Ciao Giemme, al di là della regola, dal mio punto di vista nel ritratto la questione è un'altra: la distanza di ripresa si sceglie in base al risultato che desideriamo perché il variare della distanza di ripresa fa variare significativamente la prospettiva del nostro scatto.
La questione andrebbe posta in termini diversi: posto che desidero un certo effetto sul rapporto tra i piani del volto, a che distanza devo scattare? E da quella distanza quale ottica mi restituisce un primo piano?
Facciamo un esempio per capire il punto: tra la punta del mio naso ed il mio occhio ci sono 4 cm di distanza, cioè il mio occhio è su un piano 4 cm dietro a quello della punta del mio naso (ho un bel naso, lo so...
). Se qualcuno mi fotografa da 40 cm di distanza accade che la distanza naso/occhio costituisce ben il 10% della distanza complessiva di scatto ed il mio naso assumerà importanza e proporzioni decisamente significative all'interno dello scatto. Se invece che da 40 cm mi fotografano da 4 metri a quel punto la distanza naso/occhio sarà solo l'1% della distanza complessiva di scatto ed il mio naso tornerà ad avere proporzioni corrette. Se mi fotografassero da 40 metri con un potente teleobiettivo la distanza naso/occhio sarebbe solo lo 0,1% della distanza di ripresa, in pratica il naso risulterebbe schiacciato sul mio volto e sarebbe difficile percepirne le proporzioni in termini di profondità.
Capito cio' bisogna che ti chiedi che risultato desideri, quindi che distanza di scatto adotterai ed in funzione di quella che ottica usare. Il motivo per cui nel ritratto si usano tradizionalmente ottiche tra gli 85 ed i 135 mm è perché "costringono" a mantenere una certa distanza dal soggetto, non troppo ridotta ma neppure eccessiva, riempiendo correttamente il fotogramma.
Naturalmente questo è il principio base, con gli anni e l'esperienza si riuscirà anche a capire quando e come è possibile derogare alla regola per cercare un risultato espressivo diverso.
Ciao
Attilio