetro mi dia come lettura f/8 @ 1/250. Se vado a barare alzando in macchina gli ASA portandoli a 800, l'esposimetro, se dovessi decidere per esempio di tenere costante l'apertura, mi segnerebbe un tempo di 1/500. E' così?
Se così non fosse ... metto subito in vendita la mia D300s e mi compro un bel cavallo, anzi un somaro che mi assomigli! E mi alleno alla corsa degli asini. cerotto.gif
Ciao,
Rino.


Uno: al circolo (ma anche da fuori, col forum!) hanno fatto la processione venendo a casa mia a vedere come uso ACR e PP ma soprattutto come stampo, e non ho mai preso una lira, dunque grazie, ma non inizio adesso, almeno sin che posso farne a meno.

Due: esposizione.

Se una pellicola ha sensibilità nominale di 400 ASA (o ISO) ed imposti l’esposimetro della fotocamera a 400 ASA, esponi per il valore nominale, e diciamo che tu hai una scena che ti dà l’accoppiata tua f8 e 1/250, scatti e poi la sviluppi ad esempio con lo sviluppo Agfa Rodinal 1+50 per 10 minuti a 20°C, una inversione della tank al minuto

Se imposti l’esposimetro della fotocamera a 800 ASA, sempre con la stessa pellicola da nominali 400 ASA, la fotocamera, su quella stessa scena, a pari diaframma, f 8 ti da un tempo di 1/500, ossia la metà del precedente: ha sottoesposto la pellicola di un diaframma.

Ricordo che raddoppiando gli ASA (o ISO) sia di una pellicola che di un esposimetro, significa aumentare la sensibilità nominale di un diaframma.

Dato che in fotocamera la pellicola è la stessa, quella con nominali 400 ASA, se imposti l’esposimetro della fotocamera ad 800 ASA, a pari diaframma, ti dimezza il tempo di esposizione: sottoesponi sistematicamente tutte le foto di un diaframma, ossia hai “tirato” la pellicola da 400 ASA nominali, a 800 ASA in pratica.

Se hai sottoesposto, i sali d’argento hanno preso meno luce e a pari tempo di sviluppo con lo stesso sviluppo, il negativo viene più “slavato, ossia cala la densità, perdendo le zone che sulla scena sono in ombra, perdi dettagli nelle ombre e si stampa male perché troppo trasparente, aumenta il contrasto ma manca densità e ti tocca usare carta più contrastata, paradossalmente, altrimenti viene tutto grigio, ma la stampa manca di scala tonale ed hai ombre tappate, stampa è uno schifo.

Se sottoesponi in pellicola, solo un diaframma con una pellicola nominale da 400 ASA, i Sali d’argento prendono meno luce, ma la prendono, l’informazione c’è ma va tirata fuori: come? Per recuperare i dettagli nelle ombre, l’informazione che è calata di più e la densità generale del negativo, si allunga lo sviluppo, e, sempre a 20°, con il Rodinal 1+50, la sviluppi anziché 10, 13 minuti, stesse inversioni: hai un negativo più denso, con i dettagli nelle ombre, ma più contrastato: è più difficile a stampare, ma se sai fare, è molto d’effetto, tonalmente un po’ penalizzato, ma con ottima sensazione di acutanza e nitidezza, su carta sempre contrastata, per tirar fuori i dettagli nelle ombre, hai stampe ottime.

IN DIGITALE NON FUNZIONA COSI’, PER NIENTE: MAI SOTTOESPORRE; se sottoesponi, smondani l’immagine e non la recuperi più: a pellicola la recuperavi, in digitale NON la recuperi più.
il segnale utile si perde prima in digitale che con la pellicola perché la curva di trasferimento della pellicola (curva caratteristica) è NON lineare, mentre la curva di trasferimento del sensore digitale è lineare e taglia brutalmente: meglio sovraesporre ma senza sfondare le luci, che sottoesporre.

Nei primi due diaframmi al di sotto della saturazione (sfondamento) delle luci c’è il 75% della scala tonale, la gran parte della fotografia, il corpo della fotografia è in due diaframmi, e se la latitudine di esposizione del sensore o gamma dinamica che dir si voglia del sensore è maggiore, meglio, leggo meglio nelle ombre, ma la maggior parte della fotografia, il corpo, tonalmente parlando, della fotografia è in un paio di diaframmi, quelli a destra dell’istogramma.





Come asserito, questo tipo di esposizione, a pelare il limite dei bianchi, con istogramma dunque spostato a destra a sfiorare la barra del clipping, è la migliore in questo mondo del digitale; ma…..perché?

