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Foto Scure Con D70
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gerardo bonomo
Messaggio: #26
QUOTE (shanbu@tiscalinet.it @ Jun 17 2004, 09:43 AM)
grazie Gerardo molto acuto Pollice.gif e concordo con te e la tua analisi.
Giriamo la frittata...voi cmq intervenite toccando la compensazione dell'esposizione o no? e se si la lasciate ad un valore personalizzato cambiandolo ogni qual volta che è necessario o lo lasciate a 0.0 ? giusto per sapere....

cmq proverò il bracketing che per motivi di tempo non ho ancora provato-

Milano, 17 giugno 2004

Il sogno sarebbe proprio quello di eliminare tutte le variabili - soprattutto sul fronte dell'esposizione - in modo da riuscire sempre e comunque a prendere al primo colpo ogni immagine.
Nella realtà quello che si riesce a fare è eliminare il maggior numero possibile di variabili, ma è impossibile eliminarle del tutto.
Quindi non dico che ogni situazione è sempre e completamente diversa dalla precedente ma:
1)innanzitutto ogni situazione va comunque analizzata ad occhio nudo come se fosse la prima volta che la fronteggiamo.
2) perfino in situazioni fotografiche asettiche e ripetitive come le riproduzioni - di opachi o trasparenti - basta sfirorare un bank che l'angolo di illuminazione sul soggetto da riprodurre - qui stiamo parlando di opachi - cambia e cambia il rischio di riflessi sulla superficie del soggetto.
3) se il bracketing è una cosa oggettivamente costosa in termini di consumabili lavorando su pellicola, in fotografia digitale non esiste nessun costo in più tra scattare 1 RAW o 100 RAW - lasciando identico l'ammormaneto della fotocamera e l'aspettativa di vita dell'otturatore -.
A questo punto non esistono controindicazioni di alcun tipo nello scattare più immagini dello stesso soggetto/oggetto variando l'esposizione, cioè il tempo di scatto e mai il diaframma, perchè in questo caso si varierebbe contemporaneamente anche la profondità di campo e così facendo aggiungeremmo anzichè sottrarre variabili.

Ammesso che una certa fotocamera tenda a sotto o sovraesporre - a seconda del sistema esposimetrico usato - è altrettanto vero che un'automobile anche con un perfetto assetto, può tendere a destra o a sinistra così come, quando impegna una curva, tenderebbe ad andare dritta.
Cosa facciamo? Non curviamo a metà tornante per vedere com'è la vallata sottostante?
E se l'automobile tende leggermente a sinistra, cosa facciamo? non correggiamo la traiettoria e aspettiamo di fimire contromano nella corsia opposta - lamentandoci poi - forse...- con chi si è occupato della convergenza delle nostre ruote?

Quindi, come abbiamo già avuto modo di scrivere, se una fotocamera tende alla perfezione ma non può essere perfetta - perchè l'ideatore stesso a sua volta tende alla perfezione ma non è perfetto - utilizziamo gli strumenti che l'ideatore stesso ci dà, come il i diversi sistemi esposimetrici, la staratura intenzionale dell'esposizione, il bracketing e i successi aggiustamenti che possono essere introdotti con Nikon Capture o con un programma di fotoritocco per avvicinarci ancora di più alla perfezione.

Pensiamo contemporaneamente che una dia sotto o sovraesposta di 2 stop è irrimediabilmente compromesso; un file immagine sotto o sovraesposto di 2 stop può essere ampiamente recuperato.

Distinguiamo alla fine tra:
1) i limiti oggettivi fisico ottico del sistema fotografico
2) i limiti oggettivi di un tipo di sistema fotografico
3) i limiti oggettivi di una matricola di un sistema fotografico

La nostra personale esperienza di ben trent'anni di fotografia ci ha portato a molte situazioni in cui il risultato finale - la foto - era ben lontana dalle nostre aspettative. Nel 90% dei casi si è sempre trattato di nostri errori personali, impostaziono esposimentriche non corrette, messe a fuoco non corrette, uso di tempi di scatto troppo lunghi per essere adoperati a mano libera, errate valutazioni della profondità di campo, errati sviluppi di pellicole o errate procedure di camera oscura.
Nel restante 10% il problema si era posto per un'avaria della fotocamera, ma in questo 10% contempliamo foto completamente sbagliate, quindi completamente bianche o completamente nere, completamente sfuocate etc.
E' molto difficile che una fotocamera presenti delle "microstarature" che portino poi a errori nella foto finale visibili o comunque percepibili "ad occhio nudo": una fotocamera di norma o funziona perfettamente, o funziona malissimo o non funziona affatto.
Provate a leggere l'astroexperience online da oggi sul sito: non avete la più pallida idea di cosa ha dovuto sopportare la D70 utilizzata per la prova e di quante foto non siano andate a buon fine, per problemi di fuoco, di esposizione, di movimenti involontari trasmessi alla macchina, di malstazionamenti. Cosa ha fatto l'autore delle immagini per arrivare alle foto che si era prefissato? Ha continuato a scattare variando fuoco ed esposizione, finche è riuscito nel suo intento; e ci è riuscito perfettamente nonostante la D 70 non abbia alcun ausilio per garantire una perfetta messa a fuoco in MF quando collegata a un telescopio o una perfetta esposizione quando l'esposimetro, come nel caso della prova, era completamente disabilitato perchè collegato a un semplice tubo di ferro tornito, senza contatti e senza diaframma.
Siamo ampiamente usciti dal seminato del fatto se tenere o meno delle starature iniziali personalizzate può escludere alcune variabili. Ma notiamo in molte discussioni che di fronte alla minima variabile viene subito messa in discussione la matricola della fotocamera prima, il modello poi. E a questo punto ci si perde in meandri tecnologici di prove e autoprove senza fine e senza arrivare a mettere una vera parola "FINE", perchè può anche darsi il caso che la macchina fuznioni oggi e vada in avaria domani.
E a questo punto uno si sentirebbe nel diritto di fare 50.000 scatti consecutivi in bianco per vedere se l'otturatore resisterà o meno dopo 50.000 scatti, cioè anni di normale utilizzo; e una volta scoperto che al 50.000 scatto la macchina funziona ancora, ha comunque accorciato la vita dell'otturatore di 50.000 scatti.
E' la coddetta"sindrome del fiammero": un uomo ha a disposizione un solo fiammifero con cui si salverà da una situazione critica; anzichè attendere la situazione critica, l'uomo accende il fiammifero subito per verificare se il fiammifero si sarebbe acceso nel momento del bisogno. Il fiammifero si accende, poi si spegne. In quel preciso momento arriva la situazione critica.
Cordialmente.
Gerardo Bonomo.
shanbu
Messaggio: #27
grazie...mi sembra molto chiaro

Gerardo quest'ultimo esempio del fiammifero è spassosamente esilerante biggrin.gif
 
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