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Zebra3
Stavo osservando le foto delle vacanze estive scattate dai lettori del Corriere. Poi ho visto che sono selezionate da alcuni grandi fotografi. Poi, guardando ancora, ho visto che la sezione è aperta da un commento di Gianni Berengo Gardin. Le battute finali mi hanno molto colpito, anche perché sostengono una tesi con cui mi confronto spesso quando apro le mie foto col pc


«Fotografare è un diritto e in tempi di rivoluzione digitale sono sempre di più quelli che possono esercitarlo. E chissà che, tra tanti fotografi dilettanti (ma che non scordano l'impegno nel fare le cose) che si avvicinano in questo modo alla fotografia, a qualcuno non venga la curiosità di provare a scattare con la pellicola tradizionale, e magari si scopra un artista nascosto. Solo una cosa proibirei per legge: il fotoritocco con il computer. Perché violenta le fotografie, le snatura, le trasforma in «immagini». Ed è un pericolo anche per l'informazione, perchè non ci permette di sapere con certezza se quello che vediamo è vero o falso. Per questo negli Stati Uniti molti giornali oggi chiedono dichiarazioni di autenticità delle foto prima di pubblicarle e anche in Europa — in Francia — c'è chi propone di introdurre un bollino che certifichi la veridicità di uno scatto. Il falso, in fotografia, è sempre esistito: Stalin faceva eliminare gli avversari politici dalle foto ufficiali, ma se prima questo accadeva con una foto su un milione oggi il rapporto si è completamente ribaltato. Cercate la verità, quando fotografate.

E soprattutto guardate, riflettete. C’è uno slogan di una casa produttrice di apparecchi digitali che dice «Non pensare, scatta». Ai miei ragazzi dico: pensa, poi — casomai — scatta».

Qui il testo integrale

http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_...44f02aabc.shtml
Giorgio Baruffi
GBG è un bel pò che ha aperto una crociata contro la fotografia digitale, io, nel mio piccolo essere fotografo, non concordo per nulla con il suo modo di vedere...

che si informi, (ovviamente è retorico) su come venivano e vengono "ritoccate" anche le fotografie su pellicola, in fase di stampa (più sul b/n che su quelle a colori, ma il succo non cambia)...

quando, e questo è il mio pensiero personale, non vengono aggiunti dettagli, soggetti, particolari che non sono presenti nello scatto originale, beh, resta un fotografia, non un'immagine come dice lui.

se poi pensa che dopo che mi sono fatto il mazzo, alzandomi prima dell'alba, passando ore in mezzo alla fanghiglia, al freddo o al caldo torrido, cercando disperatamente i miei soggetti, non sono padrone di correggere le cromie con le curve, o dare maggior nitidezza con un pò di maschera di contrasto, o croppare leggermente per donare maggior peso alla composizione, beh, lui continui la sua strada ed io (noi) farò (faremo) altrettanto.

l'unica cosa sulla quale concordo è il suo pensiero sulla frase pubblicitaria, sono fermamente convinto si debba pensare, e per bene anche, prima di scattare...
Zebra3
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Aug 31 2009, 12:45 PM) *
GBG è un bel pò che ha aperto una crociata contro la fotografia digitale, io, nel mio piccolo essere fotografo, non concordo per nulla con il suo modo di vedere...

che si informi, (ovviamente è retorico) su come venivano e vengono "ritoccate" anche le fotografie su pellicola, in fase di stampa (più sul b/n che su quelle a colori, ma il succo non cambia)...

quando, e questo è il mio pensiero personale, non vengono aggiunti dettagli, soggetti, particolari che non sono presenti nello scatto originale, beh, resta un fotografia, non un'immagine come dice lui.

se poi pensa che dopo che mi sono fatto il mazzo, alzandomi prima dell'alba, passando ore in mezzo alla fanghiglia, al freddo o al caldo torrido, cercando disperatamente i miei soggetti, non sono padrone di correggere le cromie con le curve, o dare maggior nitidezza con un pò di maschera di contrasto, o croppare leggermente per donare maggior peso alla composizione, beh, lui continui la sua strada ed io (noi) farò (faremo) altrettanto.

l'unica cosa sulla quale concordo è il suo pensiero sulla frase pubblicitaria, sono fermamente convinto si debba pensare, e per bene anche, prima di scattare...



Effettivamente GBG ha detto una cosa estrema, che secondo me (ma lo dico tanto per discutere, senza avere alcuna pretesa) deve essere considerata sotto un aspetto più generale e non letterale.
Primo perché anche lui "fotoritocca": Ho il suo dvd della Contrasto e in una scena si vede lui che croppa un'immagine e chiede alla sua assistente se il lavoro può considerarsi concluso bene.
Secondo: il fotoritocco spesso è una necessità: io scatto molte volte in modalità Neutra per preservare alcune informazioni. E' ovvio che scattare in questa modalità spesso uccide molti colori che bisogna recuperare poi in Pp.

Condivido invece l'approccio alla fotografia: "Cercate la verità, quando fotografate". Voglio dire, se un'immagine mozza il fiato non perché ho saputo cogliere un aspetto della realtà, ma solo perché ho usato sapientemente il Pc, beh, io di quella immagine non so che farmene. Ma non perché si è usato un trucchetto (cosa, come dicevo prima, spesso lecita), ma perché si è tradita la realtà. Insomma, con quella immagine non si sta raccontando lo spirito del luogo, ma una balla. Fermo restando che ogni racconto è personale e che può mettere in evidenza, come è giusto che sia, aspetti diversi e soggettivi della realtà
bebbobestione
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Aug 31 2009, 12:45 PM) *
GBG è un bel pò che ha aperto una crociata contro la fotografia digitale, io, nel mio piccolo essere fotografo, non concordo per nulla con il suo modo di vedere...

che si informi, (ovviamente è retorico) su come venivano e vengono "ritoccate" anche le fotografie su pellicola, in fase di stampa (più sul b/n che su quelle a colori, ma il succo non cambia)...

quando, e questo è il mio pensiero personale, non vengono aggiunti dettagli, soggetti, particolari che non sono presenti nello scatto originale, beh, resta un fotografia, non un'immagine come dice lui.

se poi pensa che dopo che mi sono fatto il mazzo, alzandomi prima dell'alba, passando ore in mezzo alla fanghiglia, al freddo o al caldo torrido, cercando disperatamente i miei soggetti, non sono padrone di correggere le cromie con le curve, o dare maggior nitidezza con un pò di maschera di contrasto, o croppare leggermente per donare maggior peso alla composizione, beh, lui continui la sua strada ed io (noi) farò (faremo) altrettanto.

l'unica cosa sulla quale concordo è il suo pensiero sulla frase pubblicitaria, sono fermamente convinto si debba pensare, e per bene anche, prima di scattare...


Concordo pienamente con te Giorgio Pollice.gif
begnik
Sono anch'io dello stesso parere Pollice.gif
Moua
Il mio parere è che la fotografia non è riprendere la realtà, o almeno non lo è nella maggior parte dei casi.
La fotografia è qualcosa che fa vedere la realtà in maniera diversa, che racconta, che sottindende, non è una mera riproduzione su carta della realtà.
Il pensiero di Gardin è condivisibile sino ad un certo punto; non ritengo che si intenda per fotoritocco, l'agire sulle curve, o aumentare il contrasto e via dicendo, che altro non sono degli accorgimenti per migliorare uno scatto, un po come si è sempre fatto anche ai tempi della pellicola. Basti pensare al crossprocessing per dirne una.

