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cridemichel
Ciao a tutti,
delle due foto allegate ho aggiustato la prima come esposizione in modo da avere un istogramma della luminanza ben centrato ma il viso è un po' sovraesposto poiché presenta una dominante rossa con un picco nelle alte luci, la seconda invece presenta la componente rossa ben centrata ma la luminanza risulta un po' troppo a sinistra (sottoesposta). La mia domanda è: quale delle due foto è da considerarsi correttamente esposta? la prima, la seconda o nessuna delle due :-) ?
Ve lo chiedo poiché vorrei stampare degli ingrandimenti di queste foto e vorrei essere sicuro
del risultato.
Grazie a chiunque voglia aiutarmi,

saluti,
Cristiano

IPB Immagine Ingrandimento full detail : 3.6 MB

IPB Immagine Ingrandimento full detail : 3.2 MB
ges
Ciao,
come si può vedere dagli istogrammi allegati, nessuna delle due foto è correttamente esposta, ma sono entrembi sottoesposte.
Clicca per vedere gli allegati
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La corretta esposizione dovrebbe essere questa:
Clicca per vedere gli allegati
cridemichel
QUOTE(ges @ Mar 11 2010, 04:29 PM) *
Ciao,
come si può vedere dagli istogrammi allegati, nessuna delle due foto è correttamente esposta, ma sono entrembi sottoesposte.
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La corretta esposizione dovrebbe essere questa:
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tuttavia se guardi solo l'istogramma del rosso vedrai che non è affatto sottoesposto
e sulla pelle del viso la componente dominante è rossa, da questo
nasceva il mio dubbio sull'esposizione...
è sbagliato tale dubbio?

ciao e grazie per la risposta
ges
QUOTE(cridemichel @ Mar 11 2010, 09:16 PM) *
tuttavia se guardi solo l'istogramma del rosso vedrai che non è affatto sottoesposto
e sulla pelle del viso la componente dominante è rossa, da questo
nasceva il mio dubbio sull'esposizione...
è sbagliato tale dubbio?

ciao e grazie per la risposta


Scusa, se insisto, però secondo me ti sbagli.
Anche se guardi il rosso (come il verde e il blu) nella tua foto sono tutti sottoesposti!
Clicca per vedere gli allegati
Attilio PB
Parlare in generale di esposizione corretta o sbagliata è un po' fuorviante, l'esposizione è uno strumento espressivo e va scelta in funzione del messaggio che vogliamo trasmettere. Detto questo, possiamo pensare di valutare un'esposizione tecnicamente corretta, cioè un'esposizione che dal punto di vista tecnico non abbia aree dove uno o più canali colore sono giunti a saturazione.
Anche in questo caso pero' la valutazione non è affatto semplice, in un caso come questo infatti la valutazione tecnica rischia di allontanarci significativamente da quello che è l'intento comunicativo dello scatto, che immagino sia ritrarre il proprio figlio/nipote/fratellino in un momento di gioco e spensieratezza.
Sicuramente nel complesso lo scatto è leggermente sottoesposto, abbondare con l'esposizione non sarebbe stato sbagliato al fine di rendere correttamente il soggetto ed abbondando con l'esposizione anche l'incarnato sarebbe apparso meno saturo e rosso, tuttavia in questo caso la presenza del pallone bianco avrebbe reso l'esposizione più abbondante anche più problematica, andando a bruciare il pallone molto rapidamente.
Sacrificare il pallone per una resa migliore del soggetto? Oppure cercare un bilanciamento tra tutti gli elementi dello scatto? L'automatismo della macchina ha scelto questa seconda ipotesi, non è detto che sia quella giusta.
Ciao
Attilio
cridemichel
QUOTE(Attilio PB @ Mar 11 2010, 11:09 PM) *
Parlare in generale di esposizione corretta o sbagliata è un po' fuorviante, l'esposizione è uno strumento espressivo e va scelta in funzione del messaggio che vogliamo trasmettere. Detto questo, possiamo pensare di valutare un'esposizione tecnicamente corretta, cioè un'esposizione che dal punto di vista tecnico non abbia aree dove uno o più canali colore sono giunti a saturazione.
Anche in questo caso pero' la valutazione non è affatto semplice, in un caso come questo infatti la valutazione tecnica rischia di allontanarci significativamente da quello che è l'intento comunicativo dello scatto, che immagino sia ritrarre il proprio figlio/nipote/fratellino in un momento di gioco e spensieratezza.
Sicuramente nel complesso lo scatto è leggermente sottoesposto, abbondare con l'esposizione non sarebbe stato sbagliato al fine di rendere correttamente il soggetto ed abbondando con l'esposizione anche l'incarnato sarebbe apparso meno saturo e rosso, tuttavia in questo caso la presenza del pallone bianco avrebbe reso l'esposizione più abbondante anche più problematica, andando a bruciare il pallone molto rapidamente.
Sacrificare il pallone per una resa migliore del soggetto? Oppure cercare un bilanciamento tra tutti gli elementi dello scatto? L'automatismo della macchina ha scelto questa seconda ipotesi, non è detto che sia quella giusta.
Ciao
Attilio

quello che dici mi sembra molto ragionevole, quello che vorrei capire però è assumendo
di concentrarci sul viso di mio figlio (visto che in fin dei conti si tratta di un ritratto),
e considerando la dominante rossa dello stesso è corretto tecnicamente cercare di "centrare" l'istogramma del rosso (come più o meno ho cercato di fare nella foto *_red5.JPG)?

ciao e grazie
Cristiano



QUOTE(ges @ Mar 11 2010, 09:30 PM) *
Scusa, se insisto, però secondo me ti sbagli.
Anche se guardi il rosso (come il verde e il blu) nella tua foto sono tutti sottoesposti!
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probabilmente anche il rosso nella foto *red5_JPG non è centratissimo,
tuttavia quello che vorrei in generale capire è se in un ritratto in cui
il viso presenta una dominante rossa è tecnicamente accettabile limitarsi
a centrare l'istogramma del rosso per avere l'esposizione migliore, ossia
che meglio valorizzi i dettagli del viso,

grazie Cristiano
Attilio PB
L'osservazione dell'istogramma, soprattutto sui diversi canali colore, ha senso nell'analisi tecnica/colorimetrica di uno scatto, ma ai fini della valuazione dell'esposizione corretta non ha gran significato. Il colore giusto del volto di tuo figlio non è strumentalmente valutabile a posteriori, un istogramma "centrato" non ci dice assolutamente nulla circa la correttezza dei colori, nè in assoluto (il colore corretto di un incarnato di un bambino europeo) nè, tantomeno, nel momento specifico dello scatto (accaldato durante il gioco? infreddolito per la temperatura rigida?), solo tu sarai in grado di valutare se quel colore dell'incarnato è corrispondente a ciò che vedevi al momento di scattare.
Chiaro che visivamente una dominante più o meno evidente salta agli occhi di un osservatore minimamente abituato all'osservazione degli scatti, tuttavia le dominanti non dipendono dall'esposizione ma (grossolanamente) dal bilanciamento del bianco. Del resto se ti diverti ad osservare come cambia la distribuzione della curva dei singoli canali colore sull'istogramma al variare del bilanciamento del bianco vedrai facilmente come, mantenendo invariata l'esposizione, puoi avere istogrammi dei singoli canali colore del tutto diversi.
La valutazione degli istogrammi dei singoli canali colore ha poco senso per i normali scopi anche di molti utilizzi professionali delle immagini, personalmente consiglio sempre di "semplificare" l'approccio ai propri scatti: ti piace? ti sembra corretto? Probabilmente già va bene. Ti sembra ci sia troppo rosso? abbassane banalmente la saturazione e vedi se ti convince di piu'.
Del resto il motivo per cui si lavora su monitor calibrati è proprio per poter valutare visivamente ciò che abbiamo davanti, se fosse solo una questione meramente numerica e fosse sufficiente leggere l'istogramma non ci servirebbero monitor calibrati smile.gif
Io, fossi in te, prenderei il primo scatto postato, darei una robusta maschera di contrasto e lo porterei in stampa cosi' com'è, verifica solo (io non l'ho fatto) che lo spazio colore sia sRGB. Vedrai che verrà benone wink.gif
Ciao
Attilio
cridemichel
QUOTE(Attilio PB @ Mar 13 2010, 01:04 AM) *
L'osservazione dell'istogramma, soprattutto sui diversi canali colore, ha senso nell'analisi tecnica/colorimetrica di uno scatto, ma ai fini della valuazione dell'esposizione corretta non ha gran significato. Il colore giusto del volto di tuo figlio non è strumentalmente valutabile a posteriori, un istogramma "centrato" non ci dice assolutamente nulla circa la correttezza dei colori, nè in assoluto (il colore corretto di un incarnato di un bambino europeo) nè, tantomeno, nel momento specifico dello scatto (accaldato durante il gioco? infreddolito per la temperatura rigida?), solo tu sarai in grado di valutare se quel colore dell'incarnato è corrispondente a ciò che vedevi al momento di scattare.
Chiaro che visivamente una dominante più o meno evidente salta agli occhi di un osservatore minimamente abituato all'osservazione degli scatti, tuttavia le dominanti non dipendono dall'esposizione ma (grossolanamente) dal bilanciamento del bianco. Del resto se ti diverti ad osservare come cambia la distribuzione della curva dei singoli canali colore sull'istogramma al variare del bilanciamento del bianco vedrai facilmente come, mantenendo invariata l'esposizione, puoi avere istogrammi dei singoli canali colore del tutto diversi.
La valutazione degli istogrammi dei singoli canali colore ha poco senso per i normali scopi anche di molti utilizzi professionali delle immagini, personalmente consiglio sempre di "semplificare" l'approccio ai propri scatti: ti piace? ti sembra corretto? Probabilmente già va bene. Ti sembra ci sia troppo rosso? abbassane banalmente la saturazione e vedi se ti convince di piu'.
Del resto il motivo per cui si lavora su monitor calibrati è proprio per poter valutare visivamente ciò che abbiamo davanti, se fosse solo una questione meramente numerica e fosse sufficiente leggere l'istogramma non ci servirebbero monitor calibrati smile.gif
Io, fossi in te, prenderei il primo scatto postato, darei una robusta maschera di contrasto e lo porterei in stampa cosi' com'è, verifica solo (io non l'ho fatto) che lo spazio colore sia sRGB. Vedrai che verrà benone wink.gif
Ciao
Attilio


