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marcofranceschini
Earl E. Livengood PVT 315 INF 79 DIV - Pennsylvania July 6 1944
Un nome, il codice della divisione di apparteneza, lo stato di provenienza,una data.

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Earl E. Livengood è uno di coloro che il 6 giugno 1944, ha provato a sbarcare in Francia, per
liberare l'Europa dal "male assoluto" che minacciava le sue democrazie.
Chissà se è riuscito a toccare il suolo di Francia.

Come lui in quei giorni migliaia hanno sacrificato la propria vita.
Migliaia.
Percentuali anche superiori al 70% di caduti tra i protagonisti delle prime fasi dello sbarco.
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Come in ogni guerra per alcuni non è stato possibile neanche scrivere il nome sulla lapide. Anche loro devono
essere ricordati.
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Nulla nella storia può essere paragonato al D-DAY

...quando giunse il momento il cittadino comune disse:”Sacrificherò me stesso per il mio paese”.
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...questi ragazzi non volevano essere lì , 17, 18, 19..anni!

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Volevano sparare calibro 22 ai conigli, non M-1 ad altri giovani uomini.

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Volevano lanciare pal-le da baseball, non granate.
...ma c'era una forza malvagia in libertà, e toccò a loro doverla fermare,
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perchè quando la sfida arrivò, la società disse: "Dovete andare e combattere
...e così fecero.
Nella breccia,30 secondi e Dio sia con voi. Riparate le vostre armi dalla sabbia. Ricordate gli ordini...ci vediamo sulla spiaggia.

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...sulla spiaggia.
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Meravigliosa la spiaggia di Omaha Beach.
Provate ad immaginarla d'estate, con la fresca brezza che accarezza i vostri corpi rilassati ed abbronzati. Provate ad immaginare lo spettacolo delle maree, ed ancora una magnifica cena a base di ostriche e champagne.

Omaha Beach è lunga 10 km ed ha una forma leggermente arcuata. La sabbia è dorata, fine e compatta, ideale per stendersi al sole...
Rommel dispose le postazioni di fuoco a varie angolazioni rispetto alla spiaggia...non c'era un centimetro di spiaggia che non fosse coperto contemporaneamente da fuoco diretto o indiretto.
"Non sparate finchè il nemico non è arrivato sulla spiaggia..."
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Pointe-du-Hoc
"Qualcuno mi spiega come ci siamo riusciti? Solo un pazzo avrebbe potuto provarci: era da pazzi allora, è da pazzi adesso".
...dieci anni dopo si chiedeva un colonnello che aveva partecipato alla scalata della scogliera...
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Reduci della seconda guerra mondiale, giovani americani, gente comune, che si commuove ascoltando le storie di alcuni degli eroi caduti in quei giorni per difendere la libertà e la democrazia...
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e che cerca un nome tra migliaia...per lasciare un fiore.

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Finisce qui il mio racconto per ricordare i 150.000 uomini che scesero, il 6 giugno e poi nei giorni a seguire, dalle imbarcazioni per annegare in un destino inumano che da li a breve avrebbe trasformato gran parte di loro in una croce bianca (a cui tu, turista per caso, non puoi non far visita!)

E' assolutamente percepibile la sofferenza, l'agonia, la paura che ancora la marea ti getta addosso.
I luoghi, da soli, valgono il viaggio.
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Un appendice dedicata a colui che è universalmente riconosciuto come il più grande fotografo di guerra: Endre Friedmann (?!?!) Robert Capa


Il punto di sbarco di Capa
Indossammo una maschera antigas e una cintura di sicurezza galleggiante, fissai vari oggetti intorno ai fianchi tra cui una pala, e piegai infine sul braccio il mio costosissimo impermeabile Burberry's. Ero certamente, in quel preciso istante, il più elegante di tutti gli invasori.IPB Immagine Ingrandimento full detail : 145.6 KB

Leggermente Fuori Fuoco...di Robert Capa
Visto che scrivere la verità è ovviamente tanto difficile, nell'interesse della verità stessa mi sono permesso ogni tanto di andare appena oltre, altre volte di fermarmi appena al di qua. Tutti gli avvenmenti e le persone descritte in questo libro sono accidentali e hanno qualche cosa a che fare con la verità". Endre Friedmann in arte Robert Capa

Un' avvertenza come questa, che veniva riportata nell'edizione del 1947, suggeriva ai lettori in che modo considerare il suo romanzo.
Un' avvertenza come questa ci suggerisce anche in che modo considerare oggi la sua "fotografia".