Ritengo invece di concordare con il Gardin se per fotoritocco si intende la modifica pesante di quanto ripreso in fase di scatto. Penso per esempio al clonare, o ad aggiungere (togliere) , scambiare qualcosa nella foto originale. Penso a chi sostituisce un cielo grigio, o cambia i denti ad una modella (sebbene in una foto pubblicitaria accetto anche questo), o inserisce elementi che non ci sono per dare vita ad uno scatto banale. Be' in questo caso anche io ritengo che non si tratti più di fotografia ma di arte grafica che ha alla base una fotografia, ma che con la fotografia ha poco a che vedere. Penso che anche il "maestro" intendesse questo con la sua crociata, prova ne è che anche lui "croppa" laugh.gif
Tutto chiaramente secondo il mio modestissimo parere.

Saluti
Attilio

Zebra3
QUOTE(Moua @ Aug 31 2009, 10:37 PM) *
Il mio parere è che la fotografia non è riprendere la realtà, o almeno non lo è nella maggior parte dei casi.
La fotografia è qualcosa che fa vedere la realtà in maniera diversa, che racconta, che sottindende, non è una mera riproduzione su carta della realtà.
Il pensiero di Gardin è condivisibile sino ad un certo punto; non ritengo che si intenda per fotoritocco, l'agire sulle curve, o aumentare il contrasto e via dicendo, che altro non sono degli accorgimenti per migliorare uno scatto, un po come si è sempre fatto anche ai tempi della pellicola. Basti pensare al crossprocessing per dirne una.

Ritengo invece di concordare con il Gardin se per fotoritocco si intende la modifica pesante di quanto ripreso in fase di scatto. Penso per esempio al clonare, o ad aggiungere (togliere) , scambiare qualcosa nella foto originale. Penso a chi sostituisce un cielo grigio, o cambia i denti ad una modella (sebbene in una foto pubblicitaria accetto anche questo), o inserisce elementi che non ci sono per dare vita ad uno scatto banale. Be' in questo caso anche io ritengo che non si tratti più di fotografia ma di arte grafica che ha alla base una fotografia, ma che con la fotografia ha poco a che vedere. Penso che anche il "maestro" intendesse questo con la sua crociata, prova ne è che anche lui "croppa" laugh.gif
Tutto chiaramente secondo il mio modestissimo parere.

Saluti
Attilio



Attilio, credo che hai colto in pieno il senso delle parole di Gardin. Almeno io gli ho attribuito lo stesso senso che gli hai dato tu. E poi: criticare indirettamente questo grande fotografo, vuol dire essere un attimino presuntuosi. Ma non perché non la si pensa come lui, ma perché si "quota" senza conoscerlo. Infatti, Gianni Berengo Gardin non è un paesaggista, non è un fotografo di moda, non fa foto pubblicitarie ecc ecc ecc. Gardin è un narratore di storie, un fotogiornalista, uno che ha usato e usa la macchina fotografica per descrivere la realtà, i costumi, i cambiamenti culturali, le persone... Certo, è la sua realtà, quella con cui entra in rapporto e interpreta in base alla sua sensibilità e cultura. E' per questo che la sua fotografia si sforza di essere vera e la stessa cosa consiglia di fare agli altri. E' ovvio che lo stesso discorso non può valere per altri generi fotografici.
Cosimo Camarda
QUOTE(Zebra3 @ Aug 31 2009, 11:06 PM) *
Gardin è un narratore di storie, un fotogiornalista, uno che ha usato e usa la macchina fotografica per descrivere la realtà, i costumi, i cambiamenti culturali, le persone... Certo, è la sua realtà, quella con cui entra in rapporto e interpreta in base alla sua sensibilità e cultura. E' per questo che la sua fotografia si sforza di essere vera e la stessa cosa consiglia di fare agli altri.



Pollice.gif

guru.gif
SkZ
come si e' gia' detto, anche il WB e' un fotoritocco.
Ma non snatura l'immagine equello che vuole dire.

L'importante e' che non finisca come la benzina delle macchine di F1: costruita in laboratorio invece che nelle raffinerie.
Davide-S
Io, in linea di massima, cerco sempre di scattare pensando al minor lavoro possibile di PP, ovvero io penso la fotografia come se dovesse essere già pronta per la stampa senza modifiche alcune.

Come ha ben detto Zebra3 per chi scatta in Raw, la PP è necessaria, ma credo che questa la si può paragonare al classico sviluppo della pellicola.

Correggere una foto "storta" o aumentare un po' di contrasto o saturazione o sistemare il bilanciamento del bianco non ha mai "ucciso" nessuna foto e, comunque, non vanno a snaturre il significato ed il valore della foto e del fotografo.

Ma fare una foto con la consapevolezza di "rifarla" nuovamente al computer...
bèh... il risultato non lo so più intendere come fotografia e arte fotografica ma come immagine e computer-grafica.
Brunosereni
Argomento trattato e ritrattato, anzi direi trito e ritrito.
La posizione radicale del sempre grande Berengo è nota e, comunque, non perde occasione per ribadirla. Mi sembra però che piano piano rimanga l'ultimo dei moicani.
Parlando con un altro grande della fotografia italiana, Francesco Zizola (che ha abbracciato subito il digitale) sulla presunta taroccabilità dell'immagine digitale ha tratto la conclusione che, come prima e forse più di prima, tutto sta nella deontologia del fotografo. Quando non si aggiungono pixel all'immagine ma si modificano (nel contrasto, nella saturazione eccetera) solo quelli esistenti non c'è taroccamento. Ma questo è sempre esistito, cosa è più lecito: aggiustare lo scattato con il fotoritocco o portare i propri negativi ad uno stampatore di professione che, se volete, aggiunge valore all'immagine?
E' vero invece che le reflex digitali di ultima generazione fanno fare un salto di qualità enorme alla fotografia. Ormai il rullino perde su tutti i fronti.

Bruno
Giorgio Baruffi
premessa: comunque lo si veda, Gianni fa parte dei grandi fotografi, può piacere o meno, ma è un dato di fatto.

ciò che non amo particolarmente della sua campagna contro il digitale, è questo astio (magari motivato da alcuni fotografi davvero poco corretti eticamente e deontologicamente) che riversa generalizzando...

conosco il suo genere di fotografia, quindi capisco che il momento che coglie dovrebbe essere esattamente come è avvenuto (ricordiamoci che è sempre e comunque un riportare la realtà secondo il punto di vista del fotografo, la scelta anche solo del punto di ripresa rende lo scatto soggettivo, non più oggettivo), ma di esempi eclatanti di come si poteva (e veniva fatto) manipolare la "realtà" (ora sta bene fra virgolette) ve ne sono moltissimi, uno su tutti "Il Miliziano" di Capa se vi ricordate, polemica mai sopita....

ma forse sono prevenuto nei confronti della sua battaglia anciora da quando lessi che voleva apporre un timbro con scritto "fotografia vera" solo su quelle scattate con la pellicola... beh, a me girano un pò, e che cavolo, anche la mia, per quanto scarsa e di poco valore, lo è!
BlueMax
Secondo me esiste fotoritocco e fotoritocco.
Non penso che nessuno si lamenti se in una foto si correggono i colori o il contrasto, sono operazioni che si facevano anche con la pellicola.
Diverso se nella foto di un reportage si aggiunge o si toglie qualcosa che non c'era, ma anche questa e` una cosa che si faceva anche prima, magari meno spesso e con piu` difficolta`, ma l'intenzione "truffaldina" rimane, se di questo si tratta. Anche un'inquadratura in un certo modo puo` nascondere delle informazioni che possono cambiare il contesto di un'immagine.
questo non vale se per foto pubblicitarie si ritocca per renderla piu` accattivante, ma d'altronde e` quello lo scopo finale e nessuno si scandalizza.