anzitutto grazie ancora per i preziosi consigli, per quanto riguarda lo spazio colore
in realtà sto usando i profili colore di un sito che uso per la stampa delle mie foto.
Considerando che lo scatto è stato fatto con il flash il bilanciamento del bianco automatico della fotocamera dovrebbe essere abbastanza buono, ossia privo di dominanti legate al flash.
Sulla corretta esposizione avevo anche letto questi due scritti di Ken Rockwell:

http://www.kenrockwell.com/tech/histograms.htm

http://www.kenrockwell.com/tech/yrgb.htm

e da quello che dice lui l'unica cosa che ha senso è guardare i singoli canali e non la luminanza,
inoltre afferma anche che: "Usually an image is underexposed if no channel of the histogram goes all the way to the right.", cioè un'immagine è sottoesposta se non c'è almeno
un canale che ha un istogramma che arriva fino al margine destro.
Che ne pensi di ciò?

ciao Cristiano



Attilio PB
Nella vita ho poche certezze, una di queste è fare sempre l'esatto contrario di quanto dice Ken Rockwell biggrin.gif , un simpatico ragazzotto americano che di fotografia ne sa quanto io di elicotteri: in alcune rare occasioni li ho usati da passeggero..., avrei difficoltà ad aprirne uno sportello.
Cosi' lui con la fotografia: apparentemente ha difficoltà con gli elementi base della materia, pero' è simpatico e quindi gode di un certo seguito, ma tecnicamente spesso nei suoi scritti ci sono lacune evidenti... wink.gif
Se hai voglia di leggere qualcosa di interessante e corretto in giro ci sono tanti bravissimi autori, italiani e stranieri, Rorslett e Tom Hogan negli USA, oppure Nadir Magazine qui da noi, Boscarol su tutto cio' che riguarda il colore, tutta gente competente e che sa di che parla, purtroppo non è sempre facile seguirli perché gli argomenti sono complessi e le semplificazioni alla Ken Rockwell non funzionano, quindi lo sforzo per seguirli è decisamente maggiore, il vantaggio è che alla fine si è imparato qualcosa di corretto smile.gif
Ciao
Attilio
Attilio PB
Giusto per completezza, ti allego uno scatto proveniente da un lavoro svolto in settimana:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

chiaro che secondo Ken Rockwell è del tutto sbagliata e guardando l'istogramma è uno scatto che non ha senso:

IPB Immagine Ingrandimento full detail : 83.8 KB

eppure confermo che al committente lo scatto è piaciuto wink.gif
Se guardi l'istogramma, e valuti l'esposizione guardando quello, è evidente che non c'è nulla che va bene in questo scatto, eppure è l'esposizione che serviva in quell'occasione.
Ciao
Attilio
cridemichel
QUOTE(Attilio PB @ Mar 13 2010, 04:24 PM) *
Giusto per completezza, ti allego uno scatto proveniente da un lavoro svolto in settimana:

Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

chiaro che secondo Ken Rockwell è del tutto sbagliata e guardando l'istogramma è uno scatto che non ha senso:

Ingrandimento full detail : 83.8 KB

eppure confermo che al committente lo scatto è piaciuto wink.gif
Se guardi l'istogramma, e valuti l'esposizione guardando quello, è evidente che non c'è nulla che va bene in questo scatto, eppure è l'esposizione che serviva in quell'occasione.
Ciao
Attilio


esempio molto convincente, d'altronde ken rockwell è famoso per le sue affermazioni
fin troppo nette.
Tornando invece alle mie foto quello che mi ha portato ad avere un'istogramma comunque
un po' spostato verso sinistra è il fatto che così facendo i dettagli, specialmente del viso,
risultano molto più evidenti.
E' comunque secondo te solo una questione di gusti?

ciao Cristiano
-missing
Attilio mi ha preceduto. Nemmeno io ho capito bene per quale motivo si debba cercare spasmodicamente questa benedetta centratura degli istogrammi. Sarà che vengo dalla pellicola ma 'ste storie mi convincono poco.
Uno diceva: "Rigore è quando arbitro fischia". In campo fotografico suonerebbe: "Esposizione è corretta quando esposimetro dice, è giusta quando a situazione è adatta".

P.S.: Ken Rockwell è un cabarettista, ormai lo sanno tutti all over the world.
cridemichel
QUOTE(Attilio PB @ Mar 13 2010, 04:01 PM) *
Nella vita ho poche certezze, una di queste è fare sempre l'esatto contrario di quanto dice Ken Rockwell biggrin.gif , un simpatico ragazzotto americano che di fotografia ne sa quanto io di elicotteri: in alcune rare occasioni li ho usati da passeggero..., avrei difficoltà ad aprirne uno sportello.
Cosi' lui con la fotografia: apparentemente ha difficoltà con gli elementi base della materia, pero' è simpatico e quindi gode di un certo seguito, ma tecnicamente spesso nei suoi scritti ci sono lacune evidenti... wink.gif
Se hai voglia di leggere qualcosa di interessante e corretto in giro ci sono tanti bravissimi autori, italiani e stranieri, Rorslett e Tom Hogan negli USA, oppure Nadir Magazine qui da noi, Boscarol su tutto cio' che riguarda il colore, tutta gente competente e che sa di che parla, purtroppo non è sempre facile seguirli perché gli argomenti sono complessi e le semplificazioni alla Ken Rockwell non funzionano, quindi lo sforzo per seguirli è decisamente maggiore, il vantaggio è che alla fine si è imparato qualcosa di corretto smile.gif
Ciao
Attilio

grazie, cercherò sicuramente qualcosa in libreria di questi autori, riguardo a Tom Hogan
però mi sono recentemente imbattuto in questo suo scritto online
http://www.bythom.com/graycards.htm
che mi ha lasciato un po' perplesso per il motivo che riporto di seguito.
T. Hogan suggerisce, con una digitale, di scattare ad un cartoncino grigio al 18% e di "spotarsi"
a passi di 1/3 di stop se l'istogramma non fosse centrato per poter così capire come è tarato
l'esposimetro (12%, 18% o altro).
Tuttavia per quel che ho capito io se uso un esposimetro a luce indiretta e fotografo un cartoncino
grigio al 18%, uno bianco o uno nero, questi produrranno sempre istogrammi centrati, poiché
l'esposimetro comunque assume sempre di avere una scena con un riflettanza del X % (con X=12,18 o altro) e nell'istogramma l'X % risulta al centro...

ciao Cristiano

ges
Qualche periodo addietro ricordo che mi ero impuntato pure io nel trovare l'esposizione perfetta tenendo conto dell'istogramma.

Poi ho capito che bisogna sempre guardare alla situazione concreta che si ha davanti. Come dice qualcuno che mi ha preceduto l'esposizione è corretta quando è adatta alla situazione. E' chiaro che se fotografo una scena buia l'istogramama non può che essere spostato a sinistra ma se è qualle la scena che ho davanti allora l'esposizione è sicuramente corretta.

Leggendo gli exif di attilio vedo che ha scattato con una una D3, apertura f 2.8, 85mm a 1/200 di sec. e senza flash, l'ambiente era buio, unica luce la lampada da scrivania, quindi l'istogramma deve essere per forza decisamente spostato a sinistra.

Non ci sono i dati exif nella foto di cridemichel, ma sembrerebbe scattata con l'ausilio del flash visto che c'è una parte del viso e la cesta schiariti, pertanto, devo dedurre che la luce dovrebbe essere migliore dalla situazione di attilio e atteso in questo caso che la lettura dell'istogramma è sempre spostato a sinistra dovrebbe fare pensare ad una foto sottoesposta.
decarolisalfredo
Se l'istogramma fosse sempre giusto allora la foto che allego dovrebbe essere perfetta, invece si tratta del cartoncino grigio Kodak e la foto è sovraesposta, quello non è il colore giusto.
Attilio PB
Confesso che, pur conoscendo l'articolo già da tempo, non mi ero posto il problema di capire che taratura volesse fare visto che io faccio tutt'altro quando necessito di precisione assoluta e non me ne preoccupo in tutti gli altri casi, proviamo a fare questo ragionamento insieme: supponiamo che l'esposimetro della nostra Nikon è tarato su una riflettanza del 12% in luogo del 18% comunemente considerato corretto, cosa accade nella nostra macchina?
Impostiamo la macchina in spot e misuriamo un oggetto qualsiasi, ad esempio un cartoncino grigio, l'esposimetro che indicazione ci fornirà? Quella relativa alla sua taratura, cioè ci fornirà un'esposizione per cui quell'oggetto verrà rappresentato con un grigio al xx%, nel nostro caso sarà il 12%.
Scattiamo con i parametri suggeriti dal nostro esposimetro e cosa avremo? Un soggetto, il cartoncino grigio, che sarà rappresentato da un grigio al 12%.
A questo punto, con lo scatto fatto e rappresentante un grigio al 12%, l'istogramma in macchina cosa ci mostrerà? Ci mostrerà la situazione fotografata, cioè un grigio al 12% che corrisponde non ad una curva perfettamente centrata, che avremmo al 18%, ma leggermente arretrata.
Ora noi sappiamo che quel grigio è al 18%, quindi apriamo l'esposizione di un terzo di stop e vediamo cosa accade: il nostro grigio a questo punto sarà rappresentato da un grigio al 16% e l'istogramma in macchina sarà praticamente centrato; apriamo ancora di 1/3 di stop e ci ritroviamo con un grigio al 22/23%, decisamente troppo, la taratura piu' vicina al risultato corretto è di 1/3 di stop.
Funziona il ragionamento? Direi di si...
Tom Hogan suggerisce di non utilizzare gli istogrammi di Photoshop che vengono calcolati in modo diverso rispetto a quelli in macchina, mi chiedo se dipenda dal fatto che camera raw ai file Nikon corregge di default 1/2 stop (se non sbaglio, ricordo un intervento di Manovi al proposito).

