Mi capita a volte che durante l'elaborazione delle foto ottengo un disturbo di posterizzazione particolarmente fastidioso. Capita facilmente quando per es. intervengo ad elaborare il cielo, vuoi per renderlo più scuro ma anche, ed è qui che ne resto stupito, quando polarizzo (intendo con software e quindi in post-produzione). Il difetto non viene eliminato neppure applicando il filtro per esempio reso disponibile dalla Nikon. Anzi proprio applicando il filtro della Nikon spesso il risultato è deludente.
L'unico modo mi pare sia quello di intervenire con photoshop (per es. CS3) agendo con sfocatura e/o riduzione del rumore. Tuttavia i risultati non sono dei migliori.
Qualcuno ha qualche tecnica migliore da suggerire?
Mi rendo conto che l'effetto posterizzazione si ottiene "esagerando" nell'elaborazione e quindi con perdita di qualità dell'immagine (non per es. riduzione del numero dei colori, perdita in pixel dell'immagine, ecc.), tuttavia spesso si ottengono effetti molto interessanti altrimenti ottenibili con tecniche spesso eccessivamente elaborate che richiedono un tempo infinito.
Ho tentato anche con la tecnica delle fusioni ma, almeno io, non ottengo molto. Mah!

Ciao,
a parità di intervento, l'unica possibilità per ridurre l'insorgenza della posterizzazione (e di altre "magagne") è lavorare su immagini ad elevata profondità in bit e con ampi spazi colore.

Tra un Jpeg 8bit sRGB e un TIFF 16bit ProPhotoRGB c'è un abisso...

bye.

OK, in sostanza dovrei scattare in RAW e passando quindi da 8bit a 16bit per fare in modo che il difetto si presenti solo con pesanti elaborazioni. Sta bene anche se generalmente scatto in raw solo in certe occasioni e non sempre.
Tuttavia resto ancora perplesso che non si possa intervenire su file jpg a bassissima compressione (opzione Fine sulla fotocamera).
Ciao

Il Jpeg non è proprio adatto a subire interventi di "elaborazione", soprattutto sui colori, curve, livelli etc.

E questo a prescindere (in certa misura) dalla compressione e dal degrado dovuto ad eventuale plurisalvataggio.
Il vero limite sono gli 8bit.

Non è esattamente così, ma credo che sia il modo più semplice per evidenziare le differenze: i numeri.

8bit (2 alla 8va) significano 256 livelli di luminosità/grigio.
12bit (2 alla 12esima) significano 4096 livelli.
14bit (2 alla 14esima) significano 16384 livelli.
16bit (2 alla 16esima) significano 65536 livelli.

Con l'ulteriore elevazione alla terza (RGB) della luminosità arrivi a quantificare le informazioni sul colore.
Saltando gli intermedi...8bit significano 16.777.216 colori, 16bit significano 281.474.976.710.656 colori.

E' chiaro che sono numeri ideali che non hanno necessariamente un riscontro con la cattura effettiva del sensore, ma - senza entrare troppo nel merito - possono dare un'idea piuttosto chiara della situazione, no?

La postproduzione è altamente distruttiva, gli 8bit sono un giusto punto di arrivo per assecondare le esigenze di fruizione, ma se partiamo da 8bit cosa rimane alla fine? Un...poster!

bye.

P.S. Se cerchi sul forum trovi risposta ad ogni interrogativo sulla questione...

Tutto vero quello che ti è stato suggerito ma Questa cosa di lavorare a piu bit è per me una soluzione apparente.

La tua scheda video e il tuo monitor nella migliore delle ipotesi rappresenteranno 8 bit per canale (e il tuo occhio non riuscirà a discernene di piu). La nascita di posterizzazioni o altri problemi è il frutto di un flusso di lavoro sbagliato, in cui probabilmente fai compressioni e decompressioni o altri errori.

L'uso di uno spazio di lavoro piu amplio non ti salverà mai da questi errori, magari li maschererà in certi casi....

Faccio un esempio: se con la tua auto picchi ad ogni angolo, è evidente che guidando in una strada 10 volte piu larga diminuirai gli impatti, ma questo non vuol dire che avrai imparato a guidare meglio.

Ti consiglio di rivedere il flusso della tua post-produzione, e passare a un numero maggiore di bit quando avrai capito bene a cosa servono e come fare a ritrasformarli di nuovo a 8 bit senza perdita...

Ciao

E' da chiarire che il problema della posterizzazione (perdita di livelli intermedi) può o meno accentuarsi in presenza di una serie di tonalità molto vicine tra loro (es. il cielo).

Qualsiasi operazione di modifica o ritocco (anche una semplice modifica di esposizione, ossia di guadagno) può enfatizzare i differenti livelli. Quindi è vero che errate o eccessive manipolazioni possono creare problemi ma non è vero che i 16 bit li "nascondano".

Non dimenticatevi che i software operano in virgola mobile (reale o simulata) e quindi qualsiasi algoritmo di elaborazione esegue degli arrotondamenti. Con 16 bit l'effetto di tali arrotondamenti è minore rispetto a 8 bit (si deve "arrotondare" di meno).

Inoltre l'elaborazione a 16 bit e la successiva conversione finale a 8 bit fa sì che i 256 livelli finali siano solo quelli "migliori" tra quelli ottenuti in elaborazione a 16 bit e quindi con buona probabilità si avrà un risultato migliore rispetto ad elaborare a 8 bit dall'inizio. Diciamo (in soldoni) che gli 8 bit finali "scelgono" i colori migliori tra i milioni disponibili a 16 bit.

Tra l'altro le periferiche di stampa a loro volta eseguono conversioni di tonalità e lavorano per la maggior parte a 8 bit. Quindi è importante poter fornire i "migliori" 256 livelli disponibili.

Saluti

Mi permetto di suggerire un approfondimento della questione, magari cominciando da QUI...

bye.