Quindi io distinguerei il caso del fotoritocco migliorativo o "estetico" da quello che modifica il "messaggio" della foto. Ma il digitale non ha inventato nulla, lo ha solo reso piu` facile e immediato per tutti (anche se per fare un ritocca drastico di una foto bisogna comunque esserne capaci, il taglia-incolla sulle foto delle vacanze puo` essere simpatico, ma non inganna nessuno).

Non capisco questa crociata contro il "mezzo", sarebbe piu` indicata contro il "tentativo di falso" digitale o analogico che sia.

Non so se mi sono spiegato bene.... unsure.gif
andreabardi
...forse sono solo esternazioni dettate dal caldo: in effetti il digitale ha solamente reso accessibile alla massa ciò che prima era competenza esclusiva degli addetti ai lavori: d'altronde i fotomontaggi con maradona sono sempre esistiti, anche quando di digitale avevamo solamente le nostre impronte.

Forse il vero problema è che con il digitale, vuoi per una diminuzione del costo percepito della fotografia, vuoi per l'immediatezza della verifica del risultato o per la possibilità di correggere, rapidamente, e talvolta automaticamente, errori grossolani (orizzonti, inquadrature, occhi rossi) in fase di ripresa, moltissime persone hanno ri-preso a fotografare riducendo alcuni mercati...

Alla fine che differenza c'è tra digitale e pellicola? Sono strumenti diversi (come lo erano e lo sono pellicole, pola e lastre) utilizzabili per il medesimo scopo che permettono di ottenere risultati differenti proprio per la loro diversa essenza: entrambe hanno pro e contro, vantaggi e svantaggi, meriti e demeriti.

Il mondo va avanti, sta a noi scegliere quando fermarci, quanto fermarci e da dove ripartire.
daniele.arconti
QUOTE(Moua @ Aug 31 2009, 10:37 PM) *
Il mio parere è che la fotografia non è riprendere la realtà, o almeno non lo è nella maggior parte dei casi.
La fotografia è qualcosa che fa vedere la realtà in maniera diversa, che racconta, che sottindende, non è una mera riproduzione su carta della realtà.
Il pensiero di Gardin è condivisibile sino ad un certo punto; non ritengo che si intenda per fotoritocco, l'agire sulle curve, o aumentare il contrasto e via dicendo, che altro non sono degli accorgimenti per migliorare uno scatto, un po come si è sempre fatto anche ai tempi della pellicola. Basti pensare al crossprocessing per dirne una.

Ritengo invece di concordare con il Gardin se per fotoritocco si intende la modifica pesante di quanto ripreso in fase di scatto. Penso per esempio al clonare, o ad aggiungere (togliere) , scambiare qualcosa nella foto originale. Penso a chi sostituisce un cielo grigio, o cambia i denti ad una modella (sebbene in una foto pubblicitaria accetto anche questo), o inserisce elementi che non ci sono per dare vita ad uno scatto banale. Be' in questo caso anche io ritengo che non si tratti più di fotografia ma di arte grafica che ha alla base una fotografia, ma che con la fotografia ha poco a che vedere. Penso che anche il "maestro" intendesse questo con la sua crociata, prova ne è che anche lui "croppa" laugh.gif
Tutto chiaramente secondo il mio modestissimo parere.

Saluti
Attilio


PIU CHE CONCORDE!
Come in ogni settore della vita, IL TROPPO STROPPIA!
"Il maestro" credo che è stato indotto a fare un ragionamento del genere perché in certi generi fotografici si sta andando veramente oltre.
Tante volte per far capire qualcosa a qualcuno (soprattutto da noi in Italia) bisogna ingrandire ed esagerare la cosa, altrimenti si rischia di non ricevere la benché minima attenzione.
Distinguere PP dalle classiche correzioni in fase di correzione però è quantomeno obbligatorio, perché la fotocamera quasi mai restituisce ciò che l'occhio ha visto in quel momento, essendo la fotocamera INFINITAMENTE meno performante del nostro occhio, che Dio ha creato in maniera splendida.
Per cercare di avvicinare la resa della fotocamera a quella dell'occhio, sia in termini di colori che di contrasto, bisogna ricorrere alla PP, ma questa non la considero assolutamente una fregatura

CarloNadalin
Premetto che conosco il modo di fotografare dell'autore citato, che rispetto le sue foto, il suo stile ma che non concordo con le sue idee.

Secondo me è questione di "approccio" verso la fotografia in quanto quando parlo con fotografi professionisti che sono passati al digitale ma che sono nati con la pellicola non mi capita mai di sentirmi dire "la tua foto è finta perchè è ritoccata"...al contrario invece è molto più facile sentirselo dire da fotografi amatoriali che sono nati con la pellicola e che ancora non sono entrati nell'ottica delle nuove tecnologie.

Questo perchè molte volte (ma non sempre) il fotografo amatoriale che scattava in analogico comprava il rullino, scattava con tutte le accortezze del caso ma poi portava le foto a far sviluppare e lasciava tutto il compito di sviluppo al centro stampa...quindi non curava dall'inizio alla fine tutto il flusso di lavoro delle sue immagini ma bensì solo una parte. Lo stesso capita con i fotografi amatoriali di oggi che non hanno abbandonato questo concetto ovvero scattano in digitale ma poi portano le schede di memoria nel centro stampa e ritirano le foto cartacee senza mettere mano allo sviluppo dei propri file.
Ecco, da queste persone è molto più facile sentirsi dire...le tue foto sono migliori perchè ritoccate.

Ora quando mi sento dire frasi simili io pongo sempre le seguenti domande:
- Perchè se con l'analogico sceglievo una pellicola piuttosto che un altra per ottenere cromie più sature o più soft era tutto normale e se oggi io uso i comandi per correggere le tonalità sono un falsario?

- Quando scattavo in bianco e nero ero io che decidevo il tipo di carta per avere più o meno contrasto...perchè se oggi io tocco le curve o i livelli per contrastare sono un falsario?

- Con l'analogico ero io che decidevo il tempo di esposizione dell'ingranditore per schiarire/scurire la foto...perchè se oggi io tocco la barra dell'esposizione sono un falsario?

- Con l'analogico usavo delle maschere per schermare/bruciare determinate zone della foto...perchè se oggi io uso i corrispettivi strumenti di Photoshop sono un falsario?

...potrei andare avanti ma alla fine domando loro: " sono io che sono un falsario o sei tu che non eri al corrente di ciò che si faceva con la pellicola?"

Ovvio che questo è riferito allo sviluppo delle proprie foto e non al fotoritocco creativo anche se già con la pellicola si potevano fare multiesposizioni sullo stesso fotogramma per ottenere "fotomontaggi" . Secondo me è cambiato il tempo necessario per arrivare alla fine di un progetto, i costi ma non lo spirito di come farlo.

...almeno questa è la mia esperienza.

Ciauz
Carlo

andreabardi
Bisognerebbe domandarsi se quei generi fotografici appartengano ancora alla fotografia oppure permeino la sfera della computergrafica diventando opere in altra arte.

bird74
senza stare a sindacare troppo le esternazioni di GBG, senza il fotoritocco estremo come farebbero i tanti magazine italiane a pubblicare dei reportage che poi non avrebbero i "colori alla moda"???
i vari photoeditor sarebbero tutti spiazzati... smile.gif smile.gif
andreabardi
e soprattutto dalle pizzerie scomparirebbero i fotomontaggi con Maradona!
photoflavio
QUOTE(Carlo Nadalin @ Sep 2 2009, 10:12 AM) *
[...] Ora quando mi sento dire frasi simili io pongo sempre le seguenti domande:
- Perchè [...]