Detto questo, possiamo tranquillamente trascurare tutto. La taratura fine dell'esposimetro presuppone una serie di accortezze e conoscenze di fatto assolutamente ridondanti per i nostri scopi normali, a partire dal cartoncino usato per la valutazione, noi abbiamo parlato di un cartoncino grigio, ma non pensare che qualsiasi cartoncino grigio possa andare bene, ci vogliono quelli dedicati. Nell'uso pratico poi non potremo piazzare ogni volta il cartoncino grigio sul nostro soggetto e valutare l'esposizione, poi eliminare il cartoncino e scattare, questo significa che nella normale vita fotografica abbiamo maturato l'esperienza per individuare al volo le aree nel nostro scatto con una riflettanza del 18%, sulle quali andremo a valutare l'esposizione, altrimenti cosa misuriamo? Dove lo puntiamo il nostro esposimetro spot? Insomma, al di là della legittima curiosità di capire nel dettaglio come funziona uno strumento, poi dobbiamo ricondurre le informazioni all'utilizzo sul campo: in rarissimi casi capita di avere necessità di esposizioni perfette al terzo di stop, bilanciamenti del bianco precisi ai 10°K, calibrazioni cromatiche assolute, la componente tecnica della fotografia trova ragione di essere solo dopo che la componente espressiva/comunicativa è stata completata al meglio; se prendiamo in esame lo scatto fatto a tuo figlio (giusto perché lo abbiamo sotto mano, ma possiamo prenderne decine o centinaia dei miei su cui fare i medesimi ragionamenti) piuttosto che del bilanciamento corretto del rosso io mi sarei preoccupato di gestire diversamente l'illuminazione flash, troppo frontale e piatta, il punto di ripresa, troppo alto rispetto al soggetto, mentre è piacevole la distribuzione del soggetto sulla diagonale del fotogramma; insomma tenderei a curare maggiormente gli aspetti meno tecnici dello scatto e piu' quelli comunicativi, tra vent'anni questo scatto sarà piacevole riguardarlo non perché c'è la giusta dose di rosso ma per l'espressione serena e spensierata di tuo figlio che gioca, tenderei a valorizzare quella, scegliendo la giusta luce ed il giusto punto di ripresa, piuttosto che cercare il giusto punto di rosso. Perdonami se mi sbilancio in considerazioni che esulano dalla questione tecnica, ma spesso capita, anche a me, di finire preda del dettaglio trascurabile quando c'è ben altro su cui soffermarsi a fare un ragionamento in piu', spero vivamente che tu prenda questo mio intervento proprio come un'osservazione generale che solo incidentalmente ha trovato lo scatto qui presente per saltare fuori smile.gif
Ciao
Attilio
cridemichel
QUOTE(Attilio PB @ Mar 14 2010, 01:08 AM) *
Confesso che, pur conoscendo l'articolo già da tempo, non mi ero posto il problema di capire che taratura volesse fare visto che io faccio tutt'altro quando necessito di precisione assoluta e non me ne preoccupo in tutti gli altri casi, proviamo a fare questo ragionamento insieme: supponiamo che l'esposimetro della nostra Nikon è tarato su una riflettanza del 12% in luogo del 18% comunemente considerato corretto, cosa accade nella nostra macchina?
Impostiamo la macchina in spot e misuriamo un oggetto qualsiasi, ad esempio un cartoncino grigio, l'esposimetro che indicazione ci fornirà? Quella relativa alla sua taratura, cioè ci fornirà un'esposizione per cui quell'oggetto verrà rappresentato con un grigio al xx%, nel nostro caso sarà il 12%.
Scattiamo con i parametri suggeriti dal nostro esposimetro e cosa avremo? Un soggetto, il cartoncino grigio, che sarà rappresentato da un grigio al 12%.
A questo punto, con lo scatto fatto e rappresentante un grigio al 12%, l'istogramma in macchina cosa ci mostrerà? Ci mostrerà la situazione fotografata, cioè un grigio al 12% che corrisponde non ad una curva perfettamente centrata, che avremmo al 18%, ma leggermente arretrata.
Ora noi sappiamo che quel grigio è al 18%, quindi apriamo l'esposizione di un terzo di stop e vediamo cosa accade: il nostro grigio a questo punto sarà rappresentato da un grigio al 16% e l'istogramma in macchina sarà praticamente centrato; apriamo ancora di 1/3 di stop e ci ritroviamo con un grigio al 22/23%, decisamente troppo, la taratura piu' vicina al risultato corretto è di 1/3 di stop.
Funziona il ragionamento? Direi di si...
Tom Hogan suggerisce di non utilizzare gli istogrammi di Photoshop che vengono calcolati in modo diverso rispetto a quelli in macchina, mi chiedo se dipenda dal fatto che camera raw ai file Nikon corregge di default 1/2 stop (se non sbaglio, ricordo un intervento di Manovi al proposito).

Detto questo, possiamo tranquillamente trascurare tutto. La taratura fine dell'esposimetro presuppone una serie di accortezze e conoscenze di fatto assolutamente ridondanti per i nostri scopi normali, a partire dal cartoncino usato per la valutazione, noi abbiamo parlato di un cartoncino grigio, ma non pensare che qualsiasi cartoncino grigio possa andare bene, ci vogliono quelli dedicati. Nell'uso pratico poi non potremo piazzare ogni volta il cartoncino grigio sul nostro soggetto e valutare l'esposizione, poi eliminare il cartoncino e scattare, questo significa che nella normale vita fotografica abbiamo maturato l'esperienza per individuare al volo le aree nel nostro scatto con una riflettanza del 18%, sulle quali andremo a valutare l'esposizione, altrimenti cosa misuriamo? Dove lo puntiamo il nostro esposimetro spot? Insomma, al di là della legittima curiosità di capire nel dettaglio come funziona uno strumento, poi dobbiamo ricondurre le informazioni all'utilizzo sul campo: in rarissimi casi capita di avere necessità di esposizioni perfette al terzo di stop, bilanciamenti del bianco precisi ai 10°K, calibrazioni cromatiche assolute, la componente tecnica della fotografia trova ragione di essere solo dopo che la componente espressiva/comunicativa è stata completata al meglio; se prendiamo in esame lo scatto fatto a tuo figlio (giusto perché lo abbiamo sotto mano, ma possiamo prenderne decine o centinaia dei miei su cui fare i medesimi ragionamenti) piuttosto che del bilanciamento corretto del rosso io mi sarei preoccupato di gestire diversamente l'illuminazione flash, troppo frontale e piatta, il punto di ripresa, troppo alto rispetto al soggetto, mentre è piacevole la distribuzione del soggetto sulla diagonale del fotogramma; insomma tenderei a curare maggiormente gli aspetti meno tecnici dello scatto e piu' quelli comunicativi, tra vent'anni questo scatto sarà piacevole riguardarlo non perché c'è la giusta dose di rosso ma per l'espressione serena e spensierata di tuo figlio che gioca, tenderei a valorizzare quella, scegliendo la giusta luce ed il giusto punto di ripresa, piuttosto che cercare il giusto punto di rosso. Perdonami se mi sbilancio in considerazioni che esulano dalla questione tecnica, ma spesso capita, anche a me, di finire preda del dettaglio trascurabile quando c'è ben altro su cui soffermarsi a fare un ragionamento in piu', spero vivamente che tu prenda questo mio intervento proprio come un'osservazione generale che solo incidentalmente ha trovato lo scatto qui presente per saltare fuori smile.gif
Ciao
Attilio


L'idea che mi sono fatto (magari sbagliata) di un esposimetro a luce indiretta è che una certa
quantità di luce (a seconda della sensibilità impostata) viene associata ad una certa luminanza
(ossia ad es. il canale L in uno spazio colore LAB) in modo tale che se la scena ha un riflettanza
media del XX% allora l'esposizione è corretta e con una luminanza intorno a XX*100, altrimenti si sovraespone (caso di una scena prevalentemente scura) o sottoespone (neve o spiaggia).

Riguardo invece alla priorità degli aspetti compositivi nella fotografia sono assolutamente d'accordo
con te e trovo i tuoi suggerimenti alquanto utili ben consapevole che di strada ne ho ancora
molta da fare per fare foto decenti,

grazie ancora Cristiano
cridemichel
QUOTE(cridemichel @ Mar 14 2010, 04:01 PM) *
L'idea che mi sono fatto (magari sbagliata) di un esposimetro a luce indiretta è che una certa
quantità di luce (a seconda della sensibilità impostata) viene associata ad una certa luminanza
(ossia ad es. il canale L in uno spazio colore LAB) in modo tale che se la scena ha un riflettanza
media del XX% allora l'esposizione è corretta e con una luminanza intorno a XX*100, altrimenti si sovraespone (caso di una scena prevalentemente scura) o sottoespone (neve o spiaggia).

