Complimenti Sky...meglio tardi che mai...
La tua preoccupazione sulla durata delle stampe politenate è abbastanza fondata...il supporto plastificato di questo tipo di carta non è certo il più indicato per stampe di pregio e di cui si auspica una lunga conservazione. Da un lato sono più resistenti ai maltrattamenti a cui possono essere sottoposte maneggiandole, sono più facili da lavare, se necessario e soprattutto da asciugare. D'altra parte tendono a "sbiadire" col tempo (ossidazione) e proprio a causa del supporto plastico
indeformabile sono più sensibili alle variazioni di umidità e temperatura che possono "stressare" l'emulsione.
La fibra delle carte baritate, invece, "accompagna" l'emulsione durante le dilatazioni e i restringimenti causati dai fattori ambientali e risulta quindi più "protettiva". Oltre a possedere delle caratteristiche di superiore qualità di base.
Altri fattori del trattamento che possono influire sulla durata delle stampe sono la qualità (e completezza) del bagno di fissaggio e un eventuale viraggio.
E' importante che il bagno di fissaggio sia portato a termine fino in fondo e con una chimica ancora "vitale", magari con più di un bagno...seguito da un buon lavaggio...
Per aumentare, in un certo senso, il "fissaggio" dell'argento sull'emulsione si possono utilizzare dei viraggi. Alcuni hanno per lo più uno scopo creativo, pur risultando un minimo protettivi, altri più "raffinati" e costosi, hanno proprio la capacità di "convertire" l'argento dell'emulsione, sensibile all'ossidazione, in "composti" più resistenti. Si passa dal Selenio, al Platino, all'Oro...puoi immaginare i costi...oltre alla difficoltà di reperire le materie prime...ma sono un toccasana per la longevità delle stampe, sia da esposizione che da archiviazione.
Il viraggio è molto più efficace (nonchè adatto, visto il pregio..) sulle carte baritate, più permeabili e resistenti alla permanenza in acqua.
Detto questo, le tue stampe politenate non si disintegreranno in pochi anni, però non potrai pensare di tramandarle di generazione in generazione..
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Ora, se la cosa ti ha appassionato un pò e se permetti il consiglio, potresti pensare ad una fase successiva... Questo, forse, implica anche di cambiar Laboratorio, almeno per le stampe...
Poi, in breve, ti ritroverai con un "IFF Duogon" e un sacco di barattoli e bacinelle in bagno!!
Per cominciare ti consiglierei, per continuare ad utilizzare lo sviluppo nominale, di sovraesporre in ripresa di 1/2 o 2/3 di stop il tuo rullo...usando un 100iso in pratica esporre per 64 o dintorni...questo ti regalerà un negativo più denso che permetterà stampe "migliori" e più controllabili, per vari motivi... Successivamente procedere allo sviluppo nominale e alla provinatura rigorosamente a contatto. Oltre ad essere un modo "economico", è anche un modo di valutare i fotogrammi per quello che sono, senza "mediazioni" dovute ad ingrandimento ed esposizione. Con un lentino potrai valutare bene gli scatti, magari aiutandoti con una retroilluminazione.
Sul provino a contatto, scegliere anche solo un fotogramma e farlo stampare
in manuale da un buon stampatore su carta baritata, almeno 24x30, meglio 27x35 su 30x40, ad esempio...questo ti farà "assaporare" fino in fondo (mica vero...figurati far tutto da sè!!) il piacere del Bianco e Nero tradizionale.
Uno stampatore con i...fiocchi sarà in grado di dare un propria (o su richiesta..) interpretazione al negativo, proprio come sei abituato a fare in "camera chiara" sulle tue immagini digitali...solo non sarà disponibile il "D2X mode I"che ti è (giustamente..) tanto caro!!
La spesa sarà più o meno la stessa di quella che hai affrontato, ma.......................
Da buon diavoletto tentatore sono pronto ad indicarti i migliori stampatori (rimasti) sulla piazza...con due "postacelere" fai tutto!!
bye