....ho finalmente visitato il relitto del "Valfiorita".
Da qualche giorno un caro amico, con il quale inseguiamo quest'immersione da quasi un'estate, mi aveva avvisato che si sarebbe organizzata un'immersione sul Valfiorita. La sera prima mi chiama e mi conferma che per l'indomani il mio nome era tra i partecipanti all'immersione!
Alle 11 la corrente proveniente dal Tirreno cala visibilmente e le boe, ancorate davanti la battigia, che qualche minuto prima era sommerse in un turbinio d'acqua riappaiono in superficie: è il momento.
Raggiungiamo il punto e con abilità la nostra guida cala il pedagno centrando perfettamente, come constateremo una volta giù, il ponte di comando del cargo.
In pochi minuti siamo in acqua e poi giù seguendo la grossa cima bianca.
Purtroppo la visibilità strepitosa dei primi 25m, tradiscono le apparenze e solo a 39m cominciamo a scorgere la sagoma metallica del ponte. La visibilità è ridotta a circa 8/10m in alcuni punti meno. Ci troviamo a poppavia del ponte comando e cominciamo ad osservare le gru e i pennoni, oltre ai corridoi con ancora i passamani intatti. Nonostante la scarsa visibilità l'imponenza della nave è percepibile. Ho solo poche immagini perchè su disposizione della guida abbiamo dovuto osservare una profondità massima e un tempo di fondo molto limitato. Le immersioni su questo relitto sono regolamentate e tutti i nominativi dei partecipanti devono essere comunicati alle GC.
Vi mostro qualche immagine documentativa per niente all'altezza. La guida ci avvisa anche che, da qualche giorno, la mitragliatrice del ponte comando non c'è più forse a causa degli elementi che hanno deteriorato i supporti o forse per una rete poco attentamente deposta.

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Un saluto
Alessandro

Bella immersione Alex... belle foto...

Aggiungo una mio pensiero sul fatto che la mitragliatrice non è più al suo posto... "oppure a qualcuno piaceva averla a casa propria"

Da noi succede spesso... il vizio maledetto di prelevare un "souvenir"

massimo

che bella esperienza ci hai fatto rivivere

Purtroppo anche a tutti noi è passato per la testa, almeno una volta, che la mitragliatrice sia diventato il "souvenir" di qualche fanatico. Peccato!

Un saluto
Alessandro

p.s.: grazie a tutti per il passaggio.

A bari si dice... stonn, stonn.
Per dire che gente così c'è nè in abbondanza.
Spesso poi reperti del genere vanno buttati perchè puzzano o non esordiscono con l'effetto desiderato.
Tanti anni fà recuperai un collo d'anfora, intatto.
Bello da vedere e fotografare.
Un giorno non l'ho più trovato, mia madre l'aveva buttato pensando che fosse una cosa vecchia e di non bella presenza.... haaaaaa.....
Ma era tanto tempo fà, oggi vedo, monitorizzo il luogo e fotografo quante volte voglio, almeno finchè rimangono.
Belle immagini e poi quell'acqua tra il siculo e il calabro...
Giuseppe

Ciao Ale,
ecco adesso al prossimo viaggio in car dovrai raccontarci tutto per filo e per segno... che invidia... che emozione che deve esser stata...!
Avete fatto penetrazioni? Ho visto qualche video degli interni in cui tra camion, sidecar e roba militare è come metter un piede nel passato...!
Mi rendo conto che il tempo di fondo è abbastanza tirato e che la lucidità per cercare di "carpire" lo scatto giusto è ridotta anche se dalle foto che hai postato non si direbbe affatto e come al solito anche questa volta ti sei guadagnato una poltrona d'onore nell'olimpo dei Fotografi.

Ancora tanti ma tanti complimenti....

Ciao Antonio

Ps: Oggi siamo stati a Faro 90' minuti d'immersione e zero corrente nonostante le tabelle dicevano tutt'altro.. un acquario di pesci e visibilità da urlo... tra gli incontri particolari un Discodoris !

C'è un'immagine tra quelle postate, la sesta per l'esattezza, che riprende il radiatore e parte del paraurti di un mezzo. Poco prima di risalire abbiamo sorvolato la stiva poppiera dove ho visto i camioncini e la motocicletta. Penetrazioni non ne abbiamo fatte perché non avremmo avuto ne il tempo ne era stato programmato.

Ormai non ci si stà capendo più nulla con le correnti. Aspetteremo che la situazione si normalizzi.

Un saluto
Alessandro