Riguardo invece alla priorità degli aspetti compositivi nella fotografia sono assolutamente d'accordo
con te e trovo i tuoi suggerimenti alquanto utili ben consapevole che di strada ne ho ancora
molta da fare per fare foto decenti,

grazie ancora Cristiano

nel mio messaggio precendente ho scritto erroneamente XX*100 invece di XX/100
ciao Cristiano
-missing
QUOTE(cridemichel @ Mar 14 2010, 04:01 PM) *
L'idea che mi sono fatto (magari sbagliata) di un esposimetro a luce indiretta è che una certa
quantità di luce (a seconda della sensibilità impostata) viene associata ad una certa luminanza
(ossia ad es. il canale L in uno spazio colore LAB) in modo tale che se la scena ha un riflettanza
media del XX% allora l'esposizione è corretta e con una luminanza intorno a XX*100, altrimenti si sovraespone (caso di una scena prevalentemente scura) o sottoespone (neve o spiaggia).

Sarà... Ma non ti bastano gli occhi, per capire se una foto è esposta come Dio comanda?
Hai mai lavorato con la pellicola, ai tempi in cui gli istogrammi si usavano solo in statistica? Eppure si esponeva bene anche allora.
cridemichel
QUOTE(paolodes @ Mar 14 2010, 06:43 PM) *
Sarà... Ma non ti bastano gli occhi, per capire se una foto è esposta come Dio comanda?
Hai mai lavorato con la pellicola, ai tempi in cui gli istogrammi si usavano solo in statistica? Eppure si esponeva bene anche allora.

no certo e credo anche che all'esperienza e al talento non si puo' certo
sostituire la tecnica, io però voglio solo capire come funzionano le cose, tutto qua,

ciao Cristiano
cridemichel
QUOTE(decarolisalfredo @ Mar 14 2010, 12:13 AM) *
Se l'istogramma fosse sempre giusto allora la foto che allego dovrebbe essere perfetta, invece si tratta del cartoncino grigio Kodak e la foto è sovraesposta, quello non è il colore giusto.

l'istogramma è quello della fotocamera? e se fotografi un foglio puramente grigio ed uno puramente bianco ottieni istogrammi centrati diversamente?
per quel che posso capire la fotocamera puo' solo "centrare" secondo un qualche criterio
più o meno furbo l'istogramma di una scena, ma non puo' sapere se la riflettanza della scena è 18% o 12% quindi non dovrebbe poter distinguere tra un cartoncino grigio o uno bianco...

ciao Cristiano
cridemichel
QUOTE(Attilio PB @ Mar 14 2010, 01:08 AM) *
Confesso che, pur conoscendo l'articolo già da tempo, non mi ero posto il problema di capire che taratura volesse fare visto che io faccio tutt'altro quando necessito di precisione assoluta e non me ne preoccupo in tutti gli altri casi, proviamo a fare questo ragionamento insieme: supponiamo che l'esposimetro della nostra Nikon è tarato su una riflettanza del 12% in luogo del 18% comunemente considerato corretto, cosa accade nella nostra macchina?
Impostiamo la macchina in spot e misuriamo un oggetto qualsiasi, ad esempio un cartoncino grigio, l'esposimetro che indicazione ci fornirà? Quella relativa alla sua taratura, cioè ci fornirà un'esposizione per cui quell'oggetto verrà rappresentato con un grigio al xx%, nel nostro caso sarà il 12%.
Scattiamo con i parametri suggeriti dal nostro esposimetro e cosa avremo? Un soggetto, il cartoncino grigio, che sarà rappresentato da un grigio al 12%.
A questo punto, con lo scatto fatto e rappresentante un grigio al 12%, l'istogramma in macchina cosa ci mostrerà? Ci mostrerà la situazione fotografata, cioè un grigio al 12% che corrisponde non ad una curva perfettamente centrata, che avremmo al 18%, ma leggermente arretrata.
Ora noi sappiamo che quel grigio è al 18%, quindi apriamo l'esposizione di un terzo di stop e vediamo cosa accade: il nostro grigio a questo punto sarà rappresentato da un grigio al 16% e l'istogramma in macchina sarà praticamente centrato; apriamo ancora di 1/3 di stop e ci ritroviamo con un grigio al 22/23%, decisamente troppo, la taratura piu' vicina al risultato corretto è di 1/3 di stop.
Funziona il ragionamento? Direi di si...
Tom Hogan suggerisce di non utilizzare gli istogrammi di Photoshop che vengono calcolati in modo diverso rispetto a quelli in macchina, mi chiedo se dipenda dal fatto che camera raw ai file Nikon corregge di default 1/2 stop (se non sbaglio, ricordo un intervento di Manovi al proposito).

Detto questo, possiamo tranquillamente trascurare tutto. La taratura fine dell'esposimetro presuppone una serie di accortezze e conoscenze di fatto assolutamente ridondanti per i nostri scopi normali, a partire dal cartoncino usato per la valutazione, noi abbiamo parlato di un cartoncino grigio, ma non pensare che qualsiasi cartoncino grigio possa andare bene, ci vogliono quelli dedicati. Nell'uso pratico poi non potremo piazzare ogni volta il cartoncino grigio sul nostro soggetto e valutare l'esposizione, poi eliminare il cartoncino e scattare, questo significa che nella normale vita fotografica abbiamo maturato l'esperienza per individuare al volo le aree nel nostro scatto con una riflettanza del 18%, sulle quali andremo a valutare l'esposizione, altrimenti cosa misuriamo? Dove lo puntiamo il nostro esposimetro spot? Insomma, al di là della legittima curiosità di capire nel dettaglio come funziona uno strumento, poi dobbiamo ricondurre le informazioni all'utilizzo sul campo: in rarissimi casi capita di avere necessità di esposizioni perfette al terzo di stop, bilanciamenti del bianco precisi ai 10°K, calibrazioni cromatiche assolute, la componente tecnica della fotografia trova ragione di essere solo dopo che la componente espressiva/comunicativa è stata completata al meglio; se prendiamo in esame lo scatto fatto a tuo figlio (giusto perché lo abbiamo sotto mano, ma possiamo prenderne decine o centinaia dei miei su cui fare i medesimi ragionamenti) piuttosto che del bilanciamento corretto del rosso io mi sarei preoccupato di gestire diversamente l'illuminazione flash, troppo frontale e piatta, il punto di ripresa, troppo alto rispetto al soggetto, mentre è piacevole la distribuzione del soggetto sulla diagonale del fotogramma; insomma tenderei a curare maggiormente gli aspetti meno tecnici dello scatto e piu' quelli comunicativi, tra vent'anni questo scatto sarà piacevole riguardarlo non perché c'è la giusta dose di rosso ma per l'espressione serena e spensierata di tuo figlio che gioca, tenderei a valorizzare quella, scegliendo la giusta luce ed il giusto punto di ripresa, piuttosto che cercare il giusto punto di rosso. Perdonami se mi sbilancio in considerazioni che esulano dalla questione tecnica, ma spesso capita, anche a me, di finire preda del dettaglio trascurabile quando c'è ben altro su cui soffermarsi a fare un ragionamento in piu', spero vivamente che tu prenda questo mio intervento proprio come un'osservazione generale che solo incidentalmente ha trovato lo scatto qui presente per saltare fuori smile.gif
Ciao
Attilio

anche considerando quanto si può leggere qua http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php
si può affermare che se l'istogramma è lineare ossia lungo l'asse delle ascisse ho i possibili valori
di luminanza riportati in maniera lineare allora la procedura indicata da Tom Hogan
è sensata (ma sicuramente quest'ultimo sa che gli istogrammi delle dslr sono lineare :-) quindi
non ha scritto inesattezze). Infatti il grigio al 18%, se ho valori di luminanza tra 0 e 255, dovrebbe corrispondere ad un valore tra 118 e 126 (vedi articolo suddetto), quindi se l'esposimetro è tarato al 12% e fotografo un cartoncino grigio al 18% mi dovrò trovare con un picco leggermente verso sinistra.
Tra l'altro nell'articolo suddetto per le fotocamere nikon viene stimata una compensazioe
pari a +0.15EV per riportare la lettura esposimetrica ad un grigio al 18%, in pratica
una correzione sostanzialmente trascurabile,

ciao Cristiano

Attilio PB
Aspetta Cristiano, prima di tutto eliminiamo la logica della centratura, alla fotocamera non interessa centrare nulla e neppure a noi, non so perché ti abbiano detto che dobbiamo centrare qualcosa, ma non dobbiamo centrare nulla, gli esposimetri sono nati prima degli istogrammi in macchina e funzionano nello stesso identico modo di sempre, non tenendo affatto conto dell'istogramma, semmai la posizione dell'istogramma, piu' o meno centrato, puo' essere una conseguenza, non sempre auspicabile e non sempre corretta.

Andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa fa un esposimetro.