Trovo assolutamente condivisibili le osservazioni di Carlo, le faccio mie e mi permetto di aggiungere una condiderazione generica:

spesso le persone che si scagliano a priori contro qualcosa sono spinte dalla impossibilità di raggiungere quel qualcosa stesso, di metterlo in atto con gli stessi risultati di altre persone. Spesso si tratta di una forma di autodifesa, un modo per nascondere la propria inadeguatezza verso i tempi che cambiano... Un po' come i piloti di un tempo che piangono "ma ai miei tempi si era piloti davvero, senza l'elettronica" con la pretesa che si continuino a fare le gare di F1 su macchine del'anteguerra.

Con tutto il rispetto che GBG merita per quanto è stato (e per quanto la sua opera continuerà ad essere), il mondo va avanti e le tecnologie cambiano, Lui dovrà farsene una ragione, altrettanto le persone inclini a questo genere di penosa demagogia.

Buone foto, ritoccate e non wink.gif




_Led_
QUOTE(Zebra3 @ Aug 31 2009, 12:34 PM) *
...Solo una cosa proibirei per legge: il fotoritocco con il computer. Perché violenta le fotografie, le snatura, le trasforma in «immagini».


E' fuori come un balcone.

QUOTE(Zebra3 @ Aug 31 2009, 12:34 PM) *
Ed è un pericolo anche per l'informazione, perchè non ci permette di sapere con certezza se quello che vediamo è vero o falso.


Cioé il pericolo per l'informazione è l'immagine "falsa"...ma dico vive ancora in Italia?

QUOTE(Zebra3 @ Aug 31 2009, 12:34 PM) *
Cercate la verità, quando fotografate.



OK ora capisco!!!

GBG ancora crede all'esistenza della "verità"!!!

Lo ammiro molto.

primoran
QUOTE(Carlo Nadalin @ Sep 2 2009, 10:12 AM) *
Premetto che conosco il modo di fotografare dell'autore citato, che rispetto le sue foto, il suo stile ma che non concordo con le sue idee.

Ora quando mi sento dire frasi simili io pongo sempre le seguenti domande:
- Perchè se con l'analogico sceglievo una pellicola piuttosto che un altra per ottenere cromie più sature o più soft era tutto normale e se oggi io uso i comandi per correggere le tonalità sono un falsario?

- Quando scattavo in bianco e nero ero io che decidevo il tipo di carta per avere più o meno contrasto...perchè se oggi io tocco le curve o i livelli per contrastare sono un falsario?

- Con l'analogico ero io che decidevo il tempo di esposizione dell'ingranditore per schiarire/scurire la foto...perchè se oggi io tocco la barra dell'esposizione sono un falsario?

- Con l'analogico usavo delle maschere per schermare/bruciare determinate zone della foto...perchè se oggi io uso i corrispettivi strumenti di Photoshop sono un falsario?

...potrei andare avanti ma alla fine domando loro: " sono io che sono un falsario o sei tu che non eri al corrente di ciò che si faceva con la pellicola?"

Ovvio che questo è riferito allo sviluppo delle proprie foto e non al fotoritocco creativo anche se già con la pellicola si potevano fare multiesposizioni sullo stesso fotogramma per ottenere "fotomontaggi" . Secondo me è cambiato il tempo necessario per arrivare alla fine di un progetto, i costi ma non lo spirito di come farlo.

...almeno questa è la mia esperienza.

Ciauz
Carlo


Oltre a tutto quello che hai così bene descritto, io che in casa mi sviluppavo e stampavo il B/N già nel 1970, cominciavo già dal negativo:
- Scelta ponderata della pellicola (da 25 a 1600 ASA);
- Scelta ponderata dello sviluppo, dei tempi di sviluppo ed anche della sua temperatura.
Allora tutto questo era normale perchè si provava, si sperimentava, ci si scambiava tecniche personali, ecc.
Oggi che scatto in Nef, apro con Capture per sistemare il bilanciamento del bianco che tengo in AUTO, qualche piccolissimo aggiustamento della luminosità e del contrasto sarei un falsario?? Sinceramente non credo sia questo il pensiero di GBG e mi riprometto, se potrò, si chiederglielo domani sera quando sarà qui a Udine per una sua mostra in B/N ed incontrerà i visitatori. Saluti.
Primo.
primoran
QUOTE(Carlo Nadalin @ Sep 2 2009, 10:12 AM) *
Premetto che conosco il modo di fotografare dell'autore citato, che rispetto le sue foto, il suo stile ma che non concordo con le sue idee.

Ora quando mi sento dire frasi simili io pongo sempre le seguenti domande:
- Perchè se con l'analogico sceglievo una pellicola piuttosto che un altra per ottenere cromie più sature o più soft era tutto normale e se oggi io uso i comandi per correggere le tonalità sono un falsario?

- Quando scattavo in bianco e nero ero io che decidevo il tipo di carta per avere più o meno contrasto...perchè se oggi io tocco le curve o i livelli per contrastare sono un falsario?

- Con l'analogico ero io che decidevo il tempo di esposizione dell'ingranditore per schiarire/scurire la foto...perchè se oggi io tocco la barra dell'esposizione sono un falsario?

- Con l'analogico usavo delle maschere per schermare/bruciare determinate zone della foto...perchè se oggi io uso i corrispettivi strumenti di Photoshop sono un falsario?

...potrei andare avanti ma alla fine domando loro: " sono io che sono un falsario o sei tu che non eri al corrente di ciò che si faceva con la pellicola?"

Ovvio che questo è riferito allo sviluppo delle proprie foto e non al fotoritocco creativo anche se già con la pellicola si potevano fare multiesposizioni sullo stesso fotogramma per ottenere "fotomontaggi" . Secondo me è cambiato il tempo necessario per arrivare alla fine di un progetto, i costi ma non lo spirito di come farlo.

...almeno questa è la mia esperienza.

Ciauz
Carlo


Oltre a tutto quello che hai così bene descritto, io che in casa mi sviluppavo e stampavo il B/N già nel 1970, cominciavo già dal negativo:
- Scelta ponderata della pellicola (da 25 a 1600 ASA);
- Scelta ponderata dello sviluppo, dei tempi di sviluppo ed anche della sua temperatura.
Allora tutto questo era normale perchè si provava, si sperimentava, ci si scambiava tecniche personali, ecc.
Oggi che scatto in Nef, apro con Capture per sistemare il bilanciamento del bianco che tengo in AUTO, qualche pic colissimo aggiustamento della luminosità e del contrasto sarei un falsario?? Sinceramente non credo sia questo il pensiero di GBG e mi riprometto, se potrò, si chiederglielo domani sera quando sarà qui a Udine per una sua mostra in B/N. Saluti.
Primo.(Chiedo scusa, ho cliccato due volte su "inserisci risposta",
è la vecchiaia o sono i PC?
Zebra3
QUOTE(Carlo Nadalin @ Sep 2 2009, 10:12 AM) *
Premetto che conosco il modo di fotografare dell'autore citato, che rispetto le sue foto, il suo stile ma che non concordo con le sue idee.

Secondo me è questione di "approccio" verso la fotografia in quanto quando parlo con fotografi professionisti che sono passati al digitale ma che sono nati con la pellicola non mi capita mai di sentirmi dire "la tua foto è finta perchè è ritoccata"...al contrario invece è molto più facile sentirselo dire da fotografi amatoriali che sono nati con la pellicola e che ancora non sono entrati nell'ottica delle nuove tecnologie.

