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Hannibal
Ciao ragazzi, volevo sapere se qualche malato come me del bianco e nero ha mai provato ad usare il sistema zonale senza avere una camera oscura propria; cioe' portando le foto in laboratorio.
E' possibile quindi adotttare il sistema zonale senza camera oscura? Come procedete?
Grazie per eventuali aiuti e soluzioni che mi potete dare.
Ciao Annibale
Hannibal
Nessuna soluzione. Argomento forse sconosciuto? Peccato.
Annibale
sergiopivetta
QUOTE(Hannibal @ Jul 1 2005, 11:08 AM)
Ciao ragazzi, volevo sapere se qualche malato come me del bianco e nero ha mai provato ad usare il sistema zonale senza avere una camera oscura propria; cioe' portando le foto in laboratorio.
E' possibile quindi adotttare il sistema zonale senza camera oscura? Come procedete?
Grazie per eventuali aiuti e soluzioni che mi potete dare.
Ciao Annibale
*


Ti rispondo un pochino a "spanne" perchè ora non ho molto tempo ma, spero, ti possa bastare.

Il sistema zonale te lo devi fare tu, a mano, perchè i laboratori potrebbero solo variare il tempo di sviluppo del negativo e, per di più, usando SOLO il loro chimico di sviluppo studiato più per le sviluppatrici automatiche che per lavori ...cesellati.
(E, ti assicuro, la qualità di un negativo sviluppato a mano con uno sviluppo fresco è infinitamente migliore dello sviluppo di un laboratorio che deve per forza usare, pur integrandolo, lo stesso bagno per più sviluppi).

Ci sono invece sul mercato (ma ancora per quanto?) diversi tipi di sviluppo che permettono differenti caratteristiche finali tipo grana, acutanza, passaggi tonali, contrasti, latitudini di posa.
Questi a tua scelta, per avere, sempre per tua scelta, differenti risultati.

Solo tu potrai, testando diversi tipi di pellicola, diversi sviluppi, per tempi diversi, (nota che, così facendo, le variabili sono esponenziali...) farti delle tabelle che, matematicamente, ti permetteranno di ampliare o restringere il contrasto della pellicola per ottenere esattamente le caratteristiche volute e necessarie.
Tabelle che dipenderanno anche dal TUO modo di operare.

Poi potrai quindi decidere, relativamente alla TUA previsualizzazione dell'immagine quale dovrà essere il modo di:

esporre, sviluppare, stampare.

Se non ti peseranno il tempo da dedicare e la pignoleria esecutiva i risultati saranno ottimi.

Ciao,
sergio pivetta




giannizadra
Semplicemente impossibile far applicare alle tue immagini un trattamento col sistema zonale da un qualsiasi laboratorio.
Quand'anche fosse possibile (e come ti è stato perfettamente spiegato non lo è) ottenere uno sviluppo adeguato, nessuno ti stamperà mai i negativi con provini, mascherature e vignettature necessarie, e nemmeno ti farà l'analisi delle zone (essenziale per decidere gli interventi in stampa).
Non c'è altra via che condurre da te l'intero processo.
Bruno L
Come saprai, il sistema zonale è un metodo che permette di controllare la gamma tonale e il contrasto, attraverso un'accurata combinazione di esposizione e sviluppo per ottenere, teoricamente, un negativo ottimale che non dovrebbe richiedere manipolazioni in fase di stampa. Questo equilibrio, tra esposizione e svilupppo del negativo, come tutte le cose, pur seguendo le regole teoriche, si ottiene attraverso l' esperienza diretta che solo tu in prima persona puoi fare.
Quindi, un sistema zonale senza occuparti della fase di sviluppo, in teoria potresti praticarlo solo trovando un laboratorio che eseguisse meticolosamente le tue istruzioni, le quali, dovrebbero gia essere il frutto di una lunga esperienza in camera oscura. Il che, è impossibile. wink.gif

saluti
Bruno
Hannibal
MM! Peccato.
A.
__Claudio__
QUOTE(Bruno L @ Jul 1 2005, 05:33 PM)
Come saprai, il sistema zonale è un metodo che permette di controllare la gamma tonale e il contrasto, attraverso un'accurata combinazione di esposizione e sviluppo per ottenere, teoricamente, un negativo ottimale che non dovrebbe richiedere manipolazioni in fase di stampa.