Non esistono immagini delle prime fasi dello sbarco, perchè con le prime truppe di sbarco non c'era nessun fotografo.

Marco
meialex1
Bellissime Marco... la donaa che fa la foto al fucile con l'elmetto e il riflesso della guardia sul vetro.... stupenda wink.gif
marco.pesa
Bellissime sia le foto che le parole, complimenti.

Claudio Orlando
Complimenti Marco. Complimenti davvero. Un Life da par tuo. Ogni parola, ogni immagine, è lì dove deve essere.

Per gli 11.000 (undicimila) caduti di quel giorno noi, oggi, possiamo solo prendere un impegno: che il loro scarificio sia servito a scriviere due sole parole: MAI PIU'.

Grazie Ragazzi!
mauri61
Grazie a te per avermelo fatto ricordare con queste belle foto e GRAZIE a TUTTI LORO per quello che hanno fatto per tutti noi


Maurizio
PAS
Un lavoro di gran spessore Marco Pollice.gif

L’assenza di qualunque reportage fotografico sullo sbarco, rende ancora più suggestive le immagini di oggi. Possiamo, attraverso ciascuna di esse, aprire una nostra finestra nel tempo su quel giorno e su quelle tragedie.
Grazie
vvtyise@tin.it
complimenti!
Max Lucotti
Bè.... mi sono commosso.

Credo che basti questo, no?

Complimenti

Ciao Max
meialex1
QUOTE(PAS @ Jun 7 2009, 08:20 PM) *
Possiamo, attraverso ciascuna di esse, aprire una nostra finestra nel tempo su quel giorno e su quelle tragedie.



Speriamo, soprattutto, che faccia capire quando sia stupida la "GUERRA".......
bombellino
QUOTE(PAS @ Jun 7 2009, 08:20 PM) *
Un lavoro di gran spessore Marco Pollice.gif

L’assenza di qualunque reportage fotografico sullo sbarco, rende ancora più suggestive le immagini di oggi. Possiamo, attraverso ciascuna di esse, aprire una nostra finestra nel tempo su quel giorno e su quelle tragedie.
Grazie


Mi associo ai complimenti per l'ottima rievocazione. Però non si può dire che non ci sia alcun reportage dello sbarco. Capa in effetti sbarcò con le prime truppe, non nelle primissime ondate di invasione e scattò per la precisione 106 foto. Aveva con sé due contax ed una rollei. Rimase sulla spiaggia di Omaha circa un'ora e un quarto, riparandosi come poté. Quando vide due soldati a lui vicino letteralmente esplodere per una granata, decise di andare via. Con molta fortuna affidò i rullini ad un motociclista dopo aver raggiunto il primo centro abitato. Il numero di Life del 18 giugno 1944 era già pronto ed aspettavano soltanto le foto di Capa. Ma misero una tale fretta al laboratorio che la maggior parte dei negativi furono bruciati dal phon con cui un giovane lavorante cercava di asciugarli. Rimasero 9 scatti, che furono impaginati e pubblicati. Quando Capa seppe dell'incidente si limitò a dire. "Se licenziano il ragazzo che ha combinato il guaio me ne vado anche io". Non lo licenziarono.
alessandro.sentieri
... fermarsi, riflettere e pregare... perchè non succeda mai più...