Questo perchè molte volte (ma non sempre) il fotografo amatoriale che scattava in analogico comprava il rullino, scattava con tutte le accortezze del caso ma poi portava le foto a far sviluppare e lasciava tutto il compito di sviluppo al centro stampa...quindi non curava dall'inizio alla fine tutto il flusso di lavoro delle sue immagini ma bensì solo una parte. Lo stesso capita con i fotografi amatoriali di oggi che non hanno abbandonato questo concetto ovvero scattano in digitale ma poi portano le schede di memoria nel centro stampa e ritirano le foto cartacee senza mettere mano allo sviluppo dei propri file.
Ecco, da queste persone è molto più facile sentirsi dire...le tue foto sono migliori perchè ritoccate.

Ora quando mi sento dire frasi simili io pongo sempre le seguenti domande:
- Perchè se con l'analogico sceglievo una pellicola piuttosto che un altra per ottenere cromie più sature o più soft era tutto normale e se oggi io uso i comandi per correggere le tonalità sono un falsario?

- Quando scattavo in bianco e nero ero io che decidevo il tipo di carta per avere più o meno contrasto...perchè se oggi io tocco le curve o i livelli per contrastare sono un falsario?

- Con l'analogico ero io che decidevo il tempo di esposizione dell'ingranditore per schiarire/scurire la foto...perchè se oggi io tocco la barra dell'esposizione sono un falsario?

- Con l'analogico usavo delle maschere per schermare/bruciare determinate zone della foto...perchè se oggi io uso i corrispettivi strumenti di Photoshop sono un falsario?

...potrei andare avanti ma alla fine domando loro: " sono io che sono un falsario o sei tu che non eri al corrente di ciò che si faceva con la pellicola?"

Ovvio che questo è riferito allo sviluppo delle proprie foto e non al fotoritocco creativo anche se già con la pellicola si potevano fare multiesposizioni sullo stesso fotogramma per ottenere "fotomontaggi" . Secondo me è cambiato il tempo necessario per arrivare alla fine di un progetto, i costi ma non lo spirito di come farlo.

...almeno questa è la mia esperienza.

Ciauz
Carlo



A questo punto penso che in questo post ci siano due "fazioni": chi ritiene che per Gardin il fotoritocco ordinario sia consentito e chi ritiene, invece, che per Gardin non è consentito lavorare nemmeno su contrasto, colori ecc ecc. Chi ha interpretato correttamente le sue parole?
Cosimo Camarda
QUOTE(Zebra3 @ Sep 3 2009, 09:32 AM) *
A questo punto penso che in questo post ci siano due "fazioni": chi ritiene che per Gardin il fotoritocco ordinario sia consentito e chi ritiene, invece, che per Gardin non è consentito lavorare nemmeno su contrasto, colori ecc ecc. Chi ha interpretato correttamente le sue parole?



diccelo tu!!! rolleyes.gif
Giorgio Baruffi
concordando in tutto ciò che scrive Carlo, cerco di rispondere alla tua ultima domanda: è una polemica che il buon Gianni ha iniziato molto, molto tempo fa, per lui nemmeno il fotoritocco ordinario è accettabile, quella che riporto è una frase estrapolata da un intervista fatta a GBG nel 2001:

L’associazione dei fotografi, cui appartengo, da anni tenta di avere una legge che obblighi chi lavora in digitale, trasformando le fotografie, a mettere un simbolo, una frase con cui dichiari che si tratta di un’immagine costruita. Fino a pochi anni fa io mettevo sempre all’inizio dei miei libri: nessuna di queste fotografie è stata ritoccata o trasformata al computer, proprio perché si sapesse che quello che avevo fotografato era quello che io vedevo.

a parte che all'inizio di questo periodo del suo discorso dice anche:

La fotografia non è quasi mai realtà, cioè lo è in gran parte, ma non totalmente. Pensa alla foto del poliziotto durante la contestazione della Biennale: quel poliziotto lì, può essere mille cose; può darsi che m’insegua per bastonarmi, ma può essere anche che corra per conto suo. Non credo a quelli che dicono che una fotografia vale mille parole. Una fotografia vale molte parole, però dovrebbe essere sempre accompagnata da parole, cioè da una didascalia che puntualizzi la situazione. Per quanto mi riguarda, io tendo sempre ad essere il più obiettivo possibile, però “cerco” di esserlo; non è detto che lo sia.. magari il mio inconscio nasconde qualcosa anche a me stesso, e quindi non sappiamo come va a finire… Il dramma è che oggi, col digitale, c’è una possibilità di falsificazione che è terribile; non sai più se quello che vedi non sia stato completamente costruito a tavolino in una stanza. Certo esisteva già una possibilità di falsificazione col fotomontaggio, ma era facile accorgersene.


io non trovo moltissima coerenza in quanto leggo, dice chiaramente che la fotografia non è quasi mai corrispondente alla realtà, nemmeno la sua poichè aggiunge che gli piacerebbe spiegarle tutte con del testo scritto...

insomma, non mi convince proprio...
FZFZ
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Sep 3 2009, 09:53 AM) *
concordando in tutto ciò che scrive Carlo, cerco di rispondere alla tua ultima domanda: è una polemica che il buon Gianni ha iniziato molto, molto tempo fa, per lui nemmeno il fotoritocco ordinario è accettabile, quella che riporto è una frase estrapolata da un intervista fatta a GBG nel 2001:

L’associazione dei fotografi, cui appartengo, da anni tenta di avere una legge che obblighi chi lavora in digitale, trasformando le fotografie, a mettere un simbolo, una frase con cui dichiari che si tratta di un’immagine costruita. Fino a pochi anni fa io mettevo sempre all’inizio dei miei libri: nessuna di queste fotografie è stata ritoccata o trasformata al computer, proprio perché si sapesse che quello che avevo fotografato era quello che io vedevo.

a parte che all'inizio di questo periodo del suo discorso dice anche:

La fotografia non è quasi mai realtà, cioè lo è in gran parte, ma non totalmente. Pensa alla foto del poliziotto durante la contestazione della Biennale: quel poliziotto lì, può essere mille cose; può darsi che m’insegua per bastonarmi, ma può essere anche che corra per conto suo. Non credo a quelli che dicono che una fotografia vale mille parole. Una fotografia vale molte parole, però dovrebbe essere sempre accompagnata da parole, cioè da una didascalia che puntualizzi la situazione. Per quanto mi riguarda, io tendo sempre ad essere il più obiettivo possibile, però “cerco” di esserlo; non è detto che lo sia.. magari il mio inconscio nasconde qualcosa anche a me stesso, e quindi non sappiamo come va a finire… Il dramma è che oggi, col digitale, c’è una possibilità di falsificazione che è terribile; non sai più se quello che vedi non sia stato completamente costruito a tavolino in una stanza. Certo esisteva già una possibilità di falsificazione col fotomontaggio, ma era facile accorgersene.
io non trovo moltissima coerenza in quanto leggo, dice chiaramente che la fotografia non è quasi mai corrispondente alla realtà, nemmeno la sua poichè aggiunge che gli piacerebbe spiegarle tutte con del testo scritto...

insomma, non mi convince proprio...




Esatto

Mi pare che il buon GBG abbia fatto il suo tempo
Semplicemente non capisce e non accetta il digitale.

Mi pare un suo limite.
Un suo grosso limite...ma del resto per chi ha fotografato per una vita in un certo modo è anche comprensibile che possa essersi fossilizzato su posizioni così "preistoriche"

Buone foto!