Più che giusto quanto affermato da Bruno.
Vorrei solo fare una considerazione. Cominciando da quanto detto da lui, si evince che per ogni tipo di esposizione in cui si sia dovuto ricorrere ad un tiraggio +1 o +2, o ad una sovraesposizione -1 o -2, deve corrispondere un tipo di sviluppo adatto a risolvere "quel" caso particolare.
Nella partica comune si ha a disposizione una macchina caricata con una pellicola e, trovandoci davanti a situazioni diverse, esporremo, a seconda dei casi, tirando o sovraesponendo...il tutto sulla stessa pellicola.
Da questo discende secondo me, una considerazione abbastanza ovvia. Il S.Z. con macchiene 35mm. non è possibile applicarlo, a meno di non avere a disposizione tanti corpi macchina per ogni situazione di contrasto della scena.
Se abbimao esposto infatti una foto con -2, come accorderemo lo sviluppo necessario per questa con un'altra presente sullo stesso rullo con esposizione +1? Ecco che allora per applicare davvero il S.Z. dovremo procurarci o una macchina a lastre per far sì che ogni lastra venga sviluppata "solo" per l'immagine che contiene. Al limite una medio formato dotata di sorsi intercambiabili in cui in ognuno conserveremo le foto esposte per quel fattore per essere poi sviluppate di conseguenza. Tutto il resto è pura utopia ...che in molti casi porta a risultati eccellenti per le foto esposte secondo lo sviluppo che avremo scelto, ma a risultati altrettanto disastrosi per quelle esposte in modo diverso.
Bruno L
QUOTE(__Claudio__ @ Jul 2 2005, 11:50 AM)
...Tutto il resto è pura utopia ...che in molti casi porta a risultati eccellenti per le foto esposte secondo lo sviluppo che avremo scelto, ma a risultati altrettanto disastrosi per quelle esposte in modo diverso.
*
Giustissima considerazione, e mi trova pienamente daccordo!
Al limite, parlo sempre teoricamente, potremmo attuarlo usando un rullino da 24 pose e consumare questo, tutto nella stessa situazione di luce-esposizione-sviluppo.
Tuttavia, secondo me, la scelta del soggetto, l'attenta valutazione delle zone di luce e di ombra, la corretta esposizione, in sostanza la prima fase del sistema zonale, è un buon metodo da seguire comunque. Con l'esperienza, poi, queste valutazioni, dovrebbero compiersi quasi automaticamente e in funzione della pellicola, dello sviluppo che faremo, avendo probabilmente gia nella testa, anche come interverremo in fase di stampa, (o in camera-chiara). In pratica, una sorta di sistema zonale, inteso più come metodo e atteggiamento mentale...
Hannibal
Grazie per avermi chiarito le idee. Cerchero' comunque di documentarmi ulteriormente.
Ciao Annibale
fenderu
QUOTE(Bruno L @ Jul 2 2005, 08:28 PM)
In pratica, una sorta di sistema zonale, inteso più come metodo e atteggiamento mentale...
*



Io quando leggo ste cose comincio a sbrodolare bavetta dall'angolo destro della bocca;

Al di là del discorso prettamente tecnico, è affascinante leggere "tra le righe" l'amore e la passione nati in tanti anni di esperienza avendo a che fare con un mondo che molti oggi vedono quasi scomparso;

E' indubbio che oggi, nell'era del digitale, chi si è formato "faticando" con la pellicola e la stampa abbia a disposizione un bagaglio culturale che lo porta ad essere indiscutibilmente un passo avanti...se non di più;

Non è una sviolinata ai pellicolari; piuttosto è il mio personale rammarico per non aver potuto ancora approfondire questo e tanti altri temi che oggi sembrano sorpassati per non dire morti;

umilmente,
gianluca



pi.ferr
QUOTE(Hannibal @ Jul 1 2005, 10:08 AM)
Ciao ragazzi, volevo sapere se qualche malato come me del bianco e nero ha mai provato ad usare il sistema zonale senza avere una camera oscura propria; cioe' portando le foto in laboratorio.
E' possibile quindi adotttare il sistema zonale senza camera oscura? Come procedete?
Grazie per eventuali aiuti e soluzioni che mi potete dare.
Ciao Annibale
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Ciao Annibale.
Anche in Italia esistono laboratori in grado di soddisfare quest’esigenza, ma i costi e l'impegno che richiedono sono alla portata, purtroppo, solo dei professionisti, un esempio tra tutti Gabriele Basilico che affida i propri negativi 10X12 ad un laboratorio che sulla base delle indicazioni d'esposizione e di stampa e sopratutto su una collaudata conoscenza delle esigenze del fotografo, produce stampe frutto dell'applicazione totale del SZ.
Chiaro che qui siamo su di un altro pianeta, scelte di convenienza produttiva, (...mi conviene investire il mio tempo scattando o tenendo corsi di composizione che stampare… per es.)
Per chi non è professionista o facoltoso il discorso, è diverso ma il bello è proprio li, fare tutto da soli.
Una considerazione però va fatta, il SZ è un sistema molto più flessibile della mente di molti fotografi, ad esempio per praticare il SZ è necessario, almeno, un densitometro e trasmissione, (appena mi è stato possibile l’ho comperato) però sapendolo usare può bastare anche un esposimetro spot separato ( che già converrebbe avere ) .
Per questa ragione non credo a chi costringe il SZ dentro rigide regole che neanche Ansel Adams ha mai sostenuto, pensa che Minnor White praticava il SZ avvalendosi soltanto di un corpo Leica III f .

