QUOTE(cridemichel @ Mar 15 2010, 11:19 AM)
molte informazioni relative agli esposimetri e all'esposizione si possono anche trovare
su wikipedia (ad es. si veda
http://en.wikipedia.org/wiki/Light_meter con i link relativi all'interno), le equazioni per l'esposizione poi comunque si possono facilmente ricavare utilizzando l'ottica geometrica.
Quello che l'esposimetro fa come hai detto tu giustamente è semplicemente associare ad una certa quantità di luce (diciamo un certo numero di fotoni, utilizzando una terminologia quantomeccanica) un certo livello di segnale elettrico, ossia un certo numero di elettroni.
Questa relazione dipende oltre che dalla luminanza della scena anche dalla sensibilità, ossia dall'amplificazione del segnale (vedi la sezione sulle "exposure equations" nel link precedente) e da una costante detta costante di calibrazione, che varia a seconda del produttore (per nikon
dovrebbe vale circa 12,5).
Rappresentando con un istogramma (lineare) il canale L (luminosità con 0 < L < 255) in uno spazio colore LAB (tanto per dirne uno) si ottiene che l'istogramma ha il grigio al 18% che corrisponde a valori tra 118 e 126, quindi al centro dell'istrogramma.
Se dai un'occhiata al link
http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php vedrai che una possibile ragione di ciò sta nel fatto che se applichi all'immagine raw la cosiddetta "gamma correction" (necessaria per visualizzare un'immagine su un qualsiasi display) si ottiene che il grigio medio (=0.18
come luminosità compresa tra 0 e 1) vale in pixel 255*0.18^(1/2.2)=117, dove si è assunto gamma=2.2 e che i valori possibili sono compresi tra 0 e 255.
Chiaramente la logica della centratura possiamo sicuramente eliminarla, anche perché,
tanto per dirne una, se espongo correttamente per il grigio medio al 18% ho solo -Log(2,0.18)=
2.5 stop nella alte luci, cosa che non può essere sempre accettabile.
Nonostante ciò quanto detto dovrebbe aiutare a capire come viene "costruito" l'istrogramma che vediamo nel display delle DSLR e la cosa, secondo me, può risultare di qualche utilità anche sul campo (pensi di no?).
In ogni caso sono pienamente d'accordo con te che si possono trascurare tutte queste sottili considerazioni sulla taratura degli esposimetri, ed infatti ribadisco che nel link
http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php viene mostrato come alla peggio si sottoespone di 0.15 EV se non si tiene conto del giusto valore del grigio medio con cui è tarato l'esposimetro delle nostre nikon, il che è decisamente trascurabile.
Insomma mi pare che le conclusioni a cui siamo giunti siano le stesse, che ne pensi?
ancora grazie per tutti i suggerimenti che mi stai dando e l'utilissima (almeno per me)
discussione,
ciao Cristiano
Al di là dell'inutilità della discussione ai fini del valore artistico di una fotografia, vale la pena discutere sull'argomento solo per avere un'idea di come ottenere quello che si ha in testa usando lo strumento (nel nostro caso una macchina fotografica). In altre parole, se ho in mente di rappresentare la felicità (tanto per dire qualcosa), penserò ad una composizione che poi dovrò catturare con la macchina fotografica e quando la farò vedere agli altri, teoricamente tutti dovrebbero provare felicità (scusate la banalizzazione). L'unità di misura della luce, il lumen, non a caso, è "tarata" sull'occhio umano: questo vuol dire che un lumen non è la misura dell'enrgia contenuta in un raggio di luce, ma è la misura dell'effetto che questo raggio di luce produrrà su di noi. Un raggio di luce ultravioletta può trasmettere tanta energia, ma per il nostro occhio è invisibile. Un raggio di luce verde che trasmette la stessa quantità di energia di un raggio di luce rosso risulterà più brillante del secondo, perchè il nostro occhio è più sensibile al verde. Quando i sensori delle nostre macchine catturano la luce, devono trasformare i dati raccolti in ciò che noi vediamo, che non è la stessa cosa di ciò che è stato raccolto dal sensore. Strettamente parlando, secondo me, non si può neanche parlare di scienza, perchè quello che vedo io potrebbe essere diverso da quello che vede ognuno di voi e non c'è modo di sapere esattamente quello che io vedo, ma qui stiamo entrando in un campo minato. Fatto stà che il valore del lumen è stato ricavato studiando un campione dei valori di soggetti diversi. Con questo voglio dire che l'istogramma è utile per vedere come la macchina ha tradotto i dati che ha ricevuto. Ci dice semplicemente che ha prodotto un'immagine che contiene 10 pixel di colore (40,58,230), 150 di colore (126,59,47) e così via. L'utilità di questo è solo per controllare che non ci siano troppi pixel bruciati (255,255,255) o neri (0,0,0) perchè stanno ad indicare che molto probabilmente la foto è sovra o sotto esposta, ma solo chi ha fatto la foto sa se quello che risulta dall'istogramma è quello che si voleva ottenere e in ultima analisi lo saprà esattamente solo quando avrà stampato la foto.
Saluti.