Federico.
photogb
"Ci sono emozioni che non si possono costruire al pc. Per tutto il resto c'è il fotoritocco."

Questo è quello che penso, "ritoccando" una frase di una celebre pubblicità.

Ben venga il fotoritocco, ma con buon gusto: una foto può nascere carica di emozioni, o può non dire niente fino a quando non viene ritoccata in digitale e resa ricca di emozioni.

Ma tanto un occhio attento si accorgerà se quelle emozioni sono frutto dello scatto o del fotoritocco, e allora dov'è il problema? Nel primo caso dirò "che scatto!", nel secondo "che postproduzione!" ma in entrambi i casi potrei emozionarmi allo stesso modo.

L'importante è il risultato finale, il piacere del fotografo o del cliente che ha commissionato il lavoro.

Paura di non vedere rappresentata la realtà nel giornalismo? Ma perchè articoli, gironali, telegiornali non sono manipolati per farci sapere e credere quello che vogliono? L'ultimo problema nella distorsione della realtà credo sia la fotografia.

E poi, come già detto da altri, mi sembra che tutte le tecniche digitali di fotoritocco derivano dalle tecniche a pellicola, per chi non lo sappia, si prenda un libro di ritocchi a pellicola e vedrà che le modifiche di Ps e LR per esempio, sono le stesse che facevano a pellicola.

Per cui niente di nuovo, la crociata non ha senso.
Cosimo Camarda
QUOTE(photogb @ Sep 3 2009, 10:34 AM) *
"Ci sono emozioni che non si possono costruire al pc. Per tutto il resto c'è il fotoritocco."




...o master card??? messicano.gif
mrcrowley
QUOTE(Zebra3 @ Aug 31 2009, 12:34 PM) *
Stavo osservando le foto delle vacanze estive scattate dai lettori del Corriere. Poi ho visto che sono selezionate da alcuni grandi fotografi. Poi, guardando ancora, ho visto che la sezione è aperta da un commento di Gianni Berengo Gardin.



Personalmente Gardin non mi è mai stato troppo simpatico, sopratutto non lo ritengo a livello di Scianna e di Giacomelli, trovo che questa frase rispecchi una sua "arroganza" e, sia una frase ad effetto, che non tenga conto della non oggettività intrinseca della fotografia e di qualsiasi tipo di ritocco che senz'alltro anche lui ha fatto in camera oscura.

eao.aie
QUOTE(Zebra3 @ Aug 31 2009, 12:34 PM) *
Stavo osservando le foto delle vacanze estive scattate dai lettori del Corriere. Poi ho visto che sono selezionate da alcuni grandi fotografi. Poi, guardando ancora, ho visto che la sezione è aperta da un commento di Gianni Berengo Gardin. Le battute finali mi hanno molto colpito, anche perché sostengono una tesi con cui mi confronto spesso quando apro le mie foto col pc
«Fotografare è un diritto e in tempi di rivoluzione digitale sono sempre di più quelli che possono esercitarlo. E chissà che, tra tanti fotografi dilettanti (ma che non scordano l'impegno nel fare le cose) che si avvicinano in questo modo alla fotografia, a qualcuno non venga la curiosità di provare a scattare con la pellicola tradizionale, e magari si scopra un artista nascosto. Solo una cosa proibirei per legge: il fotoritocco con il computer. Perché violenta le fotografie, le snatura, le trasforma in «immagini». Ed è un pericolo anche per l'informazione, perchè non ci permette di sapere con certezza se quello che vediamo è vero o falso. Per questo negli Stati Uniti molti giornali oggi chiedono dichiarazioni di autenticità delle foto prima di pubblicarle e anche in Europa — in Francia — c'è chi propone di introdurre un bollino che certifichi la veridicità di uno scatto. Il falso, in fotografia, è sempre esistito: Stalin faceva eliminare gli avversari politici dalle foto ufficiali, ma se prima questo accadeva con una foto su un milione oggi il rapporto si è completamente ribaltato. Cercate la verità, quando fotografate.

E soprattutto guardate, riflettete. C’è uno slogan di una casa produttrice di apparecchi digitali che dice «Non pensare, scatta». Ai miei ragazzi dico: pensa, poi — casomai — scatta».

Qui il testo integrale

http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_...44f02aabc.shtml


Ciao a tutti... Io penso che le parole di questo articolo siano state mal interpretate. Credo che si riferisse alla Post-Produzione invasiva. Aggiungere o rimuovere persone, sistemare pance cadenti...In quel caso è normale che si passa da fotografia ad immagine... se si scatta in 10 min e poi si cambiano i lineamenti del viso allora la fotografia non ha più senso. Si potrebbe tranquillamente fare a meno dello scatto e creare il viso con una animazione digitale.
Sistemare Ombre, toni o esposizioni è la cosa più normale del mondo... il saperlo fare al meglio mette in evidenza la conoscenza delle basi fotografiche di chi lo fa. Perchè diciamocelo chiaro...se uno non ha idea delle basi di fotografia è meglio che la PP la lascia stare, le macchine di oggi in AUTO aiutano a fare qualunque cosa, riuscendo a mettere una pezza anche gli errori che stanno alla base di uno scatto...rendendo tutti fotografi! Ma provate a far sistemare un NEF a chi non ha basi solide... si vedrebbe lontano 1 Km il pessimo risultato!!!!


photogb
QUOTE(Cosimo Camarda @ Sep 3 2009, 10:40 AM) *
...o master card??? messicano.gif



esatto...frase "ritoccata" laugh.gif
photogb
QUOTE(eao.aie @ Sep 3 2009, 02:01 PM) *
Ciao a tutti... Io penso che le parole di questo articolo siano state mal interpretate. Credo che si riferisse alla Post-Produzione invasiva. Aggiungere o rimuovere persone, sistemare pance cadenti...In quel caso è normale che si passa da fotografia ad immagine... se si scatta in 10 min e poi si cambiano i lineamenti del viso allora la fotografia non ha più senso. Si potrebbe tranquillamente fare a meno dello scatto e creare il viso con una animazione digitale.
Sistemare Ombre, toni o esposizioni è la cosa più normale del mondo... il saperlo fare al meglio mette in evidenza la conoscenza delle basi fotografiche di chi lo fa. Perchè diciamocelo chiaro...se uno non ha idea delle basi di fotografia è meglio che la PP la lascia stare, le macchine di oggi in AUTO aiutano a fare qualunque cosa, riuscendo a mettere una pezza anche gli errori che stanno alla base di uno scatto...rendendo tutti fotografi! Ma provate a far sistemare un NEF a chi non ha basi solide... si vedrebbe lontano 1 Km il pessimo risultato!!!!


ma scusa...in fotografia professionale, in televisione, prima dell'avvento del digitale, non si truccavano le modelle per eliminare imperfezioni? Non si usavano (anche in televisione) lenti speciali per "snellire" le persone? Mai visto immagini mozzafiato di persone famose e poi immagini "al naturale" delle stesse che le facevano sembrare persone comuni?
Tutto questo anche prima del digitale...il truccare, pettinare e vestire una modella non è una "pre-produzione" invasiva? e se lo faccio in post produzione, dov'è la differenza?