Perché il pelare, senza sfondare, i bianchi fornisce la massima estensione della scala tonale ed il minimo rumore all’immagine.

Vediamo il motivo.
Un sensore medio può registrare, per sua natura tecnologica, una scala dinamica di circa 6 diaframmi, e, con i nuovi sensori, questo valore è in aumento ( D3s in testa e siamo a 11!) ma consideriamo 6, dato che non cambia nulla: se i diaframmi sno di piùsi legge un p’ meglio nelle ombre, ma cambia poco.

Considerando poi di scattare come si deve, ossia in RAW: molte fotocamere hanno una profondità di colore a 12 bit, tipo la D 90 (alcune di più, 14 bit, ma consideriamo 12 bit per semplicità di calcolo, non cambia nulla).

Un’immagine a 12 bit registra 2 alla dodicesima variazioni discrete di tono (per comodità, toni) ovvero 4096 toni per canale, dunque le combinazioni sono di più, ma lasciamo andare e consideriamo un solo canale, 12 bit, 4096 toni

Dato che la scala tonale registrabile è di 4096 toni (o grigi in B&N) ed il sensore della fotocamera può registrare l’informazione su un’ampiezza (scala dinamica) di 6 diaframmi, posso pensare di avere 4096/6 = circa 683 toni registrabili per ogni diaframma (valore di luminosità) dell’immagine, ovvero 683 toni scuri registrabili per un diaframma di variazione di luminosità nella parte più scura dell’immagine, verso il nero, e su, su fino agli stessi 683 toni chiari registrabili per l’ultimo diaframma di variazione luminosa, nella parte più chiara della fotografia, verso il bianco.

Ovvero una uniforme distribuzione di toni sui vari livelli di illuminazione (diaframmi 6 nel nostro caso, con 683 toni ciascuno) che costituiscono la nostra immagine.

NON È COSÌ !

Perché? Perché il sensore non porta a quella distribuzione, dato che la sua curva caratteristica (= l’andamento della quantità del segnale elettrico in uscita del sensore in risposta ai vari livelli delle quantità di luce incidente) è praticamente lineare, sia esso CCD o CMOS, e dato che per ogni diaframma che chiudo, la luce sul sensore dimezza, e se dimezza la luce, anche il segnale del sensore dimezza, dunque meno luce incidente, meno segnale ovvero meno toni.
Partendo dal valore disponibile di 4096 toni, tutta la luce disponibile per il sensore, e sottoesponendo di un diaframma, vicino al bianco, ovvero riducendo alla metà la luce disponibile, al primo diaframmane tocca la metà dei toni disponibili, ovvero 2048, al secondo la metà della prima metà e cosi via; abbiamo la situazione seguente, per i nostri 6 diaframmi:

Grigi chiarissimi nei toni alti, a pelare il bianco Disponibili 2048 toni
Grigi chiari 1024
Grigi medi chiari 512
Grigi medi scuri 256
Grigi scuri 128
Grigi molto scuri a pelare il nero 64

Da notare che la gamma dinamica della macchina ( i 12 bit originali, i 4096 toni) non li raggiungo mai col sensore, dato che, ovviamente, non è perfetto e taglia SEMPRE; a 12 bit i 4096 e sono un limite teorico.

Il sensore poi ha un suo rumore di fondo, più o meno costante: nelle zone chiare c’è più segnale, ci sono molti più toni, ed, a parità di rumore, il rapporto segnale/rumore è dunque migliore; nelle zone scure, con molto meno segnale, molti meno toni, il rapporto segnale rumore è molto più basso, peggiore; in pratica c’è molto meno rumore sui grigi chiari che sui grigi scuri, come tutti sappiamo, e questa è la motivazione.

A parte i conticini, alla luce delle nuove informazioni di cui sopra vediamo cosa succede, le conseguenze pratiche relative all’esposizione:

- l’esposizione giusta, quella che dà la migliore scala tonale, deve “pelare” i bianchi, senza sfondarli, per utilizzare tutta la gamma dinamica disponibile prima di bruciarli, lì vicino, in quella parte di esposizione a luce chiara il sensore ci lavora meglio e ci registra più toni a parità di quantità disponibile di luce.

- Perché è quella giusta?
Perché se espongo e:
- non uso un diaframma in basso, l’ultimo, verso il nero, ovvero espongo con istogramma spostato a destra, perdo solo 64 toni
- non uso quello in alto, il primo, ovvero espongo con istogramma spostato a sinistra, perdo 2048 toni: ho perso la METÀ della gamma tonale disponibile, mentre verso il nero sono solo 64, un’inezia.