Tralasciamo qualsiasi funzionalità valutativa degli esposimetri, le cui logiche sono assolutamente complesse e figlie di decenni di studi ed esperienze dei centri ricerca di ogni singolo produttore, e concentriamoci solo sulla misurazione esatta della luce, quindi con un esposimetro a luce incidente oppure con un esposimetro a luce riflessa utilizzato in spot.
In questa situazione l'esposimetro non fa alcuna valutazione, banalmente legge la quantità di luce che arriva e la traduce in un valore (EV); in base a quali dati abbiamo fornito all'esposimetro, questo ci restituirà i valori mancanti. All'esposimetro della scena non interessa nulla, lui legge solo la luce che gli arriva, il funzionamento è piuttosto semplice, la luce colpisce un elemento in silicio che emette una debole carica elettrica più o meno ampia in funzione della quantità di luce, i circuiti di amplificazione e lettura della carica generata ci diranno quanta era la luce che ha colpito l'elemento di silicio. L'esposimetro ci dice che lui ha letto 13EV, siamo a 100 ISO ed abbiamo impostato f/5,6 quindi dovremo scattare con un tempo di 1/250, normalmente gli esposimetri nelle reflex non forniscono il valore EV ma suggeriscono direttamente tempo o diaframma da usare, viceversa gli esposimetri a luce incidente ed alcuni esposimetri in macchine medio formato danno indicazioni in EV.
Questo è quello che fanno tutti gli esposimetri e come vedi non tengono minimamente in considerazione alcun istogramma.

Dov'è il nodo della questione? Nel capire l'esposimetro cosa ci sta indicando.
Vero che ci indica una coppia tempo/diaframma, ma per esporre come? Gli esposimetri ci daranno una lettura funzionale alla loro taratura, grossolanamente possiamo dire che l'esposimetro incorporato nella nostra reflex ci indichera' una coppia tempo/diaframma tale per cui il punto sul quale abbiamo effettuato la lettura ci verrà reso con un tono medio, equivalente ad un grigio al 18%.
Questa informazione è ampiamente più che sufficiente per affrontare tutta la disciplina fotografica, anche professionalmente.
Se vogliamo uscire dalla definizione grossolana e vogliamo scendere nel dettaglio tecnico del funzionamento degli esposimetri dovremo fare un passaggio ulteriore e molto complesso, introducendo le equazioni di esposizione per luce riflessa e luce incidente, con le relative costanti di calibrazione, ognuna con la sua unità di misura. Inoltre dovremo preoccuparci di capire cosa stiamo illuminando e cosa ci interessa misurare, un quadro piano e con una certa inclinazione dell'illuminazione è un soggetto ben diverso da un'affascinante modella, gli esposimetri esterni a luce incidente hanno calotte diverse ad esempio, per fare valutazioni diverse, si usa una calotta piatta per valutare i rapporti di illuminazione, ma anche nella riproduzione di quadri, affreschi, arazzi e via dicendo, con i soggetti piani quindi, viceversa si usa la calotta semisferica per valutare la luce su un soggetto con dei volumi. La differenza in realtà è minima ma se nell'equazione della riflettanza inserisci valori (per le costanti esposimetriche) congruenti con un soggetto piatto arrivi ad avere valori di riflettanza pari a circa il 18%, viceversa se inserisci valori congruenti con soggetti tridimensionali, che sono quelli che tipicamente fotografiamo, otteniamo valori di riflettanza pari a circa il 12%, che apparentemente sembra essere la taratura degli esposimetri di Nikon e Canon, mentre, che io ricordi, Sekonic si attestava intorno al 14%.
Per le equazioni esposimetriche, le costanti esposimetriche, le definizioni di luminanza, illuminazione e riflettanza e come sono in relazione tra di loro ti consiglio la lettura di un manuale, purtroppo non ce ne sono molti e non sono semplici, probabilmente il più accessibile è un manuale in due volumi sulla luce nel cinema di Dino Audino Editore, se ti dovesse interessare lo cerco e ti dico il titolo esatto.
In tutto questo, come hai visto, gli istogrammi non compaiono mai e neppure la loro eventuale centratura (anche perché il grosso del cinema ancora si gira in pellicola e non hanno gli istogrammi neppure volendo), inoltre al termine di tutta la questione potresti notare una difformità di esposizione valutabile in circa un terzo di stop, cioè il limite minimo di percezione umana, variazioni di entità minore semplicemente non riusciamo a valutarle. A mio avviso davvero non vale la pena preoccuparsene, sono altri i problemi in fotografia e personalmente me ne sono occupato solo marginalmente perché impegnato nella riproduzione di opere d'arte al fine di una documentazione con finalità di un futuro restauro conservativo, affiancando per altro ai problemi esposimetrici ancora altri problemi in termini di risposta del colore, con calibrazioni della macchina personalizzate in funzione delle ottiche usate e dei sistemi flash usati.
Davvero non vale la pena perdercisi dentro, io sto cercando di dimenticare tutto in fretta wink.gif (e forse ci sto riuscendo)...
Ciao
Attilio
decarolisalfredo
QUOTE(cridemichel @ Mar 14 2010, 07:34 PM) *
l'istogramma è quello della fotocamera? e se fotografi un foglio puramente grigio ed uno puramente bianco ottieni istogrammi centrati diversamente?
per quel che posso capire la fotocamera puo' solo "centrare" secondo un qualche criterio
più o meno furbo l'istogramma di una scena, ma non puo' sapere se la riflettanza della scena è 18% o 12% quindi non dovrebbe poter distinguere tra un cartoncino grigio o uno bianco...

ciao Cristiano

L'istogramma è quello di ViewNX, il mio intervento precedente era per dire che io gli istogrammi non li guardo quasi affatto.

La foto è stata fatta insieme ad altre con la D70, perchè trovavo che la D300 esponesse un po' troppo.
Servivano per confrontare le mie due macchine digitali.

La mia D300 in Matrix riesce ad esporre bene un soggetto in controluce, mentre io sono secoli che uso il flash di schiarita, con la D300 non ne ho quasi più bisogno.
cridemichel
QUOTE(Attilio PB @ Mar 14 2010, 10:45 PM) *
Aspetta Cristiano, prima di tutto eliminiamo la logica della centratura, alla fotocamera non interessa centrare nulla e neppure a noi, non so perché ti abbiano detto che dobbiamo centrare qualcosa, ma non dobbiamo centrare nulla, gli esposimetri sono nati prima degli istogrammi in macchina e funzionano nello stesso identico modo di sempre, non tenendo affatto conto dell'istogramma, semmai la posizione dell'istogramma, piu' o meno centrato, puo' essere una conseguenza, non sempre auspicabile e non sempre corretta.

Andiamo con ordine e cerchiamo di capire cosa fa un esposimetro.

Tralasciamo qualsiasi funzionalità valutativa degli esposimetri, le cui logiche sono assolutamente complesse e figlie di decenni di studi ed esperienze dei centri ricerca di ogni singolo produttore, e concentriamoci solo sulla misurazione esatta della luce, quindi con un esposimetro a luce incidente oppure con un esposimetro a luce riflessa utilizzato in spot.
In questa situazione l'esposimetro non fa alcuna valutazione, banalmente legge la quantità di luce che arriva e la traduce in un valore (EV); in base a quali dati abbiamo fornito all'esposimetro, questo ci restituirà i valori mancanti. All'esposimetro della scena non interessa nulla, lui legge solo la luce che gli arriva, il funzionamento è piuttosto semplice, la luce colpisce un elemento in silicio che emette una debole carica elettrica più o meno ampia in funzione della quantità di luce, i circuiti di amplificazione e lettura della carica generata ci diranno quanta era la luce che ha colpito l'elemento di silicio. L'esposimetro ci dice che lui ha letto 13EV, siamo a 100 ISO ed abbiamo impostato f/5,6 quindi dovremo scattare con un tempo di 1/250, normalmente gli esposimetri nelle reflex non forniscono il valore EV ma suggeriscono direttamente tempo o diaframma da usare, viceversa gli esposimetri a luce incidente ed alcuni esposimetri in macchine medio formato danno indicazioni in EV.
Questo è quello che fanno tutti gli esposimetri e come vedi non tengono minimamente in considerazione alcun istogramma.