Anche interpretando l'articolo dal punto di vista invasivo, penso che sia sempre stato invasivo in certi casi, quando ai tempi della pellicola c'erano foto di pubblicità sui giornali di moda con donne che nella realtà non si sarebbero mai viste...perchè non esistevano, ma erano frutto della bravura della produzione.
Zebra3
QUOTE(Giorgio Baruffi @ Sep 3 2009, 09:53 AM) *
concordando in tutto ciò che scrive Carlo, cerco di rispondere alla tua ultima domanda: è una polemica che il buon Gianni ha iniziato molto, molto tempo fa, per lui nemmeno il fotoritocco ordinario è accettabile, quella che riporto è una frase estrapolata da un intervista fatta a GBG nel 2001:

L’associazione dei fotografi, cui appartengo, da anni tenta di avere una legge che obblighi chi lavora in digitale, trasformando le fotografie, a mettere un simbolo, una frase con cui dichiari che si tratta di un’immagine costruita. Fino a pochi anni fa io mettevo sempre all’inizio dei miei libri: nessuna di queste fotografie è stata ritoccata o trasformata al computer, proprio perché si sapesse che quello che avevo fotografato era quello che io vedevo.

a parte che all'inizio di questo periodo del suo discorso dice anche:

La fotografia non è quasi mai realtà, cioè lo è in gran parte, ma non totalmente. Pensa alla foto del poliziotto durante la contestazione della Biennale: quel poliziotto lì, può essere mille cose; può darsi che m’insegua per bastonarmi, ma può essere anche che corra per conto suo. Non credo a quelli che dicono che una fotografia vale mille parole. Una fotografia vale molte parole, però dovrebbe essere sempre accompagnata da parole, cioè da una didascalia che puntualizzi la situazione. Per quanto mi riguarda, io tendo sempre ad essere il più obiettivo possibile, però “cerco” di esserlo; non è detto che lo sia.. magari il mio inconscio nasconde qualcosa anche a me stesso, e quindi non sappiamo come va a finire… Il dramma è che oggi, col digitale, c’è una possibilità di falsificazione che è terribile; non sai più se quello che vedi non sia stato completamente costruito a tavolino in una stanza. Certo esisteva già una possibilità di falsificazione col fotomontaggio, ma era facile accorgersene.
io non trovo moltissima coerenza in quanto leggo, dice chiaramente che la fotografia non è quasi mai corrispondente alla realtà, nemmeno la sua poichè aggiunge che gli piacerebbe spiegarle tutte con del testo scritto...

insomma, non mi convince proprio...


Secondo me non c'è nulla di contraddittorio, dice solo le cose come stanno. Una fotografia non potrà mai essere realtà, semplicemente perché la realtà è ben più superiore a ciò che vediamo. Basta usare solo lo sguardo per capirlo. Durante una passeggiata osserviamo la scena nel complesso e poi selezioniamo ciò che ci interessa. E addirittura da questa prima scrematura ne facciamo un'altra, perché non tutto ciò che ci ha interessato resta poi come ricordo. Ma non per questo uno non si sforza di interpretare la realtà per quello che è. Insomma, uno fa esperienza e l'esperienza è concreta, reale. Salvo strane elucubrazioni mentali. E' ovvio che si tratta di uno sforzo continuo. Altrimenti se potessimo fissare la realtà così come è al primo sguardo, non saremmo solo dei fotografi, ma Dio in persona.

QUOTE(photogb @ Sep 3 2009, 02:13 PM) *
ma scusa...in fotografia professionale, in televisione, prima dell'avvento del digitale, non si truccavano le modelle per eliminare imperfezioni? Non si usavano (anche in televisione) lenti speciali per "snellire" le persone? Mai visto immagini mozzafiato di persone famose e poi immagini "al naturale" delle stesse che le facevano sembrare persone comuni?
Tutto questo anche prima del digitale...il truccare, pettinare e vestire una modella non è una "pre-produzione" invasiva? e se lo faccio in post produzione, dov'è la differenza?

Anche interpretando l'articolo dal punto di vista invasivo, penso che sia sempre stato invasivo in certi casi, quando ai tempi della pellicola c'erano foto di pubblicità sui giornali di moda con donne che nella realtà non si sarebbero mai viste...perchè non esistevano, ma erano frutto della bravura della produzione.



Sì, ma il problema è che la fotografi di GBG, come già detto, non è quella che dici tu: non è pubblicità, non è moda, non è still life. Il discorso di Gardin si riferisce ad un certo modo di fotografare, che non è il solo...
Mario P.
Vieterei il cambio di ottica, usare il VR, i nanocristalli, creerei un lab. universale unico per la stampa, un produttore unico per le macchine fotografiche e con un unico modello ecc.ecc. che bello, che bello, che bello.
photogb
QUOTE(Zebra3 @ Sep 3 2009, 02:25 PM) *
Sì, ma il problema è che la fotografi di GBG, come già detto, non è quella che dici tu: non è pubblicità, non è moda, non è still life. Il discorso di Gardin si riferisce ad un certo modo di fotografare, che non è il solo...


A che modo particolare di fotografare si riferisce? Qualsiasi modo sia, sono convinto che subiva interventi in postproduzione anche ai tempi della pellicola, magari non le sue foto ma quelle dei suoi colleghi sullo stesso genere.
Zebra3
QUOTE(photogb @ Sep 3 2009, 02:50 PM) *
A che modo particolare di fotografare si riferisce? Qualsiasi modo sia, sono convinto che subiva interventi in postproduzione anche ai tempi della pellicola, magari non le sue foto ma quelle dei suoi colleghi sullo stesso genere.



Se GBG non ha mai lavorato su contrasto o interventi, chiamiamoli così, ordinari, allora è stato al confine tra grandezza e follia. Grandezza perché le sue foto sono spettacolari e hanno fatto la storia senza essere ritoccate nemmeno un po'. Follia perché per seguire questa filosofia bisogna essere "folli". Però, a meno che il fotografo in questione non venga a dirmi "le mie foto non hanno mai subito il minimo intervento", io penso che i ritocchi ordinari li ha fatti anche lui e quando parla di "vietare il fotoritocco" si riferisce ad interventi invasivi.

Ripeto: sul suo DVD si vede chiaramente che croppa una foto e poi chiede alla sua assistente: "Penso vada bene così".
photogb
QUOTE(Zebra3 @ Sep 3 2009, 02:59 PM) *
Se GBG non ha mai lavorato su contrasto o interventi, chiamiamoli così, ordinari, allora è stato al confine tra grandezza e follia. Grandezza perché le sue foto sono spettacolari e hanno fatto la storia senza essere ritoccate nemmeno un po'. Follia perché per seguire questa filosofia bisogna essere "folli". Però, a meno che il fotografo in questione non venga a dirmi "le mie foto non hanno mai subito il minimo intervento", io penso che i ritocchi ordinari li ha fatti anche lui e quando parla di "vietare il fotoritocco" si riferisce ad interventi invasivi.

Ripeto: sul suo DVD si vede chiaramente che croppa una foto e poi chiede alla sua assistente: "Penso vada bene così".


Si appunto allora a maggior ragione che senso ha prendersela col fotoritocco invasivo? Che fastidio dà? E poi il discorso "si lo faccio anche io ma non così pesantemente, allora per me va bene ma condanno te che vai oltre" mi fa un pò strano, lo vedo come un limite mentale.
Zebra3
QUOTE(Zebra3 @ Aug 31 2009, 12:34 PM) *
(...) Ed è un pericolo anche per l'informazione, perchè non ci permette di sapere con certezza se quello che vediamo è vero o falso. Per questo negli Stati Uniti molti giornali oggi chiedono dichiarazioni di autenticità delle foto prima di pubblicarle e anche in Europa — in Francia — c'è chi propone di introdurre un bollino che certifichi la veridicità di uno scatto. Il falso, in fotografia, è sempre esistito: Stalin faceva eliminare gli avversari politici dalle foto ufficiali, ma se prima questo accadeva con una foto su un milione oggi il rapporto si è completamente ribaltato. Cercate la verità, quando fotografate.

