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GIROMATT
Salve a tutti!
Questo è il mio primo post nel forum Nikon e colgo quindi l'occasione per salutare tutti voi con affetto!

Ho iniziato a leggere qualcosa sull'impiego dei profili colore, i quali se non ho capito male servono a gestire l'interpretazione degli spazi colore (intervalli di colore realmente possibili) da parte di dispositivi e software.

Io possiedo una Nikon D40 (con la quale posso scattare in RAW e JPEG) e una bridge Nikon P90, che possiedo da poco e con la quale credo si possa solo scattare in JPEG.

- La mia prima domanda è: come vengono salvati i colori da queste fotocamere? Quale spazio colore adottano?

- Problema numero due: settaggi di software e schermo. Ho visto che esistono diversi dispositivi per stabilire le impostazioni di uno schermo (come ad esempio Spyder 3 etc.), ma allo stesso tempo tramite il software della scheda video posso impostare un determinato profilo ICC per il monitor (per esempio "Nikon Adobe RGB 4.00 3.00): se imposto lo stesso profilo ICC nella scheda video e nel software che uso per il fotoritocco ho risolto il problema? Oppure la cosa è molto più complicata di così?

Vi ringrazio per le eventuali risposte! grazie.gif
maxiclimb
Ciao e benvenuto! smile.gif

Hai letto già qualcosa, bene, però se ti applichi con pazienza sul forum troverai già pronte le risposte a tutti i tuoi dubbi, che ovviamente sono già stati affrontati moltissime volte.

Quindi, ti rispondo brevemente, e ti invito a ricercare altre discussioni passate sul forum, poi se non bastasse siamo qui. wink.gif

Comincio dal fondo e... sì, è un po' più complicato di così.
I profili "già pronti" NON sono affidabili, anche perchè ogni singolo esemplare di monitor è diverso, quindi non c'è NESSUNA scappatoia accettabile all'utilizzo di una sonda harware esterna per fare una calibrazione decente. Qualsiasi altro sistema è inutile e spesso dannoso (vedi Adobe Gamma o simili).
Sul monitor lascia l'impostazione nativa di fabbrica, e appena puoi provvedi a usare un colorimetro.

Le macchine possono scattare in RAW (NEF), jpeg o Tiff in qualche caso.
Se scatti in Raw, il profilo colore non ti deve interessare perchè il raw non contiene Nessun Profilo colore, sono solo dati grezzi.
Il profilo verrà assegnato nel momento in cui il file viene "sviluppato" con un software apposito, e deciderai tu il profilo da impiegare.
Se non hai una buona conoscenza della Gestione Colore in digitale, per non fare pasticci all'inizio usa sRGB, poi in seguito potrai adottare spazi più grandi, ma solo quando saprai cosa comporta il loro utilizzo.
Se scatti direttamente in jpeg, la macchina assegna a questo un profilo colore a seconda delle impostazioni. In genere si tratta di sRGB ma non sempre.
Se è Adobe RGB, allora dovrai fare attenzione a convertirlo in sRGB prima di postare le foto su internet o mandarle in stampa in laboratorio.

Per ora credo che basti, se qualcosa non è chiaro chiedi pure (ma prima setaccia bene il forum, di queste cose si parla almeno una volta a settimana) wink.gif
Alessandro Avenali
QUOTE(GIROMATT @ Dec 6 2009, 06:59 PM) *
Salve a tutti!
Questo è il mio primo post nel forum Nikon e colgo quindi l'occasione per salutare tutti voi con affetto!

Ho iniziato a leggere qualcosa sull'impiego dei profili colore, i quali se non ho capito male servono a gestire l'interpretazione degli spazi colore (intervalli di colore realmente possibili) da parte di dispositivi e software.

Io possiedo una Nikon D40 (con la quale posso scattare in RAW e JPEG) e una bridge Nikon P90, che possiedo da poco e con la quale credo si possa solo scattare in JPEG.

- La mia prima domanda è: come vengono salvati i colori da queste fotocamere? Quale spazio colore adottano?

- Problema numero due: settaggi di software e schermo. Ho visto che esistono diversi dispositivi per stabilire le impostazioni di uno schermo (come ad esempio Spyder 3 etc.), ma allo stesso tempo tramite il software della scheda video posso impostare un determinato profilo ICC per il monitor (per esempio "Nikon Adobe RGB 4.00 3.00): se imposto lo stesso profilo ICC nella scheda video e nel software che uso per il fotoritocco ho risolto il problema? Oppure la cosa è molto più complicata di così?