- la foto, vista in RAW appare chiarina, ma e’ normale, e le ombre sono più aperte, facilitando il lavoro di fotoritocco.

- dato che in quella condizione di esposizione, istogramma che pela a destra, l’immagine è globalmente più chiara, ed il rapporto segnale/rumore del sensore è più alto per toni chiari, in quella condizione abbiamo anche il minimo contenuto di rumore nella fotografia.

Altre importanti implicanze pratiche:
- Dobbiamo scurire quell’immagine un po’ chiarina, convertendo il RAW in TIFF, dobbiamo togliere quel poco di luminosità in più, ma la riduzione di luminosità va fatta in RAW, lavorando col programma di conversione (Capture NX2, o altro che sia) , utilizzando i regoli di luminosità e contrasto, riportando l’immagine nella norma e mantenendo al meglio la gamma tonale, e NON sul TIFF con Photoshop, dopo la conversione, dato che così taglio gamma tonale, soprattutto lavorando a 8 bit.

- Ma nulla…. viene gratis! Con questa esposizione abbondante, in pratica, ahimè, è come abbassare un pochino gli ISO ai quali si lavora: se c’è poca luce, si va in crisi e non merita certo andare a fare una foto mossa o con poco campo a fuoco per avere un po’ meno rumore ed un po’ più di toni

Però……In digitale, uno scatto, due, tre in più sono gratis ( mentre con le diapositive buone mi veniva il magone!): provate a scattare con leggera variazione di esposizione, se avete tempo e modo, cercando di spostare a destra l’istogramma, a pelare lo sfondamento, e, se fate le cose per bene, un pochino di miglioramento lo vedrete.

Il problema che si sente tanto dire in giro, il luogo comune, che il digitale di piccolo formato, il nostro, dà immagini “piatte” è verissimo, e proviene da lontano.

Le immagini tridimensionali, piene, belle, le dà l’elevata estensione della gamma tonale e la colpa di avere immagini piatte è poco imputabile al sensore, almeno di quelli di ultima generazione, mentre è molto imputabile al fotografo ed il motivo sostanzialmente è uno solo: una procurata perdita di gamma tonale, per ignoranza od incuria.

Perché:
- abituato alla pellicola, il fotografo espone male, non usa tutta la dinamica del sensore e perde proprio la parte percentualmente rilevante: se una foto a colori veniva chiara in pellicola, la buttavi via, mentre adesso la DEVI farla chiarina per poi recuperarla, dopo, per avere massima qualità, ma molti non lo hanno capito e guai a scattare chiarino.
- lavora in JPEG od a 8 bit, dato che le prime macchinette quello avevano, non di più, e, per ignoranza, continua su quella strada, tagliando ancor di più quello che ha già tagliato in ripresa.
- stampa lui con settaggi errati di carta, stampante etc, altri tagli.
- i laboratori normali non lavorano in TIFF e 16 bit, perché dovrebbero avere PC e stampanti buone e costose, e soprattutto dovrebbero aver personale esperto, mettere maggior cura nella stampa, e non ci pensano nemmeno: tagliano in JPEG ed 8 bit, tanto nessuno vede nulla.

Si può fare meglio, ma…… “nessuno nasce imparato”!

Sperando di essere stato almeno chiaro, se non utile, per qualcuno, anche pochi, saluti cordiali
max1977
sono rimasto senza fiato adesso stampo tutto e via a fare prove,
grazie
89stefano89
QUOTE(dimapant @ Dec 9 2010, 06:37 PM) *
Sperando di essere stato almeno chiaro, se non utile, per qualcuno, anche pochi, saluti cordiali


accidenti! ammetto di aver letto di fretta e essermi perso diverse volte ma complimenti!! e grazie davvero! fino ad oggi TUTTI mi han sempre detto che l´ombra si schiarisce mentre il bianco quando é bruciato rimane bruciato! ora ho cambiato idea messicano.gif ok non bruciare il bianco ma meglio sovraesporre!

una cosa... ma un diaframma stop equivale ad un raddoppio degli iso? mi sembra di aver capito!? quindi se scatto a f4 con 200 iso e a f8 con 3200 é la stessa cosa!?!?!
dimapant
QUOTE(89stefano89 @ Dec 10 2010, 09:22 AM) *
1) ........... fino ad oggi TUTTI mi han sempre detto che l´ombra si schiarisce mentre il bianco quando é bruciato rimane bruciato! ............