Ciao, Piero.
sergiopivetta
QUOTE(__Claudio__ @ Jul 2 2005, 11:50 AM)


Il S.Z. con macchiene 35mm. non è possibile applicarlo, a meno di non avere a disposizione tanti corpi macchina per ogni situazione di contrasto della scena.
Tutto il resto è pura utopia ...che in molti casi porta a risultati eccellenti per le foto esposte secondo lo sviluppo che avremo scelto, ma a risultati altrettanto disastrosi per quelle esposte in modo diverso.
*


Claudio ha ragione.
In effetti l'utilizzo ideale del S.Z. è per chi usa il banco ottico a pellicola piana.

Ciò non impedisce però, a chi ne volesse applicare i principi, l'utilizzo anche con la pellicola.
Ovviamente la stessa andrà esposta e sviluppata per un'unica previsualizzazione dell'immagine.

I costi di una 35mm sono gli stessi di una pellicola piana e potremo utilizzare l'ingranditore per il 35mm che magari già abbiamo, senza dover comprare quello per le piane,
che costa quasi... 10 volte di più.

Personalmente ritengo che, comunque, delegare un laboratorio a questi trattamenti sia limitativo.
Io preferivo avere (ora non uso più l'analogico) totalmente in mano mia, ed esserne quindi totalmente responsabile, l'intero processo di sviluppo e stampa.

Una cosa è sicura, chi si infarina col S.Z. acquista una visione molto più matura di quello che è la fotografia e l'esposizione, traendone enormi vantaggi anche con le altre tecnologie.

sergio pivetta
pi.ferr
QUOTE(sergiopivetta @ Jul 4 2005, 10:14 AM)
QUOTE(__Claudio__ @ Jul 2 2005, 11:50 AM)


Il S.Z. con macchiene 35mm. non è possibile applicarlo, a meno di non avere a disposizione tanti corpi macchina per ogni situazione di contrasto della scena.
Tutto il resto è pura utopia ...che in molti casi porta a risultati eccellenti per le foto esposte secondo lo sviluppo che avremo scelto, ma a risultati altrettanto disastrosi per quelle esposte in modo diverso.
*


Claudio ha ragione.
In effetti l'utilizzo ideale del S.Z. è per chi usa il banco ottico a pellicola piana.

Ciò non impedisce però, a chi ne volesse applicare i principi, l'utilizzo anche con la pellicola.
Ovviamente la stessa andrà esposta e sviluppata per un'unica previsualizzazione dell'immagine.

I costi di una 35mm sono gli stessi di una pellicola piana e potremo utilizzare l'ingranditore per il 35mm che magari già abbiamo, senza dover comprare quello per le piane,
che costa quasi... 10 volte di più.

Personalmente ritengo che, comunque, delegare un laboratorio a questi trattamenti sia limitativo.
Io preferivo avere (ora non uso più l'analogico) totalmente in mano mia, ed esserne quindi totalmente responsabile, l'intero processo di sviluppo e stampa.

Una cosa è sicura, chi si infarina col S.Z. acquista una visione molto più matura di quello che è la fotografia e l'esposizione, traendone enormi vantaggi anche con le altre tecnologie.

sergio pivetta
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L’applicazione del SZ comincia con lo stabilire in maniera precisa e strumentale l’esatto indice d’esposizione a cui dovrà essere utilizzata la pellicola e termina con lo stabilire, con la stessa precisione, la variazione tonale che il processo di asciugatura della carta porterà alla stampa.
Le personali esigenze tecniche ed espressive e l’equipaggiamento in dotazione concorreranno insieme all’intelligenza a stabilire quanti e quali gradini salire del SZ .
Non vedo perché mettere più limiti di quanti si sia mai sognato di mettere AA, tutto qui.

Ciao, Piero
Hannibal
Grazie, ho visto infatti che ci sono molti testi che parlano del SZ da applicarsi al 35mm, persino senza camera oscura (lo so non e' quello di Ansel Adams o Conley ma ... vorrei avvicinarmi a tale tipo di fotografia) . Andro' appena possibile ad acquistare uno di questi libri.
Avevo posto questa discussione per sapere se fra noi c'era chi praticava questa tecnica, che pellicola utilizzava e come si regolava con l'esposizioni ed il laboratorio. Tutto qui.
A presto.
Ciao Annibale
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