Vi ringrazio per le eventuali risposte! grazie.gif


Per la prima domanda, credo che tu possa scegliere se adottare lo spazio di colore AdobeRGB oppure l'sRGB (almeno sulla D40).

Per la seconda domanda, forse non è chiaro il tuo scopo.

Facciamo un esempio. Semplice.
Immagina di avere il tuo bel Photoshop in cui hai impostato uno spazio di lavoro sRGB.
Hai poi una foto scattata in uno spazio colore AdobeRGB. Il profilo AdobeRGB può essere incluso nella foto oppure può non esserlo.
Apri la foto in Photoshop.
Nel caso in cui la foto contenga il profilo AdobeRGB, PS ti avverte che la foto che stai aprendo ha uno spazio colore diverso da quello di lavoro. Ti chiede quindi come deve comportarsi. Vuoi convertirla in sRGB oppure vuoi preservare il profilo incluso? Scegliamo di preservarlo. Perché buttare via informazioni preziose contenute in uno spazio colore così ampio?
Ora, con questa foto ci puoi fare un sacco di cose. Le più comuni sono due: visualizzarla sul monitor, come starai facendo, e stamparla.
Il profilo ICC del monitor (calibrato) ti assicura di interpretare correttamente la tale foto. Ovvero una conversione ottimale tra la periferica e lo spazio colore AdobeRGB.
Il profilo ICC della stampante (*sulla determinata carta*) ti assicura un'altrettanto fedele (il più possibile) interpretazione di quello spazio (di quella foto) sulla stampa finale.

I profili ICC sostanzialmente sono interpreti.



QUOTE(maxiclimb @ Dec 6 2009, 08:21 PM) *
Se è Adobe RGB, allora dovrai fare attenzione a convertirlo in sRGB prima di postare le foto su internet o mandarle in stampa in laboratorio.


Ma veramente i laboratori accettano solo sRGB? Non basta inludere il profilo nel file?
maxiclimb
QUOTE(bluvertical @ Dec 6 2009, 08:39 PM) *
Ma veramente i laboratori accettano solo sRGB?


Sostanzialmente si.
Ma i problemi sono diversi.
Intanto il gamut della stampa su carta chimica è mooolto simile a sRGB, per cui spazi più ampi devono venire gestiti a dovere dai laboratori.
Il 99,9% di essi però non lo fa, un po' per comodità e rapidità, un po' per incompetenza.
Un bel po' di gestori di minilab non sa nemmeno cos'è un profilo colore, i lab. seri ovviamente si ma per loro è una seccatura in più.
Per questioni di rapidità di lavorazione, la maggior parte non fa altro che convertire in sRGB, ma se va male e non convertono... dare un file con spazio più ampio del gamut di stampa significa solo ottenere colori sballati.
Se fornisci un Tiff 16bit, stai sicuro che lo trasformano loro in jpeg prima di buttarlo in pasto alla stampante.

A meno di stampare su inkjet (che hanno gamut più ampi) in casa, oppure in un lab serio (ma a caro prezzo), usare spazi più ampi di sRGB è inutile.
Poi ci sono delle eccezioni, ma sono...eccezioni appunto.
Il succo di tutto comunque è che la stampa chimica non va oltre sRGB, quindi inutile rischiare che facciano casini con spazi diversi.
maxiclimb
QUOTE(bluvertical @ Dec 6 2009, 08:39 PM) *
Ora, con questa foto ci puoi fare un sacco di cose. Le più comuni sono due: visualizzarla sul monitor, come starai facendo, e stamparla.
Il profilo ICC del monitor (calibrato) ti assicura di interpretare correttamente la tale foto. Ovvero una conversione ottimale tra la periferica e lo spazio colore AdobeRGB.