E soprattutto guardate, riflettete. C’è uno slogan di una casa produttrice di apparecchi digitali che dice «Non pensare, scatta». Ai miei ragazzi dico: pensa, poi — casomai — scatta».
[/i]
Qui il testo integrale

http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_...44f02aabc.shtml



Quindi secondo voi quando Gardin fa l'esempio dei giornali che chiedono il certificato di veridicità si riferisce al livello di contrasto on-camera e poi eventualmente "ritoccato" o alla veridicità della foto nel suo complesso? Secondo me si riferisce al secondo caso.... Figuriamoci se al New York times può interessare se il contrasto era a +9 o la saturazione a -10 unsure.gif
andreabardi
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e non poteva mancare la versione in bianco e nero (qui secondo me ha usato fotosciop)
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Davide-S
Siamo tutti concordi nell'affermare che la realtà è troppo complessa per essere pienamente catturata da una macchina fotografica.

E come è già stato detto anche l'inquadratura, la focale, la composizione giocano fortemente nel significato di una foto.

Cmq penso che il massaggio di GBG sia riferito al modo di "pensare" e di "relazionarsi" con l'arte fotografica, specialmente nel suo caso di fotoreporter.

Secondo me lui non vuole attaccare il ricorso della PP perchè in digitale è un passaggio obbligatorio, ma credo che lui si riferisce ad un'alterazione più o meno corposa del significato di una foto di reportage.

Il buon senso vuole che un foto di cronaca sia il più possibile vicino dalla realtà... già il solo fatto che viene riportata attraverso un altro mezzo di comunicazione, allontana il fenomeno in oggetto dalla sua realtà oggettiva.
Ulteriori elaborazioni non fanno altro che aumentare questa forbice che separa il "fatto-ritratto" dal "fatto-reale".

Compito del fotoreporter (penso) sia quello di restituire al pubblico una realtà a lontana o non familiare più veritiera possibile.
Se ci mettiamo le elaborazioni al photoshop è come far scrivere le notizie di cronaca di un quotidiano ad un cantastorie medievale wink.gif
Lavina Simone
QUOTE(bebbobestione @ Aug 31 2009, 03:18 PM) *
Concordo pienamente con te Giorgio Pollice.gif


Concordo anch`io Pollice.gif
Casimiro Mondino
Io penso che Gardin debba aver il diritto di esprimersi ma non credo che l'argomento che pone all'attenzione di tutti sia signifcativo. La fotografia è un mezzo d'espressione che ha come scopo creare stratificazioni emozionali e culturali che inducano nell'osservatore il maggior numero di stimoli possibile.
Un'immagine è un'immagine. Ritengo pericoloso illudersi di poter qualificare l'immagine e di poter creare valutazioni discriminatorie. Anche perchè a questo punto sarebbe necessaria una meticolosa analisi di ciò che sarebbe da considerare legittimo e cosa no. Se faccio della post produzione e costruisco un'immagine forte sono meno fotografo di chi ha messo in posa i soggetti? L'immagine se ripresa senza interventi di post produzione è certamente un documento oggettivo? Non credo proprio le mistificazioni si possono realizzare in qualunque momento dell'esecuzione del lavoro fotografico o non. La tecnologicità della fotografia non ha nulla a che vedere con la realtà e con un lavoro oggettivo si tratta sempre di interpretazione di una realtà interpretata.
Quindi io credo che sia ora di smetterla di dibattere su questo tipo di argomenti. Altrimenti dobbiamo rivedere tutta la storia della fotografia e creare delle epurazioni che potrebbero essere sorprendenti.
Molti su questo forum amano giustamente Giacomelli che ha fatto uso amplissimo della sovrapposizione (che è un fotomontaggio) eppure nessuno ritiene di doverlo escludere dalla storia della fotografia; stessa cosa Dorothe Lange che sistemava le scene perchè fossero corrette per l'idea che aveva in testa. Penso che le immagini siano immagini se sono intense ed emozionanti non è importante come sono state costruite perchè quando si ha in mano una macchina fotografica si possono fare due cose: ci si può esprimere o si può usare la macchina fotografica. Queste due cose sono tra loro molto diverse. Quando ci si esprime, per quanto attiene alla mia esperienza, non si ha interesse ad essere considerati maestri o no, ad essere primi, secondi o terzi ma ci si preoccupa solo di riuscire a raccogliere tutto quello che si è provato ed ad aumentare la propria capacità di provare e percepire. Quindi quando ci si esprime si è fondamentalmente soli. Quando si vuole essere tecnici allora ci si mette in gioco attraverso un meccanismo di confronto che è meccanico e misurabile e che è legittimamente misurabile, condivisibile e confrontabile.
Dob_Herr_Mannu
Se il fotoritocco, come lo definisce quel tale, è il voler cercare di emulare in post le caratteristiche che furono della pellicola, ciascuna univoca nel suo tipo e per giunta nella sensibilità.. beh, allora ben benga la post produzione. Non possono esistere pellicole digitali (leggasi sensori) rispondenti al nome di Nikon D700, Canon EOS 5Dmk.II Pentax K7 e via dicendo.

E non solo: qualcuno dovrebbe spiegargli che photoshop esisteva ancora prima dei computer, quando si pastrocchiava intenzionalmente con lo sviluppo chimico.
andrearch
Se qualcuno di voi ha visto la serie di DVD "fotografia italiana" uno dei quali è dedicato a Gianni Berengo Gardin, verso la fine prensenta la sua assistente dicendo appunto che per lui è fondamentale perchè è in grado di lavorare con il computer, cosa che lui non sa fare. Infatti credo lui sia contrario al fotoritocco digirale invasivo (cioè che aggiunge o toglie particolari) non propriamente allo "sviluppo" in camera chiara...
Antonio Canetti
giusto per rinverdirequesta vecchia discussione che dormiva da un anno:

il fotoritocco nasce con la fotografia e fino all'avento dei software era una specalizzazione per pochi, oggi con pochi colpi di mouse, quasi tutti sono in grado di cambiare la "Verità"

Antonio
dottor_maku
da un certo punto di vista anche fotografare a pellicola produce falsi. a meno che chi fotografa non vede in bianco e nero di suo o con i RGB sparati della velvia.

cmq lo "scattare a pellicola" e' un'esperienza che consiglio a tutti indistintamente.
Antonio Canetti
più che "scartare" la pellicola è soprattutto è l'attesa che finisca la fase di sviluppo e fissaggio per vedere i primi risultati.


Antonio
Max Lucotti
C'è un pò di confusione quando si parla di fotografia.
Forse dovremmo domandarci cosa è la fotografia, o ancora meglio cosa vogliamo che sia.
Se parliamo di reportage credo che il discorso di GBG abbia delle basi nobili e fondate, se parliamo di fine art direi che è veramente fuori dal tempo attuale.

dottor_maku
QUOTE(Antonio Canetti @ Sep 23 2010, 12:53 PM) *
più che "scartare" la pellicola è soprattutto è l'attesa che finisca la fase di sviluppo e fissaggio per vedere i primi risultati.
Antonio


verissimo, un'emozione imperdibile!

cmq insisto un po' sulla questione dello "scatto", la disciplina e la teoria dello scatto a pellicola con le sue infinte varianti e supporti e' davvero saporita. addirittura con macchine come la FM dove devi armare l'otturatore a mano ti impone di eseguire il gesto di carica solo quando hai raggiunto la consapevolezza dello scatto che vuoi fare.
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