Grazie a tutti per i commenti
Sì, si tratta di Corviale, quartiere popolare romano, e le foto risalgono a qualche anno fa. Oggi, riguardandole mi è preso un moto di rabbia, e le ho ri-postprodotte e pubblicate.
Sul legame con il titolo la descrizione che ne fa Giulietta è perfetta, sicuramente migliore di quella che avrei potuto fare io, nonostante l'architettura sia il mio mestiere.
E proprio perchè alcune scelte mi riguardano da vicino oggi, ancor più di quando ho fatto le foto, mi colpisce l'incapacità di un sistema che, materialmente, brucia la nostra vita.
Ancora grazie, e un ringraziamento particolare a Giulietta.
QUOTE(Spleen57 @ Nov 1 2010, 06:23 PM)
Forse non è quello che sto per dire il messaggio che miz vuole dare con queste foto ma a me un messaggio arriva immediato,forte e chiaro e attinente al titolo.
In una scenografia dizioni come interno giorno,esterno notte ecc. indicano il luogo e il tempo in cui si svolge l'azione.Sul fatto che sia giorno non ci sono dubbi.La parola interno tra virgolette mi porta a pensare che i luoghi fotografati,pur essendo degli esterni sono l'interno di una struttura,il suo cuore o meglio il suo ventre,visti gli scatti.
In questo caso si tratta di Corviale,un complesso di due edifici lungo un miglio marino (980 metri) ma credo che l'importante non sia il singolo "caso" e che il discorso sia ampio e applicabile a molte strutture edilizie simili che purtroppo,in contrasto con quanto ipotizzato in fase di ideazione e progettazione,sono di fatto fuori da ogni controllo e sono lo scenario dove molte vite si bruciano,oltre ad essere anche state teatro di casi di cronaca nera.
Per me un bel reportage che mi restituisce per intero la sensazione di degrado e spersonalizzazione e il fallimento di una idea di architettura e soprattutto di urbanistica forse più mal realizzata e gestita che intrinsecamente errata.
Ciao Giulietta