Dov'è il nodo della questione? Nel capire l'esposimetro cosa ci sta indicando.
Vero che ci indica una coppia tempo/diaframma, ma per esporre come? Gli esposimetri ci daranno una lettura funzionale alla loro taratura, grossolanamente possiamo dire che l'esposimetro incorporato nella nostra reflex ci indichera' una coppia tempo/diaframma tale per cui il punto sul quale abbiamo effettuato la lettura ci verrà reso con un tono medio, equivalente ad un grigio al 18%.
Questa informazione è ampiamente più che sufficiente per affrontare tutta la disciplina fotografica, anche professionalmente.
Se vogliamo uscire dalla definizione grossolana e vogliamo scendere nel dettaglio tecnico del funzionamento degli esposimetri dovremo fare un passaggio ulteriore e molto complesso, introducendo le equazioni di esposizione per luce riflessa e luce incidente, con le relative costanti di calibrazione, ognuna con la sua unità di misura. Inoltre dovremo preoccuparci di capire cosa stiamo illuminando e cosa ci interessa misurare, un quadro piano e con una certa inclinazione dell'illuminazione è un soggetto ben diverso da un'affascinante modella, gli esposimetri esterni a luce incidente hanno calotte diverse ad esempio, per fare valutazioni diverse, si usa una calotta piatta per valutare i rapporti di illuminazione, ma anche nella riproduzione di quadri, affreschi, arazzi e via dicendo, con i soggetti piani quindi, viceversa si usa la calotta semisferica per valutare la luce su un soggetto con dei volumi. La differenza in realtà è minima ma se nell'equazione della riflettanza inserisci valori (per le costanti esposimetriche) congruenti con un soggetto piatto arrivi ad avere valori di riflettanza pari a circa il 18%, viceversa se inserisci valori congruenti con soggetti tridimensionali, che sono quelli che tipicamente fotografiamo, otteniamo valori di riflettanza pari a circa il 12%, che apparentemente sembra essere la taratura degli esposimetri di Nikon e Canon, mentre, che io ricordi, Sekonic si attestava intorno al 14%.
Per le equazioni esposimetriche, le costanti esposimetriche, le definizioni di luminanza, illuminazione e riflettanza e come sono in relazione tra di loro ti consiglio la lettura di un manuale, purtroppo non ce ne sono molti e non sono semplici, probabilmente il più accessibile è un manuale in due volumi sulla luce nel cinema di Dino Audino Editore, se ti dovesse interessare lo cerco e ti dico il titolo esatto.
In tutto questo, come hai visto, gli istogrammi non compaiono mai e neppure la loro eventuale centratura (anche perché il grosso del cinema ancora si gira in pellicola e non hanno gli istogrammi neppure volendo), inoltre al termine di tutta la questione potresti notare una difformità di esposizione valutabile in circa un terzo di stop, cioè il limite minimo di percezione umana, variazioni di entità minore semplicemente non riusciamo a valutarle. A mio avviso davvero non vale la pena preoccuparsene, sono altri i problemi in fotografia e personalmente me ne sono occupato solo marginalmente perché impegnato nella riproduzione di opere d'arte al fine di una documentazione con finalità di un futuro restauro conservativo, affiancando per altro ai problemi esposimetrici ancora altri problemi in termini di risposta del colore, con calibrazioni della macchina personalizzate in funzione delle ottiche usate e dei sistemi flash usati.
Davvero non vale la pena perdercisi dentro, io sto cercando di dimenticare tutto in fretta wink.gif (e forse ci sto riuscendo)...
Ciao
Attilio

molte informazioni relative agli esposimetri e all'esposizione si possono anche trovare
su wikipedia (ad es. si veda http://en.wikipedia.org/wiki/Light_meter con i link relativi all'interno), le equazioni per l'esposizione poi comunque si possono facilmente ricavare utilizzando l'ottica geometrica.
Quello che l'esposimetro fa come hai detto tu giustamente è semplicemente associare ad una certa quantità di luce (diciamo un certo numero di fotoni, utilizzando una terminologia quantomeccanica) un certo livello di segnale elettrico, ossia un certo numero di elettroni.
Questa relazione dipende oltre che dalla luminanza della scena anche dalla sensibilità, ossia dall'amplificazione del segnale (vedi la sezione sulle "exposure equations" nel link precedente) e da una costante detta costante di calibrazione, che varia a seconda del produttore (per nikon
dovrebbe vale circa 12,5).
Rappresentando con un istogramma (lineare) il canale L (luminosità con 0 < L < 255) in uno spazio colore LAB (tanto per dirne uno) si ottiene che l'istogramma ha il grigio al 18% che corrisponde a valori tra 118 e 126, quindi al centro dell'istrogramma.
Se dai un'occhiata al link http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php vedrai che una possibile ragione di ciò sta nel fatto che se applichi all'immagine raw la cosiddetta "gamma correction" (necessaria per visualizzare un'immagine su un qualsiasi display) si ottiene che il grigio medio (=0.18
come luminosità compresa tra 0 e 1) vale in pixel 255*0.18^(1/2.2)=117, dove si è assunto gamma=2.2 e che i valori possibili sono compresi tra 0 e 255.
Chiaramente la logica della centratura possiamo sicuramente eliminarla, anche perché,
tanto per dirne una, se espongo correttamente per il grigio medio al 18% ho solo -Log(2,0.18)=
2.5 stop nella alte luci, cosa che non può essere sempre accettabile.
Nonostante ciò quanto detto dovrebbe aiutare a capire come viene "costruito" l'istrogramma che vediamo nel display delle DSLR e la cosa, secondo me, può risultare di qualche utilità anche sul campo (pensi di no?).
In ogni caso sono pienamente d'accordo con te che si possono trascurare tutte queste sottili considerazioni sulla taratura degli esposimetri, ed infatti ribadisco che nel link http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php viene mostrato come alla peggio si sottoespone di 0.15 EV se non si tiene conto del giusto valore del grigio medio con cui è tarato l'esposimetro delle nostre nikon, il che è decisamente trascurabile.
Insomma mi pare che le conclusioni a cui siamo giunti siano le stesse, che ne pensi?

ancora grazie per tutti i suggerimenti che mi stai dando e l'utilissima (almeno per me)
discussione,

ciao Cristiano
Attilio PB
Argh, cercavo di dimenticare biggrin.gif
vado a dare un'occhiata ai vari link poi torno wink.gif comunque direi che le conclusioni sono corrette, compresa la "sostanziale trascurabilità" dei dettagli, a volte pero' è piacevole anche capire i dettagli wink.gif
Ciao
Attilio
cridemichel
QUOTE(Attilio PB @ Mar 15 2010, 11:33 AM) *
Argh, cercavo di dimenticare biggrin.gif
vado a dare un'occhiata ai vari link poi torno wink.gif comunque direi che le conclusioni sono corrette, compresa la "sostanziale trascurabilità" dei dettagli, a volte pero' è piacevole anche capire i dettagli wink.gif
Ciao
Attilio

cerco invece di non farti dimenticare, magari un giorno mi ringrazierai pure per questo
ripasso ;-)

ciao Cristiano


wombat
QUOTE(cridemichel @ Mar 15 2010, 11:19 AM) *
molte informazioni relative agli esposimetri e all'esposizione si possono anche trovare
su wikipedia (ad es. si veda http://en.wikipedia.org/wiki/Light_meter con i link relativi all'interno), le equazioni per l'esposizione poi comunque si possono facilmente ricavare utilizzando l'ottica geometrica.
Quello che l'esposimetro fa come hai detto tu giustamente è semplicemente associare ad una certa quantità di luce (diciamo un certo numero di fotoni, utilizzando una terminologia quantomeccanica) un certo livello di segnale elettrico, ossia un certo numero di elettroni.
Questa relazione dipende oltre che dalla luminanza della scena anche dalla sensibilità, ossia dall'amplificazione del segnale (vedi la sezione sulle "exposure equations" nel link precedente) e da una costante detta costante di calibrazione, che varia a seconda del produttore (per nikon
dovrebbe vale circa 12,5).
Rappresentando con un istogramma (lineare) il canale L (luminosità con 0 < L < 255) in uno spazio colore LAB (tanto per dirne uno) si ottiene che l'istogramma ha il grigio al 18% che corrisponde a valori tra 118 e 126, quindi al centro dell'istrogramma.
Se dai un'occhiata al link http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php vedrai che una possibile ragione di ciò sta nel fatto che se applichi all'immagine raw la cosiddetta "gamma correction" (necessaria per visualizzare un'immagine su un qualsiasi display) si ottiene che il grigio medio (=0.18
come luminosità compresa tra 0 e 1) vale in pixel 255*0.18^(1/2.2)=117, dove si è assunto gamma=2.2 e che i valori possibili sono compresi tra 0 e 255.
Chiaramente la logica della centratura possiamo sicuramente eliminarla, anche perché,
tanto per dirne una, se espongo correttamente per il grigio medio al 18% ho solo -Log(2,0.18)=
2.5 stop nella alte luci, cosa che non può essere sempre accettabile.
Nonostante ciò quanto detto dovrebbe aiutare a capire come viene "costruito" l'istrogramma che vediamo nel display delle DSLR e la cosa, secondo me, può risultare di qualche utilità anche sul campo (pensi di no?).
In ogni caso sono pienamente d'accordo con te che si possono trascurare tutte queste sottili considerazioni sulla taratura degli esposimetri, ed infatti ribadisco che nel link http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php viene mostrato come alla peggio si sottoespone di 0.15 EV se non si tiene conto del giusto valore del grigio medio con cui è tarato l'esposimetro delle nostre nikon, il che è decisamente trascurabile.
Insomma mi pare che le conclusioni a cui siamo giunti siano le stesse, che ne pensi?

ancora grazie per tutti i suggerimenti che mi stai dando e l'utilissima (almeno per me)
discussione,

ciao Cristiano

Al di là dell'inutilità della discussione ai fini del valore artistico di una fotografia, vale la pena discutere sull'argomento solo per avere un'idea di come ottenere quello che si ha in testa usando lo strumento (nel nostro caso una macchina fotografica). In altre parole, se ho in mente di rappresentare la felicità (tanto per dire qualcosa), penserò ad una composizione che poi dovrò catturare con la macchina fotografica e quando la farò vedere agli altri, teoricamente tutti dovrebbero provare felicità (scusate la banalizzazione). L'unità di misura della luce, il lumen, non a caso, è "tarata" sull'occhio umano: questo vuol dire che un lumen non è la misura dell'enrgia contenuta in un raggio di luce, ma è la misura dell'effetto che questo raggio di luce produrrà su di noi. Un raggio di luce ultravioletta può trasmettere tanta energia, ma per il nostro occhio è invisibile. Un raggio di luce verde che trasmette la stessa quantità di energia di un raggio di luce rosso risulterà più brillante del secondo, perchè il nostro occhio è più sensibile al verde. Quando i sensori delle nostre macchine catturano la luce, devono trasformare i dati raccolti in ciò che noi vediamo, che non è la stessa cosa di ciò che è stato raccolto dal sensore. Strettamente parlando, secondo me, non si può neanche parlare di scienza, perchè quello che vedo io potrebbe essere diverso da quello che vede ognuno di voi e non c'è modo di sapere esattamente quello che io vedo, ma qui stiamo entrando in un campo minato. Fatto stà che il valore del lumen è stato ricavato studiando un campione dei valori di soggetti diversi. Con questo voglio dire che l'istogramma è utile per vedere come la macchina ha tradotto i dati che ha ricevuto. Ci dice semplicemente che ha prodotto un'immagine che contiene 10 pixel di colore (40,58,230), 150 di colore (126,59,47) e così via. L'utilità di questo è solo per controllare che non ci siano troppi pixel bruciati (255,255,255) o neri (0,0,0) perchè stanno ad indicare che molto probabilmente la foto è sovra o sotto esposta, ma solo chi ha fatto la foto sa se quello che risulta dall'istogramma è quello che si voleva ottenere e in ultima analisi lo saprà esattamente solo quando avrà stampato la foto.
Saluti.