2) una cosa... ma un diaframma stop equivale ad un raddoppio degli iso? ...


1) hanno perfettamente ragione, l'ombra si schiarisce, ma a prezzo di colori brutti ( tendono al marroncino dato che manca gamma cromatica) ed aumento del rumore, e questo non te lo hanno detto.
Nikon, in particolare le nuove fotocamere, D 700 in testa, espongono abbondantemente, tendono a fare NEF chiari e questo a molti, soprattutto vecchi fotografi, non piace: l'esposizione abbondante è dovuta a quanto detto sopra, fa fare le foto più "vive", più brillanti.

Hanno perfettamente ragione anche a dire che NON bisogna bruciare i bianchi, se li bruci non li recuperi più; per lavorare bene si espone con Matrix, come dice Matrix e si fa lo scatto, poi si fa un altro scatto o due un po' sopra come esposizione e, dopo, con calma, a casa, si sceglie quello migliore ai nostri scopi. Se devi fare le cose in fretta, matrimoni etc, chioaramente non vai fare tante sottigliezze ed imposti solo Matrix, ma se hai tempo, il bracketing ti fa fare le foto migliori.
In digitale li scatti non costano niente.

2) sì, un diaframma equivale al raddoppio degli ISO.

a parità di tempo di scatto, un f4 a 200 ISO corrisponde a F 5,6 a 400 ISO, f8 a 800 ISO, f11 a 1600 ISO, f 16 a 3200 ISO.

Il valore del diaframma più chiuso si ha da quello più aperto moltiplicando per radice di 2, ossia per 1,414...

f1
f 1X1,414 = f 1,414 = f 1,4
f 1,4 x 1,4 = 1,96 dunque, in pratica f2
f 2X 1,4= f 2,8
f2,8 x 1,4 = f 4
f4 x 1, 414 = f 5,6
f 5,6 x 1,414 = f 8

e così via

buon divertimento
Rinux.it
guru.gif
Ciao,
Rinux.
Rinux.it
QUOTE(dimapant @ Dec 9 2010, 06:37 PM) *
..................................
IN DIGITALE NON FUNZIONA COSI’, PER NIENTE: MAI SOTTOESPORRE; se sottoesponi, smondani l’immagine e non la recuperi più: a pellicola la recuperavi, in digitale NON la recuperi più.
..................................


Solo una cosa: non ho compreso però lo "smondanare l'immagine". Trattasi di una espressione gergale?
Ciao,
Rinux.
Rinux.it
QUOTE(dimapant @ Dec 9 2010, 06:37 PM) *
..................................
IN DIGITALE NON FUNZIONA COSI’, PER NIENTE: MAI SOTTOESPORRE; se sottoesponi, smondani l’immagine e non la recuperi più: a pellicola la recuperavi, in digitale NON la recuperi più.
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Solo una cosa: non ho compreso però lo "smondanare l'immagine". Trattasi di una espressione gergale?
Ciao,
Rinux.

QUOTE(rinux1956 @ Dec 10 2010, 01:41 PM) *
Solo una cosa: non ho compreso però lo "smondanare l'immagine". Trattasi di una espressione gergale?
Ciao,
Rinux.


P.S.: Oppss! Pensavo non fosse stato inoltrato. Mi scuso.
AldoGermano
Questa discussione andrebbe messa in evidenza.
Gli interventi di dimapant sono così chiari ed esautivi che è un paccato che la discussone si perda tra le pagine del forum.
Per parte mia l'ho già archiviata tra qelle degne di nota, che di tanto in tanto vado a rileggermi per rinfrescarmi i concetti base.
grazie.gif dimapant!
dimapant
QUOTE(rinux1956 @ Dec 10 2010, 01:15 PM) *
Solo una cosa: non ho compreso però lo "smondanare l'immagine". Trattasi di una espressione gergale?
Ciao,
Rinux.


Smondanare è, o meglio, dovrebbe essere un po' più elegante che sput....re.

Questa spiegazione per.....chiarezza.

Saluti cordiali
dimapant
QUOTE(AldoGermano @ Dec 11 2010, 01:26 PM) *
Questa discussione andrebbe messa in evidenza.
Gli interventi di dimapant sono così chiari ed esautivi che è un paccato che la discussone si perda tra le pagine del forum.
Per parte mia l'ho già archiviata tra qelle degne di nota, che di tanto in tanto vado a rileggermi per rinfrescarmi i concetti base.
grazie.gif dimapant!



Il forum serve a questo: piacere tutto mio.