Sul monitor una foto viene visualizzata correttamente non soltanto se questo è calibrato, ma è fondamentale anche usare un programma che "onori" gli spazi colore.
Se guardi una foto AdobeRGB, o magari ProPhotoRGB, sul visualizzatore di windows... la vedrai completamente sballata, non c'è santo che tenga.
Idem con Internet Explorer.
Non tutti i visualizzatori e i browser sono in grado di gestire i profili.
Però siccone i monitor hanno un profilo abbastanza simile a sRGB, la cosa migliore per far vedere le proprie foto su internet, è convertirle in quello spazio.
Così anche chi usa un browser che non gestisce i profili, non le vedrà troppo diverse da noi.
Alessandro Avenali
QUOTE(maxiclimb @ Dec 6 2009, 10:20 PM) *
Sul monitor una foto viene visualizzata correttamente non soltanto se questo è calibrato, ma è fondamentale anche usare un programma che "onori" gli spazi colore.
Se guardi una foto AdobeRGB, o magari ProPhotoRGB, sul visualizzatore di windows... la vedrai completamente sballata, non c'è santo che tenga.
Idem con Internet Explorer.
Non tutti i visualizzatori e i browser sono in grado di gestire i profili.
Però siccone i monitor hanno un profilo abbastanza simile a sRGB, la cosa migliore per far vedere le proprie foto su internet, è convertirle in quello spazio.
Così anche chi usa un browser che non gestisce i profili, non le vedrà troppo diverse da noi.

Pollice.gif
Sacrosanto. Mi ero dimenticato di specificare che non tutti i software leggono i profili colore incorporati nei files. E' per questo che può accadere che pubblicando un'immagine sul web, scattata in AdobeRGB, i colori siano sballati, spenti, o cmq non corrispondenti a quello che vedevamo in precedenza.
Nel caso di stampe serie, comunque, cerchiamo sempre di scattare e lavorare il file utilizzando lo spazio colore più ampio e 16 bit piuttosto che 8. Anche se è raro trovare chi stampa a 16bit.
Per il web possiamo sempre fare una copia JPG, bassa risoluzione, sRGB, 8bit.
maxiclimb
QUOTE(bluvertical @ Dec 6 2009, 11:09 PM) *
Nel caso di stampe serie, comunque, cerchiamo sempre di scattare e lavorare il file utilizzando lo spazio colore più ampio e 16 bit piuttosto che 8. Anche se è raro trovare chi stampa a 16bit.

Mi sa che NESSUNO oggi stampa a 16bit, su carta chimica. smile.gif
Le prime stampanti con driver a 16bit sono appena state presentate, e i laboratori, anche i più seri, finora non le avevano a disposizione.
Prima o poi si diffonderanno, ma per adesso a quanto mi risulta non ci sono ancora.
E comunque dubito che la differenza sia poi così visibile, ma questo lo giudicheremo con le stampe alla mano appena possibile. smile.gif
Discorso diverso invece se il laboratorio stampa su inkjet (su richiesta, e a prezzi ben diversi).

Sono d'accordissimo invece che tutto il workflow andrebbe fatto su RAW, tiff a 16bit con spazio ampio (io uso ProPhoto) e solo in base alla destinazione finale trasformato in jpeg o Tiff.
A casa stampo direttamente dal tiff con spazio prophoto, ma se sbagli la gestione è facile fare casini.

Per questi motivi, ad un principiante come l'autore della discussione, consigliavo di usare sRGB e basta: proprio per evitare pasticci.
A cambiare (in meglio) c'è sempre tempo, ma intanto così è sicuro di non fare errori, e uniforma il workflow visto che una delle macchine che usa non consente altro che il jpeg srgb.


Alessandro Avenali
QUOTE(maxiclimb @ Dec 6 2009, 11:29 PM) *
Mi sa che NESSUNO oggi stampa a 16bit, su carta chimica. smile.gif

Mi riferivo all'inkjet! biggrin.gif
GIROMATT
Vi ringrazio per le numerose risposte, e mi scuso per non aver sfogliato il forum alla ricerca di questo argomento (che ovviamente supponevo già ampiamente trattato), ma sfortunatamente durante questo lungo ponte avrò a disposizione solamente una timidissima connessione via Nokia dal portatile, quindi essendo il browsing snervante in tali condizioni avevo pianificato di fare la ricerca tra qualche giorno!!!

Dalle vostre risposte mi viene da chiedermi: quale strumento acquistare per la calibrazione del monitor? hmmm.gif Uno che sia affidabile ma allo stesso tempo non estremamente costoso? Anche in questo caso dovrei sfogliare il forum, ma penso che in questo caso la domanda diretta a voi esperti sia più appropriata, poichè magari ci sono novità più recenti sul mercato!

Grazie ancora! messicano.gif
maxiclimb
Questo post l'ho scritto 15 giorni fa.
E' abbastanza aggiornato come suggerimento? rolleyes.gif

Buon ponte!
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