"..chi è che sa di che siamo capaci tutti... " mi martellava la testa questa frase dei C.S.I. , mentre camminavo tra la neve del campo di Sachsenhausen a 35 km da Berlino....
Dicembre 2008 decidiamo di visitare Berlino e Amburgo, così a Gennaio 2009 siamo là, un freddo che ci spacca in quattro... ho un po' di paura, mia moglie una settimana prima di partire mi dice che aspettiamo un figlio,il mio primo figlio.. che gioia.. "ed il viaggio? Lo facciamo, stiamo attenti ma non ci rinunciamo". Treni, aerei, autobus, SSSbanggg sparati a migliaia di km da casa, impossibile siamo già arrivati...
Arrivati ad Amburgo si rimane colpiti dalla ricchezza delle costruzioni, i soldi qua non mancano.
Freddo, il fiume ghiacciato , il fumo che esce dalle bocche, ho un po' di timore per Francesca e per Elia, questo sarà il nome del bambino, ma lo decideremo mesi dopo.
Il sistema di canali è sempre in funzione anche di notte , è proprio in mezzo alla città e gli specchi d'acqua riflettono le luci delle finestre dei palazzi intorno.
I centri commerciali sono capolavori d'architettura, colonne slanciate, archi sensazionali, strutture di vetro, agghindate a festa, purtroppo... ma il mio pensiero è già a Berlino.
Ad Amburgo torneremo gli ultimi giorni prima di riprendere l'aereo.
Un treno ci porta a Berlino la mattina seguente.
Avevo già deciso di visitare un campo di concentramento, volevo vedere, sentire, toccare.. penso che sia normale, sono curioso e giunto fino a qua sento il bisogno di saziare la mia curiosità , ma non è come le altre volte, c'è qualcosa di diverso.
Forse il contrasto generato dal pensiero della vita che nasce nella pancia di mia moglie e delle migliaia di vite che sono state distrutte in quei luoghi....... vita senza valore ? Quanto vale una vita? Che senso ha avuto tutto questo dolore?
Di notte di nuovo il pensiero a mio figlio... lento, leggero, caldo, sbuffo, animale, penetrante m'assale.. quella canzone...
Si dorme bene nelle camere berlinesi, il riscaldamento a manetta e fuori fa un freddo cane... nevica, la temperatura s'è abbassata proprio il giorno che avevamo deciso di andare a Sachsenhausen..
"Sachsenhausen è il nome di un campo di concentramento nazista, istituito nel 1936 nella zona di Oranienburg, a 35 chilometri a nord di Berlino. Fu uno dei più grandi campi di concentramento in Germania, dove circa 100.000 prigionieri morirono per fucilazione, di stenti, di fame, di dissenteria e di polmonite, oltre che di esperimenti medici. Molti furono anche eliminati con i gas di scarico dei camion...." (Wikipedia)...
Incredibile posto, si arriva alla stazione di Orianenburg e c'incamminiamo, un paio di km a -6 c° , arriviamo ed entriamo.. un silenzio ovattato avvolge i nostri passi sulla strada interna ricoperta di neve.. un'ora e i piedi cominciano a far male, nonostante 2 paia di calzini e scarponi da montagna... ma come facevano quei disgraziati con gli zoccoli di legno e un pigiama a strisce? Male, stupido, morivano come mosche..
Bastano pochi passi in quel luogo luccicante per capire la follia umana, la tragedia, il dolore...."rallenta il mio respiro, scende in profondità, si adatta al soffio del mondo... pomeriggio dolce assolato terso..." storditi entriamo nelle baracche dove i progionieri vivevano quei minuti di pausa prima di addormentarsi fra gli incubi...
Qui la gente ha sofferto è stata uccisa con tutti i mezzi... non si pensa ad altro.... cammino in quel triangolo della morte, questa era la forma del "campo perfetto" voluta dalle SS. Un sole basso affetta la neve e il sole ci abbaglia appena usciamo dall'ombra degli edifici mentre il freddo penetra le ossa ed aumenta come un'incrinatura in un vetro.
Ce ne andiamo col cuore in gola e al limite della sopportazione , ho visto abbastanza.
Il resto del viaggio da questo momento avrà un altro sapore, ci sarà sempre una vena malinconica dietro ad ogni pensiero e capisco cosa s'intende quando si dice che ogni tedesco si porterà dentro un po' di questa triste storia.
Il museo della Shoah, da visitare assolutamente, una storia che non va dimenticata, la stanza del freddo, la Francy che vomita in una sala, la responsabile che tutta preoccupata ci indica la cura tedesca " fuori al freddo passa tutto" ," ma mia moglie è incinta non è la solita liceale ubriaca!"
Ok ha capito e ci dice ce anche lei ha 2 figlie, ci porta una bottiglia d'acqua, gentile si allontana..
Usciamo e il resto dei giorni lo passiamo a girovagare per la città...
e il comunismo? .. il crollo del muro? Solo un ricordo, agli occhi del viaggiatore rimangono poche tracce sbiadite e qualche murales .... ma non ditelo a chi s'è sorbito quella follia per 40 anni...
Torniamo ad Amburgo,, una visita ai mostri di acciaio del porto , uno spettacolo mozzafiato... il sole che annega nel mare color petrolio,in controluce i giganti neri e il pensiero va a Metropolis di Fritz Lang e alla scuola espressionista tedesca... meccanica no anima...
il resto sono solo combinazioni di luci , ombre e linee...
..... caro Elia il babbo non se lo scorderà mai questo viaggio e quando sarai grande te lo racconterò...
FOTOGRAFIE
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Giacomo Sardi
ho utilizzato Nikon D700+nikon 14-24 2.8+nikon 24-70 2.8+Adobe Photoshop CS4