Se tutti fanno foto migliori, ciascuno è spronato a farle ancora più belle ed il piacere estetico generale aumenta, si fotografa tutti con maggior impegno e meglio e vengono fuori foto più belle.

Il bello è che non si finisce mai d'imparare, e questo ti tiene "vivo": se perdi la curiosità ed il senso della meraviglia, secondo me, sei fritto, decotto.
Saluti cordiali
89stefano89
ringrazio davvero tutti per la partecipazione, devo ammettere che finalmente ho capito il significato di alcune cose che molti, essendo alle prime armi (io intendo), mi avevano fatto passare come dogma!

ad ogni modo ho sovresposto il weekend! il problema principale é che con un a300mm sovresporre di uno stop mi costa frazioni di secondo che spesso diventa mossa ufff...
thepak
non posso che fermarmi a fare i complimenti a dimapant, io da novizio con i suoi pochi post letti fino ad ora (sono nuovo) mi si è aperto un mondo di nuove conoscenze che ignoravo, sopratutto le citazioni sulle tecniche della pellicola e comparativa con il digitale, favoloso! grazie!
MecoZ
Avendo da poco la D7000 ho fatto un esperimento sottoesponendo volutamente un foto di 4 stop ( -4EV) , e poi li ho recuperati in ACR variando l'esposizione a +4. Ebbene le differenze tra la foto correttamente esposta e quelle con il recupero erano davvero poche, niente artefatti particolarmente evidenti, niente banding nelle ombre.
Mi sto chiedendo se non conviene quasi sovvertire il concetto di esporre a destra e tenere iso bassi e/o tempi rapidi e poi recuperare le luci in post produzione. biggrin.gif
Queste le due foto:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

stessa foto esposizione in ACR CS5 a + 4 con neri a zero biggrin.gif

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.
abyss
A mio avviso, come sempre, dipende: dall’attrezzaura che si possiede, dal risultato che ci si prefigge, etc…
Personalmente, da appassionato “di vecchia data” ho sempre cercato di esporre “bene” (che per quanto mi riguarda si potrebbe tradurre in un “meno peggio possibile” messicano.gif ), pur ricordando sempre cosa si può ottenere con una diapositiva piuttosto che con un negativo (anzi, vari tipi di negativo…).
Con il digitale il sistema di registrazione è ulteriormente un po’ diverso e bisogna certamente tenerne conto.
E’ noto ed evidente che recuperare un pochino di leggibilità nelle parti più “scure” dell’immagine con il digitale, in particolare scattando in RAW, è più facile che ai tempi della pellicola, quindi una mia attenzione, se la scena è tale da avere una differenza in stop che eccede la possibilità del sensore, è quella di non “pelare” clamorosamente le luci. Meglio ancora se ho tempo (e cavalletto): se la scena è statica mi porto a casa più scatti con esposizioni diverse, da fondere.
Se non si può dedicare però molto tempo all’analisi in quanto scattiamo a soggetti mutevoli, in movimento, etc… allora ho visto che il matrix è effettivamente utilissimo.
Non si comporta però allo stesso modo in tutte le Nikon che ho.
Ad esempio sulla D80 in alcune circostanze arriva a volte a pelare le alte luci e quindi, nonostante non sia male esporre a destra per concetti espressi dagi amici della community nei precedenti interventi, uso una esposizione un po’ più conservativa (insomma, cerco di evitare che l’esposizione sia un po’ “troppo” a destra e correggo quanto proposto dal matrix della D80).
Con la D300 mi pare che il matrix stia più attento a non pelare le luci e devo dire che posso fidarmi di quanto suggerito da questo sistema nella stragrande maggioranza dei casi, con le foto che hanno già di base una ottima resa. Quindi è molto comodo per fare in fretta e portare comunque a casa eccellenti scatti (dal punto di vista esposi metrico, ovviamente…).
La cara vecchia D70 è invece a volte un po’ troppo “avara” in matrix e quindi in talune situazioni devo spingerla io a destra.
Comunque, qualunque sia la macchina che ho appresso, quando posso non rinuncio a scattare in manuale e ricavare lo scatto “mio” e non quello dell’esposimetro.
Insomma, il mio punto di vista è che innanzi tutto occorre conoscere la propria attrezzatura ed un po’ di teoria di ripresa fotografica (sia digitale che a pellicola), in maniera da guidare la fotocamera a catturare l’immagine che vogliamo, al meglio consentito.
Non c’è quindi, per me, una regola “univoca” ma una analisi che si fa di volta in volta, consapevoli del comportamento dell’attrezzatura nelle differenti circostanze nelle quali possiamo imbatterci.

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