QUOTE(cridemichel @ Mar 15 2010, 11:19 AM) *
molte informazioni relative agli esposimetri e all'esposizione si possono anche trovare
su wikipedia (ad es. si veda http://en.wikipedia.org/wiki/Light_meter con i link relativi all'interno), le equazioni per l'esposizione poi comunque si possono facilmente ricavare utilizzando l'ottica geometrica.
Quello che l'esposimetro fa come hai detto tu giustamente è semplicemente associare ad una certa quantità di luce (diciamo un certo numero di fotoni, utilizzando una terminologia quantomeccanica) un certo livello di segnale elettrico, ossia un certo numero di elettroni.
Questa relazione dipende oltre che dalla luminanza della scena anche dalla sensibilità, ossia dall'amplificazione del segnale (vedi la sezione sulle "exposure equations" nel link precedente) e da una costante detta costante di calibrazione, che varia a seconda del produttore (per nikon
dovrebbe vale circa 12,5).
Rappresentando con un istogramma (lineare) il canale L (luminosità con 0 < L < 255) in uno spazio colore LAB (tanto per dirne uno) si ottiene che l'istogramma ha il grigio al 18% che corrisponde a valori tra 118 e 126, quindi al centro dell'istrogramma.
Se dai un'occhiata al link http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php vedrai che una possibile ragione di ciò sta nel fatto che se applichi all'immagine raw la cosiddetta "gamma correction" (necessaria per visualizzare un'immagine su un qualsiasi display) si ottiene che il grigio medio (=0.18
come luminosità compresa tra 0 e 1) vale in pixel 255*0.18^(1/2.2)=117, dove si è assunto gamma=2.2 e che i valori possibili sono compresi tra 0 e 255.
Chiaramente la logica della centratura possiamo sicuramente eliminarla, anche perché,
tanto per dirne una, se espongo correttamente per il grigio medio al 18% ho solo -Log(2,0.18)=
2.5 stop nella alte luci, cosa che non può essere sempre accettabile.
Nonostante ciò quanto detto dovrebbe aiutare a capire come viene "costruito" l'istrogramma che vediamo nel display delle DSLR e la cosa, secondo me, può risultare di qualche utilità anche sul campo (pensi di no?).
In ogni caso sono pienamente d'accordo con te che si possono trascurare tutte queste sottili considerazioni sulla taratura degli esposimetri, ed infatti ribadisco che nel link http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php viene mostrato come alla peggio si sottoespone di 0.15 EV se non si tiene conto del giusto valore del grigio medio con cui è tarato l'esposimetro delle nostre nikon, il che è decisamente trascurabile.
Insomma mi pare che le conclusioni a cui siamo giunti siano le stesse, che ne pensi?

ancora grazie per tutti i suggerimenti che mi stai dando e l'utilissima (almeno per me)
discussione,

ciao Cristiano

Al di là dell'inutilità della discussione ai fini del valore artistico di una fotografia, vale la pena discutere sull'argomento solo per avere un'idea di come ottenere quello che si ha in testa usando lo strumento (nel nostro caso una macchina fotografica). In altre parole, se ho in mente di rappresentare la felicità (tanto per dire qualcosa), penserò ad una composizione che poi dovrò catturare con la macchina fotografica e quando la farò vedere agli altri, teoricamente tutti dovrebbero provare felicità (scusate la banalizzazione). L'unità di misura della luce, il lumen, non a caso, è "tarata" sull'occhio umano: questo vuol dire che un lumen non è la misura dell'enrgia contenuta in un raggio di luce, ma è la misura dell'effetto che questo raggio di luce produrrà su di noi. Un raggio di luce ultravioletta può trasmettere tanta energia, ma per il nostro occhio è invisibile. Un raggio di luce verde che trasmette la stessa quantità di energia di un raggio di luce rosso risulterà più brillante del secondo, perchè il nostro occhio è più sensibile al verde. Quando i sensori delle nostre macchine catturano la luce, devono trasformare i dati raccolti in ciò che noi vediamo, che non è la stessa cosa di ciò che è stato raccolto dal sensore. Strettamente parlando, secondo me, non si può neanche parlare di scienza, perchè quello che vedo io potrebbe essere diverso da quello che vede ognuno di voi e non c'è modo di sapere esattamente quello che io vedo, ma qui stiamo entrando in un campo minato. Fatto stà che il valore del lumen è stato ricavato studiando un campione dei valori di soggetti diversi. Con questo voglio dire che l'istogramma è utile per vedere come la macchina ha tradotto i dati che ha ricevuto. Ci dice semplicemente che ha prodotto un'immagine che contiene 10 pixel di colore (40,58,230), 150 di colore (126,59,47) e così via. L'utilità di questo è solo per controllare che non ci siano troppi pixel bruciati (255,255,255) o neri (0,0,0) perchè stanno ad indicare che molto probabilmente la foto è sovra o sotto esposta, ma solo chi ha fatto la foto sa se quello che risulta dall'istogramma è quello che si voleva ottenere e in ultima analisi lo saprà esattamente solo quando avrà stampato la foto.
Saluti.

QUOTE(cridemichel @ Mar 15 2010, 11:19 AM) *
molte informazioni relative agli esposimetri e all'esposizione si possono anche trovare
su wikipedia (ad es. si veda http://en.wikipedia.org/wiki/Light_meter con i link relativi all'interno), le equazioni per l'esposizione poi comunque si possono facilmente ricavare utilizzando l'ottica geometrica.
Quello che l'esposimetro fa come hai detto tu giustamente è semplicemente associare ad una certa quantità di luce (diciamo un certo numero di fotoni, utilizzando una terminologia quantomeccanica) un certo livello di segnale elettrico, ossia un certo numero di elettroni.
Questa relazione dipende oltre che dalla luminanza della scena anche dalla sensibilità, ossia dall'amplificazione del segnale (vedi la sezione sulle "exposure equations" nel link precedente) e da una costante detta costante di calibrazione, che varia a seconda del produttore (per nikon
dovrebbe vale circa 12,5).
Rappresentando con un istogramma (lineare) il canale L (luminosità con 0 < L < 255) in uno spazio colore LAB (tanto per dirne uno) si ottiene che l'istogramma ha il grigio al 18% che corrisponde a valori tra 118 e 126, quindi al centro dell'istrogramma.
Se dai un'occhiata al link http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php vedrai che una possibile ragione di ciò sta nel fatto che se applichi all'immagine raw la cosiddetta "gamma correction" (necessaria per visualizzare un'immagine su un qualsiasi display) si ottiene che il grigio medio (=0.18
come luminosità compresa tra 0 e 1) vale in pixel 255*0.18^(1/2.2)=117, dove si è assunto gamma=2.2 e che i valori possibili sono compresi tra 0 e 255.
Chiaramente la logica della centratura possiamo sicuramente eliminarla, anche perché,
tanto per dirne una, se espongo correttamente per il grigio medio al 18% ho solo -Log(2,0.18)=
2.5 stop nella alte luci, cosa che non può essere sempre accettabile.
Nonostante ciò quanto detto dovrebbe aiutare a capire come viene "costruito" l'istrogramma che vediamo nel display delle DSLR e la cosa, secondo me, può risultare di qualche utilità anche sul campo (pensi di no?).
In ogni caso sono pienamente d'accordo con te che si possono trascurare tutte queste sottili considerazioni sulla taratura degli esposimetri, ed infatti ribadisco che nel link http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php viene mostrato come alla peggio si sottoespone di 0.15 EV se non si tiene conto del giusto valore del grigio medio con cui è tarato l'esposimetro delle nostre nikon, il che è decisamente trascurabile.
Insomma mi pare che le conclusioni a cui siamo giunti siano le stesse, che ne pensi?