QUOTE(cridemichel @ Mar 15 2010, 11:19 AM)
molte informazioni relative agli esposimetri e all'esposizione si possono anche trovare
su wikipedia (ad es. si veda
http://en.wikipedia.org/wiki/Light_meter con i link relativi all'interno), le equazioni per l'esposizione poi comunque si possono facilmente ricavare utilizzando l'ottica geometrica.
Quello che l'esposimetro fa come hai detto tu giustamente è semplicemente associare ad una certa quantità di luce (diciamo un certo numero di fotoni, utilizzando una terminologia quantomeccanica) un certo livello di segnale elettrico, ossia un certo numero di elettroni.
Questa relazione dipende oltre che dalla luminanza della scena anche dalla sensibilità, ossia dall'amplificazione del segnale (vedi la sezione sulle "exposure equations" nel link precedente) e da una costante detta costante di calibrazione, che varia a seconda del produttore (per nikon
dovrebbe vale circa 12,5).
Rappresentando con un istogramma (lineare) il canale L (luminosità con 0 < L < 255) in uno spazio colore LAB (tanto per dirne uno) si ottiene che l'istogramma ha il grigio al 18% che corrisponde a valori tra 118 e 126, quindi al centro dell'istrogramma.
Se dai un'occhiata al link
http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php vedrai che una possibile ragione di ciò sta nel fatto che se applichi all'immagine raw la cosiddetta "gamma correction" (necessaria per visualizzare un'immagine su un qualsiasi display) si ottiene che il grigio medio (=0.18
come luminosità compresa tra 0 e 1) vale in pixel 255*0.18^(1/2.2)=117, dove si è assunto gamma=2.2 e che i valori possibili sono compresi tra 0 e 255.
Chiaramente la logica della centratura possiamo sicuramente eliminarla, anche perché,
tanto per dirne una, se espongo correttamente per il grigio medio al 18% ho solo -Log(2,0.18)=
2.5 stop nella alte luci, cosa che non può essere sempre accettabile.
Nonostante ciò quanto detto dovrebbe aiutare a capire come viene "costruito" l'istrogramma che vediamo nel display delle DSLR e la cosa, secondo me, può risultare di qualche utilità anche sul campo (pensi di no?).
In ogni caso sono pienamente d'accordo con te che si possono trascurare tutte queste sottili considerazioni sulla taratura degli esposimetri, ed infatti ribadisco che nel link
http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php viene mostrato come alla peggio si sottoespone di 0.15 EV se non si tiene conto del giusto valore del grigio medio con cui è tarato l'esposimetro delle nostre nikon, il che è decisamente trascurabile.
Insomma mi pare che le conclusioni a cui siamo giunti siano le stesse, che ne pensi?
ancora grazie per tutti i suggerimenti che mi stai dando e l'utilissima (almeno per me)
discussione,
ciao Cristiano
Al di là dell'inutilità della discussione ai fini del valore artistico di una fotografia, vale la pena discutere sull'argomento solo per avere un'idea di come ottenere quello che si ha in testa usando lo strumento (nel nostro caso una macchina fotografica). In altre parole, se ho in mente di rappresentare la felicità (tanto per dire qualcosa), penserò ad una composizione che poi dovrò catturare con la macchina fotografica e quando la farò vedere agli altri, teoricamente tutti dovrebbero provare felicità (scusate la banalizzazione). L'unità di misura della luce, il lumen, non a caso, è "tarata" sull'occhio umano: questo vuol dire che un lumen non è la misura dell'enrgia contenuta in un raggio di luce, ma è la misura dell'effetto che questo raggio di luce produrrà su di noi. Un raggio di luce ultravioletta può trasmettere tanta energia, ma per il nostro occhio è invisibile. Un raggio di luce verde che trasmette la stessa quantità di energia di un raggio di luce rosso risulterà più brillante del secondo, perchè il nostro occhio è più sensibile al verde. Quando i sensori delle nostre macchine catturano la luce, devono trasformare i dati raccolti in ciò che noi vediamo, che non è la stessa cosa di ciò che è stato raccolto dal sensore. Strettamente parlando, secondo me, non si può neanche parlare di scienza, perchè quello che vedo io potrebbe essere diverso da quello che vede ognuno di voi e non c'è modo di sapere esattamente quello che io vedo, ma qui stiamo entrando in un campo minato. Fatto stà che il valore del lumen è stato ricavato studiando un campione dei valori di soggetti diversi. Con questo voglio dire che l'istogramma è utile per vedere come la macchina ha tradotto i dati che ha ricevuto. Ci dice semplicemente che ha prodotto un'immagine che contiene 10 pixel di colore (40,58,230), 150 di colore (126,59,47) e così via. L'utilità di questo è solo per controllare che non ci siano troppi pixel bruciati (255,255,255) o neri (0,0,0) perchè stanno ad indicare che molto probabilmente la foto è sovra o sotto esposta, ma solo chi ha fatto la foto sa se quello che risulta dall'istogramma è quello che si voleva ottenere e in ultima analisi lo saprà esattamente solo quando avrà stampato la foto.
Saluti.
