QUOTE(F.Giuffra @ May 12 2009, 10:01 PM)
Sei sicuro? Io no. Non possiamo pubblicare senza il consenso, ma fotografare si. Se, ad esempio, io vedo qualcuno che commette un illecito non ho il diritto di tenermi le foto e magari mostrarle ad un magistrato?
Certo che puoi, in quel caso come minimo rientri nel "diritto di cronaca" che la Cassazione in piu' occasioni ha ribadito essere diritto di qualsiasi cittadino con qualsiasi mezzo e svincolato dall'iscrizione ad albi e registri professionali.
In realtà il diritto di cronaca ha margini molto ampi ed elastici e ci consente di fotografare virtualmente tutto purché condotto da un filo logico: se guardi gli scatti di Gianni Zadra ad esempio, giusto per parlare di qualcosa di concreto (e bello a vedersi), vedi che ogni scatto ritrae una o piu' persone evidentemente soggetti dello scatto, impegnati in un'attività o anche a non fare nulla, in teoria per ognuno degli scatti ci vorrebbe una liberatoria. Tuttavia i suoi scatti presi nel loro insieme vanno a costituire un corpus documentativo della nostra società, o almeno di una zona geografica ben precisa, per cui i suoi scatti assumono significato di documentazione antropologica, sociologica e di cronaca, ecco che diventano tutti pubblicabili.
Il ritratto singolo del bambino al parco non è pubblicabile senza consenso dei genitori, un reportage sull'integrazione tra bambini di diverse etnie tramite i giochi al parco viceversa è tranquillamente pubblicabile da chiunque, chiaro che deve effettivamente essere un repotage, deve dire e raccontare qualcosa, pur senza essere un capolavoro, ma un filo conduttore ci deve essere ed in casi particolari ed evidenti anche un solo scatto rientra in tale diritto perché anche un solo scatto puo' efficacemente essere cronaca.
Se non ricordo male proprio tu eri stato incaricato l'estate scorsa di scattare fotografie ad una sfilata di moda in piazza, ecco in quell'occasione non solo potevi fotografare ovviamente la sfilata, ma anche il pubblico e "documentare", fare cronaca, della serata mondana in piazza. Pensa a quanti scatti passati alla storia della fotografia sono stati fatti in occasioni del tutto analoghe: l'arrivo del primo treno in paese, la posa della linea elettrica, l'inaugurazione dell'ospedale civico, la festa per la concia del maiale, la festa per la chiusura della vendemmia, tutte occasioni non diverse dalle nostre feste, sfilate e sagre di paese..., tutte documentabili liberamente, come documentabili liberamente sono lo shopping natalizio, il ritorno alla bicicletta in tempi di crisi e qualsiasi fenomeno di costume ci solletichi il desiderio di fotografare.
Credo che Lozzo 83 si riferisse alla possibilità di cancellare la fotografia pubblicata on-line o al renderla irriconoscibile nei tratti somatici (la classica banda nera o pixellatura sugli occhi) nel caso di pubblicazione cartacea se il soggetto ne faccia richiesta e lo scatto non rientri appunto nel maggior diritto di cronaca.
Ciao
Attilio