Incerti, come certi passi, i pomeriggi piovosi, ventosi, di caldo e umido.
E’ quando mi sposto di quartiere che arrivano pensieri noti, pensieri che ormai riconosco e che parlano dentro me, raccontano le storie delle persone che mi girano intorno, mi basta uno sguardo e arrivano flash di vita, istantanee di esistenze, odori, colori, strade… è strano ed è strano che mi succeda solo con alcune persone.
Intorno a me un po’ di tutto….tram di persone stanche, persone immerse nei loro mondi, musicali, scritti, giocati, persone che chiudono gli occhi…dormono ? pensano ? non lo so.
Uomini che puzzano, uomini stretti nelle loro cravatte, uomini che leggono di calcio, uomini che con uno sguardo ti leggono dentro fingendo di guardarti le gambe.
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Quei pomeriggi in cui ti affanni a cercare qualche risposta, a nasconderti qualche domanda, quei pomeriggi strani, la pioggia che va e viene, torna come certi ricordi rimasti indelebili nel cuore, come una macchia che non va via, inchiostro freddo, nero, sporco, fango, e ti vuoi alzare verso il cielo, verso spazi illimitati di nuvole.
E tu sai che dietro quelle nuvole c’è uno spazio immenso, c’è l’azzurro dei giorni passati e di quelli che devono ancora arrivare.
Camminare senza una direzione, senza una meta, camminare e intanto arrivare proprio lì dove volevi.
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Mi viene in mente il ponte dov’è il mio amico, il mio gabbiano, ogni mattina lì, ormai lo riconosco, una figura rassicurante vedere le sue piume muoversi con il vento, vederlo osservare il fiume mille volte come ho fatto io, come faccio io, i suoi pensieri forse un po’ simili ai miei…e quando non c’è lo immagino volare sopra al fiume oppure più su, nel cielo alto, nella parte di cielo dove non vanno tutti i gabbiani perché troppo alto, lì dove il riflesso del sole li colora d’oro e poesia.
Lì dove il mondo si vede diversamente e forse è pure più bello.
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Domandarsi perché la vita scorre così di fretta e nessuno, come me, si ferma ad assaporarla, chiudendo gli occhi, lasciando che la pioggia ti bagni, che il fango ti prenda, lasciando nemmeno il vento possa aprire i tuoi occhi mentre cerchi dentro te le sensazioni che ti porta quella strana temperatura.
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Mi passa accanto la vita…. Ma chissenefrega, io alzo i miei occhi e guardo in su, quanta invidia verso chi sa volare, verso chi ha spalancato le ali e si lascia cullare dal vento, trasportare, giocare…e così anche io, sto ferma, immobile, cerco negli occhi degli altri lo specchio di questa mia sensazione, non so se lo trovo, trovo occhi persi in altri pensieri, ognuno con la sua storia da inventare, ricordare, da riscrivere.
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E scendo giù, incrocio una storia d’amore, una storia che ha voluto lasciare un segno, l’amore che sfida il commerciale, l’amenità, l’originalità di una storia solida come questa città, di fiume che passa sotto, copre la terra, rimane il fango, rimane la quiete, camminare e andare via, seguendo quel fiume, seguendo pensieri….
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Domenica pomeriggio, il cielo butta giù acqua, il vento spazza via i capricci della primavera e dentro me, solo una gran voglia di lasciare entrare la vita…
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ciao
nota dell'autrice: non avendo modelle/i a disposizione ho fatto tutto da sola !
nella prima la grana l'ho inserita io con nx