QUOTE(cridemichel @ Mar 15 2010, 11:19 AM)
molte informazioni relative agli esposimetri e all'esposizione si possono anche trovare
su wikipedia (ad es. si veda
http://en.wikipedia.org/wiki/Light_meter con i link relativi all'interno), le equazioni per l'esposizione poi comunque si possono facilmente ricavare utilizzando l'ottica geometrica.
Quello che l'esposimetro fa come hai detto tu giustamente è semplicemente associare ad una certa quantità di luce (diciamo un certo numero di fotoni, utilizzando una terminologia quantomeccanica) un certo livello di segnale elettrico, ossia un certo numero di elettroni.
Questa relazione dipende oltre che dalla luminanza della scena anche dalla sensibilità, ossia dall'amplificazione del segnale (vedi la sezione sulle "exposure equations" nel link precedente) e da una costante detta costante di calibrazione, che varia a seconda del produttore (per nikon
dovrebbe vale circa 12,5).
Rappresentando con un istogramma (lineare) il canale L (luminosità con 0 < L < 255) in uno spazio colore LAB (tanto per dirne uno) si ottiene che l'istogramma ha il grigio al 18% che corrisponde a valori tra 118 e 126, quindi al centro dell'istrogramma.
Se dai un'occhiata al link
http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php vedrai che una possibile ragione di ciò sta nel fatto che se applichi all'immagine raw la cosiddetta "gamma correction" (necessaria per visualizzare un'immagine su un qualsiasi display) si ottiene che il grigio medio (=0.18
come luminosità compresa tra 0 e 1) vale in pixel 255*0.18^(1/2.2)=117, dove si è assunto gamma=2.2 e che i valori possibili sono compresi tra 0 e 255.
Chiaramente la logica della centratura possiamo sicuramente eliminarla, anche perché,
tanto per dirne una, se espongo correttamente per il grigio medio al 18% ho solo -Log(2,0.18)=
2.5 stop nella alte luci, cosa che non può essere sempre accettabile.
Nonostante ciò quanto detto dovrebbe aiutare a capire come viene "costruito" l'istrogramma che vediamo nel display delle DSLR e la cosa, secondo me, può risultare di qualche utilità anche sul campo (pensi di no?).
In ogni caso sono pienamente d'accordo con te che si possono trascurare tutte queste sottili considerazioni sulla taratura degli esposimetri, ed infatti ribadisco che nel link
http://dpanswers.com/content/tech_kfactor.php viene mostrato come alla peggio si sottoespone di 0.15 EV se non si tiene conto del giusto valore del grigio medio con cui è tarato l'esposimetro delle nostre nikon, il che è decisamente trascurabile.
Insomma mi pare che le conclusioni a cui siamo giunti siano le stesse, che ne pensi?
ancora grazie per tutti i suggerimenti che mi stai dando e l'utilissima (almeno per me)
discussione,
ciao Cristiano
Al di là dell'inutilità della discussione ai fini del valore artistico di una fotografia, vale la pena discutere sull'argomento solo per avere un'idea di come ottenere quello che si ha in testa usando lo strumento (nel nostro caso una macchina fotografica). In altre parole, se ho in mente di rappresentare la felicità (tanto per dire qualcosa), penserò ad una composizione che poi dovrò catturare con la macchina fotografica e quando la farò vedere agli altri, teoricamente tutti dovrebbero provare felicità (scusate la banalizzazione). L'unità di misura della luce, il lumen, non a caso, è "tarata" sull'occhio umano: questo vuol dire che un lumen non è la misura dell'enrgia contenuta in un raggio di luce, ma è la misura dell'effetto che questo raggio di luce produrrà su di noi. Un raggio di luce ultravioletta può trasmettere tanta energia, ma per il nostro occhio è invisibile. Un raggio di luce verde che trasmette la stessa quantità di energia di un raggio di luce rosso risulterà più brillante del secondo, perchè il nostro occhio è più sensibile al verde. Quando i sensori delle nostre macchine catturano la luce, devono trasformare i dati raccolti in ciò che noi vediamo, che non è la stessa cosa di ciò che è stato raccolto dal sensore. Strettamente parlando, secondo me, non si può neanche parlare di scienza, perchè quello che vedo io potrebbe essere diverso da quello che vede ognuno di voi e non c'è modo di sapere esattamente quello che io vedo, ma qui stiamo entrando in un campo minato. Fatto stà che il valore del lumen è stato ricavato studiando un campione dei valori di soggetti diversi. Con questo voglio dire che l'istogramma è utile per vedere come la macchina ha tradotto i dati che ha ricevuto. Ci dice semplicemente che ha prodotto un'immagine che contiene 10 pixel di colore (40,58,230), 150 di colore (126,59,47) e così via. L'utilità di questo è solo per controllare che non ci siano troppi pixel bruciati (255,255,255) o neri (0,0,0) perchè stanno ad indicare che molto probabilmente la foto è sovra o sotto esposta, ma solo chi ha fatto la foto sa se quello che risulta dall'istogramma è quello che si voleva ottenere e in ultima analisi lo saprà esattamente solo quando avrà stampato la foto.
Saluti.