Complimenti Pollice.gif
Ale
LucaMariaIbba
Complimenti sinceri... lavoro di grande spessore fatto con sentimento che traspare in ogni sua parte. Per non dimenticare!!!
Bravissimo.
Luca
Marco Pacini

Racconto toccante accompagnato da bellissime immagini. Bravo!!!
Grazie per avercelo fatto condividere.

m.
Manuela Innocenti
Grazie Marco.
Negativodigitale
I luoghi come questo rischiano spesso di avere un effetto collaterale improvvido,
quello di rendere soverchiante l'aspetto Epico.

In un libro che ho letto di recente, Il giorno della battaglia, di Rick Atkinson,
le vicende belliche vengono descritte soprattutto nel dettaglio minuto, quello dei morti, dei feriti,
della vita negli ospedali da campo. E' una doccia fredda per chi, come me, si aspettava un'asettica ricostruzione storica, un libro di strategie e di generali. E' un libro bellissimo.

Bisognerebbe essere sempre capaci di guardare alle guerre attraverso un'ottica macro, sapere e capire ogni singola storia, ogni singola tragedia.
Dietro ad ogni croce di quelle che hai fotografato, Marco, c'era una persona.

Grazie di questo regalo.

Paolo
alexdelarge77
complimenti davvero...
foto molto belle,argomento toccante,location suggestiva anche se molto triste...

le parole accompagnano dolcemente dalla prima all' ultima foto

bravissimo

Alex
mircob
QUOTE(meialex1 @ Jun 8 2009, 04:37 PM) *
Speriamo, soprattutto, che faccia capire quando sia stupida la "GUERRA".......

...purtroppo non lo abbiamo ancora capito... cerotto.gif

complimenti Marco ottimo life.
Giacomo 74
Il reportage è bellissimo.

Non ho parole per quello che le foto trasmettono.

Solo una preghiera.

chiocciolina.s@b
...solo una preghiera.
esatto...
ho i brividi ogni volta che vedo quelle croci bianche...
...hai reso perfettamente l'idea tra le immagini e le parole......
frabarbani
Qunate morti!!!
Mai più!
Grazie...
Giòdivita
Questo life ha il pregio di riportare la mente alla riflessione, alla nostra libertà, ha certamente contribuito il loro sacrificio, non dobbiamo dimenticarlo!

un saluto
Giòdivita



ps complimenti perché foto e racconto s'intrecciano in un unicum emotivamente coinvolgente.
saramik
Ho le lacrime agli occhi...grazie, mi hai fatto vivere delle emozioni incredibili...
lyndon
Sono stato nei posti che hai così bene descritto attraverso le tue fotografie, senza nulla togliere alla forza evocativa di un'immagine, consiglio a tutti di andare là e di camminarci, in mezzo al silenzio di quelle croci.


Ciao e grazie.
UNKNOW
evento catastrofico, come anche altri sbarchi prima di esso ( ad esempio gli sbarchi in sicilia e ad anzio-cassino ).

ma c'è putroppo un evento che dimostra che ancora abbiamo tanto da imparare, che ancora gli uomini non sanno convivere in pace.

11 settembre 2001, un giorno che segnerà le vite di tutti noi, perchè in un modo o in un altro siamo stati tutti colpiti, siamo stati tutti minacciati.

e oggi?

è cambiato qualcosa?

certo le grandi nazioni forse non si sfideranno più anche in virtù dell'autocoscenza di essere in grado di annientarsi a vicenda senza nessun vincitore, ma è poca cosa se confrontata alla minaccia odierna.

oggi che si combatte un nuovo tipo di guerra contro un nemico "invisibile" che non ha terra...

ad ogni documentario sullo sbarco, il dubbio è sempre lo stesso: è servito a qualcosa?

si certro si è messo fine ad un regime pericoloso, ma di li a pochi anni eravamo gia pronti ada nnientare il pianeta con le atomiche...