ancora grazie per tutti i suggerimenti che mi stai dando e l'utilissima (almeno per me)
discussione,

ciao Cristiano

Al di là dell'inutilità della discussione ai fini del valore artistico di una fotografia, vale la pena discutere sull'argomento solo per avere un'idea di come ottenere quello che si ha in testa usando lo strumento (nel nostro caso una macchina fotografica). In altre parole, se ho in mente di rappresentare la felicità (tanto per dire qualcosa), penserò ad una composizione che poi dovrò catturare con la macchina fotografica e quando la farò vedere agli altri, teoricamente tutti dovrebbero provare felicità (scusate la banalizzazione). L'unità di misura della luce, il lumen, non a caso, è "tarata" sull'occhio umano: questo vuol dire che un lumen non è la misura dell'enrgia contenuta in un raggio di luce, ma è la misura dell'effetto che questo raggio di luce produrrà su di noi. Un raggio di luce ultravioletta può trasmettere tanta energia, ma per il nostro occhio è invisibile. Un raggio di luce verde che trasmette la stessa quantità di energia di un raggio di luce rosso risulterà più brillante del secondo, perchè il nostro occhio è più sensibile al verde. Quando i sensori delle nostre macchine catturano la luce, devono trasformare i dati raccolti in ciò che noi vediamo, che non è la stessa cosa di ciò che è stato raccolto dal sensore. Strettamente parlando, secondo me, non si può neanche parlare di scienza, perchè quello che vedo io potrebbe essere diverso da quello che vede ognuno di voi e non c'è modo di sapere esattamente quello che io vedo, ma qui stiamo entrando in un campo minato. Fatto stà che il valore del lumen è stato ricavato studiando un campione dei valori di soggetti diversi. Con questo voglio dire che l'istogramma è utile per vedere come la macchina ha tradotto i dati che ha ricevuto. Ci dice semplicemente che ha prodotto un'immagine che contiene 10 pixel di colore (40,58,230), 150 di colore (126,59,47) e così via. L'utilità di questo è solo per controllare che non ci siano troppi pixel bruciati (255,255,255) o neri (0,0,0) perchè stanno ad indicare che molto probabilmente la foto è sovra o sotto esposta, ma solo chi ha fatto la foto sa se quello che risulta dall'istogramma è quello che si voleva ottenere e in ultima analisi lo saprà esattamente solo quando avrà stampato la foto.
Saluti.
cridemichel
QUOTE(wombat @ Mar 16 2010, 06:41 PM) *
Al di là dell'inutilità della discussione ai fini del valore artistico di una fotografia, vale la pena discutere sull'argomento solo per avere un'idea di come ottenere quello che si ha in testa usando lo strumento (nel nostro caso una macchina fotografica). In altre parole, se ho in mente di rappresentare la felicità (tanto per dire qualcosa), penserò ad una composizione che poi dovrò catturare con la macchina fotografica e quando la farò vedere agli altri, teoricamente tutti dovrebbero provare felicità (scusate la banalizzazione). L'unità di misura della luce, il lumen, non a caso, è "tarata" sull'occhio umano: questo vuol dire che un lumen non è la misura dell'enrgia contenuta in un raggio di luce, ma è la misura dell'effetto che questo raggio di luce produrrà su di noi. Un raggio di luce ultravioletta può trasmettere tanta energia, ma per il nostro occhio è invisibile. Un raggio di luce verde che trasmette la stessa quantità di energia di un raggio di luce rosso risulterà più brillante del secondo, perchè il nostro occhio è più sensibile al verde. Quando i sensori delle nostre macchine catturano la luce, devono trasformare i dati raccolti in ciò che noi vediamo, che non è la stessa cosa di ciò che è stato raccolto dal sensore. Strettamente parlando, secondo me, non si può neanche parlare di scienza, perchè quello che vedo io potrebbe essere diverso da quello che vede ognuno di voi e non c'è modo di sapere esattamente quello che io vedo, ma qui stiamo entrando in un campo minato. Fatto stà che il valore del lumen è stato ricavato studiando un campione dei valori di soggetti diversi. Con questo voglio dire che l'istogramma è utile per vedere come la macchina ha tradotto i dati che ha ricevuto. Ci dice semplicemente che ha prodotto un'immagine che contiene 10 pixel di colore (40,58,230), 150 di colore (126,59,47) e così via. L'utilità di questo è solo per controllare che non ci siano troppi pixel bruciati (255,255,255) o neri (0,0,0) perchè stanno ad indicare che molto probabilmente la foto è sovra o sotto esposta, ma solo chi ha fatto la foto sa se quello che risulta dall'istogramma è quello che si voleva ottenere e in ultima analisi lo saprà esattamente solo quando avrà stampato la foto.
Saluti.
Al di là dell'inutilità della discussione ai fini del valore artistico di una fotografia, vale la pena discutere sull'argomento solo per avere un'idea di come ottenere quello che si ha in testa usando lo strumento (nel nostro caso una macchina fotografica). In altre parole, se ho in mente di rappresentare la felicità (tanto per dire qualcosa), penserò ad una composizione che poi dovrò catturare con la macchina fotografica e quando la farò vedere agli altri, teoricamente tutti dovrebbero provare felicità (scusate la banalizzazione). L'unità di misura della luce, il lumen, non a caso, è "tarata" sull'occhio umano: questo vuol dire che un lumen non è la misura dell'enrgia contenuta in un raggio di luce, ma è la misura dell'effetto che questo raggio di luce produrrà su di noi. Un raggio di luce ultravioletta può trasmettere tanta energia, ma per il nostro occhio è invisibile. Un raggio di luce verde che trasmette la stessa quantità di energia di un raggio di luce rosso risulterà più brillante del secondo, perchè il nostro occhio è più sensibile al verde. Quando i sensori delle nostre macchine catturano la luce, devono trasformare i dati raccolti in ciò che noi vediamo, che non è la stessa cosa di ciò che è stato raccolto dal sensore. Strettamente parlando, secondo me, non si può neanche parlare di scienza, perchè quello che vedo io potrebbe essere diverso da quello che vede ognuno di voi e non c'è modo di sapere esattamente quello che io vedo, ma qui stiamo entrando in un campo minato. Fatto stà che il valore del lumen è stato ricavato studiando un campione dei valori di soggetti diversi. Con questo voglio dire che l'istogramma è utile per vedere come la macchina ha tradotto i dati che ha ricevuto. Ci dice semplicemente che ha prodotto un'immagine che contiene 10 pixel di colore (40,58,230), 150 di colore (126,59,47) e così via. L'utilità di questo è solo per controllare che non ci siano troppi pixel bruciati (255,255,255) o neri (0,0,0) perchè stanno ad indicare che molto probabilmente la foto è sovra o sotto esposta, ma solo chi ha fatto la foto sa se quello che risulta dall'istogramma è quello che si voleva ottenere e in ultima analisi lo saprà esattamente solo quando avrà stampato la foto.
Saluti.
Al di là dell'inutilità della discussione ai fini del valore artistico di una fotografia, vale la pena discutere sull'argomento solo per avere un'idea di come ottenere quello che si ha in testa usando lo strumento (nel nostro caso una macchina fotografica). In altre parole, se ho in mente di rappresentare la felicità (tanto per dire qualcosa), penserò ad una composizione che poi dovrò catturare con la macchina fotografica e quando la farò vedere agli altri, teoricamente tutti dovrebbero provare felicità (scusate la banalizzazione). L'unità di misura della luce, il lumen, non a caso, è "tarata" sull'occhio umano: questo vuol dire che un lumen non è la misura dell'enrgia contenuta in un raggio di luce, ma è la misura dell'effetto che questo raggio di luce produrrà su di noi. Un raggio di luce ultravioletta può trasmettere tanta energia, ma per il nostro occhio è invisibile. Un raggio di luce verde che trasmette la stessa quantità di energia di un raggio di luce rosso risulterà più brillante del secondo, perchè il nostro occhio è più sensibile al verde. Quando i sensori delle nostre macchine catturano la luce, devono trasformare i dati raccolti in ciò che noi vediamo, che non è la stessa cosa di ciò che è stato raccolto dal sensore. Strettamente parlando, secondo me, non si può neanche parlare di scienza, perchè quello che vedo io potrebbe essere diverso da quello che vede ognuno di voi e non c'è modo di sapere esattamente quello che io vedo, ma qui stiamo entrando in un campo minato. Fatto stà che il valore del lumen è stato ricavato studiando un campione dei valori di soggetti diversi. Con questo voglio dire che l'istogramma è utile per vedere come la macchina ha tradotto i dati che ha ricevuto. Ci dice semplicemente che ha prodotto un'immagine che contiene 10 pixel di colore (40,58,230), 150 di colore (126,59,47) e così via. L'utilità di questo è solo per controllare che non ci siano troppi pixel bruciati (255,255,255) o neri (0,0,0) perchè stanno ad indicare che molto probabilmente la foto è sovra o sotto esposta, ma solo chi ha fatto la foto sa se quello che risulta dall'istogramma è quello che si voleva ottenere e in ultima analisi lo saprà esattamente solo quando avrà stampato la foto.
Saluti.

ripeto che siamo assolutamente d'accordo che l'arte della fotografia non si può in alcun modo ridurre a pura tecnica, ma infatti io non sono un fotografo e sono solo curioso di sapere come funzionano i giocattoli con cui gioco ;-)

ciao C.
Attilio PB
Ho finalmente dato un'occhiata ai link, se avessi saputo che riuscivi facilmente a seguire quel grado di complicazione l'avrei fatta meno discorsiva wink.gif
Molto interessanti comunque entrambi gli articoli.
Io per fortuna riesco ancora a fare il fotografo ed oggi ho abbandonato le questioni tecniche per dedicarmi a Diletta wink.gif

IPB Immagine Ingrandimento full detail : 497 KB

Ma l'esposimetro l'ho dovuto usare ugualmente rolleyes.gif
Ciao
Attilio
cridemichel
QUOTE(Attilio PB @ Mar 16 2010, 10:29 PM) *
Ho finalmente dato un'occhiata ai link, se avessi saputo che riuscivi facilmente a seguire quel grado di complicazione l'avrei fatta meno discorsiva wink.gif
Molto interessanti comunque entrambi gli articoli.
Io per fortuna riesco ancora a fare il fotografo ed oggi ho abbandonato le questioni tecniche per dedicarmi a Diletta wink.gif

Ingrandimento full detail : 497 KB

Ma l'esposimetro l'ho dovuto usare ugualmente rolleyes.gif
Ciao
Attilio

beh mi dispiace d'averti rubato del tempo che invece avresti potuto utilizzare
in miglior modo... ;-)

ciao Cristiano
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