...ci siamo andati vicino.

la bomba, ha funzionato, la paura di usarla di ha salvto dalla catastrofe ( incredibile, l'arma di distruzione più teribile è la nostra salvatrice).

la bomba ha portato la pace tra le nazioni.

ma tra gli uomini è tutta un'altra storia...
emanuela1987
Volevo solo lasciare il mio apprezzamento, ma non solo per le foto e le parole, bensì anche per la sensazione che sta dietro a tutto. E' davvero toccante.
markraptus
Una strage come quella del D-day andrebbe ricordata ogni santo giorno a tutti quei maiali che in Italia e nel mondo non pensano altro che ad arricchirsi ed a prevalere sul prossimo.
Grazie per questo viaggio emozionante.
Arrow2015
complimenti. foto straordinarie e parole che "toccano".
Renato
Brayan
Complimenti sono da premio!!
Ilgrigio
.....non ho parole,senza fiato....grazie Marco
Ric67
Un capolavoro
Le parole accompagnano le immagini.
Le immagini completano le parole.
Dovrebbero pubblicarlo e distribuirlo nelle scuole, è il senso, la sintesi di cosa sia una guerra.
FANTOMIUS
Bellissimo reportage che mi ha fatto ritornare in luoghi che mi danno sempre forti emozioni.
Il cimitero americano alle spalle di Omaha è impressionante, lascia senza fiato e senza parole...solo il silenzio può ricordare.
Un unico appunto storico: il comandante in capo non era Rommel ma Von Rundstedt e secondo molti storici questo fatto è stato determinante per l'esito del'operazione.

Ciao e grazie per le immagini
Guido
hasitro
senza parole ... reportage e commenti si intrecciano e compensano l'un con l'altro ... un lavoro eccelso
dnovanta


questo life e' davvero potente!
un ricordo struggente di vite perse!

un paio di anni fa andai anche io a vedere quei luoghi!
l'impressione che ne ebbi fu che una specie di tristezza sia sempre presente li'.
non solo nei cimiteri, o nei musei che raccontano di quella strage...
e' proprio ovunque!
forse il clima, forse anche la suggestione della storia..
ma sono luoghi che appaiono silenziosi e tormentati.
il cimitero ripreso qui e' forse il posto piu' "sereno"
perche' tutto e' in ordine, pulito, composto,
paradossalmente un ordine ritrovato dopo un caos tremendo e orribile!
ma ogni tanto parte un inno musicale diffuso da un campanile,
sembrano campane che suonano il silenzio...
e non ce l'ho fatta a fotografare...

complimenti Marco!
mi hai riportato li'!!!

Bianca
vbpress
Dovrebbero andare <tutti> a vedere con i loro occhi quelle spiagge. Onore ai francesi che hanno fatto di quei luoghi una specie di museo vivente.

per me da italiano fu emozionante certamente, ma provai anche un po' di vergogna. Io visitai le spiagge della Normandia nel 1998. Le celebrazioni dei 50 anni erano state fatte pochi anni prima ed ancora c'erano affissi, in tutti i locali pubblici, i manifestini di benvenuto. Il benvenuto era rivolto ai liberatori, e ciascuna nazione era rappresentata dalla sua bandiera. Ovviamente la bandiera italiana non c'era. E' una ovvietà storica.Forse però non tutti sanno che tra il personale di servizio, sbarcato nelle ondate successive, c'erano eccome degli italiani. Non emigrati, no no. Militari italiani caduti prigionieri degli americani sul fronte nord africano. Ad alcuni di questi venne chiesto se proseguire la prigionia fino a termine ostilità o se passare dall'altra parte. Alcuni fecero questa scelta. Non parlo per sentito dire. Nel 1994 ebbi modo di incontrare uno di questi uomini. Mi raccontò di come tornò in Italia, proprio a seguito delle truppe americane. Fu uno di quelli che tornò a casa attraverso le spiagge normanne.

un saluto
Valerio
hUMANtORCH
Fantastico,toccante,immenso,doloroso......!!!!
Willyambo
Ciao Marco,

mi aggiungo; complimenti per il reportage e la narrazione.
Un grazie